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Il vocabolo Barnabò si trova nei "vocabolari":
- Lingua Italiano - Sottosistema simbolico: Lingua storico naturale in uso contemporaneo →temporaneamente non specificati(TmpIt+VO )
- Lingua - Sottosistema simbolico: correlati alla descrizione di KosmosDOC →da AuthorityFile(AF+VO ).
Stimato come nome proprio è riscontrabile in 55 Entità Multimediali (stima per difetto, approssimativamente altra metà riscontrabile tramite ricerca full-text nel campo «cerca»).
Attraverso questo strumento è possibile visualizzare una trascrizione frammentaria della rassegna stampa relativa tratta dalla Biblioteca Digitale (dunque non dall'Archivio):

Brano: Il signor Barnabò e [...] a suscitare in chi li avesse visti [...] rispetto per la loro aria piena di [...] una simpatica coppia di anziani coniugi perfettamente [...]. Come nel passeggio serale [...] signor Barnabò dava il braccio alla moglie [...] egli aveva la spalla sinistra un po' [...] destra, mentre la signora Cecilia si appoggiava [...] marito [...] piuttosto difficile delle sue [...] alti che portava solo la domenica con [...] seta. I due figli andavan[...]

[...]e, [...] intorno alle mense in attesa [...] passeggio serale e solo pochissimi [...] decisi, come pionieri della primavera, [...] festeggiare con una gita in campagna quella splendida giornata. Anche il tram, infatti, partì [...] tanto che il signor Barnabò, non ostante i cartelli [...] Vietato fumare » accese una sigaretta [...] il viaggio come non se [...] mai goduto. Egli faceva osservare alla [...] casamenti popolari sorti da un anno [...] alla periferia della città, [...] in corso di costruzione d[...]

[...]bitare [...]. Ed era davvero tanto [...] che diceva che avrebbe ricusato arricciando il [...] fosse stato proposto in quel momento di [...] casa vecchia e buia con una di [...] aria e luce. Quando dopo [...] di sballottamento il tram [...] il signor Barnabò disceso dalla vettura con [...] i ragazzi, aspirò con voluttà [...] nuovo della campagna, e [...] girando uno sguardo sulla città che in [...] ai suoi piedi. E restò ancora a [...] mare di case ai suoi piedi, fitto [...] in cui il sole cadeva con sg[...]

[...]iedi. E restò ancora a [...] mare di case ai suoi piedi, fitto [...] in cui il sole cadeva con sghembi [...] selciato, di massicci palazzi in cui si [...] monotona degli uffici, di vicoli neri, di [...] cortili profondi come pozzi. Non che il signor Barnabò [...] in quel momento in una particolare disposizione [...] facesse vedere in quel modo la città. Al contrario, egli sarebbe [...] e di [...] solo che avesse potuto [...] più confortata da quelle piccole soddisfazioni cui [...] il diritto [...] e no[...]

[...]rdo [...] ghette coi bottoni neri. Il gran divertimento dei ragazzi [...] di tutti i ragazzi [...] era [...] nei cunicoli, nei camminamenti [...] fortezza, [...] alle feritoie e di sporgersi [...] i merli fingendo assedi e battaglie. Anche al signor Barnabò piaceva [...] sempre un giro esplorativo [...] della cittadella e una volta, [...] da uno strano segno a forma di freccia inciso [...] una pietra, aveva scavato per tutto il pomeriggio [...] fingendo di fare per gioco, [...] in realtà prendendo la c[...]

[...]do la cosa [...] serio [...] con [...] di [...] trovare un tesoro. La signora Cecilia poi, [...] borsa la merenda pei ragazzi ai quali [...] aperta svegliava [...] e che appena arrivati [...] chiedere le loro fette di pane. Quella domenica il signor Barnabò, [...] osservato [...] il panorama della città,, [...] le altre volte a fare un giro [...] appena superato [...] del primo bastione fu [...] novità. Ci faranno anche un [...]. Infatti si vedevano dei [...] tesi in modo da farvi arrampicare delle [..[...]

[...]ro [...] appena superato [...] del primo bastione fu [...] novità. Ci faranno anche un [...]. Infatti si vedevano dei [...] tesi in modo da farvi arrampicare delle [...] non esistevano. Farebbe affari d'oro, valorizzerebbe il [...] affermò il signor Barnabò [...] "Ristorante la Cittadella". Una volta potremmo anche [...] egli [...] con la moglie avvicinato [...] legno verde il cui uscio era aperto, [...] vedeva nessuno dentro. Pure qualcuno [...] un uomo di mezza età, [...] una giacca bianca da camerie[...]

