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Eppure [...] è radicalmente diverso Due [...] New York Sotto una via di [...] (foto di Roberto [...] It [...] piccola piccola Non credo [...] sul fatto che, nel caso di questa [...] del giovanissimo David Leavitt. Pene e tormenti, insomma, [...] mondo agiato, di un microcosmo familiare [...] ormai a registrare il [...] le potenziali tragedie di una [...] che ha ormai stravinto [...] a se stessa, e quindi non alla [...] alla propria affermazione. [...] narrativo di Leavitt è [...] così [...] e così diffusamente metropolitano [...] neutro e in buona sostanza non [...] è [...] degli anni ottanta nel [...] che essa è estensibile ovunque ci sia [...] a identificarsi in questa regola suprema [...] post-industriale: vivere le proprie [...] la [...] come ovvietà ma anche [...] del quotidiano, rivestire di una patina elegante, [...] illustrativa un orizzonte esistenziale e sentimentale da [...]. A [...] bene, infatti, i racconti [...] Ballo di famiglia non costituiscono altro che [...] solo intreccio (anche dal punto di vista [...] a poche varianti, raggiustamenti di tiro in [...] progressivo avvicinarsi da parte di Leavitt a [...] che meglio esprima il fine precipuo di [...] studi da «natura morta», e cioè una [...] sottesa alla registrazione impassibile [...]. Gli ingredienti fondamentali [...] saranno [...] è il silenzio o [...] a dominare questo universo e la comunicazione [...] figli, fratelli e sorelle, amici e amanti: [...] parla molto e certo si comunica poi [...] non esattamente nulla. Quello che passa è [...] ridurre [...] di cancellare ogni accento [...] possano risultare di troppo, prosciugando con ostinazione [...] colore che sottragga il tutto alla grigia, [...] allucinante o proprio tipica di [...] che giace al fondo [...] moderna: come in Alieni, ad esempio, nel [...] che narra la vicenda fa [...] con il proprio marito [...] clinica psichiatrica dopo un incidente automobilistico, [...] con un uomo tornato [...] è stato e rimane pur sempre un [...] suoi figli, insieme simile e diverso dalla [...] appare più come tale. È in questo che [...] che Leavitt rappresenti qualcosa, una evoluzione ulteriore, [...] quel grande [...] sulla città, [...] urbano moderno che è [...] tratti salienti della narrativa americana del novecento, [...] sessanta in poi. In questo universo narrativo New York [...] diffusamente [...] luogo o un incubo [...] meraviglia che non si abita, ma da [...] abitati, qualcosa insomma che riguarda tutti, nativi [...] provinciali del [...] cittadini o inurbati, dentro Manhattan [...] di essa, nelle mille sue isole che [...] sobborghi estesi e riproducibili ben oltre il [...] un nucleo familiare in crisi, [...] e disperso, un evento [...] una coppia e i loro figli, in [...] ma anche una più comune «patologia della [...] cui orizzonte tutto viene assorbito e paradossalmente [...] normale, un dato del presente registrato in [...] anche il cancro o una malattia mentale [...] sono inclusi come una semplice ruga della [...] che è [...] faccia della norma. E tuttavia, [...] del paradigma [...] anonimo. Questa è una modalità [...] delle poche azioni, propria dei personaggi ma [...] e un tratto che Leavitt condivide pienamente, [...] sostanza del suo sguardo narrativo, ed è [...] che dietro la sagacia e [...] un po' fredda della [...] sì una acutezza della percezione e della [...] la [...] sostanziale modestia, una mimetica [...] e di strumenti. In [...] tutti questi racconti contengono una [...] di attendere, provenienti dal cosmo, i suoi veri familiari, [...] così ricongiungersi alle sue origini extraterrestri. Normalità e follia si [...] racconto, non da due versanti opposti, ma [...] la catastrofe non è di là da [...] del mondo è già [...] è semplicemente vissuta e [...] modesto presente di traffici quotidiani. Essa non è né uno [...] né una epifania né una attesa nu-minosa, non induce [...] ma pietà rattenuta, forse. In questo universo così moderno [...] così [...] urbano