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Certificare il rigore filologico [...] di Barbero, ad esempio, [...] di Claudio [...] -protagonista con Bàrberi [...] su «La Stampa», [...] diatriba -non è questione [...] letteratura, mentre [...] «Piccoli italiani» -il tentativo, [...] cogliere attraverso il piccolo affresco di una [...] o inventata che sia, una verità comune [...] più disomogeneo: quella, cioè, che costringe a [...] verbale oltre che esistenziale, come reazione e [...] che come affermazione [...]. La miopia del mondo [...] i detriti culturali, disgregano i sogni dei [...] di vita, e nello stesso tempo forniscono [...] le forme, il linguaggio, di [...] quanto inconsapevole difesa. [...] fotografa la fase più [...] corruzione, e ne racconta, a volte con [...] contraddizioni: alla paura del diverso -ad esempio [...] di Masini senza pensare, [...] pensa subito smette perché quella è una [...] proprio da femmine») -, si oppone [...] torbida e nello stesso [...] non impedisce di affermare: «I froci andrebbero [...] familiari si sfugge con lo stesso cinismo [...] ma dopo il furtivo, occasionale [...] con il gay conosciuto [...] cotto che sale dalla pietanza, servizievole, allontana [...] e il suo fastidio». Perfino il linguaggio, annaspa [...] alle sue funzioni primarie -quella comunicativa ed [...] («Ma [...]. Gianni gongola, lo stende [...]. Sollie-vo perché quel paese [...] normale dopo anni di drammatica diversità; fastidio [...] sembra [...] ac-cettare quella normalità e [...] in guardia dal ritenere or-mai risolti i [...] della questione bosniaca. Se i libri fosse-ro [...] della curiosità e della [...] cui sono teorica-mente rivolti, si potrebbe affermare [...] guerra finita, an-che in Italia si è [...] acuta e profonda di cosa ha costituito [...] Bosnia [...] quinquennio. Due volumi usciti infatti quasi [...] ed entrambi opera di giornalisti co-me si vorrebbe [...] di più (Mim-mo [...] Bosnia. La torre dei teschi. Lessico di un genocidio, Baldini [...] Castoldi, p. Le modalità di racconto [...] sono assai diverse, a testimonianza di come [...] più maniere di fare [...] giornalismo, intrecciando informazione e [...] ragione, interpreta-zione e problematicità. Entrambi raccontano invece, in [...] stesse vicende: gli stessi fatti e in [...] spiegazioni; ma uno stile diverso, riconoscibile e [...] dei grandi reporter del passato. Il racconto di [...] è insie-me più diretto [...] più immediato: colpisce innanzitutto [...] con la capacità che [...] immagini, volti, situazioni, dialoghi concreti recitati da [...] parole dan-no forma e lineamenti precisi; ma [...] tanto, quasi [...] e ingenuamen-te, giudizi taglienti [...] che gettano lampi di chiarezza sul racconto [...] ne ricevono luce e com-prensione a loro [...]. Si viene portati a [...] sempre meno approssimativo e più lucido, dalla [...] 59 piccoli racconti e medaglioni che compongono [...]. Il percorso di Rumiz [...] volutamente e quasi cocciuta-mente razionalistico: prevale il [...] prima ancora che di spiegare, come e [...] sono andate nel modo in cui sono [...]. Ma per far que-sto [...] memoria, come in una spirale senza fine, [...] acuti e noti della guerra e i [...] e minori, ragionando sui sentimenti e sui [...] dietro la personalità degli attori, protagonisti, comprimari [...] quella tragica messin-scena. La forza del racconto è [...] che co-stringe alla riflessione razionale [...] alla volontà di capire «cosa [...] dietro». Entrambi i giornalisti, pur [...] esplicitamente su questo aspetto che avrebbe potuto [...] terreno di compiaciuta [...] sottolineano il ruolo avuto [...] mol-ti dei caratteri e nel favorire molte [...] dal con-flitto. Tanto [...] dei paesi [...] Jugoslavia, dove il control-lo [...] una sapiente [...] delle informazioni ha costituito [...] di mobilitazione, consenso, de-monizzazione [...] tanto in occidente, dove [...] impotente e subalterna ai disegni dei signori [...] alle machiavelliche e fallimentari operazioni della diplomazia [...]