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Signor direttore, posso [...]. /// [...] /// E dei libri? Nemmeno, [...]. Porti so-lo gli strumenti [...] il regolamento. La voce gentile ma [...] del filo è il nostro primo contatto [...] di un mondo civilizzato: paese Italia, città Pisa. [...] non è un delinquente [...] Adriano [...] e deve rimanere [...] dentro altri 21 anni, [...] già passato da quando i giudici, credendo [...] penti-to, hanno deciso che è lui il [...] commissario Calabresi, trucidato il 17 maggio del [...]. [...] volta che lo abbiamo [...] una persona libera e [...] Mosca di ritorno dalla Cece-nia dove si era [...] tre italiani membri di [...] umanitaria, Inter Sos, rapiti [...]. Era venuto in redazione con [...] John Way-ne, come egli lo [...] ribattezzato, il [...] aveva co-nosciuto [...] più prezioso per [...] ostaggi. Facevano una strana coppia Adriano [...] piccolo piccolo, il ceceno grande [...]. Nessu-no dei due parlava [...] eppure sembrava che si capissero a meraviglia. /// [...] /// Soprattutto [...] che rideva come un [...] cosa che dicesse Adriano. Sì, abbiamo visto Adriano [...] il mandante [...] il pagliaccio per far ridere [...] amico ceceno, ma, [...] un tribunale non la considererebbe [...] prova che egli è una brava persona. Però è la prima [...] viene in mente mentre attraversiamo a piedi [...] di [...]. [...] giorni si muove fra una [...] a tre sbarre e una porta di ferro? Come [...] si parla? Che cosa gli si chiede? E lui, [...] dalla comunità civile, come ci accoglierà? Come ci guarderà? Siamo stati guardati da gente ferita, da gente umiliata, da [...] moribonda, ma veniva da altri mondi, [...]. /// [...] /// Verifichiamo in un attimo [...]. Le formalità non sono [...] solo di cercare un nome in una [...] deve [...] aprire e chiudere il [...] chi porta casse o entra per servizio. Le operazioni sono numerose [...] lui possiede le chiavi, bisogna attendere. Nel frattempo ci guardiamo [...]. Solo ferro: porte, finestre, [...]. E solo rumore di [...] cancelli. [...] scoglio supera-to, la data [...] incontro non era la stessa sulle due [...] conducono al di là [...] oltre un altro portone [...] stanzone degli incontri. Sembra una piccola aula magna, [...] di quelle aule scola-stiche dove spesso oltre alla ginnastica [...] fanno le assem-blee degli studenti. Entrando di fronte è sistemata [...] li-breria, sulla destra un [...] due [...] tutto lo spazio della sala [...] sedie ammonticchia-te. Ovviamente la [...] dalla quale si [...]. [...] la stanza dove spesso [...] viene fotografato e che su [...] giorno «nemico» è stata dipinta come la [...] cella per sottolineare come il [...] poi non stesse così male in carcere se aveva [...] cella tutta per se e addirittura una libreria. E [...] più famoso [...]. Adriano ci viene incontro [...]. Veste comodo, una felpa blu [...] lo [...]. [...] sul grigio, pieno zeppo di [...] sparsi. Ci squadriamo cercando i [...]. [...] cambiato Adriano [...] dopo 346 giorni di carcere? Sì, ovviamente. /// [...] /// Sì, perché i suoi [...] ancora più lucidi, lo sguardo più impaziente, [...] febbrili. Qualcuno lo ha definito [...] gabbia, e lui è stato [...]. Anzi lo ripete egli stesso [...] una dolcissima signorina che interrompe [...] volta il [...]. Sì, rispon-de lei. Ma nello stesso tempo Adriano [...] lo stesso. [...] tanto da lavorare che [...] uscirò mi sentirò come avessi tradito. Cristo santo, ma che dice? Restiamo due [...] difficili della carriera. /// [...] /// Io dopo questo colloquio [...] e andrò via da [...] Adriano no. E questo cambia tutto. Accade allora che [...] divenga intervistatore. [...] chiede di tutto. Si parte dalla Cecenia [...] paese vuole sapere tutto anche se in [...] tut-to perché continua [...] un divoratore [...]. Una [...] di [...] e che lo hanno chiamato «Adriano». Sul [...]. /// [...] /// [...] una sciocchezza qualunque e il [...] scoppierebbe a [...]. [...] questo [...] in questo brutto stanzo-ne. [...] sempre Adriano a rompere il [...]. Si passa alla Russia. [...] chiede degli amici, della politica, [...] situa-zione economica. Ma [...] bene [...] Fanno il ru-blo pesante [...] Tu [...] sul serio che ce la farà quel [...] Poi [...] la volta della famiglia. E la nipotina? Quanto [...] Non è nata quando mi hanno arrestato? Sì, Adria-no, [...] proprio nulla. Le domande sue però [...]. Cosa farai se non [...] ricorso per un nuovo processo? «Dimmi sinceramente: [...] den-tro altri 21 anni?». La risposta non arriva [...]. Io non resto [...] dentro, io mi lascerò morire [...] fame. /// [...] /// [...] volta lo sciopero della [...] fatto tutto il carcere. [...] stato sotto le feste [...] Natale [...] per una ver-tenza sindacale dei direttori erano [...] visite dei parenti proprio durante quei giorni. La più grande del-le [...] ancora Adriano, che chiamò tutti i [...] lasciare il [...]. /// [...] /// Si passa a parlare [...] spesso sono prodotte anche da un regolamento [...] del tempo. Nel cuore della notte per [...] si continua a svegliare i detenuti con [...] di luce sulla [...] lì. Oppure si sbatte contro [...] un bastone per controllare se sono state [...]. /// [...] /// [...] male per andare in ospedale: [...] taglia, si tagliuzza, in-somma si provoca qualche accidente per [...] an-che di poco da questo posto, per tornare a [...] norma-le. [...] della fame «mortale», come [...] è lo strumento che [...] ha scelto per sentirsi normale [...]. [...] numero [...] rivista francese «Les [...] che dedica un intero dossier [...] e per Bompressi e [...]. /// [...] /// Se lo fosse stato [...] a esserci entrati. Noi non siamo entrati [...] un delitto che non ab-biamo commesso ma [...] conto a quelli che contro di noi [...]. [...] riprendiamo una ini-ziativa nostra ciò [...] domandiamo agli altri è che ci lasci-no fare, cioè [...] non facciano nulla che possa essere per [...]. Era il ventisei settembre [...]. Poi [...] stata la raccolta dei [...] la riapertura del processo e il primo [...] procuratore che si è occupato della vicenda. Adriano se [...] poteva mai il [...] che ha voluto la [...] condanna cambiare idea? [...] invece la [...] dovrebbe [...] a giorni. E se così non [...] La [...] di Adriano è sempre la stessa. /// [...] /// E se così non [...] La [...] di Adriano è sempre la stessa. (0)
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