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Abbiamo rin-tracciato alcuni suoi [...] per temi. [...] al libro «Fabrizio De André», [...]. Religione Ho licenziato Dio /gettato [...] un amore / per [...] il vuoto [...] («Cantico dei drogati», 1968). Mai più mi chinai e [...] su un fiore / più non arrossii nel rubare [...] mi convinse che Dio / non sa-rebbe arrossito [...] il mio («Un blasfemo», 1971). Domani alle tre / [...] cadrà / senza il prete e la Messa [...] un suici-da non hanno pietà («La bal-lata [...] Miché», [...]. Si sa che la [...] / sentendosi come Gesù nel tempio / [...] la gente dà buoni consigli / se [...] dare cattivo esempio [...]. Giustizia Ascolta / una [...] giudice come me / giudicò [...] gli ave-va dettato la legge: / prima [...] dopo / la legge («Sogno [...]. [...] statura non dispensò più il [...] umore / a chi alla sbarra in piedi mi [...] Vostro [...] al boia fu un piacere [...] tutto mio. Impic-cheranno [...] con una corda [...] / è un privilegio raro [...] rubò sei cervi nel parco [...] 1968). Di respira-re la stessa aria [...] dei secondini non ci va / e [...] deciso di [...] / durante [...] di libertà / venite adesso [...] prigione / state a sentire sulla [...] / che vi ripete [...] vol-ta / per quanto voi [...] crediate assolti / siete lo stesso coin-volti («Nella mia [...] di liber-tà», 1973). Spesso gli sbirri e i [...] / al loro dovere vengono meno / ma non [...] sono in alta [...] / e [...] al primo treno («Bocca di [...] 1967). Prostitute [...] a [...] fan [...] / [...] madama [...] testa, a [...] che festa / e a [...] luciâ de [...] e de [...] / ghe fan [...] anche i [...] / mama damme ë palanche [...] anâ a [...] (quando alla domenica fanno il [...] / cappellino nuovo, nuovo il vestito / con la [...] in te-sta, [...] che festa / e a [...] dondolare di cosce e di tette / fanno chiasso [...] i più pic-coli / mamma dammi i soldi, voglio [...] al casino: «A [...] 1984). [...] pro-prio perché voi siete il Sire / son cinquemila lire / è un prezzo di [...] («Carlo Mar-tello», 1968). [...] chi [...] lo fa per noia / [...] se lo sceglie [...] né [...] né [...] / lei lo face-va per [...] («Bocca di [...]. Lotta di classe E [...] detti / non sta suc-cedendo niente / [...] / arresteranno qualche studente / convinti che [...] / a cui avremmo giocato poco / [...] assolti / siete lo [...] («Canzone del maggio, 1973). E un errore ho com-messo [...] abortire il figlio del bagnino [...] poi / [...] con dolcezza / [...] gelati e le bandiere / [...] fate più scommesse sulla figlia del droghiere («Rimini», 1978). E cosa ne sarà [...] Charlie [...] che cadde mentre lavorava / e dal [...] sulla strada? [...]. Fabrizio De André è [...]. Ieri suonava a Catania, [...] sarà a Palermo. Le date successive: 11 Senigallia, [...] Firenze, 15 Vercelli, 17 Cernobbio, 18 Trieste, 21 Brescia, [...] Alessandria, 25 Trento, 27 Livorno, 28 Sanremo. In dicembre, il tour [...] Venezia [...] poi il 6 a Reggio Emilia, [...] e il 9 a Milano, [...] e [...] a Genova, il 13 [...] Piacenza, [...] 14 a Cremona, il 15 a Bologna, [...] Udine e il 20 a Bergamo. Sono quasi sicuro che [...] appariranno questioni di lana caprina e le [...] non che in questo scorcio di tempo [...] una pleiade di cantautori e la fortu-na [...] domina la scena italiana e quella delle [...] e proprio questi sono i quesiti che [...] vengono po-sti a uno scrittore, tanto più [...] esalta i riti e le cerimonie musicali [...] relativa indifferenza nei riguardi della letteratura e [...]. Anche penso le riescano [...] i commenti sulla [...] modernità e sul suo [...] potrebbero fa-re: [...] e [...] sono evidenti nella bella [...] rie-sce a creare; e già questo è [...] epoca, se questo avesse un valore per [...] modalità mutevoli ha trovato sostanze invariabili. [...] De André, il suo repertorio [...] io ne ho avuto, tardivamente, una noti-zia soddisfacente e [...] scusi la passata omissione. Si vede [...] «sopraelevata», quel rullo di [...] bitume, [...] e strana della città vecchia. O meglio, si vedono [...] suo cen-tro storico dirupate verso il porto, [...] al mare, e le colline ormai strattonate [...] cemento. Così le percepisce alla [...] Ponente, o dalle autostrade del nord, e [...] verso la Foce, e si trova alla [...] mare verde, e in lonta-nanza intravede la [...] giù verso il [...] e le Cinque Terre, [...]