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Uno spettacolo teso, asciutto [...] la scrittura di Primo Levi cui si [...] la criminale riduzione [...] a cosa nei campi [...] con [...] smorzata dalla volontà di [...]. È interpretato dai giovani [...] della Scuola di Teatro di Bologna diretta [...] Alessandra Galante Garrone. Uno spettacolo didattico, in [...] di insegnare qualcosa non solo a chi [...] anche a chi lo fa: un pezzo [...] terribile, ma anche la necessità per [...] oggi, di essere testimone [...]. In fioca luce, su [...] chiuso da uno schermo dove scorreranno immagini [...] di corpi scarnificati, di volti scavati, ci [...] attori in abiti grigi da reclusi. Una musica percussiva, che [...] nenia struggente. Intorno appaiono ragazze e [...] che saranno trascinati nella [...] ricordo minacciato continuamente [...] e dai tentativi di [...] anche loro in grigi prigionieri, andando a [...] di vittime che sono anche testimoni [...]. Un personaggio seduto, con [...] mano, fa da altro [...]. Con parole tratte da «Se [...] sommersi e i salvati» di Primo Levi [...] minore) [...] di Peter Weiss si [...] di rastrellamento, uomini, donne e bambini ammassati [...] come bestiame, [...] al campo, la rasatura, [...] fumano, la carne compressa, sfruttata, oltraggiata, sterminata, [...] speranze di [...] incapace di rialzare la [...] di reagire. La parola è protagonista, [...] e immagini penetranti. E i corpi assecondano [...]. Pubblico giovane e calorosi [...]. Lo stesso cast sarà [...] con un «Romeo e Giulietta» diretto da Walter Li Moli, allo Stabile di Parma. Può un film del 1915 [...] ancora scandalo? Assoluta-mente sì, e per [...] conferma [...] sera e domenica mattina, per [...] delle Giornate del muto giunte gloriosamente alla X VI [...]. Do-vete sapere che Pordenone [...] di porto franco, di isola nel tempo: [...] conser-vatori di cineteche, si discute di este-tica [...] delle pellicole, si ri-torna idealmente agli anni [...] si dimentica [...] come dimo-stra il fatto [...] eravamo tutti al Teatro Verdi per un [...] calcistica tentava [...]. Ma il film in [...] rivelato più attuale di [...] e più dirompente della [...] dopo [...] visto, a Pordenone si [...] e con una pas-sione che Prodi e [...] non avrebbero saputo suscitare. Il film era La nascita [...] una na-zione, di David [...] Griffith. [...] maestosa che potrebbe tranquillamente [...] La [...] del cinema: perché fu (nel 1915) il [...] americano (in Italia [...] stato Cabiria), perché lì [...] tecnica di racconto alla base di tutto [...] perché su quel set si fecero le [...] assistenti, cascatori) futuri giganti come Raoul Walsh, John Ford [...] Eric von Stroheim. Ep-pure, La nascita di una [...] è [...] un film quasi proibito in America. La George [...] curatrice del [...] che si dipanerà a Pordenone [...] prossimi 5-6 anni, [...] recente-mente programmato ma solo [...] gli spettatori e approntato un servizio [...] di insolita rigidità. La nascita di una nazione, [...] Usa, è [...] ma-ledetta, un esempio innominabile di [...] un segno gigantesco del Rimosso [...]. /// [...] /// È un film pro-fondamente [...]. È, nel fondo, [...] moralmente ripu-gnante del [...]. Di più: è una [...] quale, con una disinvoltura da equilibri-sta, Griffith [...] tut-te le colpe della guerra civile. Il film si apre [...] spa-ventosa: «I negri vennero portati in America, [...] arrivò la di-visione». Che i «negri» -le [...] sempre così, [...] -fossero stati non portati, [...] come schiavi, è cosa che a Griffith [...]. Raccontando la guerra di Se-cessione, [...] di Lincoln e le traversie di due famiglie amiche [...] e i Cameron [...] da un giorno [...] su fronti diversi del conflitto, Griffith mette in scena una sorta di «storia parallela», e [...] degli Usa. Il dopoguerra narrato nel [...] ex schiavi che con-quistano il potere in South Caroli-na [...] trattano i bianchi come dei paria, truccando [...] insi-diando le loro donne, è qualcosa che [...] di oggi deve trovare [...]. /// [...] /// Eppure, ben più degli [...] di Leni [...] ben più delle fan-donie [...] sulla collettivizzazione delle terre [...] Urss, La nascita di una nazione è un film [...]. Con scelta astuta e [...] Gior-nate [...] contrappuntato a un film [...] da un regista nero, [...] Gates di Oscar [...]