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[...] / [...] GIUGNO [...] gli uomini in [...]. Il [...] tedesco» era finito prima [...]. La storia smentiva il motto [...] stampato a sbalzo sui loro cinturoni: [...]. No, Dio non era [...] se il suo Vicario in terra non [...] nó mai si sarebbe deciso, a [...] ufficialmente). Adolescenti biondi, uomini fatti [...] qualche vecchio dai capelli bianchi, marciavano attraverso Roma, [...] Città Simbolo della civiltà europea [...] Parigi, doveva ancora aspettare [...]. Il cannone tuonava laggiù, [...] Castelli, sempre più vicino. I tedeschi premevano su [...] sovraccarichi, frustavano cavalli, pungolavano buoi, spingevano carri [...] quali i feriti e i moribondi gemevano, [...] sangue inzuppava bende e uniformi, e lasciava [...] che solo i temporali estivi avrebbero di [...] cancellato). Erano troppo stanchi per [...]. Lanciavano intorno, ad ogni [...] paura, rabbia, sgomento. Di tratto in tratto, [...] brevi, troppo frettolose per essere precise, alle [...] qualche partigiano isolato, che non conosceva, o [...] ordini degli anglo-americani, del governo di Salerno, [...] Resistenza: «Lasciate libere le strade, proteggete i ponti, [...] passaggi». /// [...] /// E perfino indisciplinati. [...] generale [...] preparata, pianificata) non ci fu. Perché? Se ne è [...] discute ancora. Una ragione seria fu [...] quasi nessuno la voleva. Non la volevano, naturalmente, [...]. Ma non la volevano [...] per i quali tutto ciò che era [...] massa», sapeva di «comunismo». Non la volevano, nella Resistenza [...] «moderati», gli «attesisti», che speravano di raccogliere [...] più o meno vicino) i frutti dei [...] nome della maggioranza silenziosa. Non la voleva il Papa. Ma il motivo principale [...] fu probabilmente un altro (è questa, almeno, [...] opinione, di ex «gappista» che però nulla [...] che si discuteva e si decideva ai [...]. Anche se le forze [...] attive della Resistenza armata, e cioè i [...] di dissociarsi e di agire da soli [...] avrebbe contraddetto la loro politica unitaria), non [...] e, se lo avessero fatto, avrebbero mandato [...] allo sbaraglio. Errori nostri, un tradimento, [...] logorìo provocato da una troppo lunga clandestinità, [...] beffardo, avevano permesso agli uomini di Caruso, [...] Koch. Un gruppo di «gappisti». Altri erano caduti per [...] un traditore. [...] fine di aprile, i [...] centrali erano stati decapitati e [...] costretti a chiudersi in rifugi sicuri, e a non [...] più, o a trasferirsi fra i partigiani del Lazio. La punta di diamante [...] Resistenza [...] era stata paralizzata. Ci sarebbe voluto più [...]. Gli alleati arrivarono prima. Che [...] fosse impossibile lo provò [...] doloroso il fallimento di un tentativo di [...] il 3 maggio. In [...] la paralisi dei trasporti, [...] essere [...] più clamoroso e imponente [...] fu affatto, nonostante il sabotaggio di cabine [...] scambi; pochi negozi abbassarono le saracinesche; nelle [...] i comunisti cessarono il lavoro, e non [...] furono, così, facilmente identificati e arrestati. Il trapasso dei poteri [...] ma non «indolore». Alla città furono risparmiate [...] corso della fuga altri antifascisti caddero assassinati, [...] Tasso, o La Storta. Il questore Caruso (che [...] 50 degli ostaggi fucilati [...] Fosse Ardeatine) scappò a bordo di una potente Alfa Romeo, [...] sé un tesoro: lingotti d'oro, orologi, gioielli, [...] francesi. [...] precedeva [...] gremita di fascisti. Sulla Cassia, a nord [...] Roma, [...] anglo-americani la mitragliarono. Caruso abbandonò la statale, [...] secondaria, si smarrì, finì contro un albero. Fu trasportato [...] fa le truppe alleate liberavano [...] capitale. Gli ultimi giorni [...] tedesca erano stati i peggiori, [...] pane, i prezzi erano alle [...]