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[...] anni, due generazioni erano sta-te [...] che il paese non potesse [...] esistere che in quanto paese comunista. Se, per caso, il [...] stato, si pensava, un solo esito fatale, [...] smembrata o sarebbe scomparsa dalla faccia della [...]. Al vecchio slogan romantico in [...] o la morte! Questo sinistro scenario non [...] al momento della cadu-ta del regime, nel [...]. Fu una grande vittoria per [...] albane-se, una prova del suo livello di civiltà. Le conseguenze di questa [...] sono fatte attendere: [...] democratica ha preso a [...] bene che nel male. Purtroppo, quel corso naturale [...] ha tardato a deteriorarsi. [...] sopportabile, la tensione tra la [...] al potere e la sinistra che [...] a sfociare [...] nella storia di quel paese. Si sa-rebbe detto che [...] che il loro addio al comuni-smo fosse [...] e che una sete di scontro si [...] loro. In altre pa-role, lo [...] non ave-va avuto la possibilità di prodursi [...] comunismo tentava nel presente di tornare alla [...]. [...] del linguaggio tra op-posizione e [...] la rottura del dialogo e dei contatti, hanno suscita-to [...] imbarbarimento [...] so-cietà (. [...] ha dato [...] di ritornare agli [...] nazionalisti formavano due fronti che [...] combattevano fino [...] sangue. A distanza di mezzo [...] pensato che fosse venu-ta [...] di riprendere questa contesa [...] della dittatura comunista. In tutti i paesi [...] par-ticolar modo per gli albanesi, per i [...] riveste sempre dimensioni tragiche, la violenza ver-bale [...]. [...] si è lasciata interamente [...] scatenarsi di pas-sioni (. In questo incendio degli spiriti, [...] governo albanese meditava di farla finita con [...] e [...] meditava [...] opposto: annichilire il governo. Cia-scuno dei due fronti [...] voce della ragione, così come alle indicazioni [...] che sottolineavano come una Albania re-sponsabile non [...] questa immagine, ma dovesse as-sociare un governo [...] opposizione responsabile. La messa in discussione [...] del genere non poteva [...]. /// [...] /// Il vecchio slogan «La [...] mor-te! [...] ha subito un trauma brutale. Invece di far sì che [...] posto lasciato libero dalla morale im-placabile ed obliqua del [...] fosse occupato [...] superiore, si è verificato [...] quel vuoto è stato colmato [...]. Come per reazione alla mise-ria, [...] impostazioni e [...] quale inganno ottico del comuni-smo [...] si è abbandonati a una rabbia materialista e a [...] corruzione senza precedenti. Questa febbre materiali-sta si [...] ha quasi acquistato le sembianze del nuovo [...]. Come se gli al-banesi [...] a recupe-rare il tempo perduto, ad arricchirsi [...] mezzi. [...] che è sopravvenuto [...] delle «società piramidali» e del [...] crollo. Se si tiene conto [...] da decine di migliaia di famiglie alba-nesi, [...] constatare che il culmine [...] e del cinismo è [...]. In tutta la vicenda [...] stati prima di tutto i vari soggetti [...] governo e opposi-zione insieme, oltre a tutti [...] ufficiale, antigovernativa, [...]. Tutti sapevano la verità, [...] zitti. Colpevole, anche, quella frazio-ne della [...] di ciò che succedeva, ma [...] ciò nonostante inseguiva [...] scontando il fatto che i [...] non sarebbero stati reclutati al suo inter-no ma fra [...] più creduloni ed i meno informati. È così che si [...] a rivestire proporzioni colossali, questo gioco miserabile [...] doveva cercare di beffare il pro-prio vicino. Si è così lasciato che [...] mai vista e che il [...] si unificasse in un bagno [...]. Quando, sei mesi prima [...] mini-stro delle Finanze ha osato scagliarsi in [...] queste «società piramidali», [...]. [...] questa sete di denaro [...] la loro causa [...] in Albania da qualche [...] parte. Una volontà di [...] di [...] di au-todistruzione, che porta [...] e notte che questo paese è ma-ledetto, [...] che merita di sparire, in certi ambienti, [...] una moda (. Nessun messaggio di speranza arriva [...] una qualche parte. Sugli albanesi che guardano [...] appassio-nato e fiducioso i canali televisivi stranieri, [...] stata loro offerta dalla loro nazione, ha [...]