Pagina da Preview Biblioteca Digitale--Pagina de «Calendario del Popolo-Serie unica-ed unica - numero di periodico»--Id 839874625.

Quando gli americani arrivarono [...] Seravezza [...] saltarono fuori dalle [...] nella piazza che aveva [...] di macerie ancora calde, i cavatori dissero [...] era finito. Inferno erano stati i [...] le stalle, uccidevano i buoi, portavano via [...] case, minavano le case e le facevano [...] suono dei corni. Inferno la fame lunga [...] ii freddo, e i bambini e le [...] spettri; le artiglierie, da una parte e [...] otto mesi avevano tessuto nel cielo una [...] ragno. Gli americani, nella piazza [...] piantarono le tende: [...] apparecchio radio si mise [...] jazz. Poi chiesero ai paisà [...]. I cavatori pensavano che [...] finito, e che se questa gente avesse [...] tende, presto sarebbe nato un nuovo paese, [...] alla costa del monte; che il vento [...] fatto fremere come le foglie dei castagni. Ma quelle tende sarebbero [...] per riparare dai primi freddi [...]. Suonava, intanto, [...] nella piazza, una musica che [...] tutta uguale; e i cavatori ripensarono alla cantilena dolce [...] segherie. Allora i ragazzi, che [...] fino in mezzo alle tende, dissero della Clelia, [...] teneva il caffè sulla strada che porta [...] il caffè era andato distrutto, e la [...] fatta coi tedeschi, se [...] dove, per la paura che le tagliassero [...]. Cosi una mattina la Clelia [...] il paese, a bordo di una jeep [...] aveva la stessa aria di quando passava [...] a quelli della "Hermann [...]. Le donne, che ancora [...] boschi, sputarono nella polvere della via. La musica erano lé [...] cave morte, le segherie paralizzate sugli argini [...]. Musica erano i campi [...] stendevano sopra intere coste del monte, con [...] terra che avevano il teschio dipinto sopra: [...]. Musica la fame come [...] coda davanti alla bottega per comprare un [...] e [...] il conto che si [...] del grosso quaderno e la voce del [...] "ora basta col credito". Quando la Clelia giunse [...] dei cavatori, seduti colle gambe ciondoloni sul [...] testa come per ridere al cielo: cosi [...] le si mossero sulle spalle. Avevano creduto di rimettere [...] paese, tanti paesi magari colle casette fatte [...]. Avevano creduto di rimettere [...] segherie. Di ripulire il terreno. Di udire ancora il [...] annunciare la frana del marmo. Delle cave, anche. Stava ai padroni riprendere [...] rimettere in funzione le segherie. Quanto alla fame, loro [...] bianco e scatolette, aveva detto [...] continuando a muovere le [...] che le donne venissero al campo per [...] camicie. E la fame ne [...] lupi, dentro [...] dove si suonava il [...] a notte alta continuava, intanto, quello strano [...] senza fine, ingrandito e moltiplicata [...]. I cavatori, uomini abituati [...] al cielo, e che del cielo avevano [...] stupito silenzio, ne furono presto stanchi. Stanchi, anche, del pane [...] aveva sapore e non bastava a levare [...] delle scatolette, stanchi; e degli occhi delle [...] si erano fatti duri come per tenere [...]. Abituati, com'erano, al canto [...] delle segherie, al suono morbido dei corni [...] delle cave, subito spento: quel motivo che [...] mise loro addosso un senso di malessere [...]. Marcello Venturi « [...] » , dissero, « [...] MARCELLO [...] fare qualcosa, altrimenti si [...] »,Qualcuno [...] mise subito dattorno, in cerca di legna [...] vendere in pianura; ma qua e là, [...] che non avevano cartelli col teschio, si [...] di fumo e di terra, seguite da [...] la montagna. Le donne piansero nelle [...] loro pianto fece eco la musica pazza [...] riempire [...]. E raccontò com'era stato [...] volevano riprendere i lavori; e come lui [...] senza riuscire. I padroni aspettavano i [...] il marmo; e i vagoni del treno; [...]. Loro non volevano rischiare. Quando i velieri avessero [...] al ponte di Forte dei Marmi (e [...] andato distrutto), allora soltanto essi avrebbero iniziato [...]. Il cavatore fini maledicendo [...] disse che la provvidenza non viene dal [...]. [...] il vento portava lo [...] luci dei riflettori alzavano la pol-vere delle [...]. Una jeep che rideva [...] gola piena, la gola di [...] lia, saettò per la [...] pei un attimo i pantaloni dei cavatori [...] noni scuri delle donne. La risata si perse [...] il rombo del motore, poi solo la [...] che pareva facesse danzare le stelle. E lontano, debole, il [...] don na che aveva avuto il morto [...]. Particolare de "Il [...] pittura murale [...] de "La Primavera" [...] del "Pianto del Cristo" [...] Flora" [...] Musette" [...] tutte le epoche e in [...] le forme di civiltà artistica [...] eterno femminino » ha trionfato. I vari significati che la [...] assume [...] sono in relazione con le [...] dominanti nella società in cui [...] vive, interpretate dal temperamento particolare [...] stesso. Nella società schiavistica, fin [...] Civiltà [...] pur vivendo la donna in [...] di assoluta inferiorità, erano [...] bellezza del suo corpo e il mistero [...]. IL cristianesimo porta un [...] che ispira la prima arte cristiana. Ma là [...] interpretazione subirà, col tempo, delle [...]. Esaminiamo, per e-sempio, Giotto [...] Simone Martini, contemporanei. Mentre Martini crea figure [...] da o-gni senso fisico, restando ancora alla [...] una figura femminile di Giotto, sia pur [...] Madonna, è lo specchio di quel realismo che [...] società italiana e fiorentina alla fine del Dugento. Giotto [...] non si ispira a [...] di bellezza fisica, ma le dà vita [...] in forme plastiche salde e possenti, attraverso [...] austeri e intensi stati [...]. La donna riprende, [...] il suo aspetto corporeo [...] vanno sempre più raffinando nelle loro opere [...] carne e del suo [...]. Una non dissimile sensitività [...] secolo, il fiorentino Botticelli. Ma dalle sue donne ogni [...] ascetico ormai è [...] Siamo nel Quattrocento e gli [...] sono [...] delle [...] trae alimento da mai pagano [...] cose. Quel tante zione [...] nelle donne del 1 fiorentini [...] gen in quelle Venezia ziano sia del [...] Palma, del Vero] i quali, [...] lo [...] della "Venere" [...]. ///
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Quel tante zione [...] nelle donne del 1 fiorentini [...] gen in quelle Venezia ziano sia del [...] Palma, del Vero] i quali, [...] lo [...] della "Venere" [...].