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Donna semplice, schietta, Tina Martinez, [...]. Seduta sulla sedia dei [...] ai mafiosi accusati della strage di Capaci, [...] sue idee e si scaglia con-tro i [...]. È la prima volta [...] da parte del familiare di una vittima [...]. Conferma, a voce alta, [...] ri-chiesta di risarcimento, che la [...] funzione di parte civile [...] anche i pentiti. Nessu-no lo aveva detto [...]. Forse qual-cuno lo ha [...]. Anto-nio [...] era il capo scorta [...] Giovanni Falcone. Ragazzo simpa-tico, pieno di [...] alle-gro, un amicone. Alla moglie, che ha [...] ai ricordi, ha la-sciato due figli, Giovanni [...] Gaeta-no. Tina [...] ieri pomeriggio, da-vanti alla Corte [...] nel ricor-dare il marito, ha fatto un discorso chiaro [...] ha fatto suonare [...] campana nel dibattito ormai am-piamente [...] sul pentitismo. Il discorso della vedova Lei [...] sta: «Dovevano pentirsi davanti a Dio, presentarsi [...] essere arrestati. Forse in quel caso [...] al perdono. Loro però hanno cominciato [...] dopo essere stati scoperti. Non posso ac-cettare che [...] anche loro della strage in cui è [...] venga dato uno stipendio». Chiarissimo il pensiero di Tina Martinez [...] ha proseguito: «Non mi sta bene che [...] il mantenimento, che continui a fare il [...] i propri figli. Mi sento umiliata e [...] Stato che premia ed esalta i pentiti [...]. In questo modo ci [...] la dignità». [...] mi ha creato imbarazzo [...] i colleghi i quali, al contrario di [...] guadagnati il posto vincendo un concorso». Si sfoga Tina [...] nel pro-cesso, se la [...] chi gestisce [...] con chi at-tua iniziative [...] «Quando a Palermo hanno intitola-to una strada [...] mi sono sentita lusingata. Adesso hanno in-titolato il Galoppatoio [...] Favori-ta a Giuseppe Di Matteo, il figlio del [...] Santino. Cosa devo dire ai [...] Vedi, questo è figlio di quello che ha [...] Tutto ciò è diseducativo. E poi non sopporto [...] sempre che nella strage di Capaci morirono Giovanni Falcone, Francesca [...] e gli uomini della [...]. Certo Falcone è il [...] dire, più illustre, ma gli uomini della [...] loro nome e una loro sto-ria e [...]. Noi li ricor-diamo: Vito Schifani, Rocco Di [...] e Antonio [...]. E ricordiamo che si salvò [...] miracolo [...] di Falcone, Giuseppe Costanza, che [...] seduto sul sedile posteriore [...] di Falcone. Il magistrato ave-va deciso [...] la moglie gli sedeva accanto. E ricordiamo an-che che Giuseppe Di Matteo, dico-no i collaboratori di giustizia, è sta-to [...] anni, dopo mesi di torture, perché figlio [...]. Il dibattito si arricchisce. La nor-mativa sui collaboratori di [...] è in fase di revisione. Sulla rabbia manifestata da Tina Martinez [...] reazioni sono contrastanti. Due esempi per tutti. Rita Bartoli Costa, vedova di Gaetano, procuratore della Repubblica a Palermo, ucciso il 6 agosto [...] è [...] con la moglie [...] ucciso. Si riapre il dibattito «La [...] -dice -ha per-so il senso [...]. O si ritrovano certi [...] tutti possiamo ri-specchiarci o continuerò a sentirmi [...]. Ho provato ama-rezza, mortificazione, [...] del pentito [...] Di Maggio, apprendendo che [...] Stato [...] ha premiato con miliardi di lire. Quando muoiono quelli che [...] storia come i servitori dello Stato (uno Stato [...] li ha difesi da vivi e che [...] giu-stizia da morti) i loro familiari ven-gono [...] milioni di lire. I collaboratori vanno premiati [...] di pena. Oggi fare il pentito [...] forse più che fa-re il mafioso. Lo Stato non può [...] di punire i colpevoli». Maria Falcone, sorella di Giovan-ni, [...] pensa diversamente. Non mi sento umi-liata [...] un pentito venga premiato e viva con [...]. Non è un problema [...] i collaboratori sono utili a tutti per [...]. Sap-piamo che sono pendagli [...] sappiamo anche che solo gra-zie a loro [...] risul-tati seri». Nella triste storia giudiziaria [...] Rosario [...] giudice in Sicilia, ammazzato [...] il 21 settembre del [...] sulla [...] manca solo un capitolo, [...] importante. Manca la reale motivazione [...]. Ieri la Corte [...] di Caltanissetta ha confermato [...] per Giovanni Avarello, 28 anni, e Gaetano [...] 