. Un solo esem-pio: allorché [...] alle elezioni del maggio 1996, si volle [...] svolgimento dello scrutinio e [...] fu allora tacciata di [...] nel cuore [...]. Tuttavia in questi due [...] fautori della guerra fu stigmatiz-zato come tale [...]. Paese solitario, senza «protettore», [...] parte dei suoi vicini bal-canici, [...] ha subito nel passa-to [...] sopportare da tutte le parti vecchi rancori. Il tragico [...]. [...] di una triplice messa al [...]. In modo del tutto comprensibile, [...] si è dapprima attirata [...] della destra europea in ragione [...] suo regime bolscevico. Negli anni [...] poi, in seguito al [...] Mosca, è stata oggetto dei fulmini della [...]. Da ulti-mo negli anni [...] con Pechino, anche gli ultimi [...] quelli [...]. Ancora ai nostri giorni, [...] hanno un peso nel disprezzo e nella [...]. [...] quella specie di razzismo [...] che si è espresso negli [...] tempi in una parte della stam-pa mondiale. Accade [...] piccoli [...] manifestazioni di ostilità reciproca della [...] e della destra europee. Le fragili spalle [...] non rie-scono sicuramente con facilità [...]. [...] che ha imperversato nei Balcani [...] corso degli ultimi anni, gli albanesi [...] freddo. Non esiste, in questo paese, [...] tradizione di sciovinismo o [...] religiosa. Ciò deriva dal ri-spetto multisecolare [...] allo straniero. Così, si spiega, per esempio, [...] fatto che durante [...] nazista, [...] sia stata uno dei pochissimi [...] a non [...] consegnato nessuno dei suoi ebrei [...] Hitler, ma di [...] al contrario, tutti protetti. Si è però fis-sata [...] non trovare nien-te di buono in Albania. Al tempo del recente [...] Bal-cani, non è stato mai sottolineato il [...] misura, anzi è stato raffi-gurato in qualche [...] segno opposto di una vocazione [...]. E, nonostante tutto, non [...] minore dei mali, il peggio fu raggiun-to [...] incominciato a instil-lare negli albanesi un preteso [...]. Tale fu il compito a [...] si dedicò una frazione interessata [...] facendo passare questa scel-ta per [...] forma di dissidenza. I suoi intellettuali per [...] pro-fitto, per rendersi interessanti di fronte agli [...] una campagna sfrenata contro tutto ciò che [...]. Per estirpare [...] albanese quella lealtà natura-le [...] cittadini nutrono nei confronti [...]. [...] si sono incaricati di dimo-strare [...] qual punto questo [...] lasciato [...] potesse rivelarsi tanto dannoso quanto [...] anzi come [...] potessero generarsi ed ali-mentarsi. Oggi si vede solo [...] di una frazione del [...] contro istituzioni [...] che non hanno alcun le-game diretto con [...] di municipi, di scuole, distruzione di archivi, [...] persino furti di [...]. Non [...] alcun dubbio che [...] della classe politica albanese do-vrà [...] della situazione che ha trascinato il [...] verso [...]. In un primo tempo, [...] tra-gedia, essa ha mostrato la propria ir-responsabilità, [...] di spirito, il proprio carattere vendicati-vo e [...] prima di ri-prendersi e di abbozzare un [...] con il patto di [...]. [...] venuta [...] di analisi approfondi-te, impossibili in [...] momento, né [...] dei colpevoli. La cosa più urgente è [...] a bloccare [...] fuga. Con tutti i mezzi. /// [...] /// Un intero [...] è [...]. [...] nella guerra civile, [...] di una metà del paese [...] dinanzi a un epilogo così [...] nessuno saprebbe restare spettatore. Sfinito ed esangue dopo [...] dittatura, il [...] albanese non merita una [...]. Se ha peccato contro [...] ha però perpe-trato crimini contro gli altri. E per il fatto di [...] stato abbandonato alla [...] sorte e dimenticato per tutto [...] secolo, per questa [...] meriterebbe oggi un [...] di solleci-tudine. [...] di tutto essere politico e [...] mes-saggi [...] e dagli Stati Uniti [...] e [...] come di fatto accade, ma [...] e soprattutto agli insorti. Ugualmente necessario un arbitraggio [...] un paese rotola verso il [...]