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Nato Friedrich Zinne-mann nel [...] Vienna, si sarebbe accontentato di fare il cineoperato-re: [...] collabora-to [...] alla domenica scritto da Billy Wilder [...] girato da [...] e Ul-mer nel 1929 [...] Berlino. Ma il ca-so volle [...] grande fotografo, Paul [...] il quale in America [...] in-dipendente, lo scegliesse come regista per un [...] realizzare in Messi-co, su uno sciopero di [...] stessi protagonisti. Nacque così I rivoltosi [...] Alvarado [...] opera straordinaria per le immagini di [...] e per [...] preceduto di dodici anni La [...] di Visconti. Fu per Zinne-mann il [...] tolse [...] della fotografia ma gli [...] poteva diven-tare un buon regista. A Hollywood gli assegnarono [...] con uno di essi si accaparrò un Oscar [...] di una lunga serie) e po-té passare [...] la strada del thriller (ne diresse due [...]. Due anni dopo, [...] in un soggetto antifascista [...] le sue idee: La settima croce, dal [...] comunista tede-sca Anna Seghers. Per fortuna era piaciuto [...] Spencer Tracy che ac-cettò di [...] sfidando in anticipo la [...] gli avreb-be rimproverato di essere «poco credibile [...]. Il suo personaggio, affidato [...] che alle parole, era quello di un [...] da un lager hitleriano con sei com-pagni, [...] dopo [...] ve-nivano ripresi dalla Gestapo [...]. Ma la settima croce [...] del ca-pitano aspettava invano: anche nella Germania [...] di cuore disposta a rischiare per salvare [...] un uomo braccato. [...] è una delle quali-tà forti [...] cinema di Zinne-mann. Nel 1948 gira in Svizzera [...] volta davvero) in Germa-nia Odissea tragica, occupandosi [...] e orfani di guerra e facendo esordire Mon-tgomery Clift [...] uniforme Usa come premuroso assistente socia-le. Poi è il turno [...] in America: in Atto di violenza (1949) [...] due che in guerra hanno imparato ad [...] Uomini (1950), che segna [...] di Marlon Brando, il [...] e sentimentale, di chi è tornato a [...]. In Teresa (1951) si [...] tema del matri-monio di guerra, ovvero che [...] ragazza italiana (Anna-maria [...] portata dal sol-dato americano [...]. Sono film senza dubbio [...] quali il regista concede ancora troppo al [...] non sempre arriva a conclu-sioni drammaturgiche pienamen-te [...]. Nel 1952, però, la [...] Zinnemann fa i conti col maccartismo imperante attraverso [...]. Mezzogiorno di fuoco è [...] le ferree regole del «gene-re» lo costringono [...] di pura azione, dove tempo reale e [...] coincidono, dove [...] i cieli non corrispondono [...] nessun altro western, dove lo sceriffo Ga-ry Cooper [...] battaglia che è la civile battaglia dello [...] dove il messaggio morale viene espresso dai [...] tensione del vero cinema. Nella vigliaccheria dei concittadi-ni [...] della giu-stizia isolato di fronte alla violen-za [...] legge benissimo [...] a resistere, con la [...] ai cacciatori di stre-ghe. Zinnemann, che aveva appena [...] Oscar per un docu-mentario [...] ortopedi-co di Los Angeles [...] che rieducava il protago-nista di Uomini), ne [...] per Mezzogiorno di fuoco. Con Da [...] (1953), il suo film [...] gli Oscar diventano otto, tra cui i [...] film e al mi-glior regista. Ma [...] nar-rativo e psicologico non è [...] magistrale, raggiunto [...] precedente. Popolato di perso-naggi, maschili [...] in un panorama di vita militare in [...] giapponese a Pearl [...] il romanzo cinemato-grafico tratto [...] letterario risulta contraddit-torio, a [...] vigore antimilitarista alternando cedi-menti e concessioni di [...]. La chiu-sa, di stampo [...] realistico, è già il segnale di un [...]. In effetti, ora che [...] massimo di potere contrattua-le, ci si aspetterebbe [...] un ulteriore slancio del-la [...] così generosa personalità. Invece, paradossalmente, a que-sto [...] si ritrae quasi [...]