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Il vocabolo Auschwitz si trova nei "vocabolari":
- Lingua Italiano - Sottosistema simbolico: Toponimi geografico/politici, in uso nella lingua italiana contemporanea →di città extra italiane (nome italiano)(ExItGA6+VO ).
Stimato come nome proprio è riscontrabile in 2640 Entità Multimediali (stima per difetto, approssimativamente altra metà riscontrabile tramite ricerca full-text nel campo «cerca»).
Attraverso questo strumento è possibile visualizzare una trascrizione frammentaria della rassegna stampa relativa tratta dalla Biblioteca Digitale (dunque non dall'Archivio):

Brano: Proprio nel giorno in [...] Auschwitz arrivano nuove provocazioni degli integralisti cattolici che [...] alla grottesca «guerra delle croci», gli esponenti [...] e della chiesa polacca si ritrovano, insieme, [...] Bucarest. Davanti al Lager di Auschwitz, [...] cattolici [...] di monsignor Lefèbvre hanno [...] nel loro «stile», segnando un ulteriore inasprimento [...] ferro con gli ebrei. E la risposta è [...] capitale rumena. Sono parole dure e [...] rabbino capo Israel Meir Lau, che, dapprima [...[...]

[...][...] ferro con gli ebrei. E la risposta è [...] capitale rumena. Sono parole dure e [...] rabbino capo Israel Meir Lau, che, dapprima [...] del palazzo del Parlamento rumeno, un tempo [...] residenza di [...] poi espone brevemente il [...] croci di Auschwitz. [...] il cardinale [...] arcivescovo di Varsavia, primate di Polonia e grande protagonista della polemica. Si sa che i [...] e ancora [...]. /// [...] /// Nei giorni scorsi i [...] recapitato al Papa un [...] a Gerusalemme proprio da Lau e [...] ra[...]

[...]ccisi e sepolti, potrebbe [...] metri. Lì sono andati in visita [...] presidente Herzog, il premier [...] e poi [...] lì mi sono recato [...] ma non abbiamo posto un [...] per pregare; [...] invece una croce, non chiediamo [...] fare una sinagoga ad Auschwitz, ma il silenzio». Lau esprime anche [...] sul documento della Santa Sede [...]. Elogia il Papa e [...] pontificio «il primo capitolo di una nuova [...]. Ma subito aggiunge che [...] «aspettano il secondo capitolo». Lau ricorda che nel 1940 [...] nel[...]

[...] [...] potrebbe usare il «ponte [...] per venire a Bucarest [...] contatti con gli ortodossi. [...] partire proprio da [...] per raggiungere Mosca ed aprire [...] confronto che oggi non [...] con gli [...]. Tony Fontana Un anziano [...] nel campo di Auschwitz A. [...] Così non ci piace proprio Un giornale popolare si scaglia contro il progetto di Renzo Piano a Berlino ROMA. Questa è la domanda, [...] più o meno, suona così: [...]. [...] erano stampate ieri, con [...] versione settimanale della più [...] [...]


Brano: [...]Ed è in questa [...] alla seconda edizione, [...] nata per volontà del [...] Walter Veltroni. Concorso aperto a tutte [...] scrivere sceneggiature sul tema razzismo. Quale misteriosa legge delle [...] dio delle contraddizioni, ha voluto che la [...] Auschwitz di 300 studenti romani (e del [...] proprio in questo momento? Quando le scuole [...] Roma [...] che ancor oggi, a quattordici mesi dal Duemila, [...] dice a una ragazzina «Sei ebrea, non [...]. Quando su [...] bimba, che non capiva [...] chiamasse [...]

[...]le nemico di ogni profugo che arriva [...] cui pure saremmo pronti a mandare i [...] umanitarie. Del nostro ridurre problemi [...] tanto profonde a formulette in cui si [...] nostre paure e i nostri egoismi, qualche [...] opportunismo. Il viaggio ad Auschwitz [...]. [...] in questo buco nero [...] mondo, nella suprema eccezionalità della infamia che [...] è possibile capire che le grandi crudeltà [...] piccole, che le piccole intolleranze non sono [...]. La storia di [...] che finì a gettare [...] suoi c[...]

