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Fede e letteratura Leopardi [...] GIOVANNA ZUCCONI AURELIO PICCA Le prime sessanta [...] A voce alta di Bernhard [...] appena pubblicato da Garzanti, [...]. [...] un erotismo soffuso, senza [...] rancori (è la storia [...] nella Germania degli anni Cinquanta, [...] quindicenne di buona famiglia e una donna [...] di lui dal passato oscuro che emergerà, [...] e commovente, nella se-conda parte del libro). [...] nel racconto di questa educazione [...] che mette fra paren-tesi ogni differenza di classe e [...] età, [...] che può essere descritta soltanto [...] un [...] un [...] struggente. Così come serenamente [...] è la scrittura, moderata e [...]. Parlo del romanzo di Bernhard [...] anche perchè mette in [...] trovo enuncia-ta, in forma teorica, in un [...] in questi giorni: la raccolta di saggi [...] Arnaldo Colasanti intitolato Novanta; il sot-totitolo è Il [...] cul-tura italiana, [...] è Fazi. No-nostante il titolo e, [...] la quarta di copertina (che re-cita: «La [...] Ormai è diventata un giochino. La poesia? Una questio-ne [...] tecnica delle ri-serve indiane. E la tanto acclamata [...] Niente di che: stremata e diabetica fra giornali-smo [...] di Cola-santi non è un pamphlet più [...] cultura-le. È, invece, una preghiera, un [...] di fede nella letteratura, nella [...] e profondità». [...] una frase che si ripete, [...] una mantra, come un credo: «I li-bri devono cambiare [...] vita». Nel romanzo di [...] questo acca-de, fa parte [...] lettura è dapprima un gioco erotico (il [...] voce alta alla don-na, ed è anche [...] per scoprire la passione), poi è [...] che deciderà la vita [...]. Naturalmente, Colasanti non scrive [...] critici. Leggere alcune sue pagine [...] guardare qualcuno che prega: ti affascina ma [...] bene, è al di là. Le frasi avanza-no per [...] elisioni, con una forza centrifuga (è quello [...] narrativa, in uno scrittore coetaneo di Colasan-ti, Aurelio Picca). Forse è un mo-do [...] nulla a quella leggibilità e quella leggerez-za [...] Colasanti [...] come il Male, ovvero il «conformismo della [...] frivo-lezza, il suo populismo. Conformismo di chi? Di [...] Colasanti chiama i poteri forti: «nulla, né il [...] la politica culturale dei partiti, né [...] e tanto meno il [...] gerarchie e strutture per informare davvero su [...] su ciò che è vero della nostra [...] su ciò che, viceversa, risulta prodotto di [...]. I libri dei nostri [...] letti così, come si farebbe per i [...]. Cioè con fede». E poi: «una cultura incapace [...] assu-mersi la capacità di [...] di costruire sui valori un [...] di co-munità, è una cultura del ricatto, è una [...] a cui è impossibile pensare la libertà, il progetto, [...] la poesia». Fede, educazione, progetto: quella [...] è una critica idealista, che con Colasanti [...] oggi dopo gli anni [...] della semiotica, [...] testuale; che ha i [...] Giovanni [...] o in Renato Serra, [...] letteratura come strumento morale, se non moralistico. Che ha talvolta la [...] («Accuso Susanna Tamaro di [...] esempio Cola-santi in un saggio che fece [...] uscì, come altri [...] raccolti, su [...]. Ma in nome di [...] quale punto di vista? Il ripetuto appello [...] ai «libri che cambiano la vita», forse [...] e critica sono un esercizio spirituale, alla [...] una fede. E i libri vengono «attraversati» [...] tanto per [...] il valore lette-rario ma per [...] altro: [...] una forma di pre-ghiera. Finalmente è tornato lo [...]. [...] maschio in questa fa-lange di [...]. Simone è tor-nato da Parigi, [...] andato a stu-diare il francese, con una [...] se avesse smosso le budella ad André Breton. Simone, con le orecchie [...] conoscen-do zero del surrealismo ha spiattella-to una [...]. È la [...] è una città di paglia [...] fango. Te ne accorgi stando [...] Sacré [...]. Anzi, è da lì [...] questa periferia sterminata di casette di cera. Invece se la os-servi [...] dalla terraz-za del Beaubourg, scalcia luce co-me [...]