[...]nche [...] egli [...] con la moglie avvicinato [...] legno verde il cui uscio era aperto, [...] vedeva nessuno dentro. Pure qualcuno [...] un uomo di mezza età, [...] una giacca bianca da cameriere, il quale comparve [...] venendo incontro al signor Barnabò [...] alla [...] signora con gran cerimonie. /// [...] /// Porto un tavolino? Oggi [...] fuori. Si accomodino, prego. Che bella giornata, vero? Si [...]. Davamo solo [...] . Ma [...] con la giacca bianca, proprio [...] autorevole del personaggio che[...]

[...]tavolino? Oggi [...] fuori. Si accomodino, prego. Che bella giornata, vero? Si [...]. Davamo solo [...] . Ma [...] con la giacca bianca, proprio [...] autorevole del personaggio che si [...] di fronte, [...] e anzi cominciò a rivolgersi [...] signor Barnabò [...] commendatore. Si accomodi con la [...]. Il signor Barnabò, di [...] commendatore » non seppe più che dire, [...] padrone della baracca era già andato a [...] il tavolino e le sedie; e del [...] ordinato due caffè. Quanto potevano costare due [...]. Il padrone della baracca [...] tavolino di ferro verniciat[...]

[...]o potevano costare due [...]. Il padrone della baracca [...] tavolino di ferro verniciato in verde e [...]. Aprì le sedie, sistemò [...] vi distese anche una tovaglietta bianca. Si accomodi, signora. Cosa [...] caffè [...] disse gravemente il signor Barnabò [...] con cautela sulla sedia pieghevole. Ora gli faceva proprio [...] buon caffè, poiché quello che faceva a [...] era sempre mescolato col surrogato quando non [...] di surrogato e sembrava liquirizia sciolta [...]. Ma il padrone della [...] contr[...]


Brano: Per caso il signor Barnabò [...] a pochi metri da una fermata e, [...] tram arrestarsi per fare salire una donna [...] improvvisa e disperata gli venne in mente. Egli [...] quasi sotto [...] istinto e rincorse il tram, [...] mentre questo si rimetteva in moto, e [...] alle sp[...]

[...]ovvisa e disperata gli venne in mente. Egli [...] quasi sotto [...] istinto e rincorse il tram, [...] mentre questo si rimetteva in moto, e [...] alle sporgenze della vettura issandosi [...] piedi sul respingente. Il tram prese velocità [...] signor Barnabò stava aggrappato con tutte le [...] a ogni scossa di [...] scaraventato di sotto con [...]. Infine si sentì sicuro dei [...] sostegni e, [...] con la testa a [...] dei vetri della vettura, vi [...] dentro. Fu con una certa [...] ch'egli si trovò fac[...]

[...]vò faccia a faccia, separato [...] spessore del vetro, con un ragazzino di [...] anni che stava sulla piattaforma e che [...] lo osservava senza ch'egli se ne fosse [...]. Come il ragazzino, che [...] momento, incontrò coi suoi occhi gli occhi [...] Barnabò di là dal vetro, gli tirò fuori [...] una smorfia cattiva e beffarda. Il signor Barnabò fece [...] di tirarsi indietro, ma per non precipitare [...] non abbandonare i suoi appigli fu costretto [...] naso appiccicato sul vetro, immobile. Egli fissò il ragazzino negli [...] corrugando le sopracciglia [...] e intanto il tram correva [...][...]

[...]] naso appiccicato sul vetro, immobile. Egli fissò il ragazzino negli [...] corrugando le sopracciglia [...] e intanto il tram correva [...] nessuno dei passeggeri [...] accorto di nulla [...] ma quello, consapevole della incapacità [...] del signor Barnabò, fece peggio, inventando le smorfie più [...] e [...] a distanza [...] palmo. Questo soprattutto procurava al signor Barnabò un dispetto insopportabile: di [...] con la [...] faccia [...] di quella del moccioso; e [...] potendo fare altro, come adottando [...] difesa possibile, anch'egli a un [...] fece al ragazzino una smorfia. Fu quella smorfia che [...] forse la madre [...]

