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Un [...] di illusione del progresso, [...] di molti temi di oggi: dal pomodoro [...] a scacchi col computer. Solo a [...] che è giovane, [...] «È da dieci anni, da [...] è [...] che ci si [...]. [...] sarà passato invano, no?». Però è un fatto: Tim [...] ha «solo» 37 anni [...] scrittore [...] a volte, è un [...]. Oltretutto [...] autore precoce, ha già [...] di racconti [...] più un congruo numero [...]. Sia come sia, questo aitante [...] approdato [...] volta per presentare la [...] nuova opera sembra proprio un [...]. /// [...] /// Con ben sei «titoli» [...] e un succes-so strepitoso [...] è una di quelle persone a cui [...] molto in fretta: tre premi per i [...] pubblicati, [...] ac-coglienza per i successivi, [...] da John [...] (sui nostri scher-mi apparirà [...] romanzo, [...] il cielo» scritto due [...] in uscita nelle nostre librerie proprio in [...]. La storia è [...] i [...] sono una singolare famiglia [...] terra dei canguri, ai margini della fo-resta, [...]. Padre, madre, una figlia e [...] figlio, più una nonna che una volta suonava il [...] e che ora ha sempre bisogno di tenere una [...] con sé. Su questo piccolo clan che [...] unito da un amorevole afflato, [...] una serie di sciagure. Il via lo dà [...] in cui resta grave-mente ferito il padre, Sam. [...] scompagina [...] del microcosmo. La nonna, che è [...] costretta a vive-re a letto; alla sorella [...] perché si vede confinata [...] selvaggio costretta a badare a [...] non bastasse, tutto intorno [...] gli alberi. Il piccolo [...] è costretto bruscamente ad aprire [...] occhi sulla realtà. Il suo è un [...]. Quando Sam tor-na [...] ridotto ad un vege-tale [...] viene completa-mente travolto. Comincia ad avere visioni. Poi in questa atmosfera [...] vagabondo, un certo Henry [...] un [...] misteriosa e irritante, saggia [...] stesso tempo. Sarà lui lo stru-mento [...] il quale [...] riuscirà a dare un [...] maledetto mondo» e che lo avvicinerà, alla [...] a un vero, autentico miracolo. Si può rinascere dopo [...] Sì, ci fa capire [...] a patto che si [...] grotteschi e i confronti che [...] la vita ci pone [...]. /// [...] /// Nello scrivere [...] il [...] «A me, da piccolo. Mio padre fa-ceva il [...] giorno ebbe un incidente. Rimase in coma per [...]. So bene cosa pro-va un [...] messo di fronte [...] Ma lei nel libro ci [...] di uomo [...] «È vero. Ma vede, mio padre [...] sbruffone e sciovinista. /// [...] /// Era una persona mite e [...]. Lo ricordo ancora mentre [...] stirava da solo la divisa. In più aveva un [...] giustizia. Un sen-so innato di [...] deve e non si deve fare, che [...] me e ai [...]. [...] «Tutto quello che resta [...] non ha più niente da dire. È il rispetto del [...] circon-da». Perché è tanto interessato [...] «I [...] sono [...] nel senso che hanno [...] me-ravigliarsi e [...] al mondo molto [...]. [...] molto, molto realisti. Hanno la straordinaria capacità [...] cose esattamente come sono: non a caso [...] a loro e non [...]. [...] «Non lo so. So solo che ho avuto [...] felice. Non sono mai stato da [...] mei fratelli che aveva dodici [...] meno di me. /// [...] /// [...] che sia un ritorno al [...]. Questo suo roman-zo è [...] divertenti. [...] «Sì, ma con moderazione. Ad es-sere troppo ironici [...] rischio di diventare artificiali, di soffocare i [...] ci è vicino. Insom-ma, non vorrei mettermi [...] viso e andare [...] sem-pre così. Oltretutto finirebbe [...]. La cultura australiana sta [...]. Musica, film, [...]. [...] «Non sarà che siete voi [...] state invecchiando? Battute a parte, da noi sono sempre [...] autori inte-ressanti, solo che nessuno si è preso mai [...]. [...] bisogna dire che il disinteresse [...] dipeso [...]. [...] cercavano la loro identità e [...] trovata di recente, affian-candosi alla voci che vengono dalla [...] del mondo. E finalmen-te si sono liberati [...] complesso di [...]. /// [...] /// Ovvero, no-stalgia della fabbrica, [...]. Nostalgia della classe operaia, [...] frese e dei tor-ni, [...] delle macchine, dei pistoni, [...] degli ingranaggi, delle promesse [...] della tecnologia. Nostal-gia degli «indomani che [...] avvenire migliore, del Fronte po-polare e delle [...] massa. [...] quando la fede nel [...] fordismo, nella cate-na di montaggio accomunavano Le-nin [...] Gramsci, Roosevelt e [...]