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Nel suo ufficio al Parlamento [...] a po-ca distanza manifestano davanti ai «palazzi [...] per [...] i coltivatori di tabacco [...] fine delle sov-venzioni oppure i militanti di [...] contro il via libera [...] Biagio De Gio-vanni, rigira tra le mani [...] di stampa dal titolo tempestivo, [...]. Meglio tardi che mai, [...] di ri-conquistare spazi democratici [...] che appare spesso incomprensibile ed anche autoritaria? De Giovan-ni, [...] europeo, segue da oltre un anno [...] del negoziato sulla riforma [...] Tratta-to [...] tratta della Conferenza in-tergovernativa, in sigla [...] che dovrebbe concludersi tra [...] tra la filosofia che lo appassio-na e [...] lo ha risuc-chiato sino a Bruxelles, risponde [...] circolano tra i cittadini, [...]. Si vede subito. [...] istituzione direttamente rappresentativa dei [...] Parlamento europeo -ha compiti assai delimitati. [...] senza la quale il re [...] sa-rebbe assolutamente nudo per-ché tutte le altre non hanno [...] legittimazione diretta. Esiste, è ve-ro, un [...] de-mocratico. [...] un altro elemento: sta avvenendo [...] pro-cesso di trasferimento di molte competenze nazionali [...] e questo passaggio non avviene [...] i parlamenti nazionali ma si realizza, invece, in una [...] grigia nella quale tutta una mi-riade di commissioni, [...] funzionari, comitati, si divide un [...] di problemi che una volta appartenevano alla di-mensione nazionale, [...] li gestisce. Naturalmente, ci si può [...] democrazia, oggi, pos-sa essere qualificata soltanto dai [...] e dalle loro dimensioni. Io non ci credo e, [...] non [...] a con-cludere che ci sia [...] crisi irre-versibile della forma della demo-crazia». Però, i dubbi non [...]. Chi, in definitiva, decide? Il [...] Commissione, Jacques [...] ha detto di recente, [...] il governo Major, che la tanto vituperata Bruxelles [...] vengono fatte ricadere le colpe di questo [...] irrisolto non è altro che la sede [...] i governi sotto forma di Con-siglio dei [...]. Ma chi control-la? Il [...] della co-struzione europea non si può giudi-care [...] acquisiti dalla politologia. [...] un fatto di merito: [...] de-mocrazia europea è costruita dagli Stati nazionali, [...] hanno una loro legittimazione de-mocratica. Attenzione a non fare [...] di considerare che tutto [...] con il livello parlamentare. Negli Stati nazionali avviene la [...] cosa: [...] il Parlamento ma [...] anche la legittimazione, indiretta, del [...]. [...] ma la [...] del-le rivendicazioni nazionali è da [...] come solo e soltanto un fatto negativo? Certamente che [...]. [...] la fanno gli Stati oppure [...] la fa nes-suno. Peraltro, il parlamento euro-peo [...] tutto que-sto. Non ci sarebbe [...] eu-ropea moderna se questa [...] costruita dagli Stati nazionali. /// [...] /// Cerchiamo di capire: va [...] sopranazionale cui trasferire molte competenze e vanno [...] resistenze degli Stati? Come stanno le cose? Succede [...] tavolino, certi intel-lettuali accelerano i processi reali [...] rivoluzioni nella lo-ro stanza secondo un vecchio [...] gli Stati sono finiti e se sono [...]. No, non è così. Di fronte alla necessità [...] storicità dei processi, altrimenti tutto diventa tutto [...] ripresa delle spinte na-zionali deve essere vista [...] alla globalizzazione. Più il mondo si [...] entità storiche riprendono un loro ruolo e, [...] devono rispondere al pro-cesso di integrazione in [...] faticosamente, [...]. Più il processo [...] di-venta reale, sempre più [...] identità e differenza, tra sopranazionalità e Stati [...]. Sono assolutamente [...] sul fatto che la [...] limiti del possibile, vada valorizzata sapen-do che [...] posse-dendo più la gestione [...] così come era in [...] più la gestione del territorio, [...] del mercato, delle fi-nanze, [...]. La forza degli Stati [...] che essi sono il processo motore [...] ma, naturalmente si tratta [...] Stati [...] sono consapevoli che non hanno più [...] sovrani-tà sul mondo, neppure [...]. Bisogna possedere la lucida consapevolezza [...] pro-gressiva autolimitazione della propria assolutezza e aiutare una una [...] che permetta il permanere degli Stati [...] di una [...] più grande. Ultimamente Jacques [...] (pre-sidente della Commissione ese-cutiva [...] 