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Primo sì ieri al Senato, [...] al disegno di legge sui concorsi universitari. La discussione è durata mesi, [...] tutto [...] di questa legislatura. Il provvedimento, che passa [...] Camera, è la prima riforma organica dal [...] 1980. Nasce dalle necessità di [...] docenza universitaria, divenuto, negli ultimi tempi, assai [...]. Non essendo stato risolto [...] passata legislatura, [...] di questa il ministro Luigi Berlinguer [...] vide costretto a bandire un concorso urgente [...] posti. Presentò subito dopo un disegno [...] legge sul quale ha lavorato la commissione, introducendovi diverse [...] pur senza [...] fondamentale. Questi i punti qualificanti. Ampia autonomia degli atenei; [...] tipo privatistico per i dottorati di ricerca; [...] agevolazione dei tirocini nelle università straniere; istituzione [...] di maturità scientifica a livello nazionale, articolata [...] docenza. Scompaiono il precariato e, [...] nazionali. Viene attribuita alle singole [...] delle modalità dei concorsi per i professori [...] però di una «griglia» [...]. I professori titolari di cattedra [...] gli associati potranno accedere ai concorsi soltanto dopo [...] conseguito [...] superando una prova su scala [...]. Nascono nuove figure come [...] insegnamento della durata sempre di quattro anni [...] per un altro quadriennio, per fronteggiare [...] didattica degli atenei. Uno dei punti di [...] è stato quello che riguarda la «mobilità [...]. Si è stabilito che [...] per i concorsi banditi entro il primo [...] vigore della legge. Per Berlinguer la nuova [...] rilancio della ricerca universitaria. Nedo Canetti Concorsi universitari Primo [...] Senato A colloquio con Maraini: ecco come [...] nuova fatica letteraria, «Dolce [...] Dacia, il coraggio di [...] «Ma [...] come un romanzo» Un [...] morte della sorella: eventi dolorosi narrati, però, [...]. Le lettere sono nate [...] realmente avvenuto. /// [...] /// [...] piano del palaz-zo lungo lungo [...] anni Trenta, al [...] Roma che si desidera: piazza [...] il [...] Trinità [...] Monti, piazza Venezia e il Colosseo. Dacia Maraini cammina, ancora [...] sciolta, nel suo grande apparta-mento: continua a [...] spiega, per i postumi [...] (a metà novembre è [...] Lungotevere). Forse è per questo [...] televi-siva «Io scrivi, tu scrivi», che conduce [...] cosa la stanchezza fisica. Però fuori [...] un gran cielo azzurro, e, [...] gli occhi più celesti che mai, [...] in guerra», «Marianna Ucrìa», «Ba-gherìa», [...] nuova, lieta. Aspetto in tinta con «Dolce [...] , suo nuovo romanzo e presumibile [...] un racconto epistolare -una [...] Vera, [...] bambina di sei anni, Flavia -armoni-co e [...]. Anche se parla [...] amore finito, anche se, nello [...] felice di [...] Dacia Maraini conficca la pietra [...] ricordo della morte della sorella Yuki (nel libro la [...]. A quali risorse bisogna attinge-re [...] scrivere senza dolore, anzi [...] È una storia finita bene. Le storie spesso si [...] terribili, con [...] e rancori. La nostra no: do-po [...] lontananza, [...]. Otto anni di rapporto [...] di [...] più giova-ne, le pagine [...] Yuki: «Dolce per sé», novità per Dacia Maraini, è [...]. /// [...] /// [...] vicende che ho vissuto, [...] sa solo chi mi conosce perso-nalmente. La struttura non è [...]. Ci ho lavorato come [...]. Perché, sennò, ho modificato [...] io sono Vera, lui è Edoardo, la [...] Flavia? Lì dentro [...] una parte della me [...] determinato [...]. /// [...] /// Rac-contare una vicenda mia, in [...]