. Attraversamenti di Genova su [...] puttane di regime [...] attratte dal baluginio [...]. [...] fa -e passa -non si [...] venendo da settentrione, che là, dietro quelle case irte [...] sbrecciate che sfilavano sotto il nastro [...] ci fosse una Via del Campo, e vicoli sprofondati, [...] raggi. Noi che eravamo [...] parag-gi, abbiamo «scoperto» Genova da [...]. /// [...] /// Rideva e piangeva come una [...] malinconica e ubriaca. [...] gamba là, gonfia di vino. Malediceva le donne, il [...] governo. Pa-revano venire [...] e invece venivano da Genova [...] e quelle voci che stravolgevano le svampite [...]. Soprattutto quella voce, e [...] e quelle immagini lancinanti, taglienti come rasoiate, [...] e sconcerti [...]. Eh sì, lo sapevamo [...] Fabrizio De André è un «cantore», e un poeta, [...] avevamo sentito la storia di Piero, che [...] un campo di gra-no. Ora lo sa anche Mario Luzi, [...] di poesia se ne intende. Lo sa, e lo [...] sorta di «episto-la» al cantautore, [...]. Due paginette -che riproduciamo [...] in un li-bro fresco di stampa, dense [...] stupite e anche [...] spiazzate: «Lei è davvero [...] a dire un artista della [...]. La [...] poesia, poi-chè la [...] poesia [...] si manifesta nei modi del [...] e non in altro». Fabrizio De André -Accordi Eretici, [...] libro che Romano Giuffrida e Bruno [...] (proprio il noto [...] hanno curato e in-trodotto, [...] di esplorare, per così dire, lo «stato [...] genovese. Un libro scritto a [...] con una struttura quasi classica, che indaga [...] un opera così com-plessa e insieme così [...] in campo [...] De André, il poeta, [...]. Scritti di Giuffrida e [...] stessi, di Fulvio De Giorgi, Ezio [...] Liliana [...] Umberto Fiori, Franco Fabbri [...] Luigi Pesta-lozza, il tutto presentato ieri a Mi-lano (De André [...] suonava a Catania). [...] negli anfratti di un pianeta [...] che per essere molti-plicato [...] della riproducibilità tecnica non ha [...] in nulla del suo testardo e coerente rigore. Quella voce ha scandito [...] almeno un paio di gene-razioni, come e [...] rock, e continua ad [...] il correre degli anni, [...] -come scrive Umber-to Fiori -e «ridisegna lo [...] leggera e lo sottrae alla platealità, agli [...] sospiri, per [...] a una concentrazione, a [...] a [...] estrema». Eppure è una voce [...] solipsismo e dagli eremi turriti, dove sembrava [...] Mario Luzi, e dove sta rinchiuso solitamente De An-dré [...] da dove, però, il suo sguardo si [...] del mondo, per [...] e [...]. Il mondo degli «altri», [...] «De André cantautore parte sempre da sé ma canta [...] co-me scrive Luigi Pestalozza. Il mon-do dei reietti, [...] di-sperati, gli umiliati, i subalterni, i diversi, [...] vagabondi, gli insofferenti, gli indocili, i ribel-li, [...] assassinati, gli im-piccati, e tutti i morti [...] al vento. Erano solo canzoni, quelle [...] ventre di Genova nei [...] così vicini -anni Ses-santa. Ma erano qualcosa di [...] di eretico, appunto, che frugava dentro le [...] il cervello, qualco-sa di liberatorio e insieme [...] il senso comu-ne opponendo un «senso comune [...]. Era la vita dei [...] che veniva allo scoperto, quando il mondo [...] sen-tirsi arrabbiato con se stesso. Erano i canti [...] dilaniato, [...] esistenza schiaffeggiata, dei pas-saggi e [...] di tempo. E conti-nuano ad [...]. Perchè lui, De André, [...] «di spalle che partiva». /// [...] /// Perché gli studiosi dicono. Ma il segreto è la [...] voce. Anzi, le voci Un [...] registro grave e medio grave e due [...] narra» e quella «che commenta». Fabrizio De André più [...] La questione è irrisolvi-bile perché è mal [...]. Se da una parte consideriamo [...] valore del cantautore per la [...] produzione di versi, corriamo il [...] di [...] in un ambito para-letterario decisamente [...]. [...] è ragionevolmente impossibile [...] soltanto [...] talen-to di compositore musicale. De An-dré è un [...] non già di [...] di sinfonie, e neppure, [...] sa usare bene la penna, di melo-drammi [...]