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[...] 23 DICEMBRE [...] il mito è una delusione La mitologia del manager, anche a [...] sinistra, ha [...] In Italia origine re-cente. Risale pressappoco [...] degli anni 80, in corrispondenza [...] la frettolosa liquidazione [...] ben più nobile, mito produttivo [...] quello della classe operaia -, e con il diffondersi [...] retorica [...] Italia». Nel manager si vide [...] soggetto» salvifico, la figura produttiva chiave, sintesi [...] e di efficienza formale, di capacità decisionale [...] cosi come nella [...] nel modello organizzativo delle [...] private, si vide il modello adeguato. [...] nata sotto [...] emotivo della cosiddetta «marcia [...] del «miracolo [...] dei primi anni del [...] la verità scarse basi materiali. Esso finiva per esaltare, [...] figura (quella del «capo» taylorista, tutto cronometro [...] e un modello organizzativo (quello della [...] capace di imprimere alla [...] stessa «forma razionale» dei propri rapporti produttivi), [...] meno quanto 11 deprecato «soggetto [...] dissolto ai cancelli di Mirafiori. Ma ebbe una funzione ideologica [...] primo piano. Ora uno studioso americano [...] di sicura competenza (insegna Management e presiede [...] Strategie Management [...] . [...] ha fatto un esperimento [...] a sottoporre il lavoro del manager allo [...] dagli analisti tayloristi al lavoro operaio. Ha cosi osservato, analizzato, [...] formalizzato le [...] operazioni compiute [...]. Ha scoperto, inoltre che [...] del modello [...] taylo-ristico. Ha capito, soprattutto, che [...] manager, la definizione delle strategie, non [...] affatto [...] programmabile, [...] a una razionalità pura, [...] definibile da un [...] in base a un [...] autorità, ma 6 piuttosto [...] processuale, di graduale adeguamento [...] procede per prove ed errori, per interazioni [...] processo di osmosi dal basso cui i [...] dovrebbero acconsentire in modo flessibile. [...] più che una scienza, [...] più [...] che dalla programmazione [...]. Cosicché il modello di [...] Ideale», finirebbe per essere più Partigiano» che [...] più la figura di chi, secondo la [...] adegua [...] istante per istante, i [...] il prodotto al mercato, sulla base di [...] tecnica dei dettagli e di una potente [...] non la figura di chi, secondo la [...] grandi strutture, pone in essere procedure rigide, [...]. Una conclusione, questa, che [...] con le più recenti critiche mosse al [...] dai teorici della «produzione snella», [...] di ricuperare alla produzione [...] perduta con la fine della «produzione artigianale». E tuttavia, liquidato un [...] discorso di [...] sembra rischiare una nuova, [...] mitologia. Cancellata, come improbabile, [...] del manager tutto «razionalità [...] come anche dentro quel modello organizzativo aziendale [...] e di decisione non fosse mai stata [...] formalizzata, rischia di emergere una nuova immagine, [...] del manager tutto creatività e intuizione, artista [...] di [...] più [...] destro del cervello, sintetico [...] non da quello sinistro, lineare e analitico). Un nuovo demiurgo, capace [...] rigidità aziendali alla logica flessibile della creatività [...] la comunicazione verso [...] e verso il basso. Di ridurre, appunto, la [...] burocratica alla logica della bottega [...]. In realtà, quale che [...] e organizzativa, sembra improbabile che questo possa [...] prevalente di «dirigente»: le decisioni continueranno ad [...] di strutture che del taylorismo hanno tuttora [...] tra domande di flessibilità [...] rigidità, Imperativi alla creatività e realtà burocratiche [...]