tutto è già accaduto [...] anche [...] diretta, come [...] metafora [...] una immagine che tutto include, [...] «scrittura» [...] contemporanea. La [...] valenza di simbolo è [...] forse con più forza là dove, come [...] questi racconti di Leavitt, essa non sia [...] neppure indirettamente evocata come un orizzonte, proprio [...] narratore di questi anni che non riveli [...] sia, direttamente o metaforicamente. E infatti, storicamente, da Melville [...] Fitzgerald, da James a Burroughs, New York è [...] vista [...] e possono ritrovarsi anche [...] California. Ma la scoperta che [...] contano era uno shock tragico, una vera [...] traumatica, in Leavitt è assente, volutamente rimossa [...] parentesi. Si tratta di una [...] e morale; tanto più significativa se raffrontata [...] da questo medesimo assunto riesce a ricavare [...] certo il narratore più ricco [...] che sia apparso in America [...] anni: parlo di Raymond Carver e dei [...] in Cattedrale (in italiano da Mondadori, [...]. Anche [...] e quello anonimo, svuotato [...] significativo rilievo, di una qualunque [...] americana, [...] storia v'è sempre un rapporto [...] coppia in cui un nulla (un oggetto, un dettaglio, [...] occasione minima) mette in luce [...] con una folgorazione che può [...] improvvisa o, con lenta accumulata tensione drammatica, fatta emergere [...] fatale non tanto delie circostanze quanto delle radici più [...] e inesprimibili di una deriva e di una sconfitta. A questo modo, quella [...] è una vera epifania, una soglia sulla [...] un abisso, il linguaggio e i sentimenti [...] affacciano per un attimo brevissimo e intenso. Come accade alla coppia [...] Piume, [...] finché tiene fede al patto interno di [...] fino alla sera in cui, accettando un [...] in casa [...] arrivando in questo luogo [...] periferia muniti [...] mappa come affrontassero [...] un pavone meraviglioso plana [...] e poi domina, unitamente a un neonato [...] cena e la conversazione fra i quattro: [...] e non solo tutto schiacciato su frasi [...] parsimonia del dire, ma letteralmente mediato e [...] acceso. Il pavone, la [...] selvaggia e straniera bellezza, [...] della coppia [...] irrompere nelle loro grigie [...] cecità, di una luce del possibile, insieme [...] non a caso è quella sera, tornando [...] senza un perché la donna decide di [...] rovinando così per sempre la loro vita. [...] la visione rivela e [...] da quel che accade in Cattedrale, dove [...] la mano e la mente ostile e [...] a disegnare qualcosa che non conosce, una [...] alla fine entrambi, ad occhi chiusi, a [...] vedono, esperiscono in una parola, dentro due [...] diversi «sguardi», il lato segreto e imprevedibile [...] fondale in ombra delle proprie emozioni. Nessuno come Carver sa [...] catastrofe, quanta tragica necessità [...] dentro e dietro la [...] delle afasie della comunicazione intersoggettiva, ma anche [...] dietro i tranquilli e [...] oggetti e simboli della [...] ogni giorno: nelle vitamine che fanno la [...] la rovina di una donna in [...] o nel frigorifero che [...] non congela più, non conserva né il [...] disintegrazione del disoccupato che decide di non [...] in un certo senso di «conservarsi» vivendo [...] racconto [...]. Anche stilisticamente, nella straordinaria [...] lentamente accumula e scava la sfumatura e [...] Carver, come Leavitt, sceglie la [...] e la misura, una [...] ridotta, sottotono, sempre al di qua di [...] in più, alla vista interiore neghittosa e [...] protagonisti: ma il fine, e [...] sono radicalmente antitetici. Da questa adesione Carver ricava [...] la registrazione [...] ma la rivelazione della [...] negatività, non [...] accettazione di ciò che c'è, [...] lo svuotamento [...] per le sue stesse vie [...] attraverso i suoi labirinti, finché attraverso di esso, entro [...] America, nel cuore del suo più anonimo e uniforme [...] urbano, è un altrove che si affaccia, e una [...] del possibile, indeterminato e ambivalente, rivela [...] fondo della vita contemporanea. Vito Amoruso Michel Serres Iniziò [...] conferenza [...] con [...] di [...] dopo [...] e mezzo. Si trovava al Teatro S. Prospero di Reggio Emilia [...] era piacevolmente riempita dalla gente. Decise di avanzare In [...]