. Ma lo sciopero [...] maggio fallì. Si è molto discusso [...] della città. Due gappisti ricordano come [...] giorni: «Eravamo deboli, saremmo andati allo [...] giugno [...] perché Roma non è [...] Non [...] affatto di buonumore a fine maggio 1944, [...] della liberazione di Roma. Il 29 maggio, avevo [...] e come tutto festino avevo mangiato, come [...] pezzo di pane e frittata, ma neanche [...]. Me lo aveva portato Marcella. Di quei giorni ricordo soprattutto [...] fame ossessionante. Pesavo sessanta chili scarsi, [...] avevo perduto 10 chili. E in quel caldo [...] tenermi su non [...] nemmeno la tensione avventurosa [...]. Maggio fu il punto [...] acuto della Resistenza romana l [...] centrali, colpiti da una [...] prigione, braccati, emigrati fuori Roma nelle formazioni [...]. I [...] di zona disorganizzati, il Partito [...] movimento studentesco languiva. Uno sciopero generale proclamato [...] maggio, falli Io ero stato uno dei [...]. Alla ics tu di [...]. Finalmente ne trovammo uno, [...] rudere, tutto rotto e senza fili. /// [...] /// Tomaia Roma a piedi, [...]. Antonello Trombadori, il capo [...] riferire sulla missione, mi consolò e mi [...] di surrogato di cioccolata. E se ne andò, [...]. Ma non erano solo [...] notizie sempre più numerose delle spiate, delle [...] che deprimevano. Anche le poche voci [...] soffiate a mezza bocca da quei pochi [...] dicevano di sapere le cose, creavano confusione. Anch'io la -svolta di [...] lì per lì, non [...] non la apprezzai affatto, quando Ali-cata me [...]. Ero settario, mi fu [...]. E infatti era vero. Ero settario, depresso e [...] maggio 1944. Mi tirai un po' [...]. Per una settimana le compagne [...] bende, accaparrarono medicine e viveri. Io avrei dovuto partecipare [...] Regina Coeli, portando via acqua, sul Tevere, un [...] uomini su un barcone, da Ponte Milvio [...] Ponte Sisto. Poi venne un contrordine, [...]. Io, settario, storsi il [...]. Alleata, [...] volta, prima si arrabbiò e [...]. Poi mi fece [...] lezione di [...] passeggiando per il viale [...] Ali [...] su cos'era la politica di [...] nazionale, [...] imponeva, il carattere [...] di Roma. E, fulminandomi negli occhi: «E [...] giugno 1944: le truppe [...] Roma. I soldati nelle piazze [...] mescolano alla gente. Il generale Clark (a [...] di una jeep a via della Conciliazione, [...] San Pietro Viterbo con una gamba spezzata. I complici lo abbandonarono. Aveva documenti falsi, ma preferì [...] la [...] vera identità. Non si rendeva conto [...] aveva fatto? Era convinto sul serio di [...] agli ordini»? In settembre fu processato, condannato [...] fucilato. /// [...] /// Prima di morire, scrisse [...] «Espio con la vita il danno che ho [...]. Di ai miei figli [...] il loro padre». Al plotone [...] gridò: «Mirate bene! /// [...] /// La [...] morte fu fulminea. Roma fu stranamente cauta [...] terrore alla gioia. Gli ultimi giorni dì [...] stati i peggiori. [...] aveva ormai proibito tutto: [...] bicicletta (poiché questo mezzo era stato usato [...] alcuni attentati); di passare per certe strade [...] marciapiedi, nei dintorni degli edifici in cui [...] erano asserragliati, dietro transenne e cavalli di Frisia; [...] fuori casa; di portare pacchi sollo il [...] bombe confezionate nei laboratori della Resistenza avevano [...] pacchi avvolti in giornali e legati con [...] correre; di farsi crescere la barba; di [...]. Negli ultimi set mesi [...] generi alimentari si erano decuplicati. Il [...] soffriva la [...]