Brano: Non credo, infatti, che [...] fuori dalle regole. Il modo come si [...] decidere e a mettere in opera [...] militare in Kosovo è [...] regole vigenti del diritto internazionale». [...] con questa puntualizzazione, il [...] con uno dei «padri» riconosciuti della sinistra [...] Antonio Giolitti. Ed è la guerra il [...] conduttore di una riflessione [...] tra politica e diritt[...]
[...] «padri» riconosciuti della sinistra [...] Antonio Giolitti. Ed è la guerra il [...] conduttore di una riflessione [...] tra politica e diritto, tra [...] e futuro. In queste settimane si [...] e polemizzato sulla legittimità e [...] della guerra in Kosovo. Qual è il [...] «Della legittimità [...] non è lecito dubitare [...] attraverso le quali si è arrivati alla [...] sofferta di intraprendere [...] militare sono state tutte [...] che presiedono il diritto internazionale attualmente vigente. Non cred[...]
[...]l dovere [...] umanitaria». Non [...] nulla di ideologico nella decisione [...] Atlantica di agire militarmente contro il regime serbo. È stata, al contrario, una [...] sofferta e molto, molto concreta. Si è trattato di [...] della pulizia etnica in Kosovo. Di tutto [...] meno che si tratti di [...] che contrappone [...] ad [...] ideologia. [...] nel fermare i massacri di [...] inermi». Questo fine secolo ci [...] strazianti di civili, [...] dalle loro case e [...] piombati. [...] della civile Europa.[...]
[...]una [...] «Non credo che [...] presenza di una sconfitta per [...] democrazie occidentali. Siamo in presenza, invece, [...] del diritto internazionale, che come tali vanno [...]. Lungi da me sottovalutare [...] crimini commessi dalle forze serbe nel Kosovo [...] di [...] interetnici, ma questo non [...] assolutizzare questa [...] caratterizzante, la [...] di questo scorcio di [...]. Semmai, è un altro [...] che è suonato nei Balcani. Di quale «campanello» [...] si tratta? «Quello che [...] strumenti c[...]
[...]i trovai a guidare una [...] parlamentare contro [...] che durò [...] per due giorni e due [...]. Ma in [...] il mondo è cambiato e, [...] e il crollo del Muro di Berlino, è [...] Atlantica. E proprio per questo è [...] vedere [...]. Bombe anche sul Kosovo. Nessuno [...] se lo aspettava, [...] della Nato. La vita, il buio. Mi ritrovo ogni istante [...] arrivino i serbi e ammazzino tutti: ma [...] vivere così? Non ho paura per me; [...] il mio fidanzato, per il suo papà, [...] mio fratello, per tutti g[...]
[...]bene lo [...] ancora funzionava, così potevo comunicare con il [...] mia famiglia. Sono riuscita anche a [...] miei. Dicono che va tutto [...]. Ogni notte prego per [...]. Riuscire a telefonare a [...] impossibile, non esiste più un collegamento col Kosovo. Mi hanno detto che [...] tutte le linee: non posso [...]. [...] chi dice che hanno bombardato [...] postale. La vita nel campo, [...] è semplicemente terribile. Il giorno riesce anche [...] la notte fa un freddo boia. Il buio non passa [...] nel ca[...]
[...]] piace. La vita [...] è davvero un inferno, [...] perché abbiamo ancora i nostri passaporti. Ho sentito che portano [...] Turchia, Germania, Israele. Io non voglio andare [...]. Se non vado in Italia [...] cosa fare. Forse è meglio che [...] al mio Kosovo: così se la situazione [...] indietro subito, non voglio niente di più [...]. È una settimana che manco [...] Pristina. Mi sembra già un [...] lungo e difficile della mia vita. Non riesco più a [...] telefono e prego ogni minuto che i [...] vivi. Le[...]
[...]situazione [...] indietro subito, non voglio niente di più [...]. È una settimana che manco [...] Pristina. Mi sembra già un [...] lungo e difficile della mia vita. Non riesco più a [...] telefono e prego ogni minuto che i [...] vivi. Le notizie dal Kosovo, [...]. I bombardamenti continuano. Alle 9,30 incontro i [...] Rai: ci sono buone probabilità di [...] via. Torniamo in tenda: siamo [...] sotto, tutti nelle nostre stesse condizioni, tutti [...] lo stesso problema: come uscire da [...] Di notte non[...]
[...]mpre il volto di [...] di mia padre, gli occhi di mia [...]. Saranno ancora in vita? [...]. Non ho dormito neanche [...] e brutti pensieri. Mi cercano i giornalisti [...]. Ma come è strana [...]. Ero io che portavo [...] a intervistare i profughi in Kosovo e [...] io la profuga intervistata. Incontro i miei amici, [...] italiana a Skopje deve fare i visti [...]. Mi sembra un miracolo. Ho atteso in ansia [...] per i visti. Non voglio pensare, ma [...] immaginare che il peggio, che i visti [...]. Ripens[...]
[...]o cenato [...] come in un film di Hollywood. Ho fatto anche una [...] dopo dodici giorni di terra e fango. Mi sembrava di essere [...] sporca del mondo. Adesso sono tornata normale. Ma neanche questa notte [...] riesco a staccarmi dalle immagini del Kosovo [...]. Dicono che la Nato [...] errore 74 persone. E i miei genitori? Erano [...] loro? Non so più cosa pensare 14 [...]. I nostri amici vengono [...]. Hanno pagato [...] loro pagano tutto: noi [...] e devono fare tutto loro. Il «nostro» aereo arriv[...]
[...] loro pagano tutto: noi [...] e devono fare tutto loro. Il «nostro» aereo arriva [...] anche il sindaco di Artena, Erminio Latini. Sono scoppiata in lacrime. Ora avevo la certezza [...] Italia, ma anche tanta tristezza dentro: mi [...] famiglia, dal Kosovo, dalla mia Pristina dove [...] mia vita, dove ho lasciato la mai [...] sono più io la proprietaria della mia [...] più nulla sono solo una profuga che [...] Paese, più niente. /// [...] /// Ora avevo la certezza [...] Italia, ma anche tanta tristezz[...]
[...]ia vita, dove ho lasciato la mai [...] sono più io la proprietaria della mia [...] più nulla sono solo una profuga che [...] Paese, più niente. /// [...] /// Ora avevo la certezza [...] Italia, ma anche tanta tristezza dentro: mi [...] famiglia, dal Kosovo, dalla mia Pristina dove [...] mia vita, dove ho lasciato la mai [...] sono più io la proprietaria della mia [...] più nulla sono solo una profuga che [...] Paese, più niente.