. Giunto a metà della [...] del calcoli che aveva fatto [...] e fu preso [...]. [...] Mario Porro (traduttore fedele [...] libri e grande ammiratore del filosofo francese) [...] seducente del suo maestro con sintetiche traduzioni; [...] spazi Serres pensava: forse è solo un [...] bene. Era invece Inevitabile che, [...] a meta del tempo che si era [...]. Sentì [...]. E diventò ancora più [...] del terzo intervallo di tempo; senti [...] di queste metà che Io [...] Interminabile davanti a sé, e la voce fermarsi [...]. Non sarebbe mal riuscito [...] conferenza. Banale fantasia a occhi [...] lettore di Serres che aspetta [...] del suo Intervento, ricordando [...] Zenone che parte da Atene per Imbarcarsi [...] Elea. In realtà, Serres Inizia [...] tra questi due pur. Ha capelli bianchi e profilo [...] e si appassiona e si diverte nel creare [...] e pause [...] del discorso. Chi si occupa di [...] umane e scienze esatte lo sconosce bene. Insegnante dal 1969 di Storia [...] alla Sorbona, autore di «Lucrezio e [...] della fisica» (Sellerio); di [...] saggio su Jules Verne (Sellerio); e di [...] Nord-Ovest» (Pratiche Editrice), per citare solo i libri [...] Italia, è epistemologo e filosofo ed autore di [...] considerati avventure del pensiero. Tema principale di riflessione: il [...] visto nella [...] pluralità. Cioè il tempo biologico [...] che procede [...] in [...] direzione, dalla nascita alla morte: [...] tempo [...] che va [...] verso il disordine della materia; [...] tempo della storia, fatto di accelerazioni e Incredibili ritorni. Filosofo delle meteore e [...]. Il suo oggetto ideale [...] è il cristallo dalle torme esatte e [...] nube, dai contorni indistinti, di cui non [...] Iniziali e neppure la precisa evoluzione. Una forma mutevole Michel Serres [...] soluzione al celebre enigma [...] Edipo. E [...] «spiegata» con una conferenza E [...] la [...] emerge sporadica da un caos [...] infiniti possibili equivalenti. Infantilmente affascinato dai viaggi, [...] da marinaio, dice di sé: [...] Porto in me un [...] steppa, dal [...] dalla banchisa, dal Pacifico, [...] conoscenza delle cose, né la [...] stazione dei mari, né [...] della vita, sono riusci i a liberare [...] Jules Verne». [...] della sala dove si tiene [...] conferenza si distribuisce a tutti (o [...] fotocopia di una Sfìnge, che [...] in mano una testa, di ariete. Perché tanta mescolanza si [...] Serres? Un animale con corpo bestiale e testa umana [...] testa di bestia. Perché le statue divine [...] di uomini c bestie e perché (racconta Erodoto) [...] dio [...] decise di mostrarsi al [...]. Sembra complicato, ma provate [...] movimento che fa Àbramo mentre sta uccidendo [...] Isacco e ferma te vi [...] a metà della pugnalata. In quel momento, [...] del sacrificio, vedrete metà [...] agnello che si sta sostituendo [...]. Questo, dice Serres, era [...] cui [...] si nascondeva [...]. Poi Iniziò a sacrificare [...] Invece delle bestie, ed iniziò II suo sviluppo [...] di 2001 di Kubrick, che scopre che [...] in mano può uccidere? Dopo è solo [...] ma II salto di qualità è tatto, [...] poi diventerà [...]. A questo punto, inizia [...] puntate di Serres, o meglio, la rivisitazione [...] Sfinge e di Edipo, uno di fronte [...] sulla strada che porta [...] Tebe. Qual è [...] che al mattino cammina [...] a mezzogiorno con 2 e la sera [...] Se Edipo non [...] se risponde muore la Sfinge. Chi morirà? Edipo no, [...] è [...]. Serres neanche perché dice [...] vero. Muore solo la Sfinge. E qual è la [...] Serres? Lo sapremo alla prossima [...] Il filosofo sorride contento, [...] gioia dal pubblico e lascia la parola [...]. La [...] di Serres è questa: quello [...] 4 zampe è [...] della storia; è la sfinge [...] della quale si nasconde [...]