. Il ruolo del manager [...] coesistere con quello del manager «seriale», in [...] e conflittuale che persisterà a fare della [...] tendenzialmente «ir-razionale», sia dal punto di vista [...] sinottica, monocratica, rigida, che da quello della [...] sistemica, flessibile. E lo forza delle [...] costituire insieme una necessità e un pericolo, [...] più grandi (e meno controllate) esse saranno. /// [...] /// Mito realtà», Garzanti, [...]. E si è detto [...] ripetere un simile successo anche in Italia. Ma mi chiedo se [...] ci ha mai provato. Tenendo conto che per [...] Pivot [...] disporre delle stesse qualità di Pivot: [...] il coraggio, [...]. Mi pare invece che [...] casa nostra nessuno ce le abbia o [...] ha se le tiene ben nascoste. Mi è capitato di [...] di Babele, la trasmissione presentata da Corrado Au-gias. Non dico nulla a [...] che mi sembrano rivelatori della scarsa attenzione [...] presta alla cultura. Vorrei piuttosto segnalare che [...] seconda edizione si è compiuta la scelta [...] il libro come pretesto per parlare [...] la pace, la guerra [...]. Ed è una scelta che [...] è sembrata deleteria. Perchè a furia di [...] parla più di libri. Oppure i libri diventano [...] dal tema che trattano, senza alcuna più [...] delle analisi, della scrittura, dei giudizi. Perchè se si vuol [...] bisogna avere il coraggio di parlare davvero [...] dicendo che uno è bello e che [...] magari rischiando di farsi qualche nemico. Altrimenti che critica si [...] Altrimenti [...] informazione si fa? a FRANCO MONTINI [...] Editoriale ripresenta a ottanta [...] edizione [...] futurista di Aldo Palazzeschi, [...] opere più significative. Con una nuova suggestiva [...] Gesù [...] Editoriale manda In libreria In [...] a ottanta anni dalla prima edizione, «Il Codice [...]. Ci sono libri cruciali, [...] crocevia della storia, non [...] della storia letteraria. Il Codice di Perniò [...] Palazzeschi [...] uno di quelli. Palazzeschi lo pubblicò nel [...] le poesie [...] per le edizioni futuriste [...] «Poesia», [...] volere di [...] che [...] «il primo romanzo sintetico, [...] ponti esplicativi, senza quei capitoli grigi pieni [...] necessarie, nelle quali Flaubert si rammaricava di [...] impegno». È quel che ricorda Luciano [...] riproponendo giusto dopo ottant'anni [...] la cura filologica di Marco Marchi. Il Codice infatti subi [...] da quelle [...] Vallecchi del 1920, fino [...] Mondadori 1958 di Tutte te opere diA. [...] mi sembra eccezionale, anche [...] ò addetto al lavori filologici, se consente [...] di leggere un testo che da allora [...] solo manomesso, anche se si trattava di [...]. Siano dunque rese grazie [...] De Maria, che prosegue ormai da tempo in [...] meritoria di ripristino (e [...] introvabili quanto essenziali per la nostra cultura [...] cosi come alla [...] fatica filologica del Marchi. [...] II [...] di Pereto è cosi [...] Perche [...] uno dei rari romanzi futuristi italiani (assieme [...] Mari-netti che lo precede [...] e assai in anticipo sugli esperimenti di Buzzi [...] Corra). CiO vuol dire che [...] esempi della letteratura italiana di rottura degli [...] realistico e naturalistico (Dossi? Imbriani?), di scardinamento [...] di una struttura, cioè, non solo formali, [...] confermati pero dentro la nostra società e [...]. È il sintomo di [...] una crisi della sicurezza delle certezze, [...] di una fase di [...] e quindi di sperimentalità, in attesa o [...] equilibri, che ha nella poesia forse le [...] di reattività più acuta. E Palazzeschi è 11 [...] come II punto di riferimento maggiore di [...]. Il Codice ò un [...] non romanzo (o un [...] : ha le apparenze [...] ma al tempo stes-so ne nega le [...]