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A Parigi in mostra [...] Gabriele Basilico «Una domenica mattina arrivai a Milano. Questa città si trova al [...] so-pra del fiume Po e al di sotto della [...] scoprono [...] lucenti. Parole simili non si [...]. [...] secolo fa, ades-so suonano morte, [...]. Non è più tempo di [...] e non è neppure più tempo di «ingressi»: en-trare [...] una città signi-ficherebbe riconoscere un luogo, [...] magari [...] di mura. La cit-tà non è [...] infinita. Della città tradizionale è so-pravvissuta [...] am-ministrativa. In Italia ancora, malgrado [...] piani-ficazione estesi [...] alla provincia, alla regione, [...] e settanta, decidono i Co-muni e i Sindaci. La città non indica più [...] localizzazione privilegiata [...] godimento della rendita. Il [...] che raggiungeva la [...] nutriva la [...] di servizio di cui i [...] avevano bi-sogno e lo stesso obiet-tivo giustificava [...] di quanti volevano [...] o una formazione artigiana per [...] inseriti nel ciclo della produzione dei beni e servizi [...] dai ceti dominanti. Il risultato era una città [...] e disordinata che destava scandalo tra i moralisti del [...] scorso, che la considerava-no così una struttura parassitaria, concentrato [...] vizi, a cominciare [...] e malvagità. [...] è tramontata, la crisi [...] tra-dizionale e [...] hanno [...]. [...] esprimevano con una im-magine [...] della città che aveva ormai [...] le mura o i confini e aggrediva la campagna. Tanto che ormai [...] tra città e campagna [...] diversi di città veniva meno o diventava [...]. Uno studioso france-se, Marcel [...] si chiedeva se sarebbe [...] soglia minima adatta a defini-re la città [...] dovesse piuttosto sol-tanto cercare di delimitare, ricorren-do [...] criteri, aree urbane [...]. Che molte aree del [...] diventate il [...] di un continuum urbano [...] che si può percorrere ogni giorno uscendo [...] Milano [...] da [...] forti direttrici del traffico. Come Ga-briele Basilico, uno [...] foto-grafi italiani, architetto, ha più volte documentato, [...] esperienza di «viaggio». Prima per una mostra alla Biennale [...] un libro, pubblicato da [...] e per una esposizione a Parigi, ha ordinato i suoi lavori [...] «sezioni del paesag-gio italiano», che [...] il mitico «fluido mortale»: da Mi-lano verso Como, da Mestre verso Treviso, da Rimini e Riccione verso il Montefeltro, [...] da Napoli verso Caserta, Da Gioia Tauro verso Siderno, [...] del ce-mento da metafora della [...]. Sono fotografie senza presenze umane, [...] di un [...]. [...] sulle geometrie degli spazi, divisi [...] modo elementa-re tra verticalità e orizzontalità. [...] e [...] del moder-no sembrano annullare le [...]. Oppure le differenze si [...] alla incompletezza del progetto. I modelli si ripetono, [...] omogenee. Una peri-feria napoletana non [...] di-versa una periferia milanese: solo la dimensione [...] dello scarto. /// [...] /// Il percorso di Basilico [...] Milano, direzione nord, tra le tan-genziali e quelli [...] di sviluppo. È una geografia di [...] che incontrano banali edifici a torre, dalle [...] case popolari, padiglioni espositivi, fiere del mobile, [...] trovano [...] versione grazie alle insegne [...] culmine: casa della ca-meretta, [...] laminati, [...]. La dimensione si stempera [...] delle aree più esterne. [...] incontra una grazia dozzinale o [...] «sur-reale» invenzione formale: tetti che scendono ricurvi, angoli arrotonda-ti. Le citazioni del postmoderno non [...] oltre la linea curva: di tanto in tanto spuntano [...] e là spioventi, [...]. Il repertorio banalizza [...] neoclassica e si presenta ormai [...] lungo tutto [...] di Gabriele Basili-co. Se mai alla «pulizia asettica» [...] certi ambienti milanesi si sostituisce [...] o comunque la salvaguar-dia di [...] di «piccolo», che esemplifica una condizione struttu-rale. La piccola impresa ad [...] Veneto si rappresenta contro pa-norami modesti: il capannone, [...] palazzina degli uffici non in-gombrano la vista, [...] di architettura «estensiva», orizzontale più che verticale, [...] resistenza di vecchi edifici, ristruttu-rati e ormai [...] contesto completamente diverso. In un paese del Veneto [...] di imbattersi in una vecchia casa a [...] bella decorazione baroc-ca e [...] scalinata [...]. Ma la probabile campagna intorno [...] sparita e [...] è scandito da una sorta [...] arco trionfale a [...] stilizzato, di metallo nero, con [...] logo della fab-brica. [...] pare di assistere davvero ad [...]. [...] di Gabriele Basilico prosegue verso [...] Sud e [...] dello spazio sembra progredire mol-tiplicando [...] soluzioni formali. [...] gioca tristemente, incapa-ce di esprimere [...] linguaggio ragio-nevole. Alle [...] superficie dei pa-lazzoni per uffici [...] mi-lanese si sostituisce una inclemente varietà di [...] di stili, [...] contaminazione: dal postmoderno [...] alla chiesetta texana, dalle villette [...] schiera ai palazzoni a stecca [...] popolare, alle im-pennate delle piramidi [...] ai bassi parallelepipedi dei vari [...]