. La parola magica («pane») [...] piccole manifestazioni, o scritta sui muri. Il Vaticano intensificava [...] «minestra per il [...] conventi e parrocchie, ma senza riuscire a [...] di [...] a cui si erano aggiunti [...] dal basso Lazio devastato dai bombardamenti, migliaia [...] di guerra, inglesi, americani, sovietici, migliaia di [...] italiani, di giovani renitenti alla leva, di [...]. Le ultime retroguardie tedesche [...] uscite da Porta Flaminia, e già le [...] V armata americana attraversavano Porta San Giovanni. In una Roma vuota, [...] il «prima» e il «dopo», cominciarono ad [...] portoni. La gente usciva, guardava [...] diffidenza, i [...] arrivati, i «liberatori». Poi, [...] tratto, il disgelo, le strette [...] mano, gli [...] ci, gli evviva. Io avevo passato più [...] nascosto in una casa che ho completamente [...] non ricordo [...] in una strada «umbertina», [...] Termini. Ero anch'io «bruciato». Koch aveva non solo [...] ma anche una mia fotografia formato tessera. Mio padre era stato [...] mio fratello per distribuzione di manifestini antinazisti [...] Liceo Tasso. Nella pensione di via Romagna, [...] non era stato molto maltrattato: solo «un [...] diceva. Non era nuovo a [...] aveva salito e sceso i tre scalini [...] Regina Coeli. In seguito mi parlarono [...] ammirazione. Sii dissero che sapeva [...] terra con delicatezza (le mani aperte a [...] un prigioniero scaraventato in [...] ore di tortura; o (arte non meno [...] con mollica di pane, i nidi delle [...] tutti i luoghi di detenzione erano infestati [...] insetti riuscirono a nascondersi nei suoi vestiti, [...] si moltiplicarono, c fummo costretti a [...] uscire dalle reti dei [...] e a [...] con candele e giornali. Quel mese e più [...] disegnando furiosamente, senza sosta, dalla mattina alla [...]. Uscii in una Roma [...] a casa, uscii di nuovo. Gli americani li incontrai [...] di via Sistina. Il primo lo abbracciai. La [...] uniforme color mostarda, [...] era tutta sudata. Sentii [...] delle sigarette «Carnei», e, [...] volta in vita mia, quello del whisky. Con stupore scoprii che [...] erano leggermente ubriachi. Così ricchi, così potenti, [...]. Al mattino, tutto il [...] occupava il centro della città, in [...] di bandiere. Gli scozzesi suonavano le [...] Venezia, americani e inglesi si lanciavano bottiglie [...] i sud-africani sfoggiavano grandi cappelli boeri adorni [...] leopardo, i [...] dalle gambe storte e [...] mandorla passeggiavano dignitosi c composti, con sulla [...] i [...] che i tedeschi temevano [...]. Montagne di cibo si [...] dal cielo, sulla città affamata. Dai forni si spandeva [...] pane vero, del pane bianco, un bianco [...] irreale. Gli americani regalavano cioccolata [...] quantità di scatolame, che [...] che a noi sembrava squisito. Ma la festa durò [...] le razioni si affievolirono di nuovo, ricominciammo [...] sazi, spettacoli di violenza, corruzione e miseria [...] cuore (migliaia di bambini poveri, di orfani, [...] lustravano le scarpe dei soldati americani, o [...] mano e li conducevano dentro equivoci portoni, [...] si moltiplicarono le rapine, le sparatorie, i [...] cocaina e sterline d'oro si trafficavano per [...]. [...] è vero, la libertà, [...] anche se i giornali non erano che [...] di carta [...] e mal stampata, che [...] dei [...] Ma [...] anche molta miseria, le [...] finite nemmeno per gli italiani liberati. Breve fu [...] venne presto [...]. A Natale, tanti di [...] si arruolarono nel nuovo esercito italiano, che [...] vecchio, riarmato e rivestito dagli anglo-americani, e [...] britannica. E qualcuno, che era [...] e ai calci di Koch, e alle [...] fu inchiodato sulla Linea Gotica dalle ultime [...] non vide mai la fine della storia. Arminio Savio! Poi [...] al domani, di colpo, tutto [...]. Era da mesi che [...]. Ma era il [...]. Stavo per strada, dalle [...]