Brano: [...]ilioni di ebrei [...] ebrei, cinque milioni tra zingari perché zingari, omosessuali perché [...] minorati perché minorati, e ogni sorta di avversari veri [...] presunti [...] hitleriana, [...]. Tenere in [...] di Levi [...] memoria è la speranza che Auschwitz, luogo per eccellenza [...] umana, non verrà cancellato e [...] con noi, [...] o può veramente capire perché [...] troppo paura. Qualcosa che i testimoni stessi [...] fatica a esprimere, trasmettere, far comprendere nella [...] storia [...]. Una via[...]
[...]volgeva chiedendo conto [...]. [...] in una sorta di santo [...] offesa, ciò che non avrebbe [...] voluto diventare proprio perché si riteneva un testimone, non [...] del suo vissuto ma dei misfatti della storia passata [...] presente. E non solo di Auschwitz, [...] gratuito, che dimora [...] materiale debole, plasmabile e [...] tempie le circostanze economiche, politiche e sociali. [...] nei suoi scritti anche elementi [...] più che sondare [...] se [...] in quanto tale è divisibile, [...] il raziocinio[...]
[...]ignara di tutto. Il nostro legame era [...] doppia parentela tra due scampati, ambedue [...] con [...] bruciante senso del dovere [...] la coscienza collettiva il più delle volte [...] oppure turbata dalle nostre voci. Con Primo ci chiedevamo: [...] Auschwitz, chi testimonierà quando non ci saremo [...] con noi ancora vivi, vi sono coloro [...] mistificano quella verità che dovrebbe essere fondamento [...] in una [...] migliore, capace di confrontarsi [...] storia e la propria coscienza. Primo, come me, [...]
[...]cora vivi, vi sono coloro [...] mistificano quella verità che dovrebbe essere fondamento [...] in una [...] migliore, capace di confrontarsi [...] storia e la propria coscienza. Primo, come me, pur [...] sopraffazione, cercava di far capire [...] di Auschwitz e di [...] di sterminio, dove si fabbricava la morte [...] trasformando i resti umani in materiale per [...] paralumi, materassi, dove con la testa di [...] si giocava al pallone ridendo. Primo, vero scrittore, pensatore, [...] anche dietro il filo [...]
[...]e si fabbricava la morte [...] trasformando i resti umani in materiale per [...] paralumi, materassi, dove con la testa di [...] si giocava al pallone ridendo. Primo, vero scrittore, pensatore, [...] anche dietro il filo spinato voleva far [...] che Auschwitz non riguardava [...] ebrei e non ebrei, ma coloro che [...] accadesse un simile orrore, e che eseguivano [...] come fossero giusti. Primo temeva per il [...] aveva appreso la lezione di Auschwitz. Camminava cauto, in punta [...] fosse su un terreno minato. Io, durante i nostri [...] Roma, lo spronavo per i marciapiedi, lo trascinavo [...] assolata, lo prendevo sottobraccio o lo tenevo [...] fosse un bambino bisognoso di rassicurazioni, di [.[...]
[...] [...] Roma, lo spronavo per i marciapiedi, lo trascinavo [...] assolata, lo prendevo sottobraccio o lo tenevo [...] fosse un bambino bisognoso di rassicurazioni, di [...] di fuga dai fantasmi di ieri come [...] oggi, che non potranno mai uguagliare Auschwitz. Con il mio carattere [...] al suo, con lui più ottimista di [...] in realtà, quando mi diceva che non [...] io ribattevo che ne eravamo i testimoni [...]. Per [...] dalle sue continue riflessioni gli [...] le vetrine, mentre mi chiedeva una parola [...]
[...] più di una. Che io sappia, nessuna [...] è suicidata, mi ripetevo: le donne erano [...] indifese degli uomini, anche nei lager, mi [...] fatto che non [...] più, per me sopravvissuta [...] diventato un doppio peso; anche se momentaneamente [...] di Auschwitz con due libri [...] sento [...] abbandonare la testimonianza, perché io credo, devo, [...] credere che non è inutile stimolare la [...] di ieri e di oggi. Che ci saranno sempre [...] occhi che vedono, menti che riflettono; [...] può essere grande ne[...]
[...]lmente anche altri. Chiudo con [...] con il desiderio più profondo, [...] il messaggio morale e storico [...] Levi durino il più a lungo possibile in [...] insensato, violento, caotico, intollerante e [...] di valori: [...] vorrebbe dire dimenticare Auschwitz. Primo ci ha dato [...] lasciato i suoi libri che lo tengono [...] finché lo leggiamo, lo amiamo. Mi manca molto la [...] preziosa e di grande importanza morale per [...]. Quando penso e parlo di [...] per me è come se fosse vivo, non [...] mai imma[...]
[...]o incontro. /// [...] /// A dieci anni dalla [...] scrittore, è Franco Ferrarotti a farsi [...] in dubbio [...] del suicidio. Il decano dei sociologi [...] di «Se questo è [...] «La tregua»: lo conobbe subito dopo il [...] campo di concentramento ad Auschwitz. E oggi, ripensando alla [...] chimico che aveva deciso di raccontare la [...] lager, decide di sbilanciarsi nel negare un [...] anche dalle dichiarazioni rilasciate [...] David Mendel. Ci sono alcune «prove» [...] del sociologo, che depongono a sfa[...]