. /// [...] /// [...] a ricreare [...] città che sta soprattutto nella [...] compositiva. In questo senso nel [...] meno accentuato, si può ritrovare le ragioni [...] le altre quelle vere, legate alla storia [...]. Nel «ritratto» italiano presentato [...] Gabriele Basilico pare [...] nomi: qualsiasi foto potrebbe [...] a qualsiasi contesto e denuncia così il [...]. [...] ventennio non ha saputo ri-disegnare [...] stessa. [...] una foto, scat-tata a [...] interrotto in aria contro lo [...] di una vecchia casa. Non sarà [...] in Italia: comunica [...] del [...] e [...]. I costi sono economici [...] immagini danno an-che la misura dei costi [...]. Nella ricerca di Basilico [...] fortemente pedagogica, perché si ria-prono [...] occhi su una realtà altri-menti assoggettata alla nostra ormai [...]. Forse non ce ne [...] ha condotto anche alla [...] valori estetici. Il brutto do-mina e [...] scandalizza neppure più. Oreste Pivetta Città in [...] NASCE GOMORRA Se Kant incontra la cultura del caos [...] di una periferia del Nord: [...] e capannoni. Accanto, il centro storico [...] Genova [...] le strutture industriali che incombono sulle abitazioni Forse [...] tempo frequentere-mo gli stessi luoghi nei quali [...] Rick [...] o mangere-mo a un [...] quello dove [...] Dallas si serve abitualmen-te [...]. In attesa di probabi-li [...] ciò che ci lega agli sce-nari dipinti [...] o «Il quinto elemento» [...] metro-poli. Sempre più grandi, sempre [...] più babeliche. Sem-pre più [...]. E sempre più isole [...] al deserto, [...] di identità, culture e [...] potrebbero nascere altrimenti. Metropoli, non città, ovverosia [...] costrin-gono alla vicinanza, creano e distruggono. La metropoli co-me «soggetto», [...] giochi di Augé e i «quarzi» di Davis), [...] come matrice: di idee e linguaggi, di [...] ricchezza delle cul-ture urbane di rivolta, della [...] cul-ture underground. Alla metropoli, alle sue archi-tetture, [...] sue culture e alle sue contraddizioni, è dedicata una [...] rivista, edita da Co-sta [...] Nolan, dal titolo biblico, e [...] di Gomorra. Il ta-glio di rivista [...] culture della metropoli» -, è quello che [...] diceva interdisciplinare, la dicitura in copertina recita [...] urbanistica, antropologia, sociologia». Le te-si che vi [...] fede alla scelta della Go-morra del titolo, [...] evoca trasgressione e provoca-zione. Gomorra, infatti, propone scenari e [...] che pacificatori. Uno spazio non più [...] ma for-mato dal basso, e soprattutto, dal [...]. Questo vuol dire che, [...] analisi sul-le categorie economiche e sulle riforme, [...] definizione di un fatto asociale che la [...] ancora a determinare, dalla presenza, cioè, di [...] indivi-duale che ricerca il massimo di libertà [...] cioè la possibilità di rifiutarsi e di [...]. Insomma, il punto di [...] pun-ti di partenza, di Gomorra è che [...] politico è in crisi, non esiste più [...] spazio progettuale rivolto al futuro e, quindi, [...] guardarsi in-torno e cercare [...] nuova realtà in mutamento. At-traverso la concretezza degli [...] soprattutto attra-verso le culture metropolitane. Non è un caso, [...] metropoli sia vista come una realtà nella [...] edifici non sono più enti-tà separate e [...]. E che Go-morra sia attraversata, [...] dalle tesi del [...] dai concetti di [...] e [...] dalle culture e dalle pratiche [...] ibridazione, dalla filosofia dei [...]. In mancanza di piazze, [...] archeologia urbanisti-ca, la rivista si occupa di [...] che dura-no lo spazio [...] at-traversati. Che siano stabili oc-cupati, [...] sociali autogestiti, fast food, stazioni abbandonate dove [...] iper-mercati, capannoni che si ani-mano solo con [...] commerciali, motel, muretti, parchi a tema e [...] lavoro figli del [...]. Per il suo esordio, Gomorra [...] come tema centrale un [...] che sta in bilico [...] e la banalità del quo-tidiano: gli autogrill [...] di benzina (gli altri [...] di questo [...] i progetti per Roma, le discote-che, Tokyo [...]. Con saggi di Alberto Abruzzese, Mas-simo Ilardi, Fulvio Leoni, Giu-seppe Bronzini, Aldo [...] e Pippo Ciorra, Giacomo Marramao [...] Mario [...] la sta-zione di servizio [...] rivoltata come un calzino. Dalle osservazioni di Roy [...] alle citazioni dalla «Critica [...] di Kant, dalle analogie con i contenitori [...] («Costanzo [...] o Do-menica in») a quelle con la [...] gli articoli forniscono una [...] queste ar-chitetture senza architetti che nascono come [...] autostrade e superstrade. Non mancano neanche le [...] a questi luoghi, come quella del signore [...] far pipì e si di-mentica della moglie. Più che leggenda, metafora [...] che abita questi [...]. Come della solitu-dine che [...] del-la quale Gomorra non parla esplicitamente, preferendo [...] concetto tutto positi-vo di antagonismo metropolita-no. /// [...] /// Come della solitu-dine che [...] del-la quale Gomorra non parla esplicitamente, preferendo [...] concetto tutto positi-vo di antagonismo metropolita-no. (0)
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