. Si accontenta di prodotti [...] di un professionismo sempre esemplare, ma che [...] eclettico e puramente tecnico. Così in un musical [...] come Oklahoma! Questi film concludono gli [...] Cin-quanta [...] che Zinne-mann, [...] a illustrare di-ligentemente romanzi [...] ha perduto la grande occa-sioni di diventare, [...] bravo regista, un autore di cine-ma, come [...] della [...] carriera faceva sperare. Tale aspetto predomina anche [...] I nomadi (1960), E venne il giorno [...] che affida a un legnoso Gregory Peck [...] evoca-re la guerra civile spagnola, fino al [...] Il giorno dello sciacallo (1973), che è sol-tanto [...] sensazio-ne su un presunto attentato a De Gaulle. Fortunatamente ci sono anche [...] una diversa partecipazione, anche se non re-cuperano [...] degli an-ni di gioventù. Una è Un uomo per [...] le stagioni (1966), che porta [...] Paul [...] nei panni di Thomas More, [...] Giulia (1977), che porta [...] Vanes-sa Redgrave nel personaggio di [...] e tragica militante an-tinazista. Questo secondo film, sia pure [...] qualche sfasatura, riesce particolarmente toccante, anche perché, [...] europeo, unisce quella [...] america-no [...] coppia di [...] formata da Lillian [...] e [...] Hammett. Si av-verte in Zinnemann [...] speciale per questa soli-darietà che varca [...]. Ed è proprio [...] in una forma più intima [...] altrettanto pudìca, che il cineasta [...] ricorre per il suo congedo. In Cinque giorni [...] che risale al 1982, [...] nostalgia i monti del Bernina frequentati da [...] sincerità la storia di un amo-re sbagliato, [...] finire. E lui, che aveva [...] assistendo in prima fila alla lezione di [...] Paul [...] nel film messicano, e [...] diret-to al meglio un gran numero di [...] Sean Connery), non si doleva certamente di [...] di persona la magnificenza di quei panorami [...] vicenda [...] personalmente vissuta. Tanto più che il [...] foto-grafia, capace di riprendere a co-lori le [...] e ne-ro è facile) senza cadere [...] da cartolina, era Peppino Rotunno, [...] il vecchio si-gnore -ben sapendo che il [...] un [...] suo, se non al-tro [...] bene -manda-va, con lo stile che lo [...] grazie. Ugo Casiraghi [...] 1. Il film era andato [...] Stati Uniti, nonostante la presenza di Sean Connery, [...] impedì al regista di intrattenersi con i [...] consueta gentilezza. In [...] Zinnemann parlò di tutto: della [...] degli [...] montagna, della [...] giovinezza a Hollywood e di [...] (si definì «socialdemocratico» e raccontò di conoscere [...]. In particolare, il cineasta [...] suo punto di vista su «Mezzogiorno di [...] parole: «Lo sceneggiatore Carl [...] vedeva il film come [...] maccartismo. E aveva ragione. Lui era finito in [...] e nessuno dei suoi amici [...] alzato un dito per [...]. Io però [...] sempre considerato un racconto sulla [...] umana. È la storia di [...] segue la propria coscienza. Forse senza nemmeno sapere [...]. Infondo, tutti i cittadini [...] per non [...]. E infatti gli daranno una [...] solo un bambino [...] ubriaco. Gary Cooper amava quel [...] con coraggio contro tutte le accuse di [...] furono lanciate dal famigerato [...] per le attività [...]. [...] A Saint Vincent [...] critica Berlusconi e Cecchi Gori Depardieu: «La tv uccide la creatività» «Non sono un [...] contro la legge [...]. E poi racconta del [...] Zucchero. Papi, uscito da Canale [...] scelta «Macché rimosso: preferivo fare il tg [...] Italia 1» Oscar: [...] seguirà in tv la [...] David [...] il pianista che ha [...] seguirà la Notte degli Oscar [...]. Secondo il [...] era stato invitato, assieme [...] Gillian, ad assistere alla cerimonia che si terrà [...] prossimo. In quei giorni, però, [...] impegnato nel suo tour di concerti (applauditi [...] stroncati dalla critica): il 25 e il [...] a Los Angeles e seguirà la premiazione [...]