. Parigi è una città inesistente. Lei è soltanto [...] che non ha: perchè [...] città al mondo che possie-de un cielo [...] alto. Pare infatti che ci [...] com-pressi i quali, per assurdo, formano un [...] oceano. Ecco dove sta la [...] Parigi. /// [...] /// Ma a parte la [...] Simone, le ragazze hanno verniciato di nero le [...] ci hanno scritto: NO. La quinta C pareva [...] anarchiche del [...] al comizio di Almirante. È così che le [...] basta agli stupratori. È proprio [...] ieri, infatti, la notizia di [...] alunna del Terzo che hanno tentato di [...] sul marciapiede», come ha rivelato Mara Magris. Così, avendo i giornali [...] ripassato i connotati dei mostri superstar: Jef-frey [...] che si è cucinato [...] ragazzi, con quella fac-cia da culturista da [...] Fre-drick West, che aveva impiantato un [...] domestico, con [...] da motociclista da vec-chia [...] Gianfranco [...] che ha fatto a [...] con [...] e [...]. /// [...] /// Dunque violenza per niente [...] questi [...] un po-chettino da impalare [...] è consentito. /// [...] /// E chi allora meglio [...] Giacomo Leopardi ci ha ricordato la crudeltà? Nessuno. Siamo nel 1819. /// [...] /// Ci troviamo a Pesaro. Una gio-vane donna che [...] Virginia del Mazzo, ha un amante il quale [...] tradito. Questi, acceca-to [...] assolda un abile chi-rurgo affinchè, [...] il suo «acciaro» e la [...] «arte», trucidi e strazi la [...]. È su questo fatto [...] che Giacomo scrisse una [...] intitolata: «Nella morte di [...] trucidare/ col suo portato dal corruttore/ per [...] di un chirurgo». Giacomo Leopardi comprese che [...] povere, insuffi-cienti, per sopportare il doppio onere [...] della pietà: For-se [...] povere membra a [...] io basto/ O sventura-ta? [...] queste labbra/ [...] tanto [...] tuo [...] che [...] la bella spoglia? Infine Giacomo [...] la crudeltà può essere fomen-tata dalla passione: [...] pone in vece del mondo, quando si [...] lacrime disperate della vittima. È allora che la [...] del mondo e della vita. Monal-do, invece, il conte Monaldo, [...] di dandy vestito di nero, sacerdote della [...] ce lo lascia intendere il Ranieri, lui [...] un meschino stupratore. Tanto meschino da bloccare [...] poesia del genio, come se della crudeltà [...] lui, come se tutti potessero avere il [...]. Anche [...] Sarmede, piccolo centro in provincia [...] Treviso, ai pie-di [...] del Cansiglio, diventerà una capitale [...] disegno, una ca-pitale popolata da fate e animali parlanti, [...] e burattinai. Dal 2 al 22 [...] terrà infatti la quattordicesima edizione de «Le [...] rassegna [...] per [...]. Saranno esposte le opere [...] diversi paesi europei, [...] del [...] e del Giappone. Una sezione [...] sarà dedicata [...] John [...]. [...] verrà trasferità a Treviso dal [...] gennaio al 23 febbraio. Nel mio mandala fatato [...] Clinton vince, palla al centro ANTONIO FAETI Guardavo [...] Leo Longanesi, a Milano, a Palaz-zo Reale, [...] grande fatta di cose piccole, con tanti [...] fi-gure ai margini di un foglietto del [...] poi ero molto commosso a pensare a [...] quando lo copiavo e lo ammiravo, in [...] Bodoni e di Strapaese, di Accade-mia della Crusca [...] filosofi da osterie, di [...] vecchie [...] professoresse e marescialli in [...] fotografo. [...] della mo-stra [...] i libri, le riviste, [...] figure, le figurine che forma-rono, e riempirono [...] pic-colo Leo. E poi, tornando a [...] i quattro splendidi volumi che la Piemme, [...] «I classici del Battello a Vapore», propone adesso [...]. Sono quattro fra i [...] e amati, letti sempre e per sempre: [...] London [...] Il richiamo della foresta, il Verne de Il [...] mondo in 80 giorni, il Kipling de Il [...] giungla, lo Stevenson de [...] del tesoro. Ma sono, soprattutto, quattro [...] quelle della mo-stra milanese. Perchè ogni testo contiene, [...] immagini per-tinenti e ben scelte di un [...] ha lavorato appo-sta per il libro, [...] ritrovando, là rinverdendo o [...]