[...]morfia. Fu quella smorfia che [...] forse la madre del ragazzino, nel volgere [...] il fondo della vettura. E [...] e gettare un urlo [...] che anche gli altri passeggeri e il [...] insieme, fecero in tempo a sobbalzare di [...] deformata del signor Barnabò che [...] come un grottesco mascherone [...] della vettura. Alcuni uomini si levarono [...] venendo verso la piattaforma con espressioni e [...] tal fu [...] confusione [...] del tram che , [...]. Pareva che gli uomini, [...] e agitando le braccia t[...]

[...][...] venendo verso la piattaforma con espressioni e [...] tal fu [...] confusione [...] del tram che , [...]. Pareva che gli uomini, [...] e agitando le braccia tutti insieme, aspettassero [...] e [...] quel gaglioffo aggrappato di [...]. Il signor Barnabò, pur [...] che gli veniva urlato, solo dalle facce. Più che la paura [...] disperato [...] proprio a [...] di [...] giù dal respingente mentre [...] camminava; incespicò, vacillò toccando con un piede [...] la strada in mezzo alle rotaie, riuscì [..[...]

[...]la notte, fra le [...] le braccia aperte, affondando nella terra fino [...] dietro di sè sulla strada le invettive [...] dal tram [...] alle calcagna. Egli incespicò a un [...] sulla terra e rimanendo come morto. Tutto era tenebre intorno. Il signor Barnabò sentiva [...] terra su cui quasi poggiava la faccia, [...] affanno nel silenzio. Ogni altra cosa èra [...] il tram, le voci minacciose degli uomini. Egli credette per un attimo [...] fatto un sogno. Ma il suo giacere [...] e [...] e [...] della terr[...]

[...] [...] e [...] e [...] della terra e la [...] sue mani non erano un sogno. Faticosamente, brancolando [...] si sollevò sulle ginocchia e [...] in piedi. Mosse qualche passo vacillando e [...] a un tronco che le sue mani tese avevano [...]. Il signor Barnabò si [...] sulla fronte: nel compiere quel gesto naturale [...] più il suo cappello. E restò appoggiato al [...] il suo affanno si placasse, sentendo la [...] abiti dovunque passasse una mano come per [...] e [...] umido della notte e [...] il silenzi[...]


Brano: [...]tto! Poi vi porterò una bella [...] ma gelati non ce n'è. Queste cose fanno, male ai [...]. Avete la vostra merenda, [...]. Quanto pago? [...] domandò quindi sempre [...] al padrone della baracca, come [...] avesse voluto [...] via subito. Il signor Barnabò trasse [...] lire e le posò sul tavolino con [...] mentre i ragazzi erano lì lì per [...]. E nel [...] ciò toccò col piede la [...] sotto il tavolino. Il padrone della baracca [...]. Il signor Barnabò guardò [...] ragazzi mentre la moglie prendeva le merende [...]. Cosa credete, che non [...]. E avrebbe voluto [...] loro che aveva solo [...] lire e doveva regolarsi, sapere prima se [...]. Ma di tutto questo [...] oramai che la faccenda [...] pens[...]

[...]faccenda [...] pensando che i ragazzi, in fondo, era [...] cose non le sapessero o poi andavano [...] giro. [...] mangiavano ora le loro [...] e salame, ancora immusoniti e col pianto [...] la signora Cecilia ravviava loro i capelli [...]. Il signor Barnabò si [...] due passi in giro. Egli passeggiò in su [...] per lo spiazzo davanti alla baracca, ammirò [...] vallata [...] dal punto dove si [...] non era più visibile [...] e sentendo come una [...] testa un po' calva il tepore del [...] rasserenarsi e[...]

[...]ndatore, [...]. Io posso, cioè avrei [...]. [...] un ramo d'affari che mi [...] spesso di trattare. [...] lo ascoltava con gran [...]. Se fosse possibile, magari per [...] futuro, ottenere una riduzione del canone [...] con la [...] influenza. [...] Barnabò ascoltava quel discorso [...] con aria meditabonda; [...] infilati i pollici nei [...] c veramente chiunque avrebbe provato un grandissimo [...] a lui. Ma bisogna vedere il [...]. I termini del contratto [...] mutati fino alla scadenza. Solo al mome[...]

