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La lunga intervista, condotta [...] Giancarlo Bosetti ed a cura di Paolo [...] ruota sui temi della [...] della Bicamerale, e della non cessata pericolosità [...] Tangentopoli. Alla Bicamerale i magistrati [...] non sono con-vinti che veda imboccata una [...] delle carrie-re (tra la funzione inquirente e [...] ritengono che per dare a tutti garanzie [...] sia bisogno di toccare la Costituzione. Infine [...] è ancora in circolazio-ne [...] Tangentopoli, si tratta di centinaia e centinaia [...] che continuano ad inquinare la vita pubblica. Fu Gherardo Co-lombo a [...] di condono [...] del 1992. Eravamo agli albori di Mani Pulite [...] con [...] di Mario Chiesa il [...] 1992. Avevamo davanti a noi [...] ribolliva, una se-rie di coperchi che erano [...] sommerso che stava emergendo e del quale [...] ancora la di-mensione reale. [...] di isti-tuire norme che [...] velocizzare il pro-cesso di scoperchiamento di tutte [...] una legislazione premiale che ser-visse a incoraggiare [...] le denuncie e a smaltire i processi. Con [...] del tempo la nostra [...] più approfondita e ci sia-mo resi conto [...] giudiziario alcuni strumenti che [...] a rompere [...] di Mani Pu-lite ma [...] ad altri interventi che abbiamo sempre sollecitato [...] del dirit-to societario, [...] della pubblica amministra-zione e [...] pubblici appalti, a creare le premesse per [...] tasso di corruzione nel paese. Noi, in tutti questi [...] limitati a questo, non ab-biamo mai parlato [...] ma abbiamo sempre proposto soluzioni giudiziarie per [...] occorrono quindi una normativa [...] disponi-bilità del potere legislativo, quindi di quello [...]. /// [...] /// Per me [...] via di uscita possibile [...] è la sentenza, il problema vero semmai [...] arriva-re il prima possibile alla ema-nazione delle [...]. Invece stiamo correndo un [...] la prescrizione dei reati. E non dipende da [...]. Oggi la situazione è [...] i nostri im-putati hanno capito che [...] la possibilità di ottenere [...] i reati di corruzio-ne e illecito finanziamento [...] più il patteggia-mento, fuggono dai riti alter-nativi [...] prendere tempo. E poi [...] il grosso pro-blema delle rogatorie [...]. In pochi lo sanno [...] questi anni di indagine abbiamo avuto una [...] assolutamente ir-risoria, del [...]. Credo di [...] dimostrare che tutto quello che [...] scoperto sino ad oggi con le indagini di Mani Pulite è solamente una minima parte di ciò che è [...] successo. Il grande tesoro di Tangentopoli [...] stato an-cora recuperato. E se non si [...] buon [...] dei fatti, il potere [...] chi i fatti li cono-sce e di [...] ancora stato scoperto, è altissimo. Così co-me è altissimo [...] in-quinamento della vita pubbli-ca. Dobbiamo ancora sapere chi [...] soldi [...] e che fine hanno [...]. E sapere che fine hanno [...] i soldi significa, in primo luogo, [...] chiarendo una volta per tutte [...] lati oscuri [...] e in se-condo luogo evitare [...] enor-mi masse finanziare abbiano una portata destabilizzante sul-lo Stato. Dico questo perché al-cune [...] dimostrato che chi ha realizza-to grandi guadagni [...] di Tangentopoli oggi è in grado di [...] stato o di partecipazio-ni statali. O ci può provare. Ogni tanto leggo sui [...] di chi dice a un altro: perché [...] eri con me quel giorno. E una funzione destabilizzante ce [...] a mio avviso, anche tutti i fatti che ancora [...] stati scoperti. Faccio un esempio: [...] un circuito finanziario mol-to complesso [...] di conti ci-frati, [...] del quale la guardia di [...] ha accertato la presenza di almeno 250 mi-liardi, una [...] pari al gettito previsto nella finanziaria [...] delle sigarette. Na-turalmente si tratta di [...]. Noi siamo riusciti a [...] solo di cento miliardi. Degli altri non sappiamo [...]. Non sappiamo, soprattutto, che [...] o operazio-ni finanziare si stiano facendo con [...]. Cosa si può fa-re? Innanzi [...] la prescrizione dei reati quando ci sono [...] cor-so. Se [...] giudiziaria non lavo-ra, inevitabilmente [...] numero di anni lo Stato perde interesse [...] reati. È naturale che ciò avvenga. In Mani Pulite abbia-mo [...] situazione, [...] interesse a perseguire tutti i [...] ma [...] non dipende [...] precedente ma da altre circostanze [...] quali, ad esempio, le sopracitate ro-gatorie internazionali. Insom-ma, non stiamo perdendo [...] fanno perdere e in una situazione come [...] di prescrizione andreb-bero rivisti. Poi bisogna adotta-re una [...] e regole atte a prevenire la corruzione, [...] esem-pio, alcuni settori economici e gli atti [...]. Dal 1992 ad oggi [...] sia stata fatto nulla che vada in [...]. Bosetti: Quando si parla [...] Tan-gentopoli, [...] stessi qualche volta avete detto in passato [...] parte della corruzione era da scoprire e [...] erano [...]