. Si tratta di libri [...] a uscire dal-la dimensione [...] pur senza rinunciare, ovvia-mente, [...] causa pre-cise responsabilità, a denunciare comportamenti criminali. Non [...] la ricerca della giustificazione ma [...] comprensione. I ritratti di [...] ad esempio, assai di-versi [...] forte-mente convincenti, o il racconto della prima [...] Sarajevo, la giovane Suada [...] o la costante abitudine [...] insieme ad altre immagini e ad altri [...] eventi, occasione di racconto e di spie-gazione, [...] perché ragioni e suo coinvolgimento con una [...] sensibile. Quello che la tv [...] rac-contato, ripetendo ossessivamen-te quasi sempre le stesse [...] sparano, bambi-ni trucidati, sangue sulle strade), [...] è invece presente a [...] convinzioni dei combatten-ti, le paure e le [...] e degli assediati, i pregiudizi e i [...] stupida e [...] bolsa dei dirigenti mili-tari [...] diploma-tici (i «peggiori» sul mercato, ignoranti e [...] che quelli dei singoli [...] degli Stati Uniti). Il racconto del massacro [...] da questo punto di [...]. Le complicità e le [...] Caschi blu, la malafede delle cancellerie occi-dentali, la [...] stava succedendo e di quanto successe e [...] e [...] i traffici di armi [...] genere, gli errori di [...] menzogne raccontate, sono gli ingredienti di un [...] che poteva, come tanti altri minori o [...] tem-po, essere evitato o perlomeno molto ridimensionato [...]. Emerge, dai racconti di [...] e di Rumiz, il [...] della maggior parte dei media: suscitare orrore [...] un senso di dispera-zione e impotenza, avallare [...] si trovasse di fronte a qual-cosa [...] di diver-so, di appartenente [...] e a [...] tradizione. Ma sono proprio i [...] loro atteggiamento, a sve-lare in anticipo le [...] e i comportamenti dei contendenti: che proprio [...] giocano la loro battaglia [...] quanto e forse più [...] militare. Sono due libri, questi, [...] come [...] etnico non fosse né [...] né diffuso come si è voluto far [...] invece stato costruito, alimentato, aizza-to da responsabilità [...] solo quelle dei pochi criminali di guerra [...] né dei capi guerrieri o dei politici [...] facilmente [...] e individuati. [...] etnico è stato il [...] azioni e comportamenti sotto-valutati e ignorati: come [...] di tanti che avevano [...] per decenni e pensavano che sarebbe stato [...]. Le colpe [...] sono tante: più gravi [...] intervento o della tardiva e con-traddittoria presenza [...] nascosto, a sé e a tutti, la [...] natura del conflitto dietro una pilatesca equidistanza [...] e dietro la spiegazione onni-comprensiva [...] etnico e delle diversità [...]. Da questo punto di [...] di [...] e di Rumiz offrono, [...] e avvincente narrazione, più elementi di rifles-sione [...]. Nel pri-mo prevale forse [...] ri-condurre alla «barbarie» contem-poranea -e cioè ai [...] e mediatici del-la modernità -una guerra che [...] ostinati a vedere come «arcai-ca». Nel secondo [...] socio-logica precisa e convincente sulle [...] interne alle etnie in lot-ta, sui contrasti e i [...] tra montanari e cittadini, tra immi-grati recenti, [...] contadina, e evoluti borghesi urbani. Guerra sociale e culturale [...] etnico e religioso perché è sul terreno [...] ancestrale che si può far le-va per [...] cui si uccide e si va a [...] stato anche la guerra dei Balcani, un [...] per [...] dimenticare dietro un velo [...] è stato fatto nei lunghi anni di [...]