. [...] in terza persona, faticando [...] personaggi, fino a Ba-gherìa. Invecchiando mi va sempre [...]. /// [...] /// È stata la chiave utile [...] rendere pubblico [...] Le lettere, [...] le ho scritte davvero. Avevo conosciuto questa bambina e [...] rapporto [...] se era durato il tempo [...] una vacan-za, era [...]. [...] con un bambino può essere [...] rivelatore. Per chi non ha [...]. In [...] di dolore, dopo la [...] con suo zio, le ho scritto, ma [...] senza pensare di spedire le lettere davvero. Poi, [...] ho visto [...]. La bambina sa, che Dacia Ma-raini [...] via Rizzoli, le ha spedito [...] Ha saputo. E io ho saputo [...] vedere. È cresciuta, ha tredici [...]. Da dove arri-va? Da [...] volevo sposare un pianista: per far mio [...] suonare, e che ormai sapevo che non [...]. Mi piaceva assistere alle [...] significa vedere [...]. Ho voluto ren-dere [...] carnale della musica, come si [...] un corpo, col violi-no soprattutto, che entra nel collo [...] e diventa una parte del suo braccio. Ma la musica è [...] fluida. Mi dicono che sembra [...] di getto. È per via della [...]. /// [...] /// Stavolta, gli uomini sono [...]. Così come i topi, [...] primi racconti di Dacia Maraini, riappaiono, ma [...]. [...] Mi riesce sempre meno scrivere [...] antipatia. Se un perso-naggio lo [...] scrivo. Scrivevo, prima, con più rabbia, [...] le [...] antipatie. Ora ho bisogno di una [...] tenerezza per i [...]. La Maraini autrice parla [...]. Un occhio che deriva [...] fatta in televisione, parlando dei [...] La televisione è [...] tappa di [...] lunga. Da anni, co-minciando alla «Maddalena» [...] in seminari dappertutto, racconto come scrivo e [...]. Prima in effetti ero [...]. Ho dovuto leggere gli [...] che mi piace moltissimo, [...] che è oscuro, [...]. Li ho letti, poi [...]. Quello che amo è rac-contare [...] pubblico che piacere sia leggere. /// [...] /// Insegnare a scrive-re a [...] casalinghe. Fare teatro con un [...]. Dacia Ma-raini non sa che [...] scrittrice e [...] così, [...] Non ci ho mai pensato. Io faccio [...]. Scrive-re è un lavoro [...]. /// [...] /// E do-po un [...] succede di peggio: perdi [...]. Maria Serena [...] 3. Il romanzo in questione [...] Dacia Maraini, Dolce per sé, un ti-tolo [...] giù da un verso del maggior teo-rizzatore [...] solo poetica: Giacomo Leopardi. Mi verrebbe voglia di [...] si trat-tasse della ripresa di un colloquio [...] i sottinte-si. Magari con uno di [...] infantili, aggiungendo un qualche suffisso a ogni [...] lei col suo innamorato. Come fa Vera, la [...] o aggettivo, un suggerimen-to?). Ecco, più o meno [...] «Cara Da-cia, grazie per il libro, che poco al-la [...] rovistato e [...] e rimescolato dentro, tra [...] ma anche roso e corroso e imbalsamato [...] bal-sami, «I balsami beati / per te [...] Grazie [...] essendomi io abbandonato nella lettura. La qual cosa significa [...] è un [...] che induce appunto [...] alla resa. /// [...] /// E alla fine mi [...] nel ruolo di Flavia, la bambina a [...] Vera [...] le sue lettere. Meglio ancora, mi sono [...] topino del tuo racconto, la cui madre [...] dispensa mentre travasa, con [...] uso della [...] coda, pregia-tissimi olii siciliani [...] figlio, per [...]. Dolce, per sé. È un [...] quello che accade con il [...] lettore. Che non viene pietrificato, [...] di Lot che si volta indietro a [...] Sodoma [...] Go-morra in fiamme, mentre dovreb-be guardare [...] dove solo ci si salva (questo proprio [...]. Dio non am-mette la [...] storia è voltarsi indietro. Della moglie di Lot [...] in una lettera e resti, come me [...] trovare una spiegazione «laica», e loica, a [...]