31 anni, due dei [...] il giudice mentre scap-pava nella valle sotto [...] provinciale [...] «Tieni, pezzo di merda» [...] e fucilate. I due sicari, silenziosi, [...] in au-la la lettura della sentenza che [...] vita futura. In questo processo erano [...] i reati minori che i killer commettono [...] omicidio, Paolo Amico «il parà» e Domenico Pace [...] tutti e due di 27 anni, che [...] condannati definitivamente [...] per [...]. Sono stati inchiodati dalla [...] Pietro Ivano Nava. Il 29 gennaio comincerà [...]. Imputati so-no Antonio Gallea, capomafia [...] Canicattì, Salvatore Parla, Giuseppe Montanti, Salvatore e Giovanni Calafato [...] pentito), e Giuseppe Croce Benvenuto, anche lui collaboratore di [...] che ammette di [...] ideato [...] del giudice ma nega di [...] preso parte. I pentiti, i libri, [...] dicono tutti che il [...] ucciso dalla [...] che si oppone a Cosa Nostra, [...] vendetta, per dare un segnale al-la mafia [...] lancia-re un monito agli altri magistrati. Moventi [...] e forse an-che veri. Ma manca la causale [...]. Manca la ragione che [...] killer ad agire quel giorno di quel [...] contro un giudice del tribunale che spes-so [...] decide-re sulle misure di prevenzione da prendere [...] mafio-si. Quelle misure che fanno [...] boss e che li toccano ne-gli interessi [...] e li-bertà. La condanna Questa mancanza [...] movente [...] ha fatto in modo [...] fosse stata negata alla memoria di Rosario [...]. E lo sanno bene [...] genitori Rosalia e Vincenzo, che abitano ancora [...] cui la mattina del 21 settembre il [...] andare in tribunale a Caltanissetta senza [...]. [...] pentito di questo caso [...] Gioacchino [...] che ai giudici del [...] ha detto: «Salvatore Parla [...] Giovanni Avarello dicevano che [...] favoriva Giuseppe Di Ca-ro [...] provvedimenti di misure di prevenzione. Di Caro apparteneva a [...] a quello di Antonio Gal-lea, zio di Avarello, [...] Parla». Anche Croce Benvenuto rac-conta [...] Rosario [...] muore nel contesto di [...] ban-de mafiose ma sono solo supposi-zioni, voci [...] pa-role in libertà tra sicari e finché [...] verrà fuori, finché il mo-vente [...] la causa sca-tenante, non [...] un processo, [...] che giudice ra-gazzino non [...] è stato uc-ciso da killer ragazzini, continuerà [...] anche da morto. Troppo bello [...] dopo. Non posso accettare che [...]. La donna ha testimoniato [...] la strage, a Caltanissetta. Reazioni contrastanti: la vedova Costa [...] la so-rella di Falcone no. RUGGERO FARKAS [...] sfogo giusto ma i collaboratori [...] indispensabili [...]. Il meccanismo -devastante -è [...] si parla di mafia, una parte dei [...] del mondo politico istituisce [...] false [...]. La più frequente è [...] le ragioni e gli interessi dei familiari [...] con le ragioni e gli interessi dei [...]. Se il pentito [...] Di Maggio rivela [...] ricevuto cinquecento milioni dallo Stato, [...] subi-to qualcuno e grida: che vergogna, i [...] non sono stati ancora risarciti. Ed è inutile far [...] Di Maggio non è [...] di Cosa No-stra, ma uno che, favorendo [...] Riina e svelando i legami tra mafia e [...] un contributo decisi-vo [...] contro i poteri criminali. Il meccanismo è perverso [...]. Nessuna mera-viglia, dunque, se [...] la deposi-zione di Concetta Mauro Martinez, vedova [...] Antonio [...] uno dei tre poliziotti [...] di Ca-paci. La signora [...] ha detto che non [...] assassini di suo marito ora pentiti, ha [...] potere accettare che ai collaboratori di giustizia, [...] della strage, venga dato uno stipen-dio. Mi sento umiliata e offesa [...] della giustizia che premia ed esalta i pentiti anziché [...]. Sfogo legittimo: da rispettare, e [...] rispetto consiste soprat-tutto nel non [...] per sferrare [...] attacco alla legislazione antimafia. Dice Luigi [...] difensore di importanti collaboratori [...] «Le parole della si-gnora [...] sono legittime, comprensibili, giustifi-cate. Del resto, sarebbe assurdo [...] del-le vittime di perdonare. Il problema, non mi stancherò [...] di [...] è un altro. Si tratta di rispondere [...] semplice e difficile allo stesso tempo: è [...] Stato utilizzi questo strumento oppure no? [...] degli ultimi anni ha [...] vale la pe-na, che sì, è vero, [...] prezzo alto, in termini etici, ma che [...] eccezionali nella lotta contro le organizzazioni criminali. Il terrorismo lo abbia-mo [...]