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In poche parole, Kubrick [...] King come sceneggiatore, ma si prese la signora Diane Johnson, [...] psicoanalista [...]. Questo per dire che [...] è totalmente diverso da [...] il che sarebbe persino [...] ma non lo è con uno scrittore [...] King [...] cui libri sembrano scritti come sceneggiature. Con un problema, però: [...] i racconti brevi (come «Stand by Me», [...] a caso è stato tratto un film [...] bello) i romanzoni di King sono sceneggiature. Per questo lo [...] tv lascia presumibilmente soddisfatti [...] lo [...] cinematografico era talmente perfetto [...] soddisfare pienamente i [...]. A questo punto, basta [...] squadra si gioca. Fermo restando un fatto: [...] le piante scolpite a forma di animale, [...] animano, è [...] del romanzo che Kubrick [...] film, nonostante sembrasse molto «cinematografica». Ma Kubrick si era [...] di siepi dove Jack, novella sintesi fra Minosse [...] Minotauro, va a morire dopo [...] tentato di uccidere il [...]. Idea meno plastica ma [...] checché ne dica King. /// [...] /// Stephen King non ha [...] film di Stanley Kubrick The [...] tratto dal suo omoni-mo [...]. E 17 anni dopo ha [...] la [...] versione della sto-ria per una [...] televisiva tra-smessa dalla rete [...] in questi giorni. Il risultato è un [...] tutti gli elementi che costituiscono il genere [...] meglio, partendo da un conte-sto di normalità, [...] ai fantastici sviluppi della narra-zione, e termina [...] di terrore. King ha scelto per [...] protagonista Jack [...] un idolo minore delle [...] Steven Weber, giovane biondo belloccio e aitante con [...] e mossi, proprio da attore televisivo, e [...]. Jack è un aspirante [...] a perdere il lavoro perchè è un [...] padre. E come suo padre [...] beve, so-prattutto con il suo bambino di [...] Danny [...] ne ha 9 ma [...] cui in-telligenza e sensi-bilità lo irritano. Il suo ritiro in [...] durante la stagio-ne invernale [...] che fa per tenere insieme la fami-glia [...] moglie Wendy (la bellissima Rebecca de [...] di cui è [...]. E [...] è già evidente il [...] Kubrick, che sbagliò il ca-sting. Quale donna nel pieno [...] capacità mentali si chiuderebbe con Jack Nicholson [...] in un hotel isola-to dalla neve sulle [...] Fin dai primi momenti del vecchio film, Nicholson [...] di testa, con gli occhi spa-lancati e [...] il volto privo di emozioni, [...] sovreccitato o freddo, che [...] discesa nella fol-lia non sorprende nessuno. Reduce di recente [...] vinto nel 1976 per [...] Nido [...] cuculo, forse Nicholson aveva preso gusto a [...]. [...] lato, Shelley Du-vall nei [...] Wendy è la per-fetta personificazione della [...] allampanata, con i ca-pelli [...] un [...] grassi, coperta da strati [...] grembiuloni, e soprattutto vittima lamentosa apparentemente di-mentica [...] affetto e comunicazione tra lei e il [...]. Isolato per mesi sulle [...] Wendy, qualsiasi per-sona normale diventerebbe matta. In breve, il film [...] Kubrick [...] piombare i due protagonisti in un circolo [...] terrore senza al-cuna sorpresa per il pubblico. Il Jack di King [...] Weber [...] un uo-mo debole, non pazzo, posseduto dai [...] dalla sto-ria della [...] famiglia. /// [...] /// Hyde, è spesso un [...] con il fi-glio e la moglie, quindi [...] rapporto violento di at-trazione, dominio, e vittimizzazio-ne [...] con loro. Che Danny lo adori [...] dopo che gli ha slogato la spalla [...] esposto [...] di un nido di [...]. E altrettanto credibile è [...] si senta offesa e preoccu-pata quando lui [...] of-ferte amorose perchè, al contrario della coppia [...] tra i due esiste [...]