[...]...] polizia che commise inaudite atrocità nella Polonia [...] Russia occupate fossero «rispettabili» poliziotti, bravi padri di [...] Amburgo, che amavano solo [...] e la legge. È la lezione che [...] Lager, i 300 [...] ragazzi delle scuole romane. Auschwitz è un luogo [...] su questa nostra terra. Ci si arriva con [...] Roma, in meno di due ore. È un abisso nel [...] è precipitato, ma ci si può cadere [...] piano. Magari cominciando così: «Sei [...] PAOLO SOLDINI [...] ANCHE A SCUOLA A Roma [...] due e[...]

[...]isso nel [...] è precipitato, ma ci si può cadere [...] piano. Magari cominciando così: «Sei [...] PAOLO SOLDINI [...] ANCHE A SCUOLA A Roma [...] due episodi contro una bimba ebrea e [...] Salvador Il reticolato di filo spinato del [...] nazista di Auschwitz [...] Auschwitz, studenti a lezione [...] Trecento [...] romani in viaggio con i deportati nel [...] Livia Turco Maurizio Riccardi Livia Turco: «Nazionalità ai minori [...] Il [...] di Milano, Albertini: «Sono [...] col ministro ma ci [...] 3. Un governo del quale [...]


Brano: [...]...] onnipotenza: è lui che [...] compreso il terribile Leviatano e tutti i [...] e dunque, rovesciando [...] della «Genesi», dove la [...] «sopra» il caos, questo e tutto il [...] esso è racchiuso sono opera di Dio. Hans Jonas ne «Il [...] Dio dopo Auschwitz» (Il Melangolo) arriva, per questo, [...] di Dio per [...] pensare onnisciente e misericordioso. La letteratura [...] è popolata di diavoli. Satana è di fatto [...] del male: ciò che lo [...] in qualche modo figurabile e mostruosamente dicibile. Pur[...]

[...]rcata questa [...] la vita o il bene [...] perdono ogni loro valore. Allora, come ha osservato Simone [...] non solo si rimane neutrali [...] fronte [...] ma è estremamente difficile non [...] attori. Decine di migliaia di [...] attivamente [...] di Auschwitz; milioni di [...] partecipato come complici passivi. E Auschwitz sembra essere la [...] raggiunta con una quantità immisurabile di orrore che ha [...] tutta la storia [...] in [...] da macellaio. La religione cristiana afferma [...] un male immedicabile: la disperazione che non [...] un futuro diverso [...] in cu[...]

[...]esia non può [...] cura anche delle piccole cose, come la [...] topo bianco d'avorio di Montale; anche del [...] come nella «Carogna» di Baudelaire, che attende [...] che la riscatti e che la trasformi [...] nostra. Ma è legittima questa [...] fede? Auschwitz non ha avuto luogo nella [...] Goethe»? [...] nel suo «Saggio sulla [...] (Einaudi) [...] perentorio: la cultura non è un confine [...] male, ma è anzi [...] male più grande e [...]. Bernanos parla di «compassione». Laicamente potremmo investire [..[...]


Brano: [...]n elicotteri e camion. Dalla Macedonia, per raggiungere [...] il Kosovo, vi è una sola strada [...] quella [...] i monti [...] e arriva, percorrendo una [...] quasi 17 chilometri, al posto di frontiera [...]. SEGUE DALLA [...] DEGLI [...] il nome di Auschwitz e [...] abbia riconosciuto [...] della [...] vorremmo intanto capire meglio la [...] opinione su questa «unicità»; e aggiungere, da parte nostra, [...] siamo ovviamente [...] con lui sulla immensità di [...] tragedia e sul fatto che essa sia avvenut[...]

[...]i sulla immensità di [...] tragedia e sul fatto che essa sia avvenuta nel [...] della seconda guerra mondiale; e tuttavia giudichiamo riduttivo [...] solo (come fa più [...] una tragedia della seconda guerra [...]. È vero, come ha [...] Fini, che ad Auschwitz [...] ha creato [...] in terra. Ma si trattava di [...] generico, si trattava di uomini con precisi [...] filosofici; e vanno chiamati con il loro [...] localizzati, in Germania, in Francia e in Italia; [...] ancora. /// [...] /// [...] cominciava p[...]

