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Le sue lancette hanno ripreso [...] rincorrersi. Erano rimaste ferme per [...] ferme [...] in cui, in una [...] 1995, una grandine di grana-te cadde sul [...] Saraje-vo, sventrò il mercato e ucci-se 40 persone [...] fila per il pane. Anche il cuore del [...] ha ripreso a battere. Il tetto è stato [...] il pavimento. Per la gente di Sarajevo [...] segnale di [...] anche se lungo le [...] cam-biato. Troppo poco è cam-biato [...] di-menticare la guerra. Troppo poco ancora è [...] le promesse, gli im-pegni, i protocolli internazio-nali. E forse è per [...] agli occhi, quasi co-me favole di altri [...] gesti di solidarietà. Come la ricostruzione del [...] suo orologio. Di una scuo-la e di [...] ospedale e poi an-cora chissà. E la favola inizia [...]. Nel 1996 la Bosnia Auto, [...] che com-mercializza automobili occi-dentali ma che si [...] costruzioni, contatta la [...] di Rubiera. /// [...] /// Alla Bosnia Auto è [...] ricostruzione [...] pubblica di Sara-jevo e [...] è una florida impresa [...] ceramico italiano, quello che fa capo a Sassuolo. A fare da tramite [...] Boris [...] corri-spondente locale di una [...] ven-ture italiana di cui, guarda caso, uno [...] giusto [...] sinda-co (Pds) di Sas-suolo. Non è che il [...] molto allettante. Tra [...] noi avevamo da poco [...] con i paesi [...] non era più conveniente [...] dei primi anni [...]. Ma prima di decidere, [...] forse valesse la pena dare [...]. La Bosnia Auto restava comunque [...] salda e affidabile. Così siamo andati a Sarajevo [...] primo in-contro». Un incontro che ha [...] di un forte soda-lizio e non solo [...]. Un legame tra una impresa [...] una delle aree più ricche del nord Italia e [...] città con ben poco da offrire e tanto da [...]. E non si tratta [...] vicino geografico. Le immagini ter-ribili della ex Jugoslavia le avevamo tutti ben presenti ma arrivare in una [...] di-strutta, con i [...] lungo le strade, le fosse [...] co-perte alla [...] meglio. La gente che si [...] se qualcosa di minaccioso continuasse a in-combere [...]. È stata [...] davvero dura». Ed è così che Angelo [...] proprietario di [...] decide che è il [...] qualcosa. La dele-gazione modenese ritorna [...] mentre da un lato ini-zia il rapporto [...] Bosnia Auto («ma fa-cendo loro delle condizioni [...] senza però rimetterci, in fin dei conti [...] inizia la ri-cerca di [...] possa spartire la spesa della [...] del mercato, del-la costruzione [...]. Il partner non si [...]. Si chiama Coop. A Rubiera arrivano gli [...] Sara-jevo, scelgono le decorazioni dei pavimenti, scelgono [...] gres che farà da fon-do alle lancette [...]. Tra le due lastre [...] inserito il meccanismo che permetterà [...] di scandire le ore. Scandire le ore per augurare [...] Sarajevo tempi migliori. E così arriva il [...]. Al [...] di Sa-rajevo tutto è [...] grande inaugurazione. I pro-tagonisti emiliani scendono [...] in te-sta il vecchio ingegnere. Che non tarda a [...] nuovo. Il bello è che [...] partner non si tirano indietro. Quasi che la solidarietà fosse [...] contagiosa. Questa volta si tratta di [...] scuola elementare la [...]. Si trova in un [...] Saraje-vo, situato proprio lungo quella che era [...] fuo-co. Era completamente di-strutta. Poi il governo norve-gese ne [...] ricostruito una parte. [...] parte è ancora diroccata, [...] con-ficcati pezzi di granate. Il pro-getto di ricostruzione [...] sarà [...] destinata alla palestra e [...] pre-ventivo viaggia attorno ai 350 milioni di [...] nero su bianco, realizzato dagli ar-chitetti [...] di Sa-rajevo. I lavori inizieranno tra settembre [...] otto-bre e nella prima-vera del [...] la scuola sarà ulti-mata. Per coprire la [...] parte, la Coop organizze-rà una [...] di solidarietà nei propri supermer-cati. La [...] taglierà invece le spese [...]. Intanto la vicenda del [...] non è stata dimenticata. A [...] un libriccino dal titolo [...] di [...] che contiene una serie di [...] imma-gini del fotoreporter Uliano Lucas, uno dei più lucidi [...] del conflitto nella ex Jugoslavia. Accanto alle foto-grafie, le [...] Nobel, Ivo Andric, parole scritte oltre [...] fa e quanto mai [...] «Dio dei cieli, dacci ciò che giorno [...] a suo modo ti chiede, dona la [...] cuori e [...] alle nostre città. Basta con il san-gue [...] fuochi di guerra. Del pane, della pace [...]. IL LIBRO è stato [...] del concerto tenuto da Muti a Saraje-vo. Un grande avveni-mento che [...] ri-flettori sulla città bosniaca. Come una meteora, [...] è arrivata ha riempito la [...] e le pagine dei giornali. Poi le custodie si [...] strumenti e i grossi aerei cargo hanno [...]. Alle loro spalle sono rimasti [...] aerei [...] le case sventrate. E le piccole iniziative [...]