Brano: [...]iò a scrivere, e [...] di lunghe notti sguaiate. Ma durò poco. Simona è inquieta, dicevamo, [...] che azzarda quando ne parla è anche [...] senso». Ai giornali riminesi ha [...] intervista per raccontare la [...] esperienza con la cooperazione [...] Baghdad [...] a Kabul. Ogni tanto inviava una [...] saluti scherzosi o aggiornamenti sulla situazione. Non la vedevano da [...] Rimini, aveva praticamente lasciato la città dopo la [...] conseguita a Bologna. C'è da dire che [...] ma molti luoghi a Simona s[...]
[...]o umano, per le [...] insomma per [...]. È sempre stata impegnata a [...] tutto ciò che riguarda [...] umano e la [...] natura». Una curiosità antropologica declinata [...] nel sociale. Qualche mese fa aveva [...] breve periodo la [...] permanenza a Baghdad, e [...] nuovamente vedere a Rimini, che poi, in [...] una delle sue tante città, insieme a Roma, [...] vissuto per quattro anni, a Bologna dove [...] a Parigi, dove emigrò studente con il [...] Erasmus [...] cerca di quel senso che è [...] del suo [...]
[...]o altro». E [...] era poi arrivato nella gratificazione [...] con [...] the [...] a Kabul. Si può dire: quasi [...] di un cammino lineare non certo di [...] tenacia in Iraq, dove ha messo piede [...] volta nel luglio del 2003. Quando era rientrata a Baghdad, [...] portato con sé un bel po' di [...]. [...] telefonata alla madre, lunedì, [...] a continuare a percorrere la strada imboccata. A chi le chiedeva [...] come stai?, lei rispondeva con nettezza, felice [...] seconda dei giorni, senza sfumature in[...]
[...].] giù come fosse pioggia, insieme agli iracheni, [...] iracheni, Simona Torretta aveva trasportato litri e [...] a [...] e [...] anche se sparavano «a [...]. Una situazione drammatica». Era furibonda durante i [...] guerra: «La notte e il giorno di Baghdad [...] più sorprese: ore e ore di bombardamenti [...] rifugiarsi dove capita» raccontava. Ventinove anni, un diploma [...] Belle Arti nel cassetto, [...] alla facoltà di Antropologia [...] testa mille progetti da realizzare non [...] a casa, ma lì [.[...]
[...]ettamente complicato e pericoloso. Praticamente innamorata [...] dopo il suo primo viaggio [...] 1994, da cinque anni ci si è trasferita, [...] piena zeppa di impegni. [...] passata, tanto per [...] uno, con i duecento [...] di [...] il quartiere di Baghdad [...] Star City, dove stamattina qualcuno dovrà spiegare [...] Simone sono state rapite, che non verranno [...] giochi e girotondi. Determinata, coraggiosa, con un [...]. Un punto di riferimento [...] andare in Iraq. Ha vissuto i momenti [...] visto[...]
[...]e rispettate. Non si riesce a [...] chi è che può volere il rapimento [...] che testimoniano con il loro impegno la [...] irachena?». De [...] sì ne è convinta: Simona [...] pericolo. Perché colpire lei, si [...] «una donna dal grande carisma, che a Baghdad [...] rispettata e che ha con i locali [...] di fiducia?», come racconta Stefano Rebora, volontario [...]. [...] una bambina che non smetterà [...] in cuor suo di ringraziare la ragazza italiana con [...] sorriso sempre sulle labbra: Hania Zaid, 12 [...]
[...]mo sempre basati [...] comunità, lavoriamo sempre con partner locali con [...] e metodologie. Il programma Farah che [...] dalla ristrutturazione delle scuole, alle campagne di [...]. Poi ci sono altri [...] ci lavorate nella sede di «Un ponte [...] Baghdad? Ci siamo io, Simona e i nostri [...] sono 78. So che voi lavorate [...] sciita di [...] City a Baghdad: uno [...]. Vero, abbiamo ottimi rapporti [...] presenti in questo quartiere che ha milioni [...] quartiere abbandonato da anni, dove non ci [...]. Proprio [...] abbiamo appena finito di [...] quando ci sono entrata la prima volta [...] dei miei gio[...]
[...]ta, non aveva le finestre, la [...] ci stavamo infagottati in mezzo ai vetri [...]. Come dire che anche in [...] quartiere che tutti descrivono come [...] è possibile portare [...] una [...] di tutti. /// [...] /// Quando e perché hai deciso [...] a Baghdad? A luglio del [...] sono venuta [...] per un breve periodo. E poi non sono [...] sono follemente innamorata di questo Paese. Una scelta sicuramente non usuale, [...] una situazione comunque di guerra. Cosa ti ha convinto a [...] Al di là della solid[...]
[...]sibile [...] per chi invece va [...] e spara?. Credo anche che in Italia [...] molte persone contrarie alla politica governativa [...] anzi è un fatto [...] lo dico che la [...] è condivisa da tanti italiani. Che rapporti avete con [...] italiani, a Baghdad? Nessuno. Ci sono stati momenti [...] anno trascorso in Iraq? No, mai. Non hai paura a [...] No. [...] che ti dà questa [...] È [...] rapporto stretto con gli iracheni, i contatti [...] dopo giorno, questa solidarietà, con il nostro [...] abbiamo un[...]
[...]ice di comportamento» adottare. Tante le email agli [...]. [...] volta che è partita [...] giocattoli: «Giochi per i miei bambini» [...] Simona Torretta, 29 anni, [...] Roma, [...] la capomissione di «Un ponte per» un [...] Belle Arti era arrivata a Baghdad a [...] Irrequieta e solare da Kabul a Baghdad «Ecco [...] forte e orgoglioso» «Costruiamo scuole, portiamo [...]. /// [...] /// [...] volta che è partita [...] giocattoli: «Giochi per i miei bambini» [...] Simona Torretta, 29 anni, [...] Roma, [...] la capomissione di «Un ponte per» un [...] Be[...]
[...]oglioso» «Costruiamo scuole, portiamo [...]. /// [...] /// [...] volta che è partita [...] giocattoli: «Giochi per i miei bambini» [...] Simona Torretta, 29 anni, [...] Roma, [...] la capomissione di «Un ponte per» un [...] Belle Arti era arrivata a Baghdad a [...] Irrequieta e solare da Kabul a Baghdad «Ecco [...] forte e orgoglioso» «Costruiamo scuole, portiamo [...].