Ma allora che [...] venuto a fare qua? Volevo [...] nella città di Rio de Janeiro e glie [...] detto. Allora lui mi ha detto: [...] ma tu non hai una qualifica, è difficile, ma [...] penso io, non ti preoccupare. Ha parlato con un [...] sta al mercato del pesce e questo [...] sì e mi ha preso. Questo lavoro di pesce [...] la situazione vitale, cioè di casa e [...] va bene, pure se puzza dico io. Ogni mattina alle sei [...] e [...] giunto mi danno un [...] e i prezzi del giorno. Parto col carretto e [...] i quartieri dove mi dicono di girare. Siamo 15 « [...] » col padrone e [...] per i quartieri perché [...] dove si vende di [...] di meno. Ogni settimana cambiamo quartiere, [...] tutta la città e le persone di [...]. Quando grido « [...] », per farmi sentire che [...] già sanno che [...] il « [...] », come dicono loro. Così ho conosciuto pure [...] e qualcuna nera e ci sono andato [...] e, quando volevano, a fare [...]. Al paese, invece, era [...] trattava solo di figlie di famiglia e [...] di accasarsi; io invece nemmeno ci penso [...] e conoscere il mondo fino a che [...] tempo. Per il lavoro mi [...] al giorno, che sono circa ottocento lire, [...] la percentuale del pesce che vendo e [...] sessantina di [...]. [...] me la passo bene [...] esce il cinema, lo svago e pure [...] padre è contento che va così e [...]. Mi sono già comprato [...] come si portano qua, per i giorni [...] non si consumano perché, quando lavoro, giro [...] le scarpe di pezza « [...] ». Abito in una camera dove [...] i letti. Ci abitiamo tre italiani, [...] nero. Per dormire pago quasi [...] notte. [...] me li tengo appesi [...] il portafoglio, e i vestiti [...] li [...] di Peppino perché lì stanno sicuri e [...] Pep-pino, che mi lava anche la biancheria, [...] in ordine. Gli altri due italiani [...] a me sono di Venezia e non [...] fanno. Ci vediamo soltanto la [...] per lavorare, e ci diciamo buongiorno e [...]. ///
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Ci vediamo soltanto la [...] per lavorare, e ci diciamo buongiorno e [...].