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Al centro la mostra «Futuro, [...]. [...] di vetro, fra le [...] Le generazioni alla moda di Venezia Più [...] dagli anni [...] a oggi, per un [...] diversi di intendere [...] creativa. Un percor-so sempre più [...] delle mode. Le sculture [...] di [...] la misteriosa installazione di Gerhard [...]. Il commento Il «miracolo» [...] Celant Una Biennale grossa ma non grande ENRICO CRISPOLTI VENEZIA. È stata inaugurata la [...] Esposizione Internaziona-le [...] della ed è subito spettacolo [...]. Le inaugurazioni dei Padiglioni [...] ritmo vertiginoso, co-me a dire che non [...] nonostante le polemiche che ad ogni Biennale [...]. Quel che [...] infondo partecipare. Il fulcro della [...] Esposizione è la mostra «Futuro, Presente, Passato», una rassegna in-ternazionale di arte contempora-nea ideata [...] Germano Celant e al-lestita nei due spazi del Padiglione Italia [...] Corderie, [...] del quale si dovrebbero [...] di artisti, dal 1967 al 1997. In fin dei conti Ce-lant [...] è posto [...] di verifica-re lo stato attuale [...] ricerca arti-stica attraverso le stratificazioni ge-nerazionali degli ultimi [...] dal periodo anni [...] dominato dal confronto [...] al periodo [...] definito per Celant [...] fino agli anni [...] segnati dal-la scoperta del multiculturalismo. Come a dire: il mondo [...] cambia secondo le mode. Storica-mente stiamo attraversando diver-se [...] ogni due anni: arte [...] arte multiculturale; arte [...] di mer-cato (secondo [...] attuale nella quale va più [...] moda la cultura [...]. /// [...] /// Alla mostra di Celant «Futuro, Presente, Passato» si può gioire co-me annoiarsi. Settanta e più artisti per [...] in parallelo, e in [...] del passato e del futuro [...] modo da creare una convergenza sul piano della totale [...]. Le opere sono state [...] il luogo veneziano: si va dalla perfor-mance [...] tragica di Marina [...] che lucida mille e [...] bovini, alle intempe-ranze strisciate di Daniel [...] sculture [...] di Roy [...] agli igloo metropolitani -vetri [...] secco -e alle [...] di ottone di Rebecca Horn [...] frammenti di vita post Hiroshima mon amour, [...] Jim Dine che dipinge supporti di [...] curiose figure che ammiccano [...] dello spettacolo. Luciano Fabro regge al [...] americani che in-vece si divertono a negare [...] i materiali, li defi-niscono al computer e [...] realizzano. [...] bisogna più dimostrare di [...] fa-re. /// [...] /// Solito neocolonialismo [...]. Un tempo ormai lontano [...]. [...] i nostri Enzo Cucchi, Maurizio Cat-telan e Ettore Spalletti, nel diverti-mento abbiano dimostrato la [...]. [...] misure rettangolari dove le [...] colori cariati, anneriti dalla perizia e Spalletti [...] toni, discostando il supporto quasi [...] dal muro, in pigmenti [...] pali e fracassi, stocchetti e saettoni di [...] il nulla, artificio e [...]. Ad onor del vero [...] e [...] mimano [...] estasi del gigante-sco, [...] empietà statuni-tense, quasi egiziaco candore [...]. [...] Kiefer [...] sui muri della [...] tela enorme: terribile il verso, [...] la poetessa, [...] a cui è dedi-cato. Un gran bel muro dove [...] poe-sia visiva raggiunge [...] del meraviglioso annegare nella lettera [...]. Alle Corderie il percorso [...] è più complesso, [...] spettacolari. Per esempio Va-nessa [...] quella [...] ar-tista che «opera» dissentendo dalla [...] dal mercato. Sfonda il gra-zioso e [...] se stessa, in una performance fotogra-fica dove [...] un apodittico intrecciarsi di giallini di Napoli [...]. E si po-trebbe continuare [...] quanti altri artisti. [...] il farsi; per adeguarsi alle [...] tecnologie, pur di rimanere alla moda, [...] culturale fa-rebbe carte false. Progetta secondo ideazioni imposte [...] moda. Chi è più coerente [...] Celant [...] quale, se gli artisti fanno e sono [...] espone così co-me sono: festaioli, mondani, quoti-diani? Gerhard [...] Katharina [...]. Spiazzano e incutono rispetto [...]. Ka-tharina traccia [...] industriale, lucida e [...] mappe chimiche di elaborati circuiti [...]. Descrive una nuova [...] missione [...]. Gerhard [...] ha creato [...] più misteriosa e inquietante da [...] a questa parte. Al centro del Padi-glione, [...] di lu-cori temporaleschi, come spar-tiacque, da un [...] taglienti filtrano luce e fan-no perdere [...]