1994) ha par-lato di Europa come Federazio-ne [...] Stati [...] . /// [...] /// La formula geniale che usò [...] anno fa, era una risposta se-mantica, [...] con un no-me, di un [...] preciso: se gli Stati sono il soggetto [...] al tempo stesso devono [...] di una capacità [...] non essendo più sovrani [...] del loro stesso territorio. Il processo presenta una [...] democrazia non si può più classificare solo [...] poteri dei parlamenti ma tenendo conto del [...] poteri dentro questa costruzio-ne che è [...]. Tutti hanno una voce [...] Stati in quanto Stati, i governi in [...] non immediatamente legittimati da [...] parlamentare. Prendiamo la vicenda della [...]. Per ora siamo al [...] e che fa anche paura perchè la [...] concretamente gli interessi delle persone. Con [...] monetaria si attuerà un [...] sovranità da-gli Stati nazionali. Gli Stati nazionali sono [...] Moneta e con [...]. [...] di più: il «patto [...] la moneta unica ha fissato le proce-dure [...] multa ai Paesi il cui deficit di [...] fatidica soglia del [...] ri-spetto al prodotto interno [...]. E così un giorno [...] il parlamento nazionale dovrà votare o la [...] oppure, se non ci riuscirà, la sanzione, [...] miliardi, decisa [...] so-pranazionale. Mica male come perdita di [...]. Vorrei ricordare che il [...] non nasce direttamente [...] europea ma dalla risposta [...]. Non va mai di-menticato altrimenti [...] rischia [...] il [...] come se esso fosse [...] elemento di vin-colo [...]. [...] del tutto evidente che, [...] mercati unificati, la concorrenza è talmente spietata [...] possono più reggere le forme di stato [...] bilancio in deficit che sono esistite per [...]. Il risanamento finan-ziario è una [...] che non è im-posta da Maastricht: non risponde-re a [...] ha soltanto la catastrofe come unica alternativa, [...] dal novero del Paesi svilup-pati [...] in [...] logica di sviluppo. Chi ha vinto con il [...] di stabili-tà» definito a Dublino? Ha vinto [...] monetario oppure una qualche forma [...] primato del-la politica? [...] e [...] Forse [...] e [...] e non era detto che [...] finire in questo modo. [...] un segnale che arriva dalla [...] tra gli Stati e che può ricon-cedere uno spazio [...] politica [...] del patto di stabilità, ne [...] una gestione di equilibrio politico. Se il [...] fosse sempli-cemente il calcolo, [...] dei vari rapporti, esclude-rebbe la misura politica. [...] osservazione: il massiccio tra-sferimento di [...] attuato con [...] monetaria tocca imme-diatamente la politica, [...] la necessità di introdurre un forte con-trappeso politico. In [...] vanno immessi il governo econo-mico [...] le istituzioni politiche, altri-menti [...] monetaria rischia di non [...] gestire nemmeno se stessa. Ecco perchè la Conferenza intergovernativa [...] sciogliere i nodi istituzionali non solo in vista [...] ai Paesi [...] Europa ma anche, e prima [...] tutto, perchè [...] monetaria. Si parla tanto di flessibilità: [...] fa-rà [...] monetaria? [...] possibi-le che la flessibilità venga [...] sino al punto da incrinare i rappor-ti dentro [...] In questo caso [...] monetaria avrà una va-lenza politica [...] chi vi partecipa e soprattutto per questi. Se la flessibili-tà viene interpretata [...] maniera rigida, sarà un fatto. Ma [...] forma di flessibilità, più morbida, [...] ridare spinta [...] delle istituzioni. In-somma: se [...] monetaria entreranno in cinque o [...] dieci non sarà un evento indifferente. Lo scenario sarà diverso. Questo significa che è [...] moto un meccanismo con una percentuale di [...]. Potrebbe an-dare tutto in [...] di come si con-cepisce la flessibilità Questa [...] da storicismo meri-dionale. I meridionali pensano che [...] fatte quando sono pronte. Ma, poichè le co-se [...] pronte, finisce che non si fanno mai. A denti stretti, biso-gna [...] giacobini europei, che mettono date e paletti, [...] se non si avessero, ad un certo [...] improvvise, appun-to giacobine, del processo di inte-grazione, [...] farebbe e si affronterebbe un rischio. Sono convinto che se [...] stato questo giacobinismo monetario non saremmo a [...] marcia europea. La sensazione è che [...] ad appuntamenti ai quali non si può [...]