. Si tratta della memo-ria? E [...] si instaura tra il racconto, la memoria [...] Perché il tuo racconto è tutto di [...] titolo, tirato giù dalle Ricordanze leopar-diane, a [...]. So-no simboli, [...] ma simboli inquietanti, come [...] la pietrificante Medusa (e, sotto, un intrico [...] riflessi e suggestioni)». Lo so che non [...] di critica con toni così domestici e [...] per dire che subito, per me almeno, [...] una sorta di complicità mimetica, at-trattiva, di [...] tono con il testo della Maraini, il [...] scrittura e tono hanno in questo libro [...] una fun-zione decisiva nei confronti del lettore. Lo incastrano, nel senso [...]. Dunque, una donna cinquan-tenne scrive [...] una bambina seien-ne sedici lettere, in due gruppi se-parati [...] sette anni. Lettere evoca-tive di un [...]. Che quella epistolare sia una [...] retorica è ben chiaro. Perché, in questo caso? A [...] che si tratti di una specie di [...] in quella figura in-fantile, un mezzo di [...]. Infatti è evidente che [...] la storia della scrivente, Ve-ra, lasciati alla [...] in-fantili. La soluzione ovvia è [...] Vera [...] rivolgendosi alla propria in-nocenza, Flavia. E non solo [...] bensì culturalmen-te, se pretende [...] un bagaglio di nozio-ni, conoscenze culturali, concetti [...] banali . [...] lo sdoppiamento è il più [...] dei canoni narrativi [...] tempo. [...] allora? Innanzitutto è un romanzo. Con [...] sto-ria [...] tra Vera e un giovane [...] Edoardo, al centro, e tanti avvenimenti, lieti e dramma-tici, [...]. Guai a lasciarsi pren-dere [...] ricerca delle coincidenze autobiografiche (certo che ci [...] predilezione per [...] e limone), anche se [...] a un bilancio, a una resa dei [...] quel punto della vita di ognuno. Basta non dimenticare che [...] cioè un rac-conto in prima persona, di Vera [...] di Dacia. Piuttosto il gioco con [...] infantile in mezzo, con-ferisce [...] tono di elegia di stagione al tramonto. Dolce, si leg-ge nel [...]. E [...] un aggettivo che ricorre più [...] a far da spia, «struggente». Anche se «dolce» e [...] gli inciampi, i drammi che li attraver-sano, [...] di un amore o la morte di [...] strazio, appunto. Dolce per sé è [...] per i gesti e [...] a incominciare dalle «piccole mitologie familiari» («una [...] sarebbe come un cielo senza stelle, un [...] inquietante»), fino a certi dettagli, ai tic [...] (Edoardo [...] smette nulla perché «separarsi da una giacca, [...] vuol dire separarsi da una parte di [...]. Non [...] dubbio, Vera è [...] ma rispetto allo stereotipo consueto [...] il ribaltamento domestico e tenero [...] donna scrittrice, che si mostra in una quotidianità «normale» [...] rende agevole ogni identificazione da parte del lettore. Ma una spiega-zione, o [...] infine, la Maraini stessa ce la dà [...] quando scrive che la me-moria ha delle [...] quali «chi vi si immerge ne esce [...] «i romanzi sono fatti di [...] miracolosa che ci per-mette [...]. In barba al-la moglie [...] Lot. Folco Portinari La scrittrice Dacia Maraini Paolo [...] Romanzo [...] che induce [...] e alla resa Nella [...] Flavia bambina della nostra memoria Con al centro [...] un racconto che si [...] gioco con il ricordo. [...] per i gesti e le [...] «mitologie familiari». Dolce per sé di Dacia Maraini Rizzoli editore [...]. Negli anni [...] fondò il movimento [...] Topor, il disegno fantastico [...] nero Dissacrante e lapidario, si [...] anche al cinema [...] e al teatro. Polanski trasse da un suo [...] del terzo piano». Roland Topor, nato a Parigi [...] 