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Otto anni, tre mesi, [...]. [...] i numeri della prigio-nia [...] Vittorio Foa, giovane cospira-tore torinese di [...] Libertà» quando viene arrestato [...] dirigente della Resistenza col Partito [...] nel 1943. Quei nu-meri vanno assieme [...] nu-mero: 525. Sono le lettere di Foa [...] che cuciono gli anni di ga-lera: Regina Coeli, Civitavecchia, Castelfranco Emilia. Oggi le ha raccolte quasi [...] Fe-derica [...] (502, per [...]. In uno straordinario «classi-co» [...] stare ac-canto ai testi [...]. Per intendersi, accan-to ai «Quaderni» [...] «Lettere» di Gramsci, o a «Socialismo libera-le» [...] Rosselli. In que-ste «Lettere della [...] Foa (sono [...] pagine 1113, lire 34. Detto [...] la moralità antifascista come [...] di vivere e «antireto-rica». E anche sul [...] di una ricerca libertaria, fatta [...] letture eterodosse e non: Platone, Croce, Céline, [...]. Fu [...] carceraria che vide, assieme [...] Vittorio Foa, Er-nesto Rossi, Riccardo Bauer, Massi-mo Mila. Quasi [...] di re-clusi [...]. Ma che in seguito [...] e contadini, socialisti e comunisti [...] di va-ria provenienza. Tante, in questo contesto [...] lettere, sono le intuizioni in anticipo sui [...] espansiva della democra-zia, la genesi nazionalista e [...] fascismo, le illusioni carismati-che e fataliste del [...]. Su tutto però prevale [...]. La «tenerezza». La dolcezza di un [...] galera: quello con cui Foa faceva coraggio [...]. Per lenire [...]. /// [...] /// Vittorio Foa, i revisionisti [...] gli antifascisti di non percepire il consenso [...]. [...] che il suo episto-lario [...] tra con-sapevolezza lucida e tentativo di analisi [...]. Le chiedo allora: come ha [...] a «reggere» [...] «Mi ha aiutato [...] dei tempi lunghi. La ricerca di dettagli [...] una prospettiva che travalicasse la [...]. Ad esempio, davo grande [...] che un romanzo di Franz [...] sullo sterminio degli Armeni [...] avesse avuto in Italia [...] un grande successo. Era-vamo nel 1939, dopo [...]. Poi in verità ci [...] risorsa di alcuni straordinari incontri for-mativi a Regina Coeli: [...] Ernesto Rossi, Riccardo Bauer, Massimo Mi-la. /// [...] /// Fuori però [...] tanti tuoi coe-tanei fascisti o [...]. Che cosa [...] «Non mi sentivo superiore ad [...] proprio perché comprendevo a pie-no [...] regime. [...] borghese, destinato a fare [...] a sposarsi, ad andare in [...]. E ciascuno dei miei [...] strada più o meno prefissata. [...] di un destino già deciso [...] faceva paura. Mentre in-vece il carcere divenne [...] scelta di autonomia. In fondo il [...]. Chi, invece, ha con-tribuito a [...] a [...] prima [...] una storia familiare generica-mente antifascista. E alcuni episodi. [...] assistito alla distruzio-ne della Camera [...] Lavoro a Torino. Il de-litto Matteotti, che [...] angoscia. Poi ero compagno di [...] Pajetta, già comunista e che am-miravo. Ne fui in-fluenzato moralmen-te, [...] arrestato. Alla fine tro-vai «Giustizia [...] Liber-tà», [...] cui, da non co-munista, potei sentir-mi coerente [...]. Ma come spiegava [...] «Con la vittoria di massa [...] na-zionalismo. Autentico [...] nella quale, da ebreo laico [...] italiano, avevo creduto: la formazione della nazione italiana nella [...] e [...]. Quel [...] coinvolse anche il [...] uno stato guida, una [...]. Che giudizio dava, e [...] movimento interventista demo-cratico favorevole alla grande guerra? «Fu [...] di massima con-traddizione tra democrazia e nazio-ne. La borghesia intellettuale e [...] che quella fosse [...] guerra di un processo [...]. In realtà in quella scelta [...] nazio-nalismo e del fascismo. Un vero dramma. Anche perché la guerra del [...] fu una carneficina inu-tile. E io, che allora [...] Gio-litti, in seguito lo rivalutai, specie [...]