. E sono Philippe [...] Jamés [...] Christian [...] François Place, tutti dotati [...] tratto morbi-do e snello, che ammicca lieta-mente [...] con sé. Però [...] un terzo spazio, dopo [...] dopo [...] illustrativo, un testo composto [...] incisioni di libri ottocente-schi, vecchie fotografie, remote [...] di desuete enciclopedie. Così ogni libro chiarisce [...] essere anche un museo, un museo [...] come quello parigino o [...] ciascuno di noi quando va attonito e [...] catturato, per la prima volta, al museo [...]. Mi chiedo, per esempio, [...] leggere davvero Il libro della giungla in [...] da quella ora proposta, e credo di [...]. In fondo, il mirabile [...] Kipling spiega perchè Borges lo amasse tanto, fino [...] scrivere, lui vec-chio, come [...] giovanissi-mo. È un labirinto aggregativo [...] anche risuonare il de-lirio abbacinato [...] narrante del Morte a [...] Céline, è una biblioteca riassuntiva in cui il [...] il rimorso del colonizzatore, la fol-lia della [...] inglese imperiale che si sente anche in-dù, [...] tra vapo-riere tremebonde e crocicchi del destino, [...] una [...] compositiva e narrativa do-ve tutto [...] un magico mandala, perfettamente costruito. Ma il libro però [...] vuole immergersi in que-sti apparati, vuole diventare [...] rende, da solo, garan-te per un mondo [...] per in-finite strategie di lettura. E penso, (sono al mio [...] anno di insegnamento) forzatamente a [...] didattica in cui gli strumenti [...] libri come que-sti. Mi vedo mentre passo, [...] dalle parole alle immagini e, soprattutto, alla [...] commento, guidato, sì, ma certo anche frutto [...] confronto tra docente e alun-no, perchè il [...] in quella direzione ci sono i cobra, [...] leoni marini, le mangu-ste, i bramini, e [...] punto per punto, con [...] paritetica lì davanti agli [...]. Ogni allusione visiva è, [...] commentata in neretto, dunque: il testi sono [...]. E allora si riaffaccia [...] non spenta in me, [...]. È il primo ottobre [...] a Castelletto di Serravalle, parlo di [...] ai miei ragazzi di [...] di «Epoca», ci chiniamo tutti su quel-le [...] diciotto. I quattro libri del «Battello [...] nella loro bellezza e ricchez-za, ripropongono un [...] sa [...] chi sa andare, felicemente [...] i quattro testi a bighellonare, ac-cettando ampliamenti [...] da canzoni, da documentari, da poesie, da [...] letture?. Credo che i quattro [...] altri che seguiranno, do-vrebbero essere posti al [...] convegno didattico, dove si di-scutesse di come [...]. In fondo, i tanti [...] che si riferiscono ai giornali, alla tele-visione, [...] non lettura, trovano [...] il loro ter-reno di [...]. Da un apparato [...] anche bello, quello co-stituito [...] corredo il-lustrativo, si è pervenuti a quella [...] cer-ca attenti interlocutori. Guardando il libro di Verne, [...] si può anche capire quale possa essere [...] essenziale, in vista di una precisa prospettiva [...] a chi li acquisterà anche pensando a [...]. Diceva, [...] sera, a un di-battito, una [...] interlocutrice: «Ma non è ora di [...] con questa parola, educativo, un [...] non può divertire e basta?» No, non può. Date in mano a un [...] undicenne una appendi-ce, tipo [...] delle origini, non ro-betta tarantolata, [...] un aguzzino ebreo che tortura [...] cattoliche, e tutti quelli che hanno il naso poetato [...] Saba, saranno in pericolo. Per nostra fortuna i [...] perico-losi, per la nostra fortuna questo London [...] Piemme è pieno di lupi e cercatori [...] è pieno di grandi [...] di tracce, di azzurrine fotografie, ma, per [...] anche pieno di quel tormento inguaribi-le che [...] Jack, [...] Martin, a cercare e a volere, per [...] di Ernest. Così bisogna convo-care gli [...] questo splen-dido teatro domestico, si deve sa-pere [...] leggere e godere, e soffrire, anche con [...]