. E, quel che più conta, [...] continua a gira-re attraversando una inaugura-zione e poi ancora [...] e poi [...] ancora, passando [...] dalla Ceco-slovacchia [...] alla Francia, alla Gran Bretagna. Non si finisce mai. E domani si ricomincerà [...]. E così dopodomani. Fino a esaurimento della [...] continuare a credere che pri-ma o poi [...] ed es-senziale lo troveremo. /// [...] /// Non è così? Enrico [...] 4. Due concetti ricorrono insistentemente [...] Germano Celant, curatore di que-sta [...] edizione della Bienna-le veneziana: [...]. Il primo riguarderebbe [...] commistione di lin-guaggio; il secondo, [...] garanzia di una circolazione [...]. Non [...] dubbio che Celant ab-bia [...] che personal-mente si era posto, rispetto alle [...] organizzatore di manifestazioni artistiche inter-nazionali, accettando [...] di realizzare [...] una macchina espositiva, come [...] Arti Visive della Biennale, in soli sei mesi. I padiglioni stranieri erano già [...] e il consiglio di-rettivo ha scartato [...] più logica e plausibile di [...] al 1998, ri-mettendosi dunque al [...] con [...] del 2000. Celant ha ac-cettato, e [...] riuscito: nessuno, [...] le doti organizzative, [...]. Ma naturalmente Celant [...] confezionata non soltanto secon-do [...] piuttosto note, vedute, e i suoi interessi, [...] mirati e ben cir-coscritti rispetto a [...] realmente curiosa e ricettiva [...] atto; ma an-che attraverso una drastica riduzione [...] quantitativa (ché, anzi, le opere in genere [...] ca-pacità di effettiva rap-presentazione pro-blematica della ricerca [...] più significativo si è prodotto sulla scena [...]. Questo è infatti il [...] che do-vrebbe costituire il pezzo forte di [...]. E che è intitolata «Futuro, [...] passato», e alla quale effettivamente [...] si affida, vista anche la [...] capacità propositiva di quanto offerto [...] nei [...]. Celant ha risolto tutto [...] grosso modo venti per ciascuna delle tre [...] nel trentennio, e af-fidando loro, indiscussi, il [...] nel trentennio medesimo. Nel quale [...] stata sì osmosi di linguag-gi, [...] sempre fortemente dialetti-ca, almeno quando [...] produttiva, rimanendo fonda-mentali [...]. Si ha [...] invece, che Celant, dicendo [...] «omologa-zione». Ecco, infatti, che in [...] ci sono anche gio-vani, e anche italiani [...] tempo proposti nella sezione par-ticolare chiamata «aperto»), [...] in quanto in-nocuamente [...] nella stringata antologia degli [...] generazioni preceden-ti, e non tanto perché portatori [...] specifica problematica; e, dunque, risultano omologati per [...] non ri-schiosi per [...] comune. Questo si dà, appunto, [...] misura, tuttavia, più di una mentalità da [...] che non di un confronto in-ternazionale fra [...]. La cultura, invece, cresce [...]. Di [...] stanca, a volte francamente [...] di altre recenti o av-ventate o decisamente [...] manifestazione uni-versitarie (che, almeno, erano pro-vocatorie). Sembra che al conclu-dersi [...] si arroga titoli per [...] storicamente (ma non perché [...] al massimo [...] vissuto e te-stimoniato qualche [...] creativo) sia mosso soprat-tutto dalla preoccupazione cele-brativa [...] della consistenza del-le [...] rispetto alle novità in [...] valori (ammesso che lo sia-no) ormai noti [...]. [...] parte, se un tempo la [...] propositiva di Venezia, consisteva anche [...] informativa che sia le singole [...] sia il lo-ro insieme erano in grado di dare, [...] si verifica un totale ab-bandono [...] del gigantismo, [...] la quantità degli [...] dunque consuma spazio, ma in [...] in-versamente proporzionale [...]. Grandi spazi, insomma, e [...]. Ma è inge-nuo credere che [...] corrisponda necessariamente ad un confronto di linguaggi e a [...] dimensione internazionale. È significativo, in [...] stato concepito con il [...] un artista come Robert [...] che pratica con molta [...] fi-gurazione di ceppo espressionista [...]. Mai Celant lo avrebbe [...] 60 eletti, dove infatti appaio-no un [...] spaesati personaggi te-stimoni della [...] come il tedesco [...] Kiefer, uno dei maggiori [...] al Museo [...] rimarrò, verosi-milmente, uno degli [...] o testimoni, almeno, di [...] nel tempo, co-me nel caso del nordamericano Jim Dine, [...] fra i protagonisti [...]. La singolare performance [...] Marina [...] e sotto [...] de [...] di Annette [...] Ecco gli orari e i [...] della rassegna [...] 