. /// [...] /// Di lui ab-biamo ammirato [...] la coerenza. Un ragazzo che ha [...] no! Lui mirava alla rivoluzione [...] da elitista svalutava il momen-to rappresentativo della [...]. Gobetti era un [...] convinto che il [...]. Noi azionisti invece ritenevamo [...] dormissero, e che li si potesse risvegliare [...]. Ma da dove le [...] «Mi veniva dalle correnti [...]. [...] destra storica italiana, capace [...] e affascinanti di progresso. Con Minghetti, Spaven-ta. In galera, da uomini [...] di Platone o di Croce. E colpisce la [...] passione [...]. Croce ci ha aiuta-to molto [...] la [...]. Mi ac-corsi che i [...] appel-lavano a una necessità storica, teo-logica. Che essi stessi poi [...] loro inappellabili decisioni. Una diagnosi che ho [...] gli anni del Partito [...]. E che poi ho [...] nel dopoguerra, quando [...]. Ed ecco la domanda [...] tutto, lei è sempre [...] «È una domanda che [...] sono fatto molte volte. La risposta più immediata [...] comunisti abbiamo potuto fare [...] antifa-scista. In realtà sono stato [...] anche negli anni del patto [...] tra il 1939 e [...]. Malgrado il dissenso avverti-vo [...] stavano moral-mente con gli inglesi, allora i [...] testa ai i tedeschi. Comunque ho sempre creduto [...] nella riformabilità, del comunismo. Tutti quelli che oggi [...] «Li-bro nero» non hanno forse applau-dito [...] E [...] non era comunista? Certo, [...]. E [...] stato an-che più a [...]. [...] «Molto più a sinistra dei [...]. Il mio [...] proveniva [...] di lavoro operaio degli anni Sessanta. Nelle rivendicazioni operaie scorgevo [...] libertà, di autonomia umana contro la sofferenza. Istanza coerente con la [...] sociali-smo, che è poi [...] che conservo, sia pur [...]. Nel suo [...] del 1964 vinceva [...]. Lei invece in carcere [...] «Sì, negli anni Sessan-ta, a differenza che [...] nesso col ri-formismo non [...]. È riemerso dopo. Un da-to costante invece [...] alle insufficien-ze della democrazia. Come quando in [...] sulla Russia, me la prendevo [...] la cede-volezza della Francia e [...] a Mo-naco. Altro tema delle [...] è la rivalutazio-ne delle eresie [...]. [...] ancora? «Sì, molto. Un filone da riscoprire [...]. Che io ri-collego alla [...] del singolo, e anche alla fine [...] politica dei catto-lici. Che non mi pare reversibile, [...]. Si può dire che [...] rifor-mista? E che, oltre a Giolitti, ha [...] il povero Turati, [...] «Sì, si può dire. E quanto a Turati, [...] suo sforzo di portare al governo i [...]. Però, perché non [...] riuscito? Perché Tu-rati non [...] nel 1920-21. Gli operai invece scel-sero la Russia, una patria statale e universale. Tutti a sinistra subivano [...] Russia. Sebbene poi Rosselli, a Parigi, [...] sentisse dare del [...]. Solo perché gli aveva [...] lottate per la [...]. E [...] malgrado non amassi i [...] in carcere mi affascinava di essi era [...] eresia irridu-cibile». E adesso, la domanda [...] si fa nel libro, e che però [...] quel che ha fat-to? «Ho scritto che [...] è giusta. Si fa la figura [...] si risponde: [...]. Si nega la [...]. Croce rifiutava la storia [...]. Anche per questo non vuole [...] «No, perché io credo [...]. Può ben esserci, sempre, una [...] diversa, eventuale. Ma solo [...]. Forse la storia eventuale è [...] posto [...] diDio. Bruno [...] Il romanzo di un [...] giusta e ingiusta nelle [...] Vittorio Foa Tariffe di abbonamento Italia Annuale Semestrale [...] L. Via Bettola 18 -20092 Cinisello Balsamo (MI) Tariffe pubblicitarie A [...]. /// [...] /// Direzione Generale: Milano 20124 -Via Giosuè Carducci, 29 -Tel. /// [...] /// Sede Legale: 20123 MILANO -Via Tucidide, [...] bis -Tel. /// [...] /// Roma -Via Carlo Pesenti 130 [...] Industria Poligrafica, Paderno Dugnano (Mi) -S. Statale dei Giovi, 137 [...] S. /// [...] /// Statale dei Giovi, 137 [...] S. (0)
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