. Ha una trama, certo. Esile, di fumo si [...] di fumo [...] il protagonista, [...] appunto. [...] esse scompaiono e lui, [...] il camino, si infila un paio di [...] II [...] e se ne va per il mondo. Giunge cosi, portato dai [...] giudicato un caso curioso, dal re, anche [...]. Il re lo espone [...] fa conoscere le personalità e le categorie [...] regno, assieme a quelle mondane. Tutti si entusiasmano e [...] incaricano di redigere il nuovo codice riformato. Se non clic tra [...] n ò pure uno eccessivo, il primo [...] Alloro, che arriva a darsi fuoco [...] di assomigliare a [...]. La fortuna del nostro labile [...] si muta [...] disgrazia, di colpo: accusato per [...] suicidio di Alloro, [...] condannato, rinchiuso in una prigione. Ma è di fumo e [...] con la [...] [orma, eccolo riacquistare le vie [...] cielo, in conclusiva ascensione. Una favola con tutti [...] tanto di re e armigeri, [...] che attende di essere [...]. E di interpretazioni se [...] benché questa di De [...] sia -per me la [...] vincente: Il Codice di Pereto [...] parodia, ma non una [...] qualunque, se i connotati [...] corrispondono a quelli di Gesù [...] Gesù, a [...] volta, un eroe «parodico» [...] greca, a quella cultura?). Molli i segni, [...] nato in una casa povera [...] pubblica manifestazione dopo trentatré anni, [...] suo compito di riformato-. È una parodia dentro [...] vuota e fumosa da perdere la testa [...] di lumo, non senza un aspetto drammatico, [...] proprio nella situazione rappresentata, [...] con altri parametri [...] esistenziali che ne scaturiscono. Il romanzo di Palazzeschi è [...] comico, ma [...] comicità tra surreale e metafisica [...] uso questo termine penso proprio [...] con una gran carica simbolica. Soprattutto ò evidente e sensibile [...] stravolgente [...] dal quale assume formule e [...] in prosa. Si badi ai nomi [...] loro elaborazione, suor [...] Fonte, la Marchesa Oliva [...] la Principessa Bianca Delfino [...] delle Catene, Alloro, il [...] Crescenzio Pacchetto, il poeta Isidoro Scopino. Si badi [...] del paradosso e alla [...] logica. Si FOLCO [...] infine, alla consistenza del [...] la [...] è un Rio Bo [...] territorio impalpabile, astratto eppure riempito di cose [...] suo fascino, che proviene proprio da [...] da quella mescolanza di [...] della storia e di [...] reali. Libro per nulla quieto, [...] cupo, dietro [...] lieve di scherzo. Polemica volta al presente. Come viene eletto il [...] Per [...] il più ricco. Come decade? Per uccisione, [...] palese. E ci si soffermi [...] del romanzo sulla gran parodia di [...] il barbone clic diventa [...] alla morte perchè «pazzo». O sul capitolo intitolato Dio, [...] con la regina. O sul capitolo intitolato Villa Rosa [...] ha per argomento quella che [...] chiama follia, cioè la [...] (è probabilmente il vero tema generale), tra Dio [...] Diavolo. Quante anticipazioni, da Pirandello [...]. Non [...] quasi descrizioni o didascalie, bensì [...] dialogo ininterrotto. Il chiacchiericcio è lo [...] a cose vane e vacue, con un [...] che le attraversa [...] di senso. È la messa in crisi [...] ciò non avviene con attacco [...] ma stilisticamente, da poeta. Quella chiacchiera inconcludente e [...] una coralità impersonale, in cui non si [...] voci, In una gibigianna di riflessi e [...]. Scrive bene, tra [...] De Maria clic «il romanzo [...] un procedere [...] a capitoli brevi, essenziali, staccati: [...] scene con vivacissimi concertati di voci, [...] poche battute, una personale [...]