[...] e non parlava solo per darsi delle [...] avrebbe potuto fare davvero, quando fosse venuto [...] raccomandare la pratica del padrone della baracca. Si sa quanto valga negli [...] e nei ministeri [...] non diciamo [...] archivista capo come il signor Barnabò, ma [...] semplice usciere il quale, per [...] mancia di due o trecento lire può far seguire [...] una pratica un corso incredibile e miracoloso. Il padrone della baracca [...] ringraziare e d'altronde, essendo un uomo avveduto, [...] domandare al «[...]

[...]padrone della baracca [...] ringraziare e d'altronde, essendo un uomo avveduto, [...] domandare al « commendatore » il suo [...] suo indirizzo per [...] venire da lui a [...] quando avrebbe dovuto rinnovare il contratto. Quella domanda pose in [...] Barnabò [...] quale sarebbe stato seccante [...] aveva un così alto concetto di lui, [...] dove [...] sempre un odore di [...] lessi, [...] fatto che eventuali ospiti [...] accomodare solo nelle camere da letto [...] sia in ufficio dove [...] davano [...] d[...]

[...] pratica. Appunterò la cosa sulla [...] mi interesserò. No, non c'è pericolo che [...] dimentichi [...] cosa promessa! Vado subito a prendere il [...] che ho [...] insieme con la licenza [...] del locale [...]. E si allontanò inchinandosi. Il signor Barnabò volse [...] e soddisfatta e gravemente ritornò al tavolino [...] era rimasta sola. Proprio in quel punto [...] strepito di motori e, una dopo [...] comparvero sullo spiazzo voltando [...] della Cittadella quattro o cinque Vespe e Lambrette [...] una[...]

[...]e Vespe e Lambrette [...] una coppia di gitanti sopra. Questi discesero chiassosamente dalle loro [...] erano tutti giovanotti e ragazze [...] venendo versò la baracca. Il padrone si fece [...] subito cominciò a trasportare sedie e tavo [...] signor Barnabò; [...] Sono da lei subito, [...]. I [...] arrivati osservarono [...] distinto signore che veniva chiamato commendatore e, [...] di far gran caso alla [...] presenza, tuttavia il loro [...] calare su un tono più discreto. Il signor Barnabò, a [...] una mossa piena di dignità, si mise [...] suo cappello, restando seduto con naturale rigidezza [...]. Mi scusi [...] disse il padrone della baracca [...] dopo [...] servito i [...] clienti, con [...] del contratto. Egli diceva « commendator[...]

[...]seduto con naturale rigidezza [...]. Mi scusi [...] disse il padrone della baracca [...] dopo [...] servito i [...] clienti, con [...] del contratto. Egli diceva « commendatore [...] tono la voce, come se avesse saputo [...] faceva piacere al signor Barnabò, e infatti, [...] i [...] arrivati voltavano le teste sentendo [...]. /// [...] /// Egli diceva « commendatore [...] tono la voce, come se avesse saputo [...] faceva piacere al signor Barnabò, e infatti, [...] i [...] arrivati voltavano le teste sentendo [...].


Brano: Me ne occuperò subito, [...] c'è fretta. Chi ha tempo non [...]. A volte pratiche del [...] le lunghe, occorrono pareri del ministero e [...] scadenza di termini. [...] come per i ricorsi. E il signor Barnabò, [...] della giacca la penna stilografica ch'era il [...] annotò su una piccola agenda reclame [...] ditta farmaceutica, gli estremi [...] precisione, e senza omettere nulla. Mi interesserò subito della [...]. Ed ora [...] aggiunse come ricordandosi[...]

[...]grandi. /// [...] /// Desidera altro, commendatore? [...] ripetè ancora il padrone [...] a inchinarsi, mentre i ragazzi rimasti là [...] aspettando [...] avvicinati e i gitanti [...] si voltavano ogni momento notando lo straordinario [...] il signor Barnabò veniva fatto oggetto dal [...] se non si trattasse [...] pezzo grosso, magari del [...] di essi conosceva. Il signor Barnabò si [...] a suo agio, soddisfatto e pieno di [...]. Egli andava discorrendo pacatamente con [...] moglie [...] il favore che avrebbe fatto [...] padrone della baracca e dandosi anche con lei, senza [...] una certa importanza. E seguitò a [...] cosa f[...]