. La civiltà [...] non esi-ste senza i testi, [...] Milano, Leo vi-ve più che mai tra i suoi [...] le sue copertine, le sue foto-grafie. Come se fosse già [...] lui, nei classici Piem-me. ERMANNO BENCIVENGA Siamo alla [...] in America. Domani an-che questa formalità sarà [...] e il [...] Clinton diventerà il primo demo-cratico [...] due volte di fila dai tempi di Roosevelt. Devo ammet-tere che non [...] che speravo non capitasse. Ma, sicco-me a questo punto [...] realtà, occor-re [...] e [...] le opportune conclusioni. Quattro anni fa Clinton [...] larga misura perché i grossi papaveri del [...] fecero da parte, ritenendo [...] imbatti-bile, e per [...] azione di disturbo di Ross Perot) [...] un programma che prevedeva, come mossa fondamentale, [...] problema [...] medica. Secondo le sue promesse [...] Stati Uniti si sarebbero finalmente alli-neati con [...] mondo occi-dentale nel fornire a tutti i [...] di accesso alle strutture sanitarie. Ma le compa-gnie assicurative [...] in faccia e, dopo oltre un anno [...] mossa è rientrata. Hil-lary, responsabile in prima [...] è stata confinata in un angolo e [...] che era il marito scavezzacollo a controllare [...] la moglie intel-lettuale, seriosa e antipatica. I repubblicani hanno stravinto [...] medio periodo del 1994, conquistando per la [...] decenni la maggioranza in entrambi i rami [...] da allora la politica del nostro ra-gazzotto [...] avuto un solo scopo: rendersi indistin-guibile [...] tutti gli obiettivi, costringere [...] «Perché dovrem-mo votare per [...] attuale dice e fa [...] cose?». E questa politica ha [...] dimostrato in modo penoso ed eloquente dai [...]. Era impossibile per il [...] trovare un qualunque progetto [...] Clinton non avesse già adottato. Volete meno tasse, e [...] per tutti coloro che i servizi non [...] di ta-sca propria? Clinton ha un suo [...] che fra [...] funziona meglio perché crea [...] nel bilancio. Vo-lete negare il sussidio [...] i più elementari mezzi di so-pravvivenza a [...] im-migrati più o meno clandestini? Ci ha [...] Clinton, che sa be-ne come trasformare il [...] in una «opportunità» di [...] convinto e conquistato i postcomunisti nostrani: gli Stati Uniti [...] il più alto numero di bambini affamati [...] e non vogliono cer-to rinunciare a un [...]. Volete un ritorno alla [...] tempi antichi? Eccovi allora il presidente che [...] scolastiche, il co-prifuoco per gli adolescenti e [...] confronti di chi salta un giorno o [...]. Che cosa poteva fare [...] con le abitu-dini sessuali [...] Con le sue disinvolte operazioni [...] Una volta si poteva distruggere un candidato con ar-gomentazioni [...] genere; ades-so la gente scrolla le spalle, con-vinta [...] che bisogna fare [...] erba un fascio. Che cosa ci insegna [...] già detto in passato, [...] pena di [...]. La palude disgustosa del [...] in sistemi politici controllati dal consumi-smo e [...]. Se dun-que un paese [...] di avere un robusto partito progres-sista, la [...] che questo partito possa fare è an-dare [...]. Lasciate che al centro ci [...] gli altri e che «vincano»: a quel punto, dovran-no [...] con [...] e negoziare ogni mossa con [...] di giu-stizia sociale. Il risultato sarà ine-vitabilmente una [...] di cen-tro-sinistra. Se è invece lo [...] ad andare al centro, e se vince, [...] politi-co si sposterà a destra: ci saran-no [...] dalla «si-nistra», invischiato in «scelte» ob-bligatorie, e [...] fasci-sti scatenati che tentano di spo-stare il [...] temi «qualificanti» come [...] la pena capitale, [...] e i pubblici costumi. Questo è [...] futuro che si prospetta [...] States [...] il 5 novembre ed è il destino [...] agli States come a un modello di [...] sociale. /// [...] /// Questo è [...] futuro che si prospetta [...] States [...] il 5 novembre ed è il destino [...] agli States come a un modello di [...] sociale. (0)
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