[...]a creato [...] in terra. Ma si trattava di [...] generico, si trattava di uomini con precisi [...] filosofici; e vanno chiamati con il loro [...] localizzati, in Germania, in Francia e in Italia; [...] ancora. /// [...] /// [...] cominciava prima di Auschwitz; [...] deportazione degli ebrei nella Roma del 16 [...] verosimilmente anche prima. E non solo in Germania. Ma anche in Italia. Anche questo va ricordato. E [...] di tutto ciò [...] debito che dobbiamo pagare alle [...] coscienze e non solo. I princ[...]

[...]gli ebrei nella Roma del 16 [...] verosimilmente anche prima. E non solo in Germania. Ma anche in Italia. Anche questo va ricordato. E [...] di tutto ciò [...] debito che dobbiamo pagare alle [...] coscienze e non solo. I principi che hanno ispirato Auschwitz, vanno ricercati nella dottrina che ha preteso di fare [...] potere una autorità in diritto di intervenire per una [...] scienza razzistica che imponeva una ipotetica selezione biologica [...] per «creare» una «razza superiore» [...] per [...] una o[...]


Brano: [...]lla «Tregua», nella quale Levi [...] di [...] chiuso con il Lager». Ma anche prima del [...] «I sommersi e i salvati», nella «tregua» occupata [...] Levi definiva [...] e «trappole morali», lei [...] non avesse «mai messo fine alla [...] partita con Auschwitz». E fa [...] di uno dei racconti [...] Natale di guerra», «Forza maggiore», [...] possibile allegoria del Lager. In [...] del 1980 Levi accettava una [...] interpretazione di certi passaggi di «Vizio di [...]. [...] provava in tutti i modi [...]. E [...]

[...]tava una [...] interpretazione di certi passaggi di «Vizio di [...]. [...] provava in tutti i modi [...]. E questo vale anche per [...] altre sue [...] di chimico, [...] ebraica, i viaggi, ecc. Tutti questi dati sono [...] in vari modi. È chiaro che Auschwitz [...] vita; ma il suo [...] quello che gli era [...] lavoro di [...]. Auschwitz, insomma, come lente [...] fulcro su cui fare leva, per comprendere [...]. Sono tutte tavole da [...] sue. Utili, cioè, per [...]. Le conclusioni che tira [...]. Ed è per questo [...] in nessun modo uno scrittore [...] o di parte. È davvero uno scri[...]

[...]endice Italo Tibaldi, [...] del [...] (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) [...] Milano, ricostruisce [...] dei «compagni di viaggio» [...] Levi [...] quel maledetto convoglio partito da Fossoli di Carpi [...] febbraio 1944 e arrivato ad Auschwitz quattro [...]. Di quei 490 deportati, [...] Campo, il 27 gennaio 1945, ne erano [...]. È in questi giorni [...] «Primo Levi o la tragedia di un [...] Myriam [...] (Baldini [...] Castoldi, pagine 779, lire [...]. Il racconto, molto intenso, [...] più[...]

[...]imo Levi o la tragedia di un [...] Myriam [...] (Baldini [...] Castoldi, pagine 779, lire [...]. Il racconto, molto intenso, [...] più che per il merito, per il [...] dialogare testimonianze non sempre [...] vagliate e verificate. Se nelle pagine su Auschwitz [...] il modo in cui vengono interrogati i [...] di Levi, alcuni dei quali sono a [...] essere «personaggi» di «Se questo è un [...] finali (quelle sul suicidio dello scrittore) [...] forse [...] i pochi dati a [...]. /// [...] /// Se nelle pagine s[...]

[...]...] il modo in cui vengono interrogati i [...] di Levi, alcuni dei quali sono a [...] essere «personaggi» di «Se questo è un [...] finali (quelle sul suicidio dello scrittore) [...] forse [...] i pochi dati a [...]. /// [...] /// Se nelle pagine su Auschwitz [...] il modo in cui vengono interrogati i [...] di Levi, alcuni dei quali sono a [...] essere «personaggi» di «Se questo è un [...] finali (quelle sul suicidio dello scrittore) [...] forse [...] i pochi dati a [...].