[...]re [...] sentivano naturalmente fieri [...] un genitore simile. Il sole, che quando [...] lassù stava ancora nel mezzo del cielo, [...] un palmo dalla linea [...] e tutta la valle [...] collina era piena [...] luce calda, intensa, sfumata. Il signor Barnabò si levò [...] sedere, [...] dello spiazzo dov'erano i tavolini, [...] lo spettacolo, quasi sentendosi padrone [...] quella meraviglia. Dica la verità, c'è [...] bello di questo? Mi piacerebbe costruire una villa, [...] . Ma il padrone della [...] su[...]

[...]eraviglia. Dica la verità, c'è [...] bello di questo? Mi piacerebbe costruire una villa, [...] . Ma il padrone della [...] suo discorso da seguitare. Vede, commendatore? Di [...] parlarono ancora della pratica, passeggiando [...] in quando il signor Barnabò [...] fermava [...] ammirare ancora la bellezza del [...] e il discorso [...] una pausa piena di contemplazione. Infine, dopo [...] di nuovo assicurato il suo [...] per la [...] volle pagare il conto e [...] una voce alla mo [...] e ai ragazzi per p[...]

[...]ente e veniva un venticello [...] dal fondo [...] valle; la signora Cecilia abbottonò [...] soprabiti ai [...] i [...] avevano corso e saltato per [...] ore di seguito e anche ella si strinse alla [...] il suo bavero di pelliccetta nera [...] signor Barnabò si sentiva contento [...] sè, della natura di tutto. Aveva passato veramente una [...] « commendatore » con cui lo salutò [...] baracca fu [...] goccia di miele versata [...] soddisfazione. Offrendo il braccio alla [...] ai ragazzi di camminare [...[...]

[...] la città [...] di luci. Laggiù erano la casa [...] tutte le cose degli altri giorni della [...] sole tramontava dietro le malinconiche creste dei [...] commendatori della domenica portavano intorno ai polsi [...] delle mezze maniche nere. Il signor Barnabò con [...] i ragazzi, raggiunta la strada, si fermò [...] del tram e, poiché [...] da aspettare qualche minuto, [...] il portafogli per [...] pronto il denaro dei [...] tram sarebbe arrivato. Egli era convinto, dopo [...] conto delle aranciate al pad[...]

[...]to [...] tratti i due biglietti, [...] s'accorse che uno di quelli che gli [...] fogli da cento era invece, con lo [...] un semplice foglio da cinque lire. I biglietti del tram [...] e, dunque, per quattro biglietti occorrevano [...] lire. Il signor Barnabò cercò [...] tasche [...] senza apprensione, ma dopo [...] dieci lire [...] a ripetere [...] con sistema, cominciando dai [...] al gilè, alla giacca, al soprabito. Egli affondò le dita [...] di nuovo il portafogli guardando perfino se [...] si fosse [...]

[...]ora [...]. Senza replicare e un [...] la brusca risposta del marito, la signora Cecilia [...] borsetta e vi affondò [...]. Ella ne trasse un [...] a giorno, un rosario [...] conchiglie, un santino, una matassina di cotone [...] venti lire. Il signor Barnabò prese [...] e se le mise in tasca facendo [...]. Mancavano ancora venticinque lire [...] dei biglietti. Non hai altro? [...] possibile? Possibile andare in giro [...] soltanto? /// [...] /// Possibile andare in giro [...] soltanto?


Brano: [...] domandarono i ragazzi sorpresi tornando [...] perchè. Ho perduto i soldi del [...] i [...] voi, voi non avete in [...] qualche lira, venti [...] e [...] domandò con tono un po' [...] il signor Barnabò ai ragazzi nella speranza [...] potessero [...] situazione. [...] dettero [...] al tram tutto illuminato [...] che [...] fermato a dieci passi da [...] e [...] a [...] nelle tasche [...] fuori un [...] di cianfrusaglie; ma nemmeno una [...]. Le figu[...]

[...]In quel momento il [...] con le sue luci lungo la strada [...]. La signora Cecilia cercò [...] marito. Si tratta solo di [...]. E tutti, allora, compresi [...] a [...] di nuovo, con orgasmo; [...] Cecilia rovesciò la fodera della borsetta e il [...] Barnabò [...] via dalle sue tasche delle pallottoline [...] come spollinandosi. I ragazzi si misero [...] a lato della strada, [...] venticinque lire avessero potuto essere un ciclamino [...] ti [...] di me. Ma ogni ricerca fu [...]. Era del tutto sera [...[...]