. Al centro di [...] sostiene King contro la [...] Kubrick, [...] il rum, evocato dalla [...] della parola scritta nel sangue, [...] (assassinio), che di-venta [...]. Ma [...] anche un aspetto complicato dei [...] che [...] ha spiegato alla [...] raccontando di [...] scritto la storia quando «mi [...] adattando [...] di avere dei fi-gli, e [...] che non tutte le emo-zioni che provavo per loro [...] le stesse di quelle che avevo appre-so. Il padre di King [...] aveva solo 2 anni. Danny non è un [...]. I genitori ne conoscono [...] epilettiche, e la fantasia viva che lo [...] un amico immaginario, Tony, nella versione di King [...] più grande, in quella di Kubrick la [...] bambino che spesso parla attraverso [...] del-la mano destra. Solo il cuoco nero [...] (Melvin Van [...] sa che Danny ha [...] di telepatia e chiaroveggenza simili ai suoi, [...] The [...]. Jack sospetta solo la [...] del figlio, e se ne sente minacciato. Quando Danny viene spinto [...] po-polano [...] ad aprire la porta [...] dove anni prima una donna si era [...] vene, la tensione è altissi-ma. E [...] le due versioni differi-scono in [...] totale. Nel primo [...] Danny appa-re come in [...] geni-tori che stanno litigando, il collo marcato [...] se qualcu-no avesse cercato di [...]. Poichè [...] non [...] nessuno, Wendy accusa Jack di [...] tentato di uccidere il figlio. Ma Danny spiega che [...] signora pazza nella vasca da bagno della [...]. Quando Jack va a [...] trova una bella don-na nuda nella vasca [...] in-contro, per poi trasformarsi im-provvisamente tra le [...] una vecchia decrepita piena di pia-ghe e [...]. Ma non troppo. King ha creato una scena [...] molto più effica-ce, perchè mostra Danny mentre entra nella [...] terrorizzato ma attratto [...] e si ripete per farsi [...] «non [...] nulla non [...] nulla». Ma un mostruoso cada-vere di [...] si leva dalla vasca cantilenando [...] un bambino [...] un bambino ovunque», e lo [...] «Ciao Danny, ti stavo aspettando, ti stiamo tutti aspet-tando». In preda al panico Danny [...] uscire dalla stanza ma la porta è [...] fanta-sma esce dalla vasca e avanza verso [...]. Quando finalmente la porta [...] Danny si ritrova nel corri-doio, pensando di essere [...] braccio decrepito del mostro lo tira dentro. I lividi sul collo [...] riappare poco dopo fanno pensare a Wendy [...] trattato di un ennesimo attacco di Jack. Ma sulla guancia di Danny [...] di rossetto e il bambi-no si rifugia [...] pa-dre, urlando «è stata lei». È un mo-mento prezioso, [...] fami-glia perfetta diventa il peggior in-cubo. Anche il Jack di King [...] stanza a controllare, e non trova nessuno, [...] e del-le impronte bagnate sul tappeto. Già sulla via della pazzia, [...] di [...] visto alcunchè. King ha fatto a [...] un Nicholson ghignante bran-diva con tale entusiasmo [...] moglie e del figlio, da inventare perfino [...] famosa, «ecco Johnny! Il suo Jack si serve [...] arma [...] di un maglio di croquet [...] il qua-le [...] assale Wendy [...] le braccia e le gambe. Lei si difende [...] in faccia una palla da [...] un calcio al bas-so addome, [...] la mano con un rasoio. Apparizione meno terrificante, King [...] il di-rettore [...] che allieta i fantasmi [...]. [...] difetto della [...] versione è la televisione. Come si fa a [...] se tra il momento in cui Danny [...] e vede il mostro [...] di cinque minuti di [...] e la nuova [...] Anna Di [...] Profondo Una scena del [...] Kubrick tratto dal testo di Stephen King [...] King sceneggiatore del remake [...] E [...] trema IL TESTAMENTO [...] presenta il documentario su Mastroianni [...] a [...] Anna Maria Tatò: «Ecco [...] Marcello voleva» «Mi hanno attaccato prima di [...] lavoro: non mi sono improvvisata regista», dice. E non accetta domande [...]