. [...] gli stereotipi razzi-sti del Sud [...] co-me un guanto, con una «correttez-za politica» [...] moti-vi di censura, chissà: ma la produ-zione [...] anni, proprio perché rigidamente segregata, era paradossalmente [...] moderna. A questo punto, la [...] La nascita di una nazione emoziona in [...] mentre il film di [...] lascia freddini, e si [...] Domanda che ne nasconde [...] ancor più difficile: come [...] film come quello di Griffith, così ideologicamente [...] ar-tisticamente meraviglioso, tale da spazzare via ogni [...] la forza dirompente delle sue immagini? Non [...] risposta, per-ché le ferite sono ancora aperte, [...] troppo vivo per far fin-ta che La [...] nazione sia «solo» un film. Si possono dire so-lo [...]. La prima: Griffith, co-me [...] e [...] è un regista in [...] talen-to non era sufficiente a evitare trappole [...] portata, forse, lo sovrastava (non era un [...] era un populista romantico [...] razzista di Dixon vide pri-ma di tutto [...] perfetta per un racconto a forti tinte). La seconda: che mentre Hollywood [...] tutta la [...] potenza espressiva, nasce nel [...] marcherà per sempre, quello della disinvoltura storica [...] ampiamente superato -della menzogna. Il risultato è che, [...] Griffith sa farti venire i brividi con la [...] che corre compatto a [...] Lillian Gish pri-gioniera del diabolico mulatto. E subito dopo, con [...] ver-gogna, riemerge la famosa doman-da di Godard: [...] John Wayne quando fa I berretti verdi e [...] prende in braccio Natalie Wood in Sentieri [...] Quando [...] rispondere a questa domanda, avremo risolto non [...] cinemato-grafici, ma anche parecchi rovelli ideologici che [...] storia del nostro secolo. Griffith, in primo piano, Billy [...] a destra, e Karl Brown [...] la realizza-zione di «La nascita di una nazione» [...] 1. Il nonno di Spielberg, [...] ieri pomeriggio alle Giornate del cinema muto [...] Porde-none, [...] al nipotino. Ha gli stessi pregi [...] difetti -e fra i primi, va messa [...] di [...] il ritornare ai tempi [...] cinema era bambi-no. Parliamo di The [...] ov-vero «Il mondo perduto» [...] kolossal di Spiel-berg -, film del 1925 [...] la prima volta i dinosauri irrompo-no sullo [...]. Diretto da Harry O. [...] era sopravvissuto in copie lunghe [...] massimo [...] ma si sapeva che [...] durava circa due ore. La salvezza del film [...] sempre più spesso accade, da Est: nella [...] Praga si sono ritrovate copie più complete che, [...] già esistenti, hanno permesso un [...] che ha portato il [...] 100 minuti. E così, [...] a Pordenone, per la [...] quasi in sala si sono visti i [...]. Ieri pomeriggio il Teatro Verdi, [...] delle Giornate, era stracolmo quasi co-me sabato [...] prima «di ga-la» con La nascita di [...] Griffith. Accompagnato al piano-forte da Philip Carli, The [...] ha vinto la scommessa: [...] di sala, quasi nessu-no ha riso, il [...] sottoli-neato da un grande applauso. Non si poteva chiedere [...] film non è eccezionale, ma conserva una [...] dovuta in buona parte al suo fascino [...]. Sta ai dinosauri computerizzati [...] Spielberg [...] come il ro-manzo di Arthur Conan Doyle, [...] si ispirò, sta ai [...] di Cri-chton: sprigiona una visione ro-mantica, ottocentesca, [...] «falsa» e ingenua, ma capace di riportarci [...] ai fumetti avventu-rosi, ai romanzi di Verne [...] di noi sono cresciuti. Quando il papà di Sherlock Hol-mes -Conan Doyle, appunto -si inventò questa avventura su [...] sauri sopravvissuti in un altopiano impervio [...] aveva sicuramente in mente Verne [...] suoi romanzi «divulgati-vi». Portare al cinema questo [...] Immaginario era invece, negli anni [...] una scommessa quasi inedita, [...] ci riuscì grazie al [...] Willis [...] maestro della tecnica fotografica [...] uno». In sostan-za, i modellini dei [...] veni-vano mossi [...] e ripresi fotogramma per fotogram-ma, [...] una tecnica simile al car-tone animato. Ancora ai tempi del [...] sarebbero stati realizzati in questo modo: in [...] King Kong del [...] curato da [...] e molto simi-le a The [...] nella trama e nello [...]. La tecnica è ancora [...] dove The [...] sfiora il ridicolo è [...] nei rap-porti fra i personaggi (e pensare [...] almeno due ottimi at-tori, la splendida Bessie Love [...] trucido Wallace Beery). In questo, Spielberg ne [...] erede: il Mondo perduto [...] fa acqua proprio come [...] Mondo [...] a dimostrazione che quando [...] a disposi-zione tecniche troppo sofisticate per la [...] dimenticano del resto. Ma almeno nelle rispetti-ve [...] due film funzio-nano, e sono quasi identici: [...] un mostro (allora un bron-tosauro, nel film [...] T-Rex) combina per le vie di una [...] Londra, oggi San Diego). Nel mezzo [...] stato Il risveglio del [...] T-Rex a spasso per New York: forse, [...] genere. Alberto Crespi «Il mondo [...] così simile a quello di Spielberg Griffith, [...] cinema Usa che fa ancora scandalo Dylan: «La [...] è tutta per la musica» IL CONCERTO Il [...] in tournée per presentare il suo nuovo [...] Il [...] Vecchioni tra Rascel e Che Guevara «Per [...] deposizione definitiva delle armi. È un momento di stanchezza», [...] milanese. Il tour toccherà 42 [...]