[...]iglio [...] dramma di quelle miserevoli venticinque lire. Anche i ragazzi tacevano [...] testa bassa, stringendosi ai genitori quasi con [...] notte che li coglieva tanto lontani da [...] alla campagna. [...] che hai perduto. /// [...] /// Il signor Barnabò ancora [...]. Tornare dal padrone della [...]. /// [...] /// In quel momento per [...] apparve il tram in fondo alla curva. /// [...] /// Troverò in qualche modo. Intanto voi prendete questo [...]. Io ne prenderò un [...]. Andate presto, i biglietti[...]

[...]l tram allontanarsi [...] tirò un respiro di sollievo quasi sentendosi [...] solo e comunque [...] risolto a metà la [...]. /// [...] /// Ora avrebbe dovuto risalire [...] Cittadella, presentarsi al padrone della baracca, [...] per favore. Il signor Barnabò volse [...] della campagna, incapace di [...]. A un tratto [...] un rumore di motori [...] sotto il naso i gitanti venuti lassù [...] Vespe e le Lambrette. Istintivamente egli si tirò [...] farsi scorgere. Il rumore dei motori [...] in basso. Il sig[...]

[...]se [...] della campagna, incapace di [...]. A un tratto [...] un rumore di motori [...] sotto il naso i gitanti venuti lassù [...] Vespe e le Lambrette. Istintivamente egli si tirò [...] farsi scorgere. Il rumore dei motori [...] in basso. Il signor Barnabò si [...] meccanici, [...] sentiero in salita, volgendo [...] parole con cui si sarebbe rivolto al [...] e, come accingendosi a recitare una parte [...] rendersi conto dei propri gesti [...] che del resto nessuno [...] piegava il collo da una parte s[...]

[...]acciglia. Quale dei due sistemi [...] opportuno adottare? Quanto [...] dentro? Dieci o quindicimila [...] è soprattutto per i documenti che mi [...]. /// [...] /// Eppoi, guardi un po', [...] nemmeno [...] biglietto del tram. Ma a questo punto [...] Barnabò, dopo [...] percorso una ventina di [...] come se le gambe gli fossero divenute [...]. No, non poteva, in [...] nessun pretesto, chiedere le venticinque lire al [...]. E fatto un frettoloso [...] corsa il tratto di sentiero che aveva [...] si trovò [...]

[...] suola così consumata e sottile che tutte le [...] si facevano sentire sotto la pianta come se fosse [...] scalzo [...] e si ricordò della moglie [...] a [...] era già arrivata a casa [...] ragazzi e forse cominciava a preoccuparsi per lui, il [...] Barnabò sentì a un tratto [...] meno tutta la baldanza; e [...] rallentò il passo, quindi si fermò sul bordo della [...] accorgendosi anche [...] tutto sudato e [...] uri po' [...]. Si guardò intorno ficcando [...] notte con un improvviso senso di paura [..[...]


Brano: [...]fonde come oscuri [...] muraglie dei palazzi gli abitanti della città, [...] catarri invernali, alzando il naso al cielo [...] annusino gli odori [...] e inebrianti della [...] una leggera brezzolina sulle campagne fiorite. Quella domenica il signor Barnabò, [...] alla Intendenza di Finanza, si accorse della [...] messo i piedi fuori del letto; infatti, [...] sbaglio sul nudo pavimento, invece di [...] immediatamente con una parolaccia [...] ne provò una sensazione piacevole. Per cui, dopo essersi stir[...]

[...]e quel pomeriggio avrebbero [...] gita. Bisogna dire che quella gita [...] una specie di tradizione, ripetendosi tutti gli anni per [...] la primavera, e sebbene impegnasse solo un pomeriggio di [...] assumeva [...] avvenimento [...] per la famiglia Barnabò ed [...] i ragazzi come una crociera. Infatti la Cittadella era [...] della gita non perchè fosse un posto [...] tanti altri nei dintorni della città, ma [...] il più lontano e richiedeva un più [...] tram. I ragazzi stavano in [...] di legno, col n[...]

[...]lontano e richiedeva un più [...] tram. I ragazzi stavano in [...] di legno, col naso appiccicato al vetro [...] di corsa traballante, interrotta [...] lungo le strade del suburbio, costituiva per [...] più grande sia [...] che al ritorno. Il signor Barnabò e [...] seduti con gran sussiego raccomandando ogni tanto [...] non agitarsi troppo e di non disturbare [...]. Quella gita, rompendo [...] andamento della loro vita [...] giorno, dava ad essi la [...] diversi da sempre [...] dei signori in vacanza [[...]