. [...] meglio omaggio al gran maestro [...] con i suoi volumi ci-lindrici, [...] tubo, a vite, a cuscinetto a sfera, i tronchi [...] con [...] e Picasso, e alla disperazione [...] dei surrealisti, della «fabbrica» per eccellenza, il Beaubourg, la [...] contemporanea che somiglia ad un [...] chimico. [...] mostra ospitata dal centro [...] prima che chiuda per lavori [...] al 2000. Una [...] dedica ai suoi grandi. Con poco più di cento [...] (117 per [...] molti meno che [...] del 1971-72 che [...] sobriamente, semplicemente e [...]. Ri-spettando lo stile del [...] di preferire esteticamente il Salone [...] al Museo del [...] e che spiegava di [...] meccanico: «Il mio lavoro lo monto, studio [...] per pezzo, come si monta un motore [...]. Ma [...] più avanzato [...] in campo di presen-tazione, [...] registratori [...] una sorta di mini computer («Nes-sun altro museo al mondo li ha [...] i [...]. La mostra, che si [...] pubbli-co il 29 maggio, durerà fino al [...]. Con lei chiuderà per [...] il Beaubourg. Se la pre-cedente [...] dedicata dal Beaubourg a Francis Bacon urlava le [...] sugli «Anni [...] che sta chiudendo in questi [...] al [...] mo-derne, riassumeva le [...] un possibile modo di percorrere [...] Léger è [...]. Su quel che il secolo [...] la promessa fatta a Re Mida, di cui non siamo più tanto sicuri se si [...] di una benedizione o una male-dizione. Ti soffermi di fronte [...] primo novecento, in cui Léger in-troduce con [...] il movi-mento nella tela, an-zichè riprodurre sulla [...] come fan-no gli altri [...] ritrovi un poco [...] del progresso che animava [...] Futuri-sti. Affondi nel proce-dere degli «Elementi [...] e ritrovi [...] del «Mi-gliore dei mondi», senza [...] di [...]. Guardi il «Meccanico» del [...] didascalia che prefi-gura il protagonista di «Tempi [...] Charlie Chaplin, rialzi lo [...] del macchinismo indu-striale, della [...] ci trovi «Mi-mì metallurgico», non senza una [...]. Guardi la partita a [...] del 1917, e ci leggi una prefigurazione [...] a scacchi tra [...] Blue e [...]. Passi [...] ritratto della «Gioconda con [...] e scopri da dove ha preso le [...] Andy [...] per i suoi ritratti [...]. Lé-ger aveva disegnato un [...] cercava qualcosa da mettervi a contrappunto, [...] una cartolina della Gioconda, [...] quel che ci voleva. Cosa [...] potuto contrastare di più [...] Così ci ho messo la Gio-conda e [...] pure una [...]. Guardi la «Nature morte [...] del 1923, con la macchina [...] si appresta a trasformare in mar-mellata frutti perfetti e [...] viene in mente il pomodoro [...] di fine secolo, ma senza [...] angosce del dibattito etico sulla clonazione. Percorri la bella sala [...] idee archi-tettoniche (figlio di un allevatore di [...] Normandia, Léger aveva studiato architettura prima di appro-dare [...] Parigi [...] 1900, [...] di [...] torni ai quadri, e [...] i suoi fondi urbani profetizzano quelli delle [...] di [...] dove le case popolari [...] ma non per questo sono riusciti a [...]. Il ritratto di uomo [...] 1921 ti fa venire in mente i [...] in fin dei conti [...] umani degli umani (e non i mo-stri [...]. Ti soffermi di fronte [...] «Composi-zione a [...] che la linotype già [...] illusionistico e spettacolare del computer e del [...] inquadrato in modo che già [...] tutto [...]. E ancora, [...] tutta la teoria del [...] tv con i loro [...] tutte le punte della [...] dello spettacolo (fu lui [...] una sfilata di moda è più spettacolo [...] tutta [...] di quel che sa-rebbero [...] em-brionali come il manifesto e lo spot [...] design industriale, la ricerca della bellezza [...] in [...]. Incurabile ottimista questo Léger, [...] vedere il futuro, ma [...]. [...] Stati Uniti in piena depressione [...]. Torna a Parigi e [...] cantare le conquiste e la sere-nità [...] del Fronte popo-lare. Passa la guerra nuovamente [...] America, torna nel [...] e si iscrive al Partito [...]. Va alla [...] incantato dalla messa in [...] folle di giovani. Che avrebbe detto avesse fatto [...] tempo [...] Fino al 1955, anno della [...] avrebbe perpetuato [...] al progres-so, al Sol [...] alla macchi-na, al lavoro. Senza [...] o almeno non dubbi evidenti. Non aveva angosce esistenziali, [...]