Brano: [...]o che il [...] difesa dei lavoratori sia un lascito del [...] i padroni delle ferriere. Ora è un altro [...]. Ragion per cui per [...] al quesito. Senza [...] con ripulse sdegnate, ma [...] con coraggio. Ebbene la risposta non può [...] essere [...] Auschwitz è stato il [...] trasparente e consapevole, volto [...] totale di un [...]. [...] da estirpare dalla [...] terra, dallo spazio e dal tempo. E a tal fine [...] e pratiche industriali coerenti. /// [...] /// Al di là di [...] sulla mancanza di un ordi[...]

[...]zzato né [...] ed esecrabile. Nato [...] della barbarie russa [...] con una mentalità [...] ed utopica. A cui guardavano peraltro, [...] di diseredati protesi a liberarsi dal servaggio [...] guerra e imperialismo. E allora? [...] un parallelismo tra Auschwitz e Gulag? E le vittime, vanno ricordate [...] Risposta: sì, [...] un rimando. Ma nella più profonda [...] simultaneità. Se Auschwitz è infatti il [...] radicale» che diviene pensiero e pratica, il Gulag è [...] radicale. Figlio di un corto [...] storia e una teoria liberatoria. Teoria piena di falle [...] perchè riletta da Lenin e Stalin in Russia. Auschwitz rimane perciò [...] delitto di un secolo, [...] per nulla indotto dal Gulag. Gulag che a [...] volta, come «annientamento», ha [...] i meccanismi della cancellazione delle «diversità». Ma in quanto esito [...] fatale, né pensato [...] Ecco perché il[...]

[...] ogni intolleranza omicida. E perchè la [...] pur restando «unica» rivolta [...] può ben essere il culmine [...] di ogni follia contro [...] Altro o straniero. Altro culturale, etnico, religioso [...]. Sià perciò il 27 [...] «Giorno [...] memoria di Auschwitz contro [...]. Sia innanzitutto questo. Senza rimuovere tutto il [...]. Ma senza escludere [...] possibile e giusta ricorrenza da [...]. Quella in onore di [...] dei totalitarismi e degli autoritarismi del novecento. /// [...] /// Quella in onore di [...]


Brano: [...]». Questo [...] stata la [...] radicale [...] umano, non un mezzo sia [...] inaccettabile e disgustoso per raggiungere un qualche scopo ulteriore [...] vittoria, la conquista, i beni [...] il potere. /// [...] /// È questo insiste Jankélévitch [...] Auschwitz diverso da ogni altro eccesso [...] nella storia; diverso dal [...] Armeni, [...] di Verdun, dalle torture [...] Algeria, [...] terrore staliniano, dalle violenze segregazioniste in America, [...] di San Bartolomeo», [...] un esempio di «ferocia [..[...]

[...] o quello, li si accusava di [...]. /// [...] /// [...] mostrato, con argomentazione insuperabile, Vladimir Jankélévitch in un testo dal titolo definitivo [...] in cui il carattere di [...] assoluto» di «crimine inespiabile», e realmente infinito di Auschwitz [...] connesso alla [...] radicale «gratuità» e insieme al [...] essere diretto alla distruzione [...] stessa [...] in quanto tale. /// [...] /// [...] stato, appunto, fine a se [...] esaurito [...] stesso della distruzione [...] nel suo annientamen[...]

[...]o [...] stesso della distruzione [...] nel suo annientamento il proprio [...] esclusivo, [...] remunerazione che la scomparsa [...] odiato. /// [...] /// [...] non si può parlare del [...] strumentale [...] e [...] al suo valore finale ché, [...] di Auschwitz, potremmo dire la [...] «unicità», ciò che lo rende diverso da ogni altro [...] storico, da ogni altro massacro e abominio, [...] un riferimento etico negativo assoluto [...] proprio nel carattere [...] sterminio. /// [...] /// [...] non [...] contr[...]