. Prima del 1992, quando furono [...] le principali leggi antimafia, [...] pochi [...] di Cosa Nostra erano tutti [...]. Da allora, abbiamo fatto [...]. Vogliamo rinunciare a tutto [...]. I critici [...] legislazione sostengono che i [...] godono di troppi privilegi. Dà una coloritura religiosa [...] vicende che sono concrete e devono essere [...] pragmatico. Quando un uomo di Cosa Nostra accetta di collaborare con lo Stato, non vie-ne premiata [...] presunta scelta morale, ma la [...] con [...] criminale e la confessione delle [...]. Non si può contrapporre [...] vit-tima. Bisogna [...] al mafioso che è ancora [...]. Ecco, è quella la contrapposizione [...] da una parte il collaboratore di giustizia, [...] il boss». [...] sa bene, naturalmente, che alcune [...] vanno riviste. La legge attuale ha [...] alcuni difetti. Ci so-no delle cose [...] perché il numero dei collaboratori è ormai [...]. Gli Stati Uniti, in [...] fatto una serie di adattamenti. Dovremo [...] anche noi». GIAMPAOLO TUCCI Il procuratore [...] Maria Falcone commentano le parole della signora [...] sui collaboratori Caselli: «Necessari [...] mafia» [...]. Le parole di Concet-ta [...] vedova di uno degli [...] strage di Capa-ci, hanno provocato molte reazio-ni. Tra le altre, quelle [...] Palermo, Giancarlo Caselli, e di Maria Falcone, [...] morto [...]. I meriti dei pentiti Nel [...] deposizione al processo per [...] si svolge a Caltanissetta, la vedova di Antonio [...] ha detto: i col-laboratori [...] pentirsi davanti a Dio, presentarsi spontaneamente alle [...]. Forse, in quel caso, [...] al perdono. Loro però hanno cominciato [...] dopo essere stati scoperti e arrestati. Non posso accettare che [...] giustizia, re-sponsabili anche loro della strage, venga [...]. Il com-mento del procuratore Caselli: «Le [...] dei parenti delle vittime di mafia, ed [...] in questo caso particolare, meritano sempre incondizionato [...] far riflettere. Non bisogna dimenticare, però, [...] dei pentiti consentono di rallentare una terribile [...] violenza e sopraffazione. Consentono, in altre parole, [...] che hanno i loro costi». E il magistrato antimafia [...] «La celebrazione del pro-cesso per la strage di Capaci [...] del lavoro dei colleghi di Calta-nissetta, ma [...] dei collaboratori, che è stato deci-sivo. Il primo pentito ad [...] assassini di Capaci ha avuto il figlio [...] strangolato, con il corpo sciol-to [...]. Anche questa è la [...]. Vi è il problema [...] dei parenti delle vittime di mafia, che [...] ancora aperto. Vi sono però anche [...]. Quando dicono la verità, [...] la cattura di pericolosi assassini latitanti, e [...] lutti, consentono il sequestro di armi, la [...] illecitamen-te raccolti, rallentano, in una paro-la, la [...] violenza, sopraffazione costruita da Cosa Nostra. In una visione complessi-va [...] conside-rare anche questi altri profili». E Caselli così ha [...] «Si [...] di trovare soluzioni che equilibri-no i vari [...]. Grazie ad essi siamo [...] in cui siamo nella lotta al-la mafia. Non mi senso umiliata [...] lo Stato corrisponde ai pentiti. Il problema non è [...] conside-rare i vantaggi per la collettività, non [...] le singole persone. La legge sul [...] è necessaria, alcuni aspetti [...] con i pentiti vanno rivisti, ma per [...] non certo per [...]. Lo sfogo della signora [...] durante il processo di Caltanis-setta, [...] sofferto, doloroso. Tra le altre cose, [...] rie-vocato anche lo stretto rapporto di amicizia [...] che [...] tra suo marito e Giovanni Falcone. Lo adorava perché lo [...] pulito. Spesso mi diceva che [...] dato la vita. La sera prima di [...] mio figlio Gaetano che voleva se-guire Falcone [...] Roma [...] anche lì». Ecco come Giancarlo Caselli [...] Maria Falcone hanno com-mentato le parole della signora [...]. Il procuratore di Palermo: «Non [...] che i pentiti consen-tono di rallentare una [...] morte e violen-za». La sorella del magistrato [...] Capaci: «I pentiti so-no uno strumento giudiziario indispensabile. Le norme sul pentitismo [...]. Alcuni aspetti vanno rivisti, [...] la legge, non certo per [...]. /// [...] /// Alcuni aspetti vanno rivisti, [...] la legge, non certo per [...]. (0)
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