[...]dalle rigovernature e dai [...] e una volta, [...] seduta accanto in tram una [...] signora, [...] abbandonata a uno sfogo sulle [...] di [...] raccontando [...] anello di brillanti misteriosamente scomparso [...] cassetto del comò. Quanto al signor Barnabò, [...] discorso con qualcuno, egli trovava subito il [...] con indignazione, che oggigiorno un usciere guadagnava [...] di grado elevato, lasciando così intendere [...] uno di quelli. Del resto un aspetto autorevole [...] derivava dalla [...] pancia[...]

[...]i [...] una bagnarola rovesciata [...] e se non si [...] di proporzioni più che notevoli tutta la [...] sotto in maniera buffa [...] tuttavia essi conservano innegabilmente [...] conferire [...] rispettabile e onusta di [...] se ne adorna. Il signor Barnabò accoppiava [...] fastoso cappello, un paio di ghette anch'esse [...] neri, e per quanto tutto il resto [...] apparisse liso e non di prima qualità, [...] quei due soli elementi ad acquistare davvero [...]. Nessuno, in una parola, [...] di fronte all[...]

[...] [...] un famoso racconto in [...] appunto del cappotto [...] statale è tornato a [...] moda divenendo popolare anche tra la gente [...] che qualcuno stia scrivendo addirittura un romanzo [...]. Tutto ciò può spiegare [...] proprio per cui il signor Barnabò e [...] archivisti, computisti, scrivani, contabili e avventizi di [...] con lo stemma della Repubblica sul portone, [...] impegno nel comparire fra la gente mascherando [...] impiegatizia. /// [...] /// Tutto ciò può spiegare [...] proprio per cui [...]

[...]rchivisti, computisti, scrivani, contabili e avventizi di [...] con lo stemma della Repubblica sul portone, [...] impegno nel comparire fra la gente mascherando [...] impiegatizia. /// [...] /// Tutto ciò può spiegare [...] proprio per cui il signor Barnabò e [...] archivisti, computisti, scrivani, contabili e avventizi di [...] con lo stemma della Repubblica sul portone, [...] impegno nel comparire fra la gente mascherando [...] impiegatizia.


Brano: Il conte Gianmaria e il [...] Barnabò, a capo di una quarantina di vassalli e [...] Ira cui direttori e capi reparto di origine plebea, [...] gli ombrelli a mo' di lancia e procedendo in Quadruplice fila, gli [...] stretti agli altri, hanno [...] una trentina di operaie in [...] arbitra[...]

[...]glio primogenito Uberto [...] figlio di [...]. Marcello, agricoltore, iscritto al [...] nel [...]. E adesso, dopo essere [...] dentifrici della GI. [...] siamo [...] alle cariche con gli ombrelli. Non vorrei che in [...] il conte Gianmaria o il duca Barnabò [...] qualche pedata nelle parti meno nobili del [...]. /// [...] /// Nel mio socialismo c'è [...] i nobili, specie se sono farmaceutici. Anzi, mi viene [...] se Mauro Ferri viene [...] comizio elettorale a Milano gli proporrò di [...] corteo concil[...]

[...], mi viene [...] se Mauro Ferri viene [...] comizio elettorale a Milano gli proporrò di [...] corteo conciliatore, con tutti i dipendenti della Carlo Erba. Sarà un corteo bello [...] grida n'e fischi, in testa Ferri, il [...] Gianmaria [...] il duca Barnabò, aperto da uno striscione [...] Biscione [...] e la scritta: " Viva [...] S. Ennio Elena Un altro [...] «La [...] lotta» Presentata dal « [...] del [...] clandestina del PCI, diretta da Eugenio [...] che nel [...] fu un insostituibile strumento [...[...]


Brano: [...]suoi giornali [...] televisioni che Fona Italia era in testa [...]. La [...] elezione è . Un paese che permette [...] un paese civile». Appuntamento [...] la moda lanciata da [...] hanno snobbato Le [...] di Grimaldi, e la cosa [...] ri: pelerei con Barnabo delle montagne di Brenta. [...] giornale [...] difende il film di Grimaldi, [...] sera dal pubblico, è [...] che scrive: «Non manca [...] la prima [...] é un [...] contrario alla [...] si vive, ma sbaglia chi [...] che ;chiacchierata sul senso del [[...]