[...].] impiegati e scopi dichiarati. /// [...] /// Ci troviamo, è facile [...] quadro concettuale esattamente opposto a quello precedente. /// [...] /// A [...] con altrettanta forza [...] malata tanto che, con [...] è potuto affermare recentemente che «Auschwitz è [...] Novecento». /// [...] /// [...] piaga aperta del secolo, destinata [...] a [...] la natura. /// [...] /// Marco Revelli Il caso [...] lo scandalo di Auschwitz. /// [...] /// Per questo vi proponiamo [...] capitolo «I deliri [...] tratto dal libro di Marco Revelli «Oltre il Novecento», edito da Einaudi. /// [...] /// Possono però aiutarci a [...] e la scrittura che animano [...]. /// [...] /// Revelli: «Se[...]


Brano: [...]] tali?) dicono, pensano, rimpiangono di lei. [...] universo [...] nazista, [...] è conosciuta per i [...] quattromila dei quali sono oggi custoditi nel Museo Ebraico [...] Praga. Gli autori di questi [...] quasi tutti morti nelle camere a gas [...] Auschwitz. Pochissimi i sopravvissuti, ad [...] Helga [...] è stata dedicata da «Pro Forma» [...] Carpi, [...] Bergamasco per la Storia [...] Resistenza [...] contemporanea, [...] 80» e «Alice, casa [...] con il patrocinio del Comune di Bergamo, [...] Centro [...]

[...] fu accompagnata da un [...] una copertina dove era riprodotto uno stupendo [...] Renzo [...] dedicato ai bambini di [...] e donato al Museo [...] Praga. Disegni teneri e strazianti, [...] allucinante del campo, autori ragazzini e ragazzine [...] ad Auschwitz. È impressionante, infatti, scorrere [...] immagini nel catalogo, dove, nove volte su [...] il nome e il cognome, la data [...] quella della morte ad Auschwitz. Fra le bambine trasferite [...] Auschwitz, [...] una lunga permanenza a [...] anche Helga [...] una delle pochissime sopravvissute, [...] aveva dipinto ciò che [...] che, quando fu obbligata a lasciare il [...] Auschwitz, consegnò i disegni allo zio, che li [...] a [...]. Ciò che Helga vede [...] le cose sotto i suoi occhi, ma [...] vorrebbe, che sogna. Di fuggire, innanzitutto, da [...] per tornare nella [...] casa di Praga. Il logo della mostra, [...] dalla giovan[...]

[...]tato dal cibo, e nel disegno [...] specie di paese della cuccagna, con persone [...] e dolciumi di ogni tipo, e, ricorrente, [...] del ritorno. Infine ci sono i [...] dopo la liberazione, fra il [...] e il [...] che riguardano la [...] permanenza ad Auschwitz, questì [...] doloranti, senza speranza: il suicidio sul filo [...] la marcia della morte: gli orrendi ritmi [...]. Nel Museo Ebraico di Praga [...] i disegni dei piccoli ebrei deportati Se [...] un centinaio Helga [...] venne portata nel ghetto [..[...]

[...]useo Ebraico di Praga [...] i disegni dei piccoli ebrei deportati Se [...] un centinaio Helga [...] venne portata nel ghetto [...] 15. La tappa successiva fu [...] concentramento Helga [...] è stata fortunata: è [...] che sono sopravvissuti [...] di Auschwitz. I suoi disegni sono [...] Museo Ebraico di Praga, e costituiscono una parte [...] di bambini ebrei patrimonio del museo. Riportiamo [...] un suo asciutto autoritratto: «Dei [...]. Io sono una di quelli. Sono nata a Praga [...] 1929. Mio padre Otto [...]

[...]a [...] di Praga e mia [...] Irena [...] faceva la cucitrice. Un mese dopo il [...] il 10 dicembre 1941, sono stata catturata [...] genitori e mandata a [...] con uno dei primi [...]. Lì ho trascorso quasi [...] mia vita. In seguito sono stata [...] Auschwitz, [...] e [...] dove sono stata liberata [...] 1945. Dopo la guerra sono [...] Praga con mia madre, mio padre non era [...]. Ho studiato [...] d'arte e sono diventata pittrice. I miei quadri sono [...] il mondo. Nel 1954 ho sposato [...] da cui ho av[...]