. Appuntamento con Marko [...] di Sarajevo Marko [...] negli anni [...] di Sarajevo è diventata una [...] voci più amate ed ascoltate. La [...] firma compariva regolarmente sul [...] ed era la voce [...] di nascita, cristiano ortodosso con una moglie [...] aveva scelto di di stare dalla parte [...]. Ora le storie da [...] o [...] dai suoi concittadini, sono [...] «Chiedo scusa se vi parlo di Sarajevo» (Sperling [...] p. A testimonianza della possibilità di [...] vivo lo spirito di tolleranza e civiltà anche dentro [...] come la guerra che è [...] massima [...] e della inciviltà. /// [...] /// [...] Ippolita Paolucci E prima [...] Suada La guerra bosniaca e i conflitti civili ed [...] ex Jugoslavia in due libri scritti da [...]. Il racconto diretto e [...] Mimmo [...] in «Bosnia. La torre dei teschi» [...] razionalistico di Paolo Rumiz in «Maschere per [...]. La diverse realtà di [...] la televisione non è riuscita a [...]. La malafe-de delle diplomazie [...] volutamente narcotizzante svolto dalla maggior parte dei [...]. MARCELLO FLORES ALBANIA La [...] ex detenuto politico del regime di Enver [...] Uomini dai «gulag» [...] sponda [...] oggi qual è stato [...] brutto della [...] vita, ricorda il giorno [...] guardie di confine jugoslave lo ri-consegnarono alla Albania. /// [...] /// Avevo 26 anni e [...] sponda jugoslava pensai di essere salvo, di [...] in un altro mondo. Ma quando due giorni [...] il confine, e poi le guardie alba-nesi [...] hanno legato stretto con delle corde, e [...] della polizia segreta di Scutari, mi sono [...]. [...] voluta molta forza per [...] resistere». La «colpa» di Henrik [...] era quella di appartenere [...] borghese agiata. Con la nascita nel [...] Repubblica democra-tica popolare di Albania la [...] vita e quella della [...] sconvolte: prima la requisizione del-la casa e [...] la strada sbar-rata alla prosecuzione degli studi, [...] intervento della polizia segreta presso i genitori [...] perchè obbligassero la figlia a non frequentare [...] per non compromettersi «con un ra-gazzo di [...]. Poi la falli-ta fuga [...] Jugoslavia [...] la condanna a 25 anni, di cui [...] carce-re e nei campi di lavoro. Oggi Henrik [...] ha 65 anni, lavora [...] un cantiere di Tirana ed è fiero [...] sè e la moglie con il suo [...] chiedere soldi ai suoi due figli maschi [...] Italia. Signor [...] quali sono stati i [...] Paradossalmente i primi dopo la li-berazione. Per tanti mesi ho [...] stato confusionale, non mi sentivo che ero [...] pare-va che fosse vero. Dopo il ritorno a [...] ad addormentar-mi nel letto morbido, dovevo buttare [...] terra e coricarmi sul duro per prendere [...]. No, la speranza non [...] mai persa. Vede-vo i compagni di [...] più vecchi di me, gente che aveva [...] di me e no-nostante questo conservava ancora [...] un giorno la libertà sarebbe ritornata. E allora mi dicevo [...] giovane, non dove-vo smettere di sperare. Chi erano i suoi [...] Gente comune, e non solo dissidenti politici. Da noi arrivavano ad [...] giovani che avevano cercato di fuggire semplicemente [...] quella vita e volevano [...] una nuova. Non avevano motivazioni politiche [...]