[...]he [...] vita ha [...] lassù. [...] è un [...] gli «altri» sono bracconieri: [...] fa nemici, ma in realtà sono uguali, [...] accettano la dura legge dei monti, della [...] silenzio. Un giorno il vecchio [...] Del Colle viene ucciso dai bracconieri; Barnabo, che lo [...] padre, avrebbe [...] di [...] ma viene assalito dalla [...]. Cacciato dal servizio, va [...] in pianura, a fare il contadino. Ma un giorno una lettera [...] un ufficiale lo richiama: viene [...] preso, anche se non in [...] effettivo, [...]

[...].] e le rocce: si sta costruendo una [...] si sta riempiendo di gente, i tempi [...] sono finiti. Ford inquadrava la [...]. Il senso della natura è [...] stesso, ma [...] non ci sono [...] e [...]. C'è solo [...] mentale aspra, impaginata con [...]. Barnabo delle montagne è [...] può capitare, che le due cose vadano [...]. /// [...] /// Barnabo delle montagne è [...] può capitare, che le due cose vadano [...].


Brano: Intanto, oltre allo spulciare tutto [...] materiale che Freda portava con sé e che gli [...] stato consegnato [...] nome non nuovo nelle trame [...] VENEZIA [...] Il nome di Marco Barnabò [...] fatto a prò [...] dei finanziamenti e della rete [...] protezioni a [...] in Costarica [...] non è un nome nuovo. Discendente di una delle [...] ricche famiglie dì Venezia (suo nonno, [...]. Alessandro, [...] enormemente durante il fascismo, f[...]

[...]] famiglia [...] è proprietaria di una [...] a quella villa del conte Loredan (che [...] gli attentati ai treni veneti e anche [...] di piazza Fontana, come uomo legato a Ventura) [...] si tennero riunioni della cellula nera. Sempre nella villa dei. Barnabò sul Montello (di [...] di Marco Barnabò. Cabras [...] è un errore ignorare [...] PCI ROMA [...] del Consiglio nazionale della [...] già convocato per il [...] sta rapidamente facendo salire la temperatura politica [...] scudo crociato. Lo indica [...] di interventi che, in [...] dal terre[...]

[...]è [...] il ministro della Pubblica Istruzione e I [...] città, dove sono sorte difficoltà [...] del lavoro del [...] terrorista fuggiasco in Italia. Un nome è rimbalzato [...] Costarica [...] Italia, riportato ieri da un quotidiano autorevole. Marco Barnabò, dunque, sarebbe [...] fra Freda e i « [...] » costaricani: in casa [...] costoro Freda sarebbe stato arrestato e questo [...] appunto che fu a lui « raccomandato [...] nome. Interessante notare che la [...] Marco Barnabò. /// [...] /// Invero gli industriali a [...] dalla cellula nazista veneta, o fortemente sospettati [...] non furono pochi: per non parlare del [...] Attilio Monti, prosciolto in istrutto ria insieme coti il [...]. /// [...] /// Anche il padre ingeg[...]


Brano: [...]a più di [...] sceneggiatori da Aldo D Benedetti a Alessandro De Stefani, [...] Age e Scarpelli i suoi film ripropongono [...] i protagonisti di una straordinaria compagnia di [...] Armando Falconi, Nino Besozzi, Umberto [...] Enrico [...] Guglielmo Barnabò, Carlo Campanini, Virgilio Rienzo, Paolo Stoppa, Aroldo [...]. Il loro gioco di [...] di smorfie calcolate è tra gli incanti [...] cinema [...] italiana in cui si [...] e umori sanguigni. Spiccano tra gli incontri [...] con Sergio Tofano (stralunato[...]

[...] disarmata insensatezza. Se qualcuno potesse avvertire Tofano, [...] cambio di O la borsa o la [...] azioni su cui ha speculato sono in [...] affannoso tentativo di suicidarsi non avrebbe più [...] film sarebbe già finito. Quando in Fuga a due [...] Barnabò vorrebbe chiedere a [...] chi è e dove li [...] portando, è Campanini, [...] che gli dice di non [...] niente e di [...] guidare. Stoppa incalza [...] che insegue De Sica [...] sottratto Maria Denis in Pazza di gioia: [...] niente a fare le presenta[...]


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