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[...] ma non parlano [...] ultimi, inutili interrogatori -Come funziona [...] macchina dei supplizi -L'incontro nel carcere coi detenuti arabi: "Coraggio, fratello! Ricordiamo che si attende ancora [...] risultanza [...] aperta sul caso Alleg, mentre [...] vittima si trova ancora prigioniero in campo di [...]. Henri Alleg attende di [...] restituito alla libertà e di [...] i suoi [...] rendere [...] ri Un giustizia. Erano i miei due [...]. Doveva essere oramai tardi, [...] di sera, e, mentre salivamo verso la [...] il sospetto elie stessero per « suicidarmi [...]. Nello stato [...] cui mi trovavo, quella prospettiva [...] mi emozionava: « Non ho [...] sotto le torture, sono riuscito [...] zitto [...] col siero della verità, ora [...] Uniscono ». [...] ri discendemmo [...] casa e mi aprirono le [...] di una cella che già avevo aiutato. Vi avevano messo ordine, [...] da campo e mi pagliericcio. Quando se ne andarono, [...] svanite per un istante, mi assalivano di [...]. Stavo [...] se per caso non diventassi [...]. Se continuavano a drogarmi, [...] capace di resistere come la prima volta? E [...] mi faceva dire ciò [...] evidentemente non era servito a nulla reggere [...]. Mi ribellavo alla tentazione [...] La porta della cella sulla destra era aperta [...] di filo di ottone vi era posato [...]. Dallo abbaino aperto spuntava [...] chiusura. Potevo legarvi un pezzo di [...] di ottone, salire sul lettino [...] questo [...] con una pedata. Cosi, sarei rimasto appeso. Però mi ribellai [...] del suicidio. Avrebbero creduto, con la [...] fosse stata la paura delle torture a [...] gesto estremo. Mi domandavo inoltre se certe [...] non mi fossero state [...] volontariamente, c la frase [...] di campo di [...]. [...] in cui decidevo di [...] in cui riflettevo al fatto che, se [...] valeva cadere sotto i colpi dei paracadutisti, [...] non fosse la stessa paura della morte [...] scoprire questi « [...] ». Cercavo di ragionare con [...] che potevo possedere. N e conclusi che, [...] non mi avrebbero « rimesso sotto », [...] che avevo dunque il tempo di uccidermi [...] la misura mi fosse sembrata necessaria. Mi rendevo conto altresì che [...] mi trovavo in condizioni normali e che il riposo [...] una riflessione più serena. [...] e dormii Tino al mattino. Mi sentivo improvvisamente [...] e felice di non [...] ceduto. Ero convinto che avrei [...] ricominciavano. Volevo [...] fino alla fine. Non avrei fatto il [...] come essi volevano. Verso la mela del [...] casa, nella prima cella [...] ospitato, ma non vi restai a lungo. Durante la serata rifeci [...] mi conduceva nella tana in cui passai [...]. Brani di conversazione colti [...] fornirono la spiegazione di questi ordini e [...] visita «li una commissione (non so quale) [...] che essa mi vedesse. Perciò mi nascondevano nella [...] non dipendendo in teoria dal « centro [...] dei paracadutisti, poteva sfuggire al controllo. Stavo meglio ed ero oramai [...] prado di reggermi in piedi. Sentivo dal diverso contegno [...] miei confronti che essi avevano apprezzato, da [...] », la mia resistenza. [...] paracadutista grande e grosso della [...]