7 gen-naio 1938 da Abram e [...] studia [...] des [...]. Nel 1958 si fa [...] di-segni pubblicati sulla rivista [...]. Ha [...] quando comincia a pubblicare «invereconde» [...] per [...] Le [...] Fiction che pub-blica anche le [...] prime novelle. Le gallerie gli fanno [...] decide di lavorare per le riviste. Topor era attratto dal gruppo [...] giovani arti-sti guidati dal critico Pierre [...] -ricordiamo Cesar, [...] che si avvicinavano [...] in un modo, diciamo così, [...] certamente irriverente, comunque polemicamente rissoso. Certo i due artisti [...] qual-che spanna un [...] più su di altri [...] risposta parigi-na allo strapotere in arte della [...] nel dopoguerra dettava legge in Europa. Da allora Topor ha [...] di campi di espressione ar-tistica, saltando con [...] un mezzo [...]. Il-lustratore e grafico, si cimenta [...] con la narrativa (da un suo ro-manzo, La [...] Ro-man Polanski trasse il film [...] del terzo piano). Tra una mostra e [...] trova il tempo di dedicarsi [...] cinema [...] e insieme a Renè [...] realizza uno splen-dido lungometraggio di [...] (Il pianeta selvaggio). Amante della provocazione e [...] Topor aveva crea-to nel 1962, insieme ad [...] e [...] , «Le [...] movimento cul-turale che dette [...] una nu-merosa serie di disegni, racconti e [...] tema del «pani-co». Nella continua ricerca di [...] Topor si cimenta con la regia teatrale, diventa [...] sue interpretazioni si ricorda in particolare la [...] di Werner Herzog), co-stumista, [...] episodi di una serie televisiva per bambini [...] e marionette). Definito da molti cri-tici [...] fuoco [...] umano che esplode in [...] Topor accoglieva da sempre allo stesso modo [...] venivano fatti su di lui e i [...] di [...] con una fragorosa risata, [...] ormai della ricca mitolo-gia su di lui, [...] contagiosa, che amava apporre co-me firma ad [...]. Forse antiborghese, comunque possessore [...] sapore dis-sacrante nelle illustrazioni, nei di-segni mischiava [...] deri-vazione aristocratica, [...] per intenderci, lapidario, sec-co [...] racconto [...]. Se del pubblico gli [...] giudizio dei colle-ghi lo colpiva a morte [...] più che lusinghiero. La [...] opera, specialmente quel-la grafica, [...] di singola personalità. Ora potrà sem-brare irriverente, [...] spoglie, però Topor era più dise-gnatore, illustratore [...]. Nel tempo andò sviluppando [...] umorismo nero. Ne è testimonianza Il [...] Amsterdam, [...]. [...] sadica spesso volta, con grande [...] e al perverso, si accom-pagna [...] un segno duttile, calibra-to. Fra [...] illustrò magistral-mente libri come Pinocchio; [...] della [...] «mano» creativa e duttile [...] per la televisione (serie [...] e di testi [...] 1977). Federico Fellini, che a [...] i disegni di Topor per il suo Casanova, [...] della «facilità professio-nale con cui Topor realizza [...] «disciplina applicata al sogno», della [...] «minuziosità nel descrivere [...] della [...] «grazia nel terrore». Enrico [...] Amava il suo nome In [...] significa «ascia» [...] 1. Lo notizia è stata [...]. [...] aveva 59 anni. Figlio di un artigiano [...] il cuoio, era nato nel 1938 a Parigi. Alla notizia della [...] morte Fernando [...] suo antico sodale (avevano [...] si è lasciato andare [...] «Non so come faremo a vivere senza di [...]. /// [...] /// Alla notizia della [...] morte Fernando [...] suo antico sodale (avevano [...] si è lasciato andare [...] «Non so come faremo a vivere senza di [...]. (0)
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