. [...] in [...] PARE CHE Che Gueva-ra non [...] trop-po. Avevano combat-tuto insieme [...] al dicembre del 1965. Il Che era arrivato [...] alla testa di duecento cubani. Volevano sollevare la rivolta [...] considerato una marionetta installata [...] palazzo presidenziale. Al loro fianco il Che [...] suoi avevano trovato questo Laurent Désiré Kabila, [...] tutto Marx e Lenin. Il suo curriculum rivolu-zionario [...] ri-spetto. Era stato discepolo di Pierre [...] che [...] del [...] sarebbe mor-to a [...] sotto tortura, ad opera di [...] ufficiali di [...]. Ma il suo faro, [...] africani, era Patrice [...] il leader indipendentista ammazzato [...] Cia [...] gennaio del [...]. Kabila aveva creato il [...] (partito rivoluzionario del [...] e [...] degli an-ni [...] si era ritirato con i [...] sulle montagne prospi-cienti il lago [...]. Più che altro controllava [...] le truppe di [...] e poi di [...]. Arrivò dunque il Che [...] e una valigia piena di libri e [...]. Sì, perché il Comandante [...] fiori e piante della giungla. Pare gli venisse un faccione [...] come una zucca e la-crimasse come una fontana. Ma in quei mesi non [...] quella la [...] sola preoccupazio-ne. Si accorse ben presto [...] gruppo di Kabila la rivolu-zione non sarebbe [...]. Anzi, sarebbe finita dietro [...]. Avrebbe poi raccontato che [...] africani avevano una certa tendenza al «pa-rassitismo», [...] interessi» e che in-somma non offrivano suffi-cienti [...] militari. E alla fine [...] una volta [...] ben installato a [...] il Che rimise in [...] inala-tori e tornò in aereo [...]. Laurent Desiré Kabila continuò [...] governativi dalle sue mon-tagne inaccessibili. Ma i be-ne informati [...] guerriglia non fosse più in cima ai [...] che per lunghi periodi si sia de-dicato [...]. Di quali affari si [...] dato sapere. Certo è che il [...] il maresciallo [...] Za [...] (ov-vero «il gallo che [...] guerriero che va di conquista in conquista [...] possa [...] trovò nei decenni successivi [...] moti-vi di conforto. Per questo oggi Kabila ripete [...] nelle piazze delle città che gli cadono in mano [...] pere marcite dal sole e [...] «Dobbiamo rovesciare [...] e [...] della storia! Kabila è ormai un [...] quanto energico. In novembre le sue truppe [...] erano più di cinquemila uomini. Oggi si parla di [...] di soldati agli ordini di que-sto signore [...] di una storia che pareva ormai consegnata [...] agli archivi della Cia e del [...]. [...] Zaire -che lui chiama ostinatamente Congo -è alla [...] portata. Di lui ci si [...] Wa-shington e Parigi e al palaz-zo di vetro [...] New York. Eppure di lui si [...]. Sarebbe como-do [...] in una logica etnica, ma [...] si può. Non è un [...] vale a dire un [...] dello Zaire. Originari del [...] i [...] vivono in quelle zone da [...]. Formano buona parte delle truppe [...] Kabila, ma lui nega che ne costitui-scano la natura [...] i [...] dice Kabila, sono solo una [...] componenti del suo eserci-to. Lui vuole «liberare il Congo», [...] il do-minio di [...]. Ormai lo conoscono an-che [...]. Raccontano i giornalisti inviati nella [...] che le discus-sioni politiche fervono [...] degli «alberi delle chiacchiere», piante fronzu-te sotto le quali [...] usa ritro-varsi e scambiare qualche idea. Ci sono i [...] favorevoli a [...] e gli oppositori, in [...] leader carismatico [...]. È stato [...] a regalare a Kabila una [...] di valido interlocu-tore: «Con lui bisognerà ne-goziare». E così, aiutato dal-la [...] militare, Laurent Désiré Kabila oggi appare a [...] lontana [...] come «un liberatore». Si allarga la [...] ba-se di consenso, dopo [...] di giungla e contrabbando vissuti [...] che nella clandesti-nità. Il suo nemi-co storico, [...] nella [...] sontuo-sa villa di [...] sulla Co-sta Azzurra, è [...] e isolato, oltre-ché malato. E Kabila assapora la [...] impressionante rivin-cita. [...] giorno era a [...] dove aveva raccolto in piaz-za [...] persone. Ha parlato alla folla, [...] in swahili. Ha ancora detto [...]. Nessuno di noi ha [...]. Non pos-siamo fare tutto da [...] gior-no [...]. Ha parlato per due ore [...] braccio, conclu-dendo al suono di una fan-fara. Ha anche espresso la [...] sprechi della pubblica amministrazione: «A [...] abbiamo trovato trecento funzionari [...] lavoro per il quale ne ba-stano una [...]. LE SUE COMPETENZE sono [...] col-laboratori sconosciuti, il suo governo «in [...] un mistero. Ma Kabi-la avanza come [...]. Si dice che sia [...] di paglia delle voglie [...] di [...] e Ugan-da, ai quali non [...] uno Zaire a fette. E che dietro [...] e Uganda ci sia [...] Stati Uniti, e che questo schieramento spieghi [...] nel so-stenere il traballante [...]. Kabila nega e ripete [...] scopo è la «liberazione del Congo» e [...] tiranno che [...] da più di [...]. Nel frat-tempo i produttori [...] dello Zaire si sono già dichiarati disposti [...] il signor Ka-bila». La pensano diversa-mente centinaia [...] profughi [...] sperduti e ischeletriti nella [...] della frontiera orien-tale. Ma questa -direbbe Kabila -è [...] storia. /// [...] /// Ma questa -direbbe Kabila -è [...] storia. (0)
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