. Un momento dopo, dalle parti «Iella villa degli Uliveti, si [...] una lunga raffica di mitragliatore. Entrò un mattino nella cella [...] Siete già [...] torturato durante la Resistenza? ». In serata un [...] che non conoscevo, entrò. Era un biondino [...] marcato del Nord: un richiamato. Mi disse, con un largo [...] « Sapete, ho [...] a tutto. Mio padre m'ha parlato [...] tempo della Resistenza. Muoiono, ma non parlano. E" una bella cosa! Guardai questo giovane dal [...] poteva parlare nelle sedute di tortura che [...] si fosse trattato di un match «li [...] ricordo piacevole, e che veniva a rallegrarsi [...] fossi un campione ciclista. Qualche giorno appresso lo [...] congestionato. Un paracadutista non era [...] Io meno, debbo aggiungere, non era [...]. Era un ragazzo, un [...]. Apri la porta della [...] 7 di una sera, mentre il corridoio [...]. Aveva in mano una borsa [...] provviste: ciliege, cioccolato, pane, sigarette. Me [...] e, [...] aggiunse:« Ecco, prendete. /// [...] /// E mi strìnse la [...] in fretta, [...] chiudere dietro di sé [...]. Ma [...] probabilmente, aveva «lato, dopo [...] severi, sicché non vidi più nessuno. Mi condussero [...] nei giorni clic seguirono. Vi ritornai la prima [...] in gola. Temevo nuove punture «li [...]. Sii fecero iniezioni di [...] cambiarono ripetutamente le bende. Dal fatto clic mi [...] non potevi» arguire mollo. In ogni caso, avevano [...]. Se volevano torturarmi di [...] che io non fossi troppo debole. Se, viceversa, decidevano «li [...] avevano bisogno «li consegnare, esclusi [...] segni [...] normali » «lei proiettili, un [...] pulito per [...]. Via via che i [...] Passavano, [...] speranza che opinione pubblica in allarme riuscisse [...] loro unghie cresceva in me. Certamente avevano pesato il prò [...] il contro, poiché uno dei [...] detto con ironia, ancora [...] io giacevo incapace di alzarmi: [...] un peccato, avresti potuto [...] di cose, «li che fare [...] grosso libro! Tentarono ancora, tuttavia. Mi condussero in un [...] piano, mi sedetti di fronte a loro [...] per la centesima volta la stessa domanda, [...]. Sorrisero, ma non [...] p o i De. Come vedete è una cosa [...] scarsa importanza ». Il colloquio era [...] appena [...] o tre minuti, e [...]. La stampa vieta ai [...] di lavorare ! /// [...] /// La miseria degli algerini? Non [...] esagerare. Egli, a«l esempio, conosceva [...] 80. Il [...] colonialismo »? [...] parola inventata dai disfattisti. I torturati? Oh Dio, [...] sì fa mica con i seminaristi. La guerra, del resto, [...] tempo, ma i comunisti, i liberali, la [...] » montavano la opinione pubblica contro i [...] loro di « lavorare ». Io non avevo nessuna [...] una conversazione del genere: gli dissi soltanto [...] che la [...] altri rappresentanti e nitri [...] vanto; poi, [...] di ribattere ironicamente ciascuno [...] comuni colonialisti. Era latore di ima [...] mi si chiedeva più di rispondere alle [...] posto, [...] soltanto di [...] giù per iscritto il [...] situazione presente e avvenire [...]. Con questo, sarei [...] messo in libertà. /// [...] /// Se vi interessa sapere [...] miei umici ed io pensiamo «lei problema [...] collezione di [...]. [...] di celio, dal momento elio [...] vostro giornale [...] è istallato nei nostri locali [...]. Non [...] passando ad [...] argomento, mi disse a bruciapelo: [...] A [...] ho ricevuto la visita [...] vostra moglie e di un [...]