. Fumo è una nozione che [...] linguaggio comune ha connotazioni negative, è segno del nulla [...] ad arrosto. Nella scelta di Palazzeschi [...] quindi una presa di posizione [...] tanto più grave in quanto comica, nei confronti di [...] cultura. In ciò pure è futurista. Come dire, ideologicamente. Domani affronteremo [...] nuova battaglia grande davvero. Abbiamo più che mai bisogno [...] Tuo [...] cui [...] dire una [...] di domani sarà una battaglia [...] roba da bambini. Perciò Ti [...] in aiuto Tuo figlio vieni Tu. Zweig è stato accusato [...] esigente di essere un divulgatore versatile e [...] opera letteraria, che comprende saggi, romanzi, novelle, [...] soprattutto, per il [...] di testimonianza diretta. Il mondo di ieri. Dopo la fine [...] asburgico, lo scrittore, ebreo [...] cosmopolita, vive in Austria, Germania e Parigi, [...] in tutta Europa, per concludere poi i [...] quel continente, [...] che era rimasto indenne [...]. Ecco allora che fra le [...] di una vita randagia, nella [...] memoria si delinea [...] alla miseria d?l [...]. Mentre Zweig era immerso [...] questa atmosfera, riusciva a [...] anche i limiti e le [...]. In un racconto del [...] Angoscia, [...] in italiano da Luisa [...] Zweig ricostruisce una vicenda [...] della finis [...] che rivive, con altri [...] psicologica e di incisività di stile, nei [...] del mito asburgico, Schnitzler o Musil. Una signora, Irene, conduce [...] in apparenza tranquilla, [...] un marito comprensivo e affettuoso, [...] un ambiente che le consente gli [...] di una condizione borghese. Ma una [...] relazione segreto la costringe a [...] tutte le proprie mosse con una tensione [...] che a poco a poco [...] trasforma In nevrosi. A un tratto, una ignota [...] ricatta [...] di averle sottratto [...]. Le continue richieste di denaro [...] Inducono a tutta una serie di dinieghi, di menzogne, [...] pregiudicano il suo stato di salute mentale, fino ad [...] a tentare il suicidio. Ma il marito riesce a [...] in ex-tremis, [...] una verità per lei del [...] insospettabile. [...] è un testo esemplare [...] sulla narrativa di Zweig, che ha sempre [...] anni Venti e Trenta, un largo successo [...] soltanto in superficie dalle [...] pochi addetti ai lavori. In queste pagine un [...] familiare è lo [...] per una vicenda che si [...] via via di una suspense premeditata e sapiente, in [...] da coinvolgere senza un attico di stanchezza [...] del lettore. Zweig resta spesso ancorato [...] di narrativa tradizionale, ma nello stesso tempo [...] di tanti autori di [...] di questo secondo dopoguerra. Questo spiega il recupero, [...] degli inediti di Zweig. Nel 1982 usci in tedesco [...] di [...] der [...] (Ebbrezza della trasformazione) ; [...] scorso Clarissa, ora apparsa anche [...] italiano [...] versione di [...] . [...] Il [...] romanzo [...] ripercorre [...] di una donna austriaca, dagli [...] del secolo fino agli anni del primo dopoguerra, dal [...] della [...] educazione in un convitto di [...] fino alle sue prime esperienze di lavoro come assistente [...]. In Svizzera conosce un [...] Léonard, [...] cui avrà un bambino. Ma intanto scoppia la [...]. Pertanto finirà per sposare [...] e volgare, implicato nel mercato nero, fiorente [...] dopo il conflitto. Zweig aveva strappato il [...] che solo in questi anni un filologo [...] nella misura del possibile. Anche [...] Zweig non smentisce se [...] alla linearità della trama e ai toni [...] ricerca espressiva. Ma la prova più [...] più ripetibile della [...] opera resta sempre // [...]. [...] Zweig« Angoscia», Sugarco edizioni, [...]. [...] 12. /// [...] /// Temo proprio che Falaschi, [...] studioso attento ed equilibrato, estraneo alle mode [...] si sia fatto trascinare un [...] ornai dominante di colpire [...] tutte le direzioni: è partito dal proposito [...] di guardare al lavoro di un «mostro [...] senza quella riverenza cerimoniosa [...] solito ne parlano gli addetti ai lavori; [...] con battagliera spregiudicatezza un viscerale fastidio verso [...]