. È il cannone» mi [...] un pensiero. Era la mia, avevo [...] da solo. /// [...] /// Il rombo sordo nel [...] volta. [...] sosta, e un altro rombo. Mi salì dentro, tremante, [...] di gioia, un delizioso soprassalto di felicità [...]. Non ho provato mai [...] simile, di altrettanto corporalmente felice in vita [...]. Dopo mesi di assenza, [...] 2 giugno dormii a casa. Era una violazione seria delle [...] cospirative. /// [...] /// Si sapeva che eravamo [...] gli americani già stavano nei Castelli. Dilagavano nella Pianura Pontina [...]. E [...] sulla Prenestina, avanzavano gli inglesi. I tedeschi già facevano [...]. Anche mio padre era [...] dopo mesi. Quando ci ritrovammo tutti [...] ci [...] un po', ma senza [...] famiglia ci proibivamo di essere espansivi. Ma a [...] tutti insieme, così com'erano, [...] li sentii davvero mici. Mia madre cucinava rape, [...] mio fratello più piccolo costruiva perfetti aeroplani [...] padre pontificava. E ognuno di [...] ogni tanto. Poi, finalmente, il 3 [...] gli occhi nostri la fuga dei nostri [...]. Abitavamo sulla via Flaminia, [...]. E fin [...] del 3 giugno, sotto il [...] del cannone, udimmo altri rumori, [...] fra le serrande socchiuse, immagini [...] viste. Fragori lenti Bi veicoli pesanti, [...] marcia continua. Immagini di soldati [...] e stanchi, che uscivano [...] Roma; [...] piedi, in bicicletta, in fila, a muc-chi. Poi venne la notte, con [...] luna immensa, lucida, che sbalzava le ombre solenni e [...] degli alberi della collina di fronte, i [...] " [...] delle case vicine. Luce lunare ghiacciata e [...]. Per minuti, mezze ore, ore. Poi, la fiumana di [...] arrancanti si esaurì. Sopravvenne un silenzio astratto [...]. Poi un ultimo fragore, [...]. Uno stridore di pneumatici, [...] schianto secco, raffiche di fucileria, urla secche [...]. E poi ancora silenzio, [...] in campagna. E, dopo minuti [...] o ore? [...] un brusìo diverso, quasi di [...] ruscello nella calma estiva di un bosco notturno. Come ubbidissi a un [...] alle [...] de abbassate, le tirai [...] colpo, spalancai la finestra, mi affacciai. Via [...] minia era mondata di [...] a tre metri sotto [...] ne, per la prima [...] mia, vidi gli americani. Non erano un fragore [...] gommato. Veniva su da quelle [...] sconosciuto, come se quelle ombre fossero avvolte [...] diversa, acuta e amarognola, [...]. /// [...] /// Non vidi nessun volto [...] su. Le file procedevano lente, [...] processione. Poi, da lontano udii [...] gola, straniera, ma come ridente [...]. Poi un urlo, stentoreo, «Paisà! E un altro, più [...]. Lì per lì non [...]. Capii solo che erano [...]. E che stavano liberando [...] mia madre, i miei fratelli, da un [...] ci aveva oppresso da sempre. In quel momento la [...]. Io ero libero, cosa che [...] ero mai stato. Fu per questo che, [...] soldati tranquilli che camminavano sui marciapiedi di [...] paura, fui colto da [...] ilarità e di follia. E saltai sulla strada [...]. Ne presi uno di [...] camminavano, lo abbracciai e lo baciai. Quello, continuando a camminare [...] indiana, non solo non mi respinse, ma [...] bocca un sigaro fumante e me [...] infilò tra le labbra. Poi, con mio padre, [...] Flaminia, dalla chiesetta del Vignola fino a [...] la luna continuava [...] essere [...] luce che [...] quella notte. E al suo lume [...] con a destra e [...] file indiane di soldati americani che marciavano [...]. Quando arrivammo a piazza [...] svelleva sulla piazza inondata da migliaia di [...] sdraiati per terra. Nessuno ci chiese nulla, [...] ci fermò. Per noi era arrivata [...]. Poi la storia cambiò. Ma io quella notte del [...] non la dimenticherò mai. /// [...] /// Ma io quella notte del [...] non la dimenticherò mai. (0)
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