. M'hanno [...] se eravate in vita. Ilo risposto che eravate [...] vivo ». Poi aggiunse: «i [...] un vero peccato. Voi [...] in me un sentimento [...] di ammirazione per In vostra resistenza. Vi voglio [...] la mano, visto che [...] rivedrò più ». Finito il mio « [...] ne Usci. Dalla mia cella vedevo, attraverso [...] della serratura il corridoio e [...] gradino della scala. La porta era sottile [...] i rumori «Ielle stanze contigue. Durante il giorno [...] un viavai incessante per [...] il corridoio: paracadutisti, a volle soli, a [...] a loro i « sospetti », inebetiti. [...] ogni piano [...] ciò lo seppi in seguito [...] li ammucchiavano a quindici o venti per stanza. I prigionieri dormivano su! Vivevano [...] assoluta, le imposte restavano chiuse [...] nulla tra-I telasse nelle case vicine, [...] giorni e giorni, per settimane, [...] volte per due mesi, attendevano là un interrogatorio, il [...] al rampo o alla prigione, oppure meditavano un [...] di evasione, che si traduceva [...] in una raffica di mitra nella schiena. Due volle [...] giorno, alle 2, e alle [...] di sera, (quando non se ne scontavano), [...] portavano «Ielle gallette militari [...] cinque il mattino e cinque [...] sera [...] «li ratio del pane e [...] cucchiaio [...] zuppa falla rati tulli i [...] «lei pasto «lei signori. Vi trovai un giorno [...] sigaretta, un altro [...] e noccioli di frulla [...]. Avevano [...] un arabo di [...] distribuzione. Era [...] un partigiano, preso prigioniero filtrante [...] combattimento. In cambio «Iella vita, [...] servire i paracadutisti. Gli avevano messo in [...] blu e [...] dotato «li uno sfollagente, [...] serviva egregiamente, per farsi [...] «lai suoi [...]. Questo rifiuto umano era [...] dai paracadutisti quanto dai prigionieri. Era però durante la [...] centro della tortura viveva la [...] vera vita. Sentivo i preparativi delle [...] corridoio mi giungevano i rumori «Ielle armi. /// [...] /// Nel cortile mettevano in moto [...] e [...] e partivano. Il silenzio durava [...] o due, fin quando [...] cariche di sospetti arrestati nel corso [...]. Li [...] come in un lampo, [...] mio campo visivo. /// [...] /// I para? avevano lasciato loro [...] il tempo di vestirsi; [...] indosso II pigiama, altri erano [...] piattaforma o a piedi [...]. A volle, [...] anche delle [...]. Esse venivano [...] destra dello [...]. La casa si riempiva [...] insulti, «li risate enormi. Gli gridava: « Recita In [...] preghiera davanti n [...] ». [...] nella stanza vicina un uomo, [...] lino [...] fondo [...] a prosternarsi in preghiera davanti [...] tenente [...]. Poi, Improvvisamente, le prime [...] bucavano la notte. Il vero lavoro [...]. Una notte, ni piano di [...] torturarono un uomo: un [...] di una certa età. Fra le grida terribili [...] gli strappava, lo [...] e disse: « No, [...] e chiuse egli [...] la [...]. Mi ricoricai sul pagliericcio [...] fracasso invadeva la casa. Certuni mi conoscevano, [...] le munire. Ero ancora a [...] mulo, eoli le cicatrici dei [...] ricevuti, il [...] e Attesi sotto la finestra [...] respirare più a lungo che potevo [...] della nulle e [...] le luci della città, Ma [...] le ore passarono e dia. Ilo concluso la descrizione «Ielle [...]. Mai ho [...] con altrettanta pena. Forse tulio ciò che [...] è ancora troppo fresco nella tuia memoria. Eppure scrivo con il pensiero [...] passato per [...] incubo è vissuto da nitri [...] istante in cui io stendo [...] note e che lo sarà fintantoché non avrà line [...] odiosa glicini, lira necessario che dicessi tulio [...] che so. [...] un compito [...] io debbo assolvere, dinanzi a Alidi 11 « scomparso », a lutti coloro che vengono [...] e torturati; a tulli coloro che continuano la lolla [...] coraggio. Lo devo [...] questo impegno [...] a [...] ogni [...] le celle, quando il boia [...] a cercare i condii liliali. [...] vibrava nel [...] assoluto, solenne, [...] lo segui. Pioveva e le gocce [...] nel buio sulle sbarre della cella. Tulli [...] sportelli erano siali chiusi dalle [...] eppure sentimmo, [...] che lo si [...] via. Viva [...]