. E la canzone, che Umberto Fiori [...] suo intervento «Parole e musica inDe André», [...] volume Fabri-zio De André: accordi eretici (pub-blicato [...] Edizioni), defi-nisce «un oggetto [...] è soprattutto un oggetto artistico con una [...] che si porta sulle spalle più di [...] storia. Identi-tà, beninteso, se si [...] funzione alta, di specchio degli eventi, di [...] di tutti quale privilegiata (in termini di [...]. Non si tratta dunque [...] il genovese sia un poeta o no; [...] scrittore, uno scrittore che possiede la se-greta [...] coincidere le sue storie a un accompagnamento [...]. A questo punto, il [...] si chiama canzone, può essere o meno [...]. Ma lo è nel [...] testo e note, storia e «paesaggio musicale», [...] Fiori [...] armonico e melodico incaricato [...] te-sto. Ma perché De André è De An-dré? È sempre Fiori a suggerire una risposta: lo [...] per il sapiente uso della voce, la [...] «vera crea-zione», per cui «testi [...] musiche costituiscono -per così dire -le condizioni [...]. La voce, dunque, strumento [...] tradizione orale nella quale il cantastorie in [...] il cantautore oggi si inseri-scono, è la [...] «poe-tare» e persino [...] qualità. Franco Fabbri, che nel [...] il saggio «Fabrizio De André: il cantautore [...] indaga a fondo proprio [...] della vocalità, come del [...] nelle mani di De André, prendendo in [...] altre cose, il prevalente uso, da parte [...] registri gravi o medio gravi, [...] un «tratto distintivo in-corporato [...] il quale fa risaltare la [...] capa-cità di dinamizzare in [...] a [...] vita alle «due voci», [...] narra», quella intima «che com-menta». Sono queste due voci [...] il suo poetare, ma nel senso originario, [...] greca, del fare, del [...] il messaggio indirizzato [...]. Fabbri sembra alludere a [...] che, co-me le canzoni di tradizione popo-lare, [...] De André vi-vono [...] parallela» al-lorquando entrano nel [...] di dilettanti senza smarrire la loro essenza [...]. Gli stessi dilettanti che George Steiner, [...] suo famo-so saggio «Vere Presenze», defini-va «amateur» [...] che imparano a memoria («par [...] appunto) ciò che eseguo-no, [...] e coinvolti», svolgendo così un profondo atto [...] nello stesso tempo di ri-creazio-ne. [...] parte è lo stesso De An-dré [...] primo a [...] con pro-fonda partecipazione (con [...] è gravida ogni [...] pa-rola) nella realtà che [...] ad [...] attraverso quella «voce pubblica» [...] modi-fica a seconda della forma musi-cale, o [...] retorici scelti di volta in volta. [...] di Bocca di rosa [...] La Guerra di Pie-ro, il traduttore di Suzanne [...] Gorilla, il filologo del dialetto di [...] de mä e Don [...] il «pa-rodista» (per [...] con Fiori) del Il [...] i tamburi e di [...] fosse foco, è sempre [...] personalità di artista. De André, infine, musicista [...] paro-liere di musica? La distinzione ha sempre [...] -è ancora la lucida visione di Pesta-lozza [...] «la melo-dia intensifica il senso della paro-la [...] interna cur-vatura melodica». Alberto Riva Da «Bocca di [...] alle «Anime salve» «Bocca di rosa», «Via del campo», «La morte», «Carlo Martello». Chi non le conosce? Sono [...] del secondo album di Fabrizio De André, [...]. Anno di grazia: 1967. Un anno prima del [...] De André aveva già fatto [...] i benpensanti: [...] non autorizzò la pubblicazione del [...] di «Carlo Martello»; la stazione di [...] nella quale scende Bocca di [...] diventò, sulla busta del disco, [...] stazione di San Vicario. Per il testo della [...] De André fu processato, e assolto, dopo la [...] associazione di genitori cattolici di Verona. Da allora, sotto i [...] genovese sono passati altri quindici dischi, molti [...] da «Tutti morimmo a stento» (1968) e «Volume III» [...] che contiene «La canzone di Marinella», «Il [...] «La ballata del Miché», a «Non al denaro, [...] al cielo» (1971), dove De André riproponeva [...] poesie di «Spoon River». Poi sono arrivati «Storia [...] (1973), «Canzoni» (1974), che contiene «Suzanne», «Volume [...] «Rimini» (1978), [...]. La svolta linguistica avviene [...] con [...] de mä». Passeranno poi sei anni [...] «Le nuvole». Dal [...] al [...] escono tre album live («In [...] «In concerto, [...]. E quanto tempo passerà [...] disco? La scadenza gliela data la Ricordi: [...]. E il successivo dopo [...]. /// [...] /// E il successivo dopo [...]. (0)
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