. Ma mi pare che, nel [...] ciò, si sia appoggiato su punti di vista un [...] troppo limitati e accademici: le sue contestazioni sono chiuse [...] un ambito assai ristretto; ne restano fuori [...] generale del discorso di [...]. Quella del Meridiano è in [...] una prefazione a tutta l'opera di Calvino: mirando a [...] ad un pubblico abbastanza ampio, offre un ritratto globale [...] scrittore, che segue una linea interpretativa ricca dì spunti [...] restano deliberatamente allo [...] di suggerimenti, senza svolgersi in [...] analitiche; è un ritratto che [...] si fissa in «risultati» definitivi, che non ci vuole [...] una «verità» [...] tale da [...] in caselle critiche predeterminate, ma [...] invece seguire i caratteri [...] della scrittura e [...] di Calvino, il suo stesso [...] alla presa», il suo [...] nella dualità e nella molteplicità, [...] perdere [...] della «responsabilità» e del giudizio. Questo ritratto si avvale [...] del critico, della [...] capacità di «ascoltare» opere [...] di fuori di scelte ideologiche preliminari. Ma in tutto questo Falaschi [...] II segno di «una koiné linguistica europea, [...] che accomunerebbe [...] della critica e quella [...] renderebbe astrattamente «fruibili» [...] sentori più diversi, al [...] ogni scelta valutativa. Preso nella [...] ottica aristocratica, [...] non avrebbe te-nuto conto [...] dedicati a Calvino da studiosi italiani, avrebbe [...] alcuni «modelli» letterari per lui essenziali, avrebbe [...] una generica [...] avrebbe ripetuto concetti già [...] altri, ecc. Mi sembra che la [...] questi rilievi risalgano a quella nozione del [...] critica e della storiografia letteraria a cui [...] Falaschi pensa che un saggio critico (o una Prefazione [...] non sia tale perché «attraversa» dei testi, [...] spessore [...] loro [...] una serie di lettori [...] sì inserisce in un ri-Cercare specialistico che [...] sempre più articolati e particolari, dal cui [...] una sorta di «verità» scientifica [...] studiato. Da questo punto di [...] delia crìtica si risolve nel confronto accademico [...] con il proliferare sterminato di quei discorsi [...] di sovrapproduzione Intellettuale, si [...] tutti gli autori possibili. Si tratta notoriamente di [...] in linea di principio, soltanto alla lettura [...] critica che, quando va bene, offre dati [...] e concreta, ma non può mai mettere [...] di comunicazione in cui [...] possibilità di un rapporto autentico con gli [...]. Come pretendere che una [...] in linea di principio, ad un pubblico [...] confronti accademicamente con tutta la già proliferante [...] Calvino? E non sarà certamente più utile e [...] lettore e per la più vasta comprensione [...] Calvino [...] risultato di [...] di [...] su cui non si [...] il segno dei suoi eccezionali studi su [...] tradizione europea, che non quella di saggi [...] nel loro ambito, ma destinati a trarre [...] questioni. Altro, più lungo discorso, [...] fare [...] e «illuministica» di [...] (e di Calvino), che [...] a Falaschi, ma che io credo essenziale [...] culturale che voglia oggi resistere alla deriva [...] confusione della comunicazione e delle ideologie, senza [...] che appartengono al passato e non ci [...] nulla sulle possibilità attuali della letteratura e [...]. /// [...] /// Altro, più lungo discorso, [...] fare [...] e «illuministica» di [...] (e di Calvino), che [...] a Falaschi, ma che io credo essenziale [...] culturale che voglia oggi resistere alla deriva [...] confusione della comunicazione e delle ideologie, senza [...] che appartengono al passato e non ci [...] nulla sulle possibilità attuali della letteratura e [...]. (0)
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