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Ad orec-chio, vien da [...] di Leopar-di che discendeva da frequentazioni sociali [...]. Le conversazioni [...] sono un ginnasio dove colle [...] delle parole e dei modi [...] per una parte e [...] fatti» (Discorso sopra lo stato [...] dei costumi [...] 1824). A queste guerre verbali mosse [...] similari-tà di impulsi -«gli italiani posseggono [...] di [...] scambievolmente e di se [...] à [...] colle parole, più che [...] nazione» -che se cambiano accento [...] in sonorità perché il riso le invade («per tutto [...] ride, e questa è la principale occupazione delle conversazioni»), Leopardi dà svariati nomi, persino edulcoranti: [...] ovvero canzonatura, presa in giro. Quel gusto di pungersi a [...] con le parole è [...] opposto della principale e neces-saria [...] di chi vuol conversare: che deve avere in gran [...] il rispetto degli altri, [...] proprio, [...] senza bassezza. Senza questi sentimenti non [...] conversazione. Tali sentimenti però fiorisco-no [...] una società, una «società stretta», almeno, di [...] dettino il to-no («tuono», dice Leopardi: «Il [...] questa nazione non esiste: ciascuno ha il [...] ton che fa costume e semi-na imitazione [...]. Altre cause, oltre [...] di società, tol-gono alla [...] humus di op-portunità. Infinite cose dipendono dal [...] Zibaldone (4031-32) [...] certezza che al perno [...] Italia e Spa-gna, nazioni che «non hanno [...] se ne dilettano»; [...] le nebbie danno qualche [...] lombarda; se si discende verso climi da [...] Roma [...] Napoli, «si chiac-chiera assai e si donneggia [...] si conversa». Quando [...] prati-ca della conversazione non trova [...] di espressione, pestifere sono le conseguen-ze: Leopardi le elenca: [...] costu-mi, malvagità morale delle azioni [...] ca-ratteri», egoismo e misantropia. Del salotto dove fiorisce [...] donne sono state iniziatrici. La marchesa di [...] creatura di salute imperfetta [...] finissimo, amabile, benevola, con un vero culto [...] al buon tono del suo salon come [...] grossolanità della corte di En-rico IV. Salotto seicentesco, il primo della [...] famiglia di [...] francesi. Le dame che ne [...] de [...] de Maure, de [...] ecc. [...] verso [...] del conversare muove da un [...] difensivo. [...] per esempio, che a [...] de [...] offre la giusta misura [...] compiutezza della conversazione. Il filo della conversazione, il [...] caritate-vole, è la disponibilità [...] ma prece-dentemente [...] una disponibilità strutturale che non [...] perdere il ritmo. [...] de [...] che tradì la [...] protettrice [...] du [...] aprendo un suo salotto (anche [...] fu fra i transfughi illustri) fece [...] una regola oraria: dalle 5 [...] 9 di sera, per dodici anni. Insonne, ansiosa, [...] du [...] grande conversatrice del secolo [...] Lumi, [...] moltissimo e sul finale della vita manifestò [...] piacere della parola sociale. Avrebbe voluto di più: [...] talento, senza oc-cupazione, senza dissipazione. Per [...] Voltaire le proponeva la [...] sicurezza della conversazione, «un pia-cere reale come [...] la giovinezza». In rari casi, dunque, persino [...] conversazione può non dare esaudi-mento. Però in molti ci sarebbe [...] che [...] bocca altrui e proprio sia [...] se non proprio «mezzo [...] di amore scambievole», come lo [...] Leopar-di. Irene [...] che fu maestra di [...] de-gli anni Cinquanta dava già per morto [...] tempo dei grandi conversatori. Orfa-no, il mondo sociale [...] di «migliaia di ragazze timide, di giovani [...] scapoli avviliti» che si chiedevano come avviare [...] conversazione. Suggeriva dunque i senti-menti base [...] -cordialità, attenzio-ne, comprensione: «Non occorre mostrarsi spiritosi, basta essere [...] stato [...] che ricalca [...] disposizione leopar-diana. Di seguito, banali mosse [...] consunto «Che bella giornata» può approdare a [...] cono-scenza. Classiche le tre grandi [...] radio, cinema, settimanali a ro-tocalco. Intorno a questi fari girava [...] fa) [...] dinamico della conver-sazione. Di televisione non si [...]. Da aggiungere al giro [...] della perfetta conversazione. Michela De Giorgio La conversazione [...] una capacità, una inclinazione. Con-versare è comunicare, ma [...] leggero senza essere pet-tegolo, approfondito senza essere [...]. È capacità di farsi [...] ascoltare, ed è anche voglia di [...] di godere delle proprie [...] al volo [...]. Ma oggi siamo capaci [...] Oppure questo modo di comunicazione, in [...] dire il vero mai [...] defini-tamente tramontato? Che cosa è cambiato in [...] gli altri fatto di parole, di gesti, [...] di conoscenza negli anni [...] Alberto Abruzzese, esperto di comunicazione, crede che la [...] ultimi anni si sia modificata profondamente e [...] tre fasi: quella prima [...] della te-levisione, quella della [...] e quella più [...]. Come era la conversazione [...] «La [...] in Italia ha sempre avuto carattere privato. Noi non siamo mai stati, [...] un pae-se ad alto livello di socializzazione e le [...] sempre rimaste separate dal nostro [...]. Questa estraneità ha pro-dotto una [...] quasi esclusivamente privata e domestica che non [...]