. Uno dei suoi quadri [...] famosi esposti a questa mostra, «I costruttori» [...] Finlandia, era stato dipinto per contrapporre cemento [...] ferro, a chi pretendeva di difendere il [...]. È [...] al lavo-ro in [...]. [...] quando decise, in omaggio [...] di appendere la grande tela nella mensa [...]. Gli operai non vi [...]. Lo presero in giro [...] a ridere. Si misero a mangiare [...] il quadro. Al-cuni si misero a sghignazzare: [...] guarda un [...] quelle mani, gente con mani [...] non riuscirebbe [...] annota [...] nel suo diario. Non era realismo socialista, [...]. Eppure si vive anche [...]. Cento Léger, con tutta Parigi [...] 360 gradi dalle finestre [...]. [...] il cielo di Tim [...] Fazi editore [...]. Usa, inchiesta sul racket [...] Il Dipartimento della Giustizia degli [...] Uniti ha aperto [...] nelle cui maglie rischiano [...] due più importanti case [...] di New York e [...] galleristi sospettati di [...] i prezzi dei quadri [...] propri margini di profitto. Coinvolte nelle indagini sono [...] che [...] più una ventina dei [...] di New York da Richard [...] a William Acquavella, da [...] and Company, a [...]. La mafia [...] secondo gli investigatori, consisteva in [...] club di «grandi acquirenti» che si accordavano per non [...] contro [...] nel corso delle aste. /// [...] /// Una fotografia e, accanto, un [...] perchè «3001, la nuova [...] leggere. Brani letterari, tratti da [...] che raccontano, non didascalie che «spiegano», per-ché [...] vede nelle immagini è già stato anticipato [...] profezie. Poi le profezie si [...] ne è diventato testimone. Sentite: «Guardò fuori, lungo [...]. Quasi tutte le case erano [...] abbandonate, in [...] fattorie isolate, con la pol-vere [...] accaniva [...] loro fi-nestre sbarrate. Accostato nella mostra al [...] dopo il disastro nuclea-re, [...] ricavato da [...] di [...]. [...] più di [...] fa, rappresenta-zione [...] efficace di ciò che sarebbe [...] molto tempo dopo. Insomma, la fanta-scienza, pensata [...] futuro», che diventa realtà, che si trasforma [...] del presente. Un presente che inquieta. Sono una settantina le [...] col patrocinio del Mini-stero [...] in «3001, la nuova [...] titolo del famoso film di Stanley Ku-brick. Curata da Patrizia [...] e promossa dalla Regione Valle [...] rassegna è un pamphlet dai toni misurati [...] la «civiltà suicida», contro le colpe di [...] che «usa il potere contro gli Uomini, [...] Natura e la Fede». Il discorso è ordi-nato [...] (ma forse ne esistono anche [...] in cui si manifesta la malattia della distruzione. [...] la guerra dei missili e [...] come quella del Kuwait e [...] tutte le altre che fan-no attorno a sé «terra [...] per [...] ancora con le parole di Ballard. Ci sono guerre diverse, [...] vivente, che impiegano armi [...] più subdole e non meno crudeli: le [...] a Seve-so, sa come [...] stato esposto [...] «nube purpu-rea» [...] atmosferi-co; raggela la carcassa [...] un cane investito e «trasfor-mato» dalle radiazioni [...] «Alcuni [...] si erano rimpiccio-liti, altri erano diventati grottesche [...] razza. Tra tutti gli abitanti [...] accusato [...] più insani è [...]. Ma era proprio indispensabile -sembra [...] il capitolo dedicato alle megalopoli -ammassarsi in spazi così [...] obbligati [...] battaglia contro [...] dei rifiuti urbani, pigiati come [...] «formiche troppo cresciute» dei racconti di Michael [...] Vedere, per credere, quel clic [...] nella metropolitana di [...] al personale incaricato di spin-gere [...] passeggeri nelle ore di punta per [...] entrare nei [...] rigur-gitanti. Florilegio [...] e quasi sindrome di [...] lo sfruttamento selvaggio delle risorse, [...] delle acque, la profanazione [...] boschi e delle foreste, per fi-nire con [...] di Hiro-shima e Nagasaki che hanno detta-to [...]. [...] «Il sole era definitivamente [...] paesaggio, e non sarebbe riapparso. Il mondo sembrava un [...] da una follia senza speran-za. /// [...] /// Una mostra insolita, intelligente. Che non scade in [...] nostalgie del bel tempo che fu. Il messaggio è chiaro, e [...] quel [...] di dominio che [...] ha conquistato su ciò che [...] circonda, lo usi per lasciare un mondo miglio-re a [...] verrà. Bella [...] al catalogo di Ando Gilardi. La mostra [...]. /// [...] /// La mostra [...]. (0)
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