. [...] sempre [...] che ti incalza con le [...] con gli ultimatum, le scadenze non rinviabili. /// [...] /// Mettiamoci in testa che [...]. Dobbiamo riflettere sul per-chè [...] che fare la criti-ca. In questo lavoro collettivo dal [...] (edito [...] di sociologia [...] di Bruxelles e con apporti [...] Mario Telò, Eric Hobsbawm, Paul [...] ed altri) [...] anche De Giovanni. Come la mettiamo? [...] pubblica europea è lontana da [...]. Ribadisco: se non [...] un [...] delle cose da [...] per sostenere il processo europeo, tutto è destinato a [...]. Non ci sarebbe rimedio. [...] è vitale, necessaria: nessuno Stato [...] dei 15 che compongono [...] pensa che bisogna rallentare [...] che la decelerazio-ne coincide con la distruzione [...]. La contropartita sta in [...] renderà visibili i van-taggi [...]. La moneta unica sarà [...] di semplifica-zione, di aggregazione, e quindi di [...] sviluppo da ri-spondere con i fatti al [...]. Tuttavia, più le opinioni [...] diffidenti, più i go-verni fanno di tutto [...] costruzione europea enfatiz-zando gli sforzi: [...] vara, con espressione infelice, [...] Belgio ed il Portogallo impegna-no le riserve auree. Perchè? Tutti hanno capito che [...] monetaria è il punto di arrivo [...] Maastricht» e deve es-sere acquisita. Il resto, poi, sarà di-scusso. Certamente va ammesso che [...] un vecchio eu-ropeismo. Dobbiamo, invece, abi-tuarci al [...] da cin-que anni a questa parte, è [...] e confuso problema politico e non abbiamo [...] strumenti culturali. Per il vec-chio europeismo, [...] processo pacifico, graduale, conte-nuto e limitato. Dal 1989-1990 non è [...] non esistono ancora nuove categorie di interpretazione [...] procede empiricamente con alcuni concetti, come dicevo [...] giacobina. Stan-no avvenendo fatti incredibili [...] spiegarsi con gli sche-mi del vecchio parlamentarismo [...] funzione degli Sta-ti nazionali. La chiave per capire [...] i processi reali e, per adesso, [...] costretti a procede-re a [...]. [...] un rivoluzionario napoletano, tal Pasquino, [...] duemila persone che reclamavano risposte pronte a [...] dire: [...] non ci ho ancora [...]. Lo faccio sta-notte e [...]. Con [...] non si può usare lo [...] furbo marchingegno. [...] im-praticabile la tattica del prendere [...]. In tal modo, dopo [...] aprirà il libro delle [...]. Anche questo un passaggio [...] La Germania non ci starebbe in [...] non allargata e la [...]. La Germania ha avuto sempre [...] forte tendenza verso [...] ha fatto delle guerre mondiali [...] questo. Non ci stareb-be se non [...] avuto garanzie che [...] si [...] al-trimenti, con molta probabilità, avrebbe [...] la stessa via dei bri-tannici, [...] a volontà. Inoltre: una risposta negativa [...] dei Paesi [...] fermereb-be i loro processi di [...] e li riporterebbe nella spirale [...]. Certamente, non viviamo tempi che [...] far bene sperare in un successo del ne-goziato per [...] riforma delle istitu-zioni [...] che le mettano nelle condizioni [...] sopportare [...] di [...] membri. Vedremo quali passi in [...] fa-re sino al summit di Amsterdam (la [...] Consiglio europeo il 16-17 giugno 1997). Ripensare [...] è ripensare anche le sue [...] e se si bloccassero là dove una geopolitico contingente [...] aveva bloccate, non si darebbe alcuna risposta alla domanda [...] europea sottende: la [...] dei rapporti tra tutti gli Stati che fanno parte [...]. [...] vero che i problemi finanziari [...] politici saranno mol-teplici al cospetto di [...] con 27 Paesi invece che [...] ma [...] attuale non può dire a [...] Paesi grazie, per adesso rimanete fuori. Non accenno nemmeno al [...] Russia, [...] quesiti sul ruolo che avrà nei prossimi [...] grande nazione si sarà stabilizzata. /// [...] /// [...] Carlo Carino Nella Ue [...] avere un deficit di democrazia? È una [...] paesi europei inizia a circolare con sempre [...] alla quale non sfugge Biagio De Giovanni: «È [...] non dimentichiamo che [...] europea moderna si costruisce [...] Stati [...]. E co-munque -aggiunge [...] critica non è condivisibile: [...] per le accelerazioni imposte da Maastricht, ma [...] non avremmo fatto un passo [...]