. /// [...] /// Non ha dubbi, Gé-rard Depardieu. Non ha neppure voglia [...] Gérard Depar-dieu da [...] cuore della provincia francese, [...] vanno costruite con tenacia. Nel giorno [...] della satira e [...] di Saint Vincent, quando [...] si siedono in platea [...] bel tenebroso di Francia, la star ha [...] la luce dei rifletto-ri. E di mostrarsi per [...] un [...]. Per strada ci so-no [...] chi gli chiede del corteo contro la [...]. Come sono contro la [...] Pasqua. Jack Lang mi ha [...] intervenire pres-so il presidente [...] per i [...]. Ma non sono un [...]. Il solo potere che [...] parlare ra-gionevolmente». Al presidente [...] appunto, che le cronache [...] suo amico. Quando giro il mondo [...] varie espressioni cultu-rali. Cerco, con la mia [...] incontrare gli artisti e di evitare che [...] deboli possano essere colonizzate [...]. /// [...] /// Lui che [...] stato per lavoro, la conosce. /// [...] /// Anche se han-no un [...] capi-sco. Come non li capiscono quan-do [...] vogliono per forza [...] male di Castro». Dove è finito [...] custode» del film di [...] che i bambini aspettano [...] grande al-bergo con il foglietto per [...] correndo su è giù [...] come [...] di ricreazione a scuola? È [...] palco a parlare di politica. Di cinema e di [...]. Così si perde la [...]. Perché Cecchi Gori e Berlusconi, [...] un film, pensano pri-ma di ogni cosa [...] il piccolo schermo». È lì, Gérard da [...] a raccontare della canzone [...] con Zucchero. È lì a sedurre [...] Depardieu. Mentre i bambini fanno [...] fotografi. E i cronisti si [...] che non avevano espresso ad alta voce. E il film di Mimmo Calopresti, del quale [...] è anche copro-duttore? «Racconta della [...] uscita [...] che per un uomo coincide [...] i 35 anni e per una donna con i [...]. Racconta del bisogno [...]. Perché la parola amore [...] la neces-sità di amore». A chi gli chiede [...] che preferisce desiderare piut-tosto che ottenere, risponde [...] «Forse con qualche per-sonaggio. Ma con le donne [...]. Altrimenti sarei uno stupi-do». Nega anche di essere [...] lavoro. Però, a [...] in fila i progetti [...] pro-durre fanno venire [...] film in America (La [...] film in Francia (Il più bel me-stiere [...] in uscita (Soldi proibiti di [...] altri film da produrre (Nick [...] e dei progetti con [...] Cina [...] Cuba). Co-me se non bastasse, [...] la [...] atti-vità di ambasciatore [...]. Non esiste soltanto il [...] di merda da guar-dare; [...] anche un [...] di cose po-sitive che vanno [...] ad essere viste». Il tempo è scaduto. E men-tre i bambini [...] che corrono con i loro foglietti di [...] Gérard da [...] saluta e se ne [...]. Bruno Vecchi ROMA. Nessu-no mi ha voluto [...] Canale 5»: Enrico Papi smentisce così le [...] alcuni giornali, secondo cui sarebbe stato «rimosso» [...] Canale [...] per contra-sti con dirigenti e conduttori [...]. Il nuovo tg «rosa», in [...] da lunedì su Italia 1 alle 20, darà modo [...] pungiglione di Pa-pi di scandagliare le cronache sulla vita [...] dei vip, con una [...] di pettegolezzi spinti. Titillando anche la voglia [...] cela dentro il tele-spettatore, invitato a telefonare [...] via internet per ri-velazioni inedite o piccoli [...]. Per le presunte antipatie [...] colleghi, invece, se-condo Papi si tratta di [...] Fiorello, Paola Barale e Claudio Lippi sono tutti colleghi [...]. Se per Papi non [...] di completo feeling con [...] gioisce invece [...] che ha ottenuto dalla [...] contratto di due anni con un compenso [...] a cui si vanno aggiun-gere altri sei [...]. E continua, dicendo che [...] Rai [...] bene ma «quando ho det-to a mio [...] sarei ri-masto in Rai nonostante i soldi, [...] rincorso per la casa [...] con una for-chetta». Al conduttore di Tira [...] può ben dire che a [...] è diventato «beato tra [...]. /// [...] /// Al conduttore di Tira [...] può ben dire che a [...] è diventato «beato tra [...]. (0)
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