. E con [...] della televisio-ne che cosa è [...] di questo [...] «La televisione ha fatto entrare [...] e [...] domestica. Lo ha fatto nei modi [...] cui [...] la [...] case attraverso le emozioni e [...] spettacolo che hanno, in effetti, avuto grande incidenza nella [...] domestica e hanno indotto una grande partecipazione. La conver-sazione, grazie allo [...] è modificata e ha incluso [...]. Certo chi conversava di [...] era uno spettatore, un semplice spettatore, su [...] spettacolo. E le conversazioni erano una [...] di comunicazione fra spettatori che non entravano di-rettamente nello [...]. Questo che lei descrive [...] del talk show perché [...] è entrato -se così si può dire [...]. Quindi possiamo dire che [...] stati di nuo-vo privati e che anche [...] domestica è stata elimina-ta? «In qualche modo [...] talk show ha realizzato un piano con-versativo [...] domestico sarebbe stato impossibile. Ci sono soggetti diversi [...] fami-glia, vengono trasgredite le buone maniere oppure [...] vengono portate su [...] di-versi [...] familiari. Hanno pro-dotto, insomma, un [...]. Ma nei talk show si [...] qualcosa [...] conversazio-ne, quella dei salotti, in [...] si [...]. È ancora viva, sia [...] schermo, [...] di conversare di cui [...] diciottesimo [...] «Quello era comunque un [...] molto limitati e di [...] del settecento in qualche modo si sono [...] media. I salotti, letterari o [...] di un élite, erano i soli luoghi [...] la comunicazione. Nel momento in cui sono [...] i media [...] stata una espropriazione di que-sti [...] e la nascita appunto della simulazione di una grande [...]. In questa enorme simulazione [...] parla ci sono anche mo-menti di crescita [...] conoscenza oppure sono fini a se stessi? O [...] puro spettacolo che prevede solo passivi-ta? [...] è della conversazione simu-lata [...]. Chi assiste al talk show [...] una di-sponibilità alla con-versazione che mai avrebbe potuto avere [...] suo spazio dome-stico. Il talk show non [...] un [...]. Che si riporta poi [...] «È riportato come esperienza. Il [...] protagonisti dei talk show abbiano [...] successo vuol dire che sono sottoposte al vaglio di [...]. Lei, quindi, dà una valutazione [...] di questa conversazione simulata? «Penso che dal momento in [...] comincia la stampa nella società [...] della tecnologia al biso-gno di [...] che nel corso [...]. [...] stata ostacolata la conversazione in [...] processo [...] , di omologazione senza la [...]. Sarebbe stato difficile rendere ricca [...] conversazione localizzata, [...]. /// [...] /// E lo dimostra il [...]. [...] la fase terminale della te-levisione [...] quella ricca di ospiti in studio, di talk show, [...] una conversazione singolare perso-nalizzata delle [...]. Oggi questo è possibile [...] sociale è cambiato non ci sono più [...] e socializzazione. Si passa quindi, di nuovo [...] una conversazione di nuova [...] anche se a distanza. /// [...] /// In questa conversazione [...] scompaiono. E scompare anche [...] Anche questo è solo in [...] vero. Anche questo è il [...] processo. [...] stata una prima fase nei [...] mass media in cui il teatro della con-versazione privata [...] stato trasferita nella scena, e lo spettacolo ha dominato [...] tutta la [...] forza. Già nella [...] talk show [...] decorativo e scenogra-fico si è [...] sempre meno importante mentre [...] è andata alla presenza delle [...]. /// [...] /// Quindi non [...] stato assolu-tamente [...] del corpo. Nelle reti, nei new media [...] può si-mulare una tattilità e una vicinanza dei corpi. La conversazione ritorna, [...]. Ritanna Armeni Nino Migliori [...] Chiacchiere [...] Madame de Staël: «È un piacere» Conversazione, [...] è tutta colpa della tv?) La conversazione [...] lunga centinaia di anni. Ma diventò [...] e potente nei salotti di Madame de Staël. Fu lei [...] de Staël [...] a Parigi presso i [...] volta promotrice di salotti [...] la conversazione in strumento ad altissimo grado [...]. Ecco come Madame de Staël, [...] dopo la fuga da Parigi nel 1792, [...] che calamitava intorno a sé gli intellettuali [...]. Il brano che riportiamo [...] libro che viene considerato il suo capolavoro, [...] «La Germania», primo manifesto romantico nei paesi latini, [...] repertorio tematico del romanticismo. Fu proprio «La Germania» [...] polemiche fra classicisti e romantici. Il benessere che si prova [...] una conversazione animata non consiste propriamente nel suo tema; [...] sono le idee, né le conoscenze che possono [...] spazio a [...] maggiore; è un certo modo [...] agire gli [...] sugli altri, di farsi piacere [...] e con rapidità, di parlare mentre si pensa, di [...] di noi stessi, di essere [...] senza fatica, di manifestare il proprio spirito in ogni [...] con [...] il gesto, lo sguardo, di [...] infine, a nostra volontà, quasi una specie di elettricità [...] fa [...] scintille, liberi gli [...] da un eccesso di vivacità [...] scuote gli altri da una penosa apatia (. Il corso delle idee, [...] a questa parte, è stato completamente diretto [...]. Si pensava per parlare, [...] essere applauditi, e tutto quel che non [...] sembrava [...] troppo di per [...]. /// [...] /// Si pensava per parlare, [...] essere applauditi, e tutto quel che non [...] sembrava [...] troppo di per [...]. (0)
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