. /// [...] /// Però non [...] risposta neanche ad [...] domanda: come mai i [...] a parlare di una [...] solo perché ne è nato un caso [...] Italia? Come mai i giornali americani, così attenti [...] grandi temi so-ciali, sono sempre, tutti e [...] questione cruciale della pena di morte? Come [...] accorgono che la prati-ca barbara di ammazzare [...] il loro paese sulla stessa linea di [...] civiltà dei paesi più arretrati del terzo [...] Questa [...] è più pesante della prima. E neanche a questa domanda [...] una risposta convin-cente. A pensarci bene, dal [...] viene quasi un ritratto [...] paesi. [...] pasticciona e arruffo-na, poco [...] sente delle storie, le racconta [...] un [...] le trasforma in leggenda [...] appassiona, si scalda, combatte in nome della [...] sentimenti buoni. E di fronte a [...] America, effi-ciente, precisa, rigorosa, che non sbaglia [...] quando sba-glia commette errori fatali. Il pressappochismo italiano con-tro [...]. Nel confronto vince [...]. Certo, resta il fatto che [...] cittadini italiani, oggettivamente, hanno avuto, una informazione distorta sul [...] e sulla giustizia americana. E questa volta non [...] dei soliti giornalisti ap-prossimativi (che anzi, in [...] stati quasi gli unici ad esercitare un [...] ma per colpa delle stesse autorità italiane [...] Vaticane. Ma resta anche un [...] più grave: che la giustizia americana continua [...] giustizia molto discutibile. Antica, legata ancora a [...] selvaggi: la vendetta, il [...]. In America la giustizia [...] leggi democratiche che ne stra-volgono il funzionamento. Per il semplice motivo [...] non può essere amministrata dalla democrazia, cioè [...]. Dal senso comune. Il [...] non [...] niente, non deve [...] niente coi giudizi, con le [...]. La giu-stizia [...] è una giustizia dalla tradizioni [...]. Eppure in America, nella [...] il potere giudiziario è ancora tutto popolare. Le giurie che decidono [...] ( i giudici professionali non partecipano al [...] stessi giudici -e anche gli inquiren-ti, i [...] -sono eletti dal [...] e devono rispondere [...]. Se il [...] chiede [...] chiede che sia messo a morte, per [...] che par-ticolarmente ha scosso una comu-nità, lo [...] giudice dovran-no trovare il modo di pescare [...] e poi di [...] condannare a morte. Altrimenti si giocano la [...]. E il governa-tore dello Stato, [...] a dare la grazia, saprà di essersi [...] la prossima campagna elettorale. E infatti non da [...]. [...] qualcosa di ragionevole e di [...] in questo sistema? No. Quella americana è una giustizia [...]. Residuo, forse, del vecchio West. Finchè [...] non capirà che anche [...] giustizia deve mettersi in pari con la [...] che è infinitamente più avanzata, diffi-cilmente potrà [...] ruolo di leadership morale [...]. Il sugo della polemica sul [...] è tutto [...]. Conta poco, poi, se [...] detto un [...] di sciocchezze, e se [...] pontefice non era informatissi-mo sul caso [...]. Nella sostanza avevamo ragione [...]. /// [...] /// Che si sap-piano finalmente [...] indussero Di Pietro a dimettersi dalla [...]. Ma che sia lui [...]. Che non si continui [...] con re-cessione. Che si sappia finalmen-te perché [...] una notte di sedici anni fa cadde nel mare [...] Ustica il [...] 9 [...]. Che, finalmen-te, si avviino [...] nostro Paese. Se non vogliamo [...] Bicamerale [...] di-versamente: [...] è che le riforme si [...]. Che Napoli non diventi [...] che comunque di questo le colpe non [...] che su quelle voragini [...]. Che la disoccupazio-ne venga [...] vero grande problema [...]. Che non si giochi [...] bersaglio dei pentiti dato che in molte [...] di grande utili-tà nel combattere la criminalità [...]. Che almeno un gior-no [...] giorno no, si abbando-ni la dietrologia e [...] fatti per quelli che sono. Che si faccia il [...]. Che [...] in maniera defi-nitiva non [...] produttrice né esportatrice di mine antiuomo nel [...]. Non vogliamo essere correi [...] di civi-li massacrati di morte e di [...]. Che il paese legale [...] es-sere un [...] più vicino a quello [...]. Che il Palazzo non ci [...] virtuale. Siamo consapevoli che non [...] tutto e quindi dei rega-li proposti ce [...]. Chi legge scelga quello [...] più aggrada. /// [...] /// Chi legge scelga quello [...] più aggrada. (0)
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