. /// [...] /// Pesano eccome, le polemi-che [...] Mastroianni. Un gi-rotondo di spiacevoli [...] coinvolto (purtroppo) le donne di Marcello: la [...] Flora, Catherine [...] le figlie Barba-ra e Chiara. Anna Maria Tatò, com-pagna degli [...] ventidue anni, vorrebbe [...] fuori. Per elegan-za, dice. Ma poi si vede benissimo [...] tesa, un giorno mi descrivono come Maria Goretti, il [...] dopo come [...]. E così [...] con la stampa per presentare [...] si svol-ge in un clima [...] che disteso. Con la regista che [...] di-fensiva -preliminarmente era stato distribuito un foglietto [...] di [...] personale -e poi passa [...]. /// [...] /// E io che mi aspettavo [...]. La que-relle sul testamento: «È [...] pub-blico, la clausola che riguarda il la-scito [...] è stata ag-giunta dopo. Io mi sono limitata a [...] pubblica e ho scelto [...] perché è il setti-manale di [...] più autorevole. Ma forse qualcuno avrebbe prefe-rito [...] rilasciassi [...] a Gente. Infine sul «veto» che Madame [...] avrebbe posto sul film [...] Gilles Jacob: «Non ne so niente, ma non mi [...] signora abbia visto il film. Non si può giudicare [...]. Comunque stiano le cose, Mi [...] sì, io mi ricordo sarà a [...] (Un [...] il 13 mag-gio, quindi nelle [...] italiane e francesi, mentre a Venezia torne-rà nella versione [...] (quattro ore) che circolerà pure nelle scuo-le di cinema [...] nelle università. La versione breve di [...] quella che abbiamo visto ieri, è anche [...] pic-colo libro pubblicato da Baldini [...] Castoldi che riporta fedelmen-te [...]. In pratica una lunga intervista, [...] filo della memoria, girata in Portogallo, durante le riprese [...] quello che doveva diventare [...] film di Marcello: il [...] du monde di Manoel de Oliveira. E bisogna dire che non [...] nulla di mortuario in questa confessione di un [...] eterno ragazzo, che passa [...] dal registro no-stalgico [...] sempre col sor-riso sulle labbra. Ricordando omaggi analoghi [...] o il Nick Ray di Wenders). Per lei che ha [...] settanta ritratti di perso-naggi famosi, da Woody Allen [...] Vittorio Gassman, questo è deci-samente il più bello [...] in 35 [...] e perché ho avuto [...] di [...]. È stato naturale lavorare [...] precisa, con una troupe di amici di Marcello -Rotunno, Trovajoli, [...] -cogliendo le sollecitazioni del [...]. È normale ricordare piccoli [...] cose magari importanti». E così il film [...] con un lungo elenco di ricordi sparsi: [...] Marilyn, il sapore e [...] della pasta e ceci, [...] le comiche di Charlot, la prima automobile, [...] riso che costavano 40 centesimi, le belle [...] Madama Dorè, una sconosciuta che lo bacia sulla [...]. Niente vita privata, solo [...] figlie. Molti viaggi, in-vece, molte [...] il tango da Ciao Rudy, un brano [...] Ultime [...] mancato, sequenze di film (Felli-ni, De Sica, Ferreri ma anche, a documentare gli esordi, Tragico [...] drammone dove recita accanto a Doris Duranti) [...] passioni intellettuali di uno che ostentava di [...] Cechov, Kafka, il jazz, Mozart. Ma [...] aiutata [...] a fon-do? «Certo, perché sapevo [...] potevano [...] e perché lui si sentiva [...] tranquillo». E, fuori dal film, [...] «Era una persona modesta, semplice, anche se [...] del senso di sé. Un difetto? [...] sì una cosa che mi [...] fastidio: era amato da tutti, dal macchinista come dal [...] scrittore. Come si fa? È [...] extraterrestre». Già, come faceva? «Forse [...] di me, era così poco aggressivo». Cristiana Paternò [...] 2. /// [...] /// Cristiana Paternò [...] 2. (0)
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