Brano: [...] pensieri come questo: [...] dei campi consisterà prima di [...] della rappresentazione stessa, o della [...] rappresentativa: [...] come far venire alla presenza [...] che non è [...] della presenza?» [...] Nancy). Già [...] Joseph [...] parlava di Auschwitz come di [...] che non può essere rappresentato [...] immagine ripugnante che non può [...] rappresentata come [...] ma che potrebbe soltanto essere [...] del suo evento, mentre si [...] ciò che non può essere trasposto in [...]. Né tantomeno si può [...]

[...]...]. Né tantomeno si può [...] per ciò che è stato [...] opposta di senso positivo, che [...] elimini dal mondo la [...]. Ecco, ciò che si [...] la possibilità di trasformare i campi in [...] immagine, descrizione, analisi, rappresentazione) poiché Auschwitz (nome [...] per dire tutti i [...] vuol dire [...] esecuzione, nei due sensi [...] rappresentazione. Che comporta assassinio della memoria, [...] testimoniare, [...] eccetera. Anche una «rimostranza» altro [...] nel dibattito francese da Patrice [..[...]

[...]orrisponde [...] di un trauma che lascia [...] visibili e aperte, [...] di [...] un lutto. Ferita o emblema aperto [...] cui si compone la messa in scena [...] film di [...] che è soprattutto testimonianza [...]. È un fatto che [...] che interrogano Auschwitz interrogano se stessi e [...] parola, [...] e del pensiero dopo [...] di) Auschwitz, dopo la procedura sistematica e [...] programmata di un [...] e una lingua, [...] alcun resto. Lo sparire, il far [...] e come esecuzione, riattiverebbe incessantemente la presenza [...] nelle arti, nei testi, nel pensiero. Non è dunque solo questi[...]


Brano: Appena qualche anno fa [...] anche Settimia Spizzichino in prima fila a [...]. Era [...] donna ad [...] fatto ritorno da Auschwitz [...] il giorno in cui fu rastrellato il [...] Roma, il 16 ottobre del [...]. E Walter Veltroni ha [...] e con lei Carla Capponi, celebrando in [...] «giornata della memoria», insieme ai giovani di [...] al rabbino Riccardo Di Segni, a Piero Terraci[...]

[...]campo [...] di sorveglianza continuarono a svolgere le loro [...] ritennero opportuno neppure avvertire gli ebrei rinchiusi [...] rastrellamento da parte dei comandi tedeschi. In occasione del giorno [...] 27 gennaio, ricorrenza della liberazione di Auschwitz, [...] una delle tante storie di casa nostra, [...] nostro paese alla "soluzione finale" degli ebrei [...] Europa. Non è possibile ripercorre [...] e contraddittorio, che ha portato al riconoscimento, [...] della memoria, delle deportazioni attuate [...]

[...]ello della Repubblica [...]. Ecco perché è necessario [...] della memoria non si stemperi in un [...] cose lontane, e diventi bensì un momento [...] sulle corresponsabilità tutte italiane; per usare le [...] David [...] di un bell'articolo dal [...] Auschwitz siamo noi ("Il Manifesto, 27 gennaio 2001): «È [...] giorno della memoria: è persone vendute alle [...] per un po' di sale; è la [...] aziende, proprietà, affari negozi, posti di lavoro, [...] di [...] che garantisce futuro e [...]. Così, il "giorno[...]

[...]o di Scipione destinato agli [...] già confinati nella provincia e ai maschi [...] di Parma, mentre in un secondo campo, [...] Monticelli Terme (sempre nel Parmense), trovarono posto le donne [...]. Gli ebrei dei campi [...] Parma [...] deportati ad Auschwitz [...] di aprile 1944. Morirono tutti, uccisi il [...] arrivo, il 10 aprile. VALERIA GALIMI In Campidoglio [...] Per non dimenticare Storie [...] i campi in Toscana Tornarono, ma fu [...] deportati di Villa Oliveto. /// [...] /// VALERIA GALIMI In Ca[...]


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