. È sta-ta per noi [...] sod-disfazione. Abbiamo lasciato alla gente, [...] frut-ta, di pane, alcune copie del nostro [...] memoria che magari tra mol-ti anni qualcuno [...]. E non è ancora [...] protagonisti di questa favola che sta assu-mendo [...] reali, stanno già impe-gnandosi in un progetto [...] un proget-to internazionale che ha co-me obiettivo [...] un ospedale. Ancora a di-mostrare come, [...] duemila, sia possibile con-ciliare il fare impresa [...]. Ma quella è una storia [...] da scrivere. [...] FERNANDA ALVARO CASTELFRANCO EMILIA (Modena). Ha al collo il [...] dignitosamente la fila con il mazzo di [...]. [...] Nilde [...] anche con un ba-cio. Aspetta il suo turno dietro [...] cinquantenne che stringe la mano [...] partigiana, [...] respon-sabile [...] presidente della Camera, e della Bicamerale [...] «Sono figlia di una medaglia [...] della Resistenza». [...] una piccola folla intorno [...] Pci e ora del Pds che arriva [...] Bo-sco Albergati, a Castelfranco Emi-lia, alla Festa nazionale delle [...]. [...] di rispondere su «Dalla Costituzio-ne [...] Bicamerale, le riforme ne-cessarie per il futuro [...]. Con lei si muove il [...] e il pre-sente del partito, dalla lotta contro il [...] per [...] dalle lotte per [...] femminile, alla ricerca di adeguare [...] tempi la Carta costituzionale, [...] di governo. Nilde [...] ha attraversato questi 50 [...] domande sul presente non [...]. Hai fatto parte di [...] hanno scritto la nostra Costitu-zione. Oggi, in 70, hanno [...] massima per conse-gnare al Parlamento le basi [...] una riforma ritenuta da tutti indispensabile. [...] qual-cosa che accomuna questi due [...] tra loro così lontani [...] numerica, ma non solo. Non ero la sola [...] parte della commissione dei 75. Eravamo in quattro con Teresa Noce, Maria Fe-derici e la Gotelli. Eravamo soltanto 21 deputate a [...] parte [...] costituente e ben 4 nella [...] dei 75. Più di quante, ri-spetto [...] delle parla-mentari attuali, non ce ne siano [...] Bicamerale. Questo vuol dire che [...] tempo che governavano i partiti avevano più [...] di quanta non ne abbiamo avuta i [...]. /// [...] /// Quella era [...] uscita dalla guerra e il [...] giugno [...] le elezioni. Si era votato per due [...] per [...] costituente [...] il referendum tra monarchia e [...]. Quello è stato un voto [...] importante. Tutti, non solo i [...] partecipato alla guerra di Liberazio-ne, che quindi [...] qualche modo la [...] an-che i partiti che [...] vecchia cultura del regno [...] e gli stessi monarchici [...] potevano non sentire la neces-sità di dare [...] Costituzione. Adesso la Costituzione [...] e ormai [...]. Ciò costituisce una prima note-vole [...] tra ieri e oggi. /// [...] /// Cin-quanta anni fa, durante [...] la battaglia era stata dura e le [...] erano state piuttosto vivaci. Però la mag-gioranza molto [...] intorno [...] era formata da partiti [...] alla guerra di Liberazio-ne: i comunisti, i [...] Partito [...] la Democrazia cristiana, i [...] monarchi-co come Roberto Lucifero che era stato [...] aveva fatto par-te della Resistenza. [...] una cultu-ra comune, e questo [...] era molto importante. Adesso ci troviamo in una [...] completamente di-versa. Vi sono le forze [...] che si raccolgono in questa [...] che governa con una maggioranza molto piccola. [...] ha 10 voti di meno. E quindi sono [...] completamente diversa. Per tut-to questo i [...] sono paragonabili». /// [...] /// Nilde [...] dirigente femminile del Pci. Queste due [...] ne fanno si-curamente la [...] per discutere di riforme istituzio-nali alla Festa [...]. Quelle che hanno i [...] colore, vale a dire bianchi, forse [...] femminile e che ha [...] grandi battaglie che siano state condotte in Italia [...] delle donne. Io sono diventata deputata quando [...] diri-gente [...] di Reggio Emilia. Ho cominciato lavorando con [...]. [...] a dare alle donne italiane [...] condizione di uguaglianza nella so-cietà di [...] sentire non più [...] ma per millenni, per [...] sentire persone libere. Questo ha costituito per [...] mio lavoro, sia quando facevo parte della [...] la commissione fem-minile centrale del Partito [...]. È [...] lo ricordo con gioia e [...]. In quegli anni abbiamo [...] le più impor-tanti e le più liberatorie [...] voglio dire la legge sul di-vorzio e [...] diritto di fa-miglia. Nel codice civile italiano [...] dovevano governare la famiglia erano addirittura abomi-nevoli. La donna doveva obbedien-za [...] padre spettava la [...] a escludere la [...] moglie da ogni possibile [...] dei beni familiari che anda-vano tutti ai [...] mancanza dei figli ai fratelli del marito. Mai alla moglie. Una condizione scandalo-sa. La separazione era soltanto [...]. /// [...] /// La separazione era soltanto [...]. (0)
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