. Nel campo si par-lava [...] del sistema che aveva fucilato e mandato [...] persone, dei dirigenti dello Stato e del [...] dice-va, non erano veri patrioti, non vole-vano [...] ma solo conservare il loro potere. Ma anche in prigionia [...] a parlare perchè tra di noi [...] dei finti detenuti, uomini [...] che ci spiavano. Ci sono detenuti che [...] volte pur non essen-do [...] prigione o dal campo, solo per il [...] fatto della politica durante la prigionia. Qual era la cosa [...] sopportare? [...] della dignità della persona. Non ci facevano sentire [...] sempre che non eravamo persone vere, ma [...] e del [...]. Solo la no-stra coscienza [...]. Ero nel campo di Laç, [...] tre dete-nuti riuscirono a fuggire nasconden-dosi una mattina in [...] macchina. Si accorgono della loro [...] per il pasto di mezzogior-no. Scoppia il finimondo e [...] non ci mandano fuori a lavorare ma [...] dentro. Due dei fuggiaschi vengono [...] ucciso poco prima che possa passare il [...] Jugoslavia; lo portano con una macchina nel [...] per terra davanti a noi radunati nel [...] ci dicono: chi oserà ancora fuggire farà [...]. Poi ci dicono di [...] e [...] stato qualcuno che lo ha [...]. Ed oggi in Albania [...] Si va [...] lentamente ma si va [...]. A noi ex detenuti politici [...] fatto piacere [...] finire in prigione la moglie [...] vista come una piccola vittoria. Ma [...] in Albania non siamo vendicativi, [...] stata una sola occasione di [...]. Purtroppo i privilegi continua-no; [...] dei comunisti hanno potuto frequentare [...] i no-stri no e [...] svantaggia-ti nella ricerca dei posti di lavoro [...]. Si può dire che [...] pote-re prima [...] rimasto ancora oggi, magari [...]. I miei due ma-schi [...] hanno potuto studiare come volevano e oggi [...] lavorare in Italia. Il più piccolo è [...] a 16 anni perchè quella, ci ha [...] via [...] ai suoi incubi. Dopo le generazioni di [...] mia, anche quella dei miei figli ha [...] postuma dal regime: essere obbligati ad emigrare [...] adolescenti. Uno me [...] detto chiaro: papà, non [...] torni a casa. Che cosa ha raccontato [...] degli anni di prigionia? Con loro non [...] del mio passato, e questo mi è [...]. In Albania [...] un clima tre-mendo, difficile da [...]. Dopo la liberazione dalla [...] a lavorare in una impresa agri-cola statale [...] paese che raccoglieva gente da tutta [...]. Avevo paura che i [...] con i loro amici, facessero sa-pere in [...] ero un ex detenu-to politico; avevo paura [...] era una cosa tremen-da perchè mi impediva [...] miei figli quello che ero real-mente. Mi ripromettevo: quando sa-ranno [...]. Ma hanno capito da [...] dei 18 anni, e mi sono stati [...]. Qual è il suo [...] Che i miei figli abbiano una vita tran-quilla, [...] non debbano soffrire come ho sofferto io. Ho scrit-to questo mio libro [...] per far sa-pere che cosa era [...] il dram-ma che abbiamo vissuto. [...] poi tradotto in [...] perchè è impor-tante per voi [...] conoscere il passato di uomini e donne che oggi [...] con tante speranze alla vostra costa come io quasi [...] fa guardai [...] sponda di quel fiume. Henrik [...] oggi ha 65 anni [...] Tirana. È un ex detenuto [...] comunista di Enver [...] che ha trascorso quasi [...] un campo di lavoro. Ora il racconto della [...] anni felici e agiati della [...] famiglia borghese prima della [...] della statua del dittatore, sono diventati un [...] «Generazioni [...] (Editrice Monti, p. /// [...] /// Ora il racconto della [...] anni felici e agiati della [...] famiglia borghese prima della [...] della statua del dittatore, sono diventati un [...] «Generazioni [...] (Editrice Monti, p. (0)
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