. Tutto è buono per impedire [...] tragedia di tale portata. Poiché gli albanesi non appaiono [...] di un tale arbitraggio perché [...] pensare ad una presenza militare in-caricata non di reprimere, [...] una forza tampone che re-sterebbe [...] campo giusto il tempo necessario perché la [...] Sono venti secoli che questo [...] vive nelle [...]. La vergogna ricadrà su tutti, [...] esso mettesse fine [...] anni del millennio, sotto [...]. [...] tutti coloro che «peccano contro [...] stessi» senza, tuttavia, far male agli altri. Insomma, come dire?, [...] elettiva. Ma mi sento albanese anche [...] una ragione opposta: ho visto, nel corso di [...] rivoluzione popolare, [...] e la dignità stampati sulle [...]. Ed ha, quindi, ragione [...] il [...] del paese [...] meri-ta una sorte così crudele come [...]. Il suo grido di dolore [...] ascoltato, [...] può essere considerata, nè tanto [...] deve diventare, «un cancro nel cuore [...]. La sfida è aperta. E guai a fare [...] precedenti, quando, del tutto colpevolmente, la comunità [...] a svegliarsi [...] e fare errori peggiori, [...] occhi su ciò [...]. Ma si farà in tempo? Ci sono le energie sufficienti? Basterà [...] in una prima fase, [...] di Valona e di [...] di [...] di [...] Non lo sappiamo ancora, e [...] test elettorale del 29 giugno [...]. Quel che ancora non [...] questa è la colpa vera della diploma-zia [...] alba-nesi è il carattere di rivoluzione [...]. [...] rivoleva indietro i soldi truffati [...] perciò si armava e sparava, [...] in cielo, ma dietro tutto [...] dopo le pazzie isolazioniste di [...] non era stata neppure messa [...] cantiere dal [...] metà [...] me-tà [...] Hussein, il quale non si [...] come sperasse di traghettare il suo paese, con quel [...] balcanico con i piedi [...] verso il secondo millennio del [...]. Sbaglierò, ma nella rivolta di [...] marzo, [...] seppure indistintamente, aleggiava sopra i [...] di [...] e cioè una voglia assoluta [...] «società civi-le». La cui forma e [...] del tutto dimenticata nel passaggio (pas-saggio?) dalla [...] «democrazia» di Sali [...] che, invece, per [...] con [...] offri-va solamente una serie [...]. Ecco: società civile, nascita [...] processi di massa, forma-zione del consenso e [...]. Nessuno prenda un granchio: [...]. È tardi, certo, ce [...]. Ma non [...] altra strada e il [...] è che [...]. Questa transizione avrebbe biso-gno, però, [...] una classe intellettuale, di [...] che non ci sono. O [...] ai margini e non [...] loro voce. Gli scrittori sono stati [...]. [...] sotto certi aspetti, di [...] due riuscivano a farsi [...] e a farsi pagare. Tutti gli altri no, [...] spese in proprio. La situazione è un [...] migliore per pittori e cineasti, [...] di poco; [...] catastrofico. Perfino i lettori dei [...] da centomila a ottantamila. Non è che, per [...] gli artisti o gli intellettuali [...] i mentori di un [...]. Ma senza società civile, [...] non si va da [...]. [...] albanese offre di sé [...] (apparente) non proprio esaltan-te; e [...] per questo sta combatten-do una battaglia, se non proprio [...]. /// [...] /// È da questi due [...]. Si dice, ora, che [...] nelle elezioni, debbano «pareggiare» in modo tale [...]. E che sia. Ma se Fino va [...] posto che [...] non abbia più voce [...] avrà bisogno di un presi-dente credibile e [...]. Ma [...] è molto amato, [...] è ge-niale ma ha [...] la grappa. Una co-presidenza, come la vedete? Siamo sempre [...] resto. Mauro [...] brucia, [...] 1. Fra i partecipanti, scrittori e [...] europeo. Oltre a [...] ci saranno, fra gli [...] Andrei [...] Dubravka [...]. Fra gli italiani, Filippo Bettini, Vincenzo Cerami, Paola Campanile. [...] nato nel [...] a [...] si è fatto conoscere fuori [...] con il romanzo «Il generale [...] morta». Nel [...] ha chiesto asilo politico alla Francia, dove attualmente vive. /// [...] /// Nel [...] ha chiesto asilo politico alla Francia, dove attualmente vive. (0)
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