Brano: [...]iorgio [...] un ottantenne di Como [...] Padova, è la modestia fatta persona, [...] anni di silenzio, di [...] fine della guerra. Eppure è lui quel [...] Spagna» che in Ungheria, nei terribili mesi della [...] salvò la vita a migliaia di ebrei [...] Budapest. Quanti? «Almeno seimila». Adesso è in un [...] Levico, in vacanza con la moglie. Lo ha raggiunto [...] dello scalpore che sta [...] «ritrovamento": lo Stato [...] gli ha concesso la [...] titolo di giusto delle nazioni, ed il [...] a Gerusalemme pe[...]
[...]li ha concesso la [...] titolo di giusto delle nazioni, ed il [...] a Gerusalemme per piantare, nel [...] dei Giusti», un albero [...]. Lo ha [...] anche il presidente della Repubblica [...] «Sono [...] ancora in vita del [...] che aiutò gli ebrei a Budapest. [...] monsignor Motta. [...] tutti moni», mormora il signor [...]. La piccola grande storia inizia [...] (ine 1943. Non ho voluto aderire [...] Repubblica [...] Salò ero e sono rimasto monarchico ed [...] mi hanno internato. Sono riuscito a scappar[...]
[...]o aderire [...] Repubblica [...] Salò ero e sono rimasto monarchico ed [...] mi hanno internato. Sono riuscito a scappare, [...] protezione nella legazione di Spagna il ministro Angel [...]. Mi ha procurato anche [...]. [...] di novembre Nel 1944, a Budapest, salvò da solo più di seimila ebrei, fingendo di [...] un diplomatico spagnolo e [...] sotto la [...] «protezione» nei palazzi della, legazione [...] Madrid. Una beffa colossale e [...] governo filonazista ungherese ci cascò in pieno. Dopo la guerra[...]
[...][...] Rossa, ne ha salvati [...] Come? «Era prassi che i governi neutrali [...] "protetti", lo feci più di [...] "lettere di protezione", con [...] e sigilli, per gli ebrei che mi [...] li misi tutti negli otto palazzi vuoti [...] Spagna possedeva a Budapest, con le loro brave [...]. Poi trovai altri palazzi, [...] gente anche [...] , con cartelli [...] "Non entrare, questo edificio è in uso [...] Stato [...] Spagna"». Ed i nazisti ungheresi? «Ci [...] pieno. Si convinsero che io, [...] lo spagnolo, ero[...]
[...]i fuoco. Spesi tutti i miei soldi [...] cibo alia borsa nera: il [...] per tutti, era una fetta di pane con lardo, [...] un brodo con carote e cipolle. Fuori si assisteva a [...]. Una volta era il [...] un gruppo di nazisti inseguire nel viale [...] Budapest un bambino ebreo, e [...] con una pistolettata in [...]. [...] volta, sempre fingendoci "ministro [...] treno [...] e riportai a Budapest [...] nei campi di concentramento austriaci». Non contento, Giorgio [...] mise sotto la [...] zione [...] anche due ospizi della Croce Rossa, [...] più sicuri. Perché [...] fatto? «Chiariamo subito: io [...]. Semplicemente, non ero [...] sta e non v[...]
[...] «Chiariamo subito: io [...]. Semplicemente, non ero [...] sta e non volevo [...]. Certo, avevo anche degli [...]. Ma soprattutto trovo assolutamente inconcepibile [...] persecuzione [...] sta. È qualcosa di ignobile, [...]. Il 16 gennaio 1945 [...] Budapest i russi. Passammo la notte nei sotterranei [...] io e [...] ebrei, a brindare, a festeggiare. Dopo pochi giorni i [...]. Ed [...] qua». È, quella che racconta [...] la stessa vicenda che in Israele ha [...] Mordechai [...] che diri [...] il Museo [.[...]