. Quello a 2 è [...] erge nudo, esce dalla bestia, e si [...] il suo sviluppo. Quello a 3 è [...] impara ad usare gli oggetti e che [...] il Tribunale (pare che la parola derivi [...] che si unirono [...] Roma). Però, la risposta non [...] in realtà il tempo non procede solo [...] ci sono molti mattini nello stesso momento [...] non finirà, e ricomincerà con un nuovo [...]. Tutto è mischiato e [...] contemporanei di sacrifici umani e di realtà [...]. Forse questa sera stessa, [...]. Brivido di paura in [...] si comincia a chiedere: quante metà mancheranno [...] indaga sul teatro «La Fenice» VENEZIA [...] preliminare è stata avviata [...] Repubblica di Venezia, sulla base di tre [...] alcuni aspetti della gestione amministrativa [...] autonomo teatro «La Fenice». Nelle missive si farebbe [...] artistica del maestro Italo [...]. Appena esse arriveranno [...] le sue e si provvedere [...] rinnovo dei consigli». Dopo il grande successo [...] tutti i progetti della Moriconi. Valeria Mori-coni, una delle [...] teatro italiano, sfugge totalmente al clichè consolidato [...] maturità [...] per tirare i remi [...]. Il suo ultimo personaggio, [...] (in questi giorni al Teatro Lirico [...] Milano), una vedova matura che [...] di un ragazzo e [...] una rivale più giovane di lei, portato [...] Stati Uniti e in Germania, malgrado il successo [...] ha tolto, né limitato le caratteristiche basi [...] intelligente e [...] da protagonista: la curiosità [...]. Dice: «Sono sempre stata [...] sperimentare e sperimentarmi. Credo che solo in [...] in [...] come la nostra di [...] e artistico abbia un senso». È una dichiarazione in [...] "Valeria Moriconi che ci ha abituato a [...] a bruschi giri di pagina, che però [...] sempre un senso profondo. Così la notizia circolata [...] suo Cechov in teatro con il regista Nikita [...] è da vedere proprio [...] una perenne voglia di [...] in discussione. Mi è venuta voglia, [...] visto i film di [...] in particolar modo Partitura [...] meccanica tratto dal Platonov. Mi è sembrato che [...] tutto quello che io pensavo su Cechov. Così gli ho scritto nel [...] dell'anno scorso per [...] se era disposto a lavorare [...] dalla Russia con attori stranieri. Lui mi ha scritto [...] spiegandomi che dovevo fare una richiesta ufficiale [...] Cultura, cosa che ho fatto». Ho riscritto a chi [...] aspetto risposta. Intanto, però, ci siamo [...]. Lui mi ha parlato [...] io dei miei sogni. [...] stato un incontro straordinario: lui [...] spagnolo [...] una [...] "tata" era una spagnola che [...] abbandonato la Spagna per sfuggire [...] di Franco [...]. Nel corso di questo [...] colazione sul Tevere, abbiamo parlato soprattutto del "Platonov" [...] Cechov». Non so ancora quale [...] futuro, qualora il "progetto [...] dovesse andare in porto. Per quel che mi [...] gettato un sasso: non credo che i [...] Io lasceranno sfuggire. Per quel che mi [...] miei rapporti con il Teatro di Roma [...] impegni con Scaparro, che ne è il [...] il regista della [...] oggi come oggi posso [...] sono "in attesa". Aspetto infatti che Scaparro [...] questi giorni non appena II fu Mattia Pascal [...]. Da parte mia quello [...] oggi, è fare qualcosa che abbia un [...] significa, per me, [...] dialogare con persone di [...] dei rispettivi ruoli su di un progetto [...] si [...] totalmente. Sento [...] vera di sperimentazione che [...] uno specchietto per le allodole, ma un [...] mi spinge a [...] confrontare la mia "aria" [...] teatro, delle idee». In teatro siamo arrivati a [...] tran tran che va bene per tutti, a un [...] che mi pare molto triste. Chi fischia più, chi [...] dissenso? Mancano il coraggio, le idee, salvo [...] di diamante. Oggi nel teatro italiano [...] siamo diventati un serbatoio di voti, la [...] imperversa anche [...]. E non mi si dica [...] faccio una battaglia di retroguardia. Del resto sono in [...] me la pensava Eduardo e oggi Carmelo Bene». /// [...] /// Del resto sono in [...] me la pensava Eduardo e oggi Carmelo Bene». (0)
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