2. Gli orari: i Giardini [...] Castello, [...] Padiglione Italia e le Corderie [...] osserveranno orario estivo fino [...] (10-18), poi anticiperanno la chiusura alle 17. Il tutto è chiuso [...] il 16 giugno. Il biglietto costa 18. In parallelo alla Biennale, [...] Venezia altre mostre. Germano Celant e Giandomenico Romanelli [...] al Museo [...] su [...] Kiefer (15 [...] novembre, orario 10-18, chiusa [...]. Al Capannone [...] di Marghera, dal 14 [...] ottobre (orario 11-18, chiuso il lunedì) [...]. Fotografia e trasformazione nella [...] Dennis [...]. Infine, a Palazzo [...] (orario 9-19, chiusa [...] il lunedì) [...] la mostra «Venezia [...]. [...] del contemporaneo». [...] «Tagliati i fondi per la [...]. [...] «Sarà nervoso perché forse non [...] ricandido. Anzi, siamo molto ambiziosi». E mentre si accendono i [...] sulla [...] (coinciden-za? Certo che no), scoppia [...] pole-mica [...] della giunta [...]. Gianfranco [...] presidente [...] di [...] Foscari chiamato nel [...] a fare [...] alla Cultura, arriva alla vi-gilia [...] della grande rassegna curata da Germano Celant di cattivo [...] irritato per alcuni attacchi ricevuti in consiglio [...] decidere [...] «Lo ammetto, il ritardo [...]. Ma è responsabilità [...] giun-ta. E vorrei [...] vedere invece quello che [...] Marghera, in ac-cordo coi privati: sabato inauguria-mo [...] 2. [...] si dice forte di parecchi [...] tra cui i due milioni di visitatori [...] raggiunti dai musei veneziani. /// [...] /// E alla fionda risponde col [...] «Il bilancio [...]. Altri assessorati, invece, hanno [...]. Nonostante i risultati eccellenti [...] una progressiva diminuzione del peso [...] cultura nella politica di questa giunta. Ho dato il mio [...] ma non voglio [...] co-sì in campagna elettorale. Quali sono le promesse [...] oggi, a scadenza del man-dato, non risultano [...] «Fin [...] impegnata a risistemare la [...] eredità dalle altre amministrazioni. Adesso sarebbe il momento di [...] un grande pro-getto di [...] di Marghera? Quale fisionomia deve [...] una città dove il turismo au-menta del [...] e dove il [...] sinistra può vincere se ha [...] strate-gia di sviluppo. Invece prevale una li-nea minimalista: [...] alla [...] meglio i posti di lavoro [...] industriale, aiutiamo i cittadini [...]. [...] «Io non accuso. Certo, un sindaco che [...] mezzo prima che spiri il suo mandato [...] si ricandiderà, crea un problema. La [...] della linea minimalista». Lei ha intenzione di [...] che le sembra destinato alla sconfitta? «Non [...]. Resta però possibile che valuti [...] necessità [...]. /// [...] /// E sentiamo cosa dice [...]. Dalla conferenza nazionale sulla [...] di [...] «misteriosa», e di-chiara: [...] sarà stanco, come tutti [...] anni di duro lavoro. Dissensi con lui non [...] stati, forse [...] si-tuazione connessa con la [...] il fatto che forse non mi ricandido. Io sono contento del [...] fatto. Probabilmente ritie-ne di essere [...] an-che lui ha approvato un bilancio va-rato [...]. Non ci sono stati tagli [...] alla cultura, i pro-grammi [...] previsti per [...]. Parla anche Gianfranco Bettin, so-ciologo [...] scrittore, che sarebbe [...] di una linea «minimalista» [...] di questa città grandiosa e [...]. [...] ha [...] primitiva [...] sociali, [...] di cari-tà: le riduce a [...] caricatura. Il mio assessorati, come [...] Casa [...] avuto degli aumenti di [...] gli altri, e non solo [...] Cultura, [...]. Ma non sono i [...] miliardi sui 700-800 miliardi di [...] del Comune, a provocare le restrizioni. Tutti i Comuni sono [...] allegre degli anni [...] su cui paghiamo gli [...] trasferimento progressivo delle spe-se. [...] la spesa per le [...] i vecchi reparti ge-riatrici, che [...] venivano gestiti dalla Regione. [...] è contrap-porre la cultura [...] socia-le». [...] prima delle emergenze? «A Venezia [...] media degli abitanti è 48-49 an-ni. A Mestre [...] per la casa di riposo. Sia-mo la seconda città [...] Veneto, [...] numero di [...]. Me-stre ha i classici [...] destrutturata, come Torino o Mila-no: minori in [...] e nomadi a carico del Comune. Ma solo chi vive [...] Marte [...] parlare di [...]. Perchè anche una società avanzata [...] problemi, anzi, comporta proble-mi [...]. /// [...] /// Maria Serena [...] 2. /// [...] /// Maria Serena [...] 2. (0)
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