. [...] Marx e il carteggio «Casablanca» BONN. Richiesto di un commento [...] di Bologna durante la quale si è [...] Papa, Dy-lan si limita ad affermare che [...] show grandioso». Riguardo pe-rò alla grave [...] che lo ha colpito la primavera scorsa, Dylan [...] vicino alla fine, «per [...] sta-to costretto ad un paio di riflessioni [...]. Oggi, afferma ancora il [...] possibile influen-zare il mondo con le canzoni: [...] vuole confrontarsi con il mon-do, deve guardare [...]. La gente va negli [...] la partita, non gioca più». Dylan infine nega di [...] mai pensato di [...] con la [...] musica: «Se lo avessi voluto, [...]. /// [...] /// Roberto Vecchioni di-venta «El [...] da parte frusta e pistole e si [...]. [...] dei desideri il cantautore [...] cu-mulo di battaglie che si porta sulle [...]. È un diluvio di [...] e contraddit-torie quelle contenute nelle dieci canzoni [...] El [...] stanco che [...] presenta nella [...] lunga tournée partita da Ge-nova [...] dopo 42 tappe, al Teatro Valli di Reggio Emilia [...] 18 dicembre. Ormai sul-la pista di [...] Vecchioni [...] concede una pausa nelle prove per rispondere [...]. È un simbolo [...] «Sì, era una canzone di Rascel. Che cantava in maniera completa-mente [...] da me, con la [...] co-micità particolare, la [...] espressivi-tà. Ame [...] metafora preci-sa per dimostrare come [...] batta-glieri e combattivi del Novecento ci siamo un [...] scazzati di tante cose [...] bombe atomiche. Dunque è meglio tenerci [...] che abbiamo vi-cino». Nello stesso tempo il [...] di un rivoluzio-nario di stampo latino-america-no che [...] in barca e si [...]. Per fortuna lo spirito del [...] re-sta dentro di noi, cova le sue rivinci-te e [...] sue aspettative. [...] la canzoncina di Rascel finisce [...] così: si deve sempre avere un [...]. Sarà una stasi momentanea ep-pure [...] vecchi miti non muoiono mai a giudicare dai titoli [...] sue nuove canzoni, «La corazzata [...] e dalla [...] Ernesto Guevara. Sono miti [...] «Le citazioni sono fatte [...] Villaggio che alla Ejzenstejn a di-mostrazione di come [...] sia inutile in una civiltà della comunicazione. La citazione del Che non [...] diretta, è una dolce e intima lettera della madre [...] figlio [...]. La canzone [...] parte [...] per arrivare alla conclu-sione [...] smarri-menti e le identità perdute, i compagni [...]. /// [...] /// È un mo-do di [...]. Identità e tempo, tutto [...] avanza, i figli che cresco-no e fanno [...]. Il tempo torna anche [...]. [...] una paura, [...] una [...] «Il tempo [...] perché ti mette nelle tasche [...] diamanti di vetro, non ti insegna mai come [...] dietro e soprattutto [...] in-namora due volte dello stesso [...] anzi capita che non si innamo-ra neppure una volta [...] stesso uomo. La vita, a ogni [...] deve essere nuova. [...] a cogliere i momenti belli [...] tipica [...]. Nasce da [...] il desiderio di [...] contenuto nel brano [...] «Sarò bambino tutta la vita, [...] devo mettere il bambino [...] si [...]. Sono [...] che dobbiamo al-la società la [...] non si può essere sempre [...] semplicemente per fare numero. Quello che conta è [...]. Se sono contrario a ciò [...] avviene nella società devo [...] ma le forme esteriori -come [...] vesto, co-me mangio, come parlo e ascolto -mi sembra [...] e conveniente [...]. Nel corso del tempo [...] alle origini. Ecco [...] il milanese Vecchioni, con il [...]. Anche ne Il cielo [...] Il tuo culo, il tuo cuore che era [...]. Avevo voglia di li-berare [...] che è in me, in omaggio a [...] e ci sono riuscito. Il tema del-la canzone [...] sco-pre tardi la donna della [...] vita e che rimpiange [...] -si presta perfettamente a que-sto sfizio». Come farà il professor Vecchio-ni [...] fare [...] serate, [...] «Ho preso [...] di due mesi e mezzo [...] assegni con un supplente al mio posto che incon-tro [...] dieci giorni. Vado ogni tan-to a [...] ho parlato con i genitori e ho [...] mio [...]. Sarò il loro regalo [...] Natale, [...] spe-ro». Marco Ferrari [...] del Congresso americano ha [...] il proprio bicentenario con una pubblica declamazione [...] dei presidenti Thomas Jefferson e Abramo Lincoln, [...] lettera del comico [...] Marx. La missiva era in [...] Warner [...] che chiedeva ai fratelli Marx [...] titolo al loro film «Una notte a Casablanca», [...] creare confusione con il film «Casablanca». Il film uscì col [...] 1946. /// [...] /// Il film uscì col [...] 1946. (0)
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