. E, a una voce sola, [...] nel momento [...] cui lino dei tre saliva [...] patibolo. In ti do [...] riti che amo, li do [...] mia vi la, o patria mia, o patria [mìa [...]. /// [...] /// La casa sì riempiva [...] insulti, dì risate enormi. Gli gridava: [...] la tua [...] era davanti a me". Indovinavo nella stanza vicina un [...] umiliato fino in [...] costretto a prosternarsi in preghiera [...] al tenente torturatore »(Disegno [...] Renzo [...] proclamare, esausto: [...] Viva la Francia! Viva la Francia! Certamente credeva, cosi, di [...]. Ma gli altri continuavano a [...] e le [...] risa risuonavano per lolla la [...]. Quando non partivano in [...]. Verso la mezzanotte o [...] «lei mattino, una [...] delle [...] si apriva e la voce [...] paracadutista urlava: [...] In piedi, banda di porci! Ne chiamava fuori uno, [...] tre. Coloro che erano siali [...] sapevano a che [...]. Succedeva, rosi, un [...] silenzio, tanto che il paracadutista [...] volta [...] a ripetere i nomi. Ciò non mancava di [...] « Ma guarda clic cretini! La porta sbattè e [...] nelle reni Allora, i « chiamati » [...] io sentivo i colpi che li raggiungevano, [...] li spingeva a pedate «lavanti a sè. Una notte [...]. Sfollamenti in pugno, si buttarono [...] « [...] ». La porta della cella aperta [...] sbattè contro il muro ed io [...] una pedata nelle reni: « In piedi! Mi alzai, ma [...]. Capivano «putidi che io, ionie [...] ero [...] torturato, e [...] salutavano al passaggio: « [...]. E nei loro occhi leggevo [...] solidarietà, [...] una fiducia cosi [...] clic mi sentivo [...] perche ero un europeo, «li [...] s«-ello il mio posto al loro fianco. Vissi cosi, per tulio [...] il pensiero della [...] vicina. Forse sarebbe [...] per la sera [...] forse per [...]. Dormivo ancora [...] «la incubi e da scosse [...] clic mi svegliavano «li [...]. Non fui sorpreso quando, una [...]. /// [...] /// Dovevano essere [...] le 10. Ero in [...]. Egli [...] « Preparatevi, non andremo lontano [...]. Indossai la giacca, sporca [...]. Nel [...] sentii che «liceva: [...] alzare anche [...] e [...] li prenderemo uno per uno [...]. Già dicci volle avevo fatto [...] bilancio «li una vita che credevo conclusa. Eppure, [...] una volta, pensai a [...]. Ma ero esaltato dalla [...] impegnato senza cedere, «lai pensiero che andavo [...] mi [...] sempre augurato, fedele al [...] miei compagni di lotta. Nel cortile una vettura parti, [...]. /// [...] /// Ilo scritto [...] righe «piatirò mesi [...] che i pura. Appena [...] giorno fa, il sangue [...] algerini si e aggiunto, nel cortile della [...] di Feniani! [...] vibrava, per [...] grillo di [...] che sali [...] i francesi che vorranno leggermi. Bisogna che essi sappiano [...] non confondono i loro aguzzini con il [...] accanto al «piale hanno molto appreso e [...] e loro cosi cara. Bisogna, tuttavia, [...] i francesi sappiano ciò che [...] consuma [...] in loro nome. /// [...] /// TI NEper gli studiosi e [...] uomini [...] c le [...] 2100 Documenti e discussioni Conquiste [...] e capitalismo [...] di L. /// [...] /// TI NEper gli studiosi e [...] uomini [...] c le [...] 2100 Documenti e discussioni Conquiste [...] e capitalismo [...] di L. (0)
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