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[...] che cerca un punto [...] Sud e Nord del mondo . /// [...] /// Vero che il ca-stello [...] Artù, in que-sto angolo di Cornovaglia, è [...] rocce. Che la grotta di Mer-lino [...] buco nella scogliera affo-gata nella marea, marrone [...]. Ma sarà il maestrale cattivo [...] bat-te senza tregua o la luce [...] a scatola chiusa a tutte [...] leggende [...] forte. Sensazioni [...] alla Disney, multinazionale del mito. Con La spada nella [...] dei molteplici pro-dotti contemporanei della leg-genda (John [...] realizzò un kolossal su [...] ignorò alle-gramente riferimenti topografici [...] la grotta del mago in una capanna, [...] innalzò foreste là dove ci sono solo [...]. Naturalmente funzionò benone. Del resto siamo in [...] Inghilterra dove le leggende cre-scono come funghi. Coccolate e piegate ad uso [...] lettera-rio, politico con spericolata disin-voltura. I fieri «figli di Cornova-glia» [...] culto impressio-nante delle proprie tradizioni che di [...] diventano libro di poesie, talk show nelle [...] politico come quel [...] che non si rassegna [...] presenza [...] nel parlamento eu-ropeo. Un [...] per gioco, un [...] per fe-de (ma il confine [...] i più te-naci si radunano [...] per tenere in rianima-zione questo passa-to illustre a suon [...] letture pubbliche, discussioni, rievo-cazioni di costumi e di una [...] ormai [...]. E sempre per gioco [...] ogni tre anni un loro maestro, custo-de, [...] Gran Bardo. At-tualmente il gran Bardo è [...] donna, [...]. /// [...] /// Bene: è in questo [...] e colto che si ambienta buona parte [...] Ragazzo [...] parla col sole, il romanzone con cui Giuseppe Conte [...] nella narrativa di largo consumo (nelle librerie [...] in cui crede fermamente la Longanesi che [...] ha organizzato una «visita sul set» del [...]. Sto-ria di formazione che [...] dalle coste indiane [...] fino in Cornovaglia, Il [...] col sole gioca una partita ambiziosa fra [...] scontro genera-zionale accavallando piani tem-porali, disseminando indizi [...] i poeti più amati [...] (William Blake in testa [...] il Bob Dy-lan di [...] in the [...] come tormentone, restituendo della Cornovaglia [...] Ombre e nebbia in cui è facile [...] fanatico [...] deciso a tutto. Ma che so-prattutto allestisce [...] attraverso gli occhi del protagonista. [...] è figlio di due italiani [...] dal [...] approdati in India dove coltivano [...] loro sogno per-sonale di diversità. [...] è un animale «a parte». Cresciuto a pa-ne e Ginsberg, [...] altro mondo che quello programmato dai genitori [...] giar-dino fiorito della madre, la dieta vegetariana) [...] conse-guenza [...] orientale sensibilità per il [...] parla con i corvi, parla con il [...] indiano, ha il suo stesso nome, [...]. Fosse per lui, fra [...] lo trove-remmo ancora lì, vecchio [...] a far collanine e da guida ai turisti. /// [...] /// Padre fuggito, madre annegata, il [...] a [...] volta si dà alla fuga [...] alla ricerca [...] parente rimasto. E in Italia lo [...] avita, picco-lo Tarzan da rieducare, selvaggio in [...] «civilizzazione» che gli fa scoprire [...] e il computer, il [...] pietanze a base di carne. La Cor-novaglia sarà la [...] che insegue un amico [...] tap-pa che fa bruscamente cambiare registro al [...]. Il giallo si espande [...] al-le fumose riunioni di tradizionalisti celti, Conte [...] hitchcockiani. Vicino a Stonehenge [...] una torre dove è segregata [...] persona che potrebbe impe-dire un attentato a Londra (ma [...] ci sarà nessuna Doris Day a [...] come succedeva [...] che sapeva troppo. Scrittore italiano conoscitore dei miti [...] Conte parte per [...] sulla strada della ricerca di [...] e [...] ideologizza-to. Cerca il punto di [...] India e nord Europa, fra sogni del [...] e identità da ricostruire [...] non fa-cile. La via, sembra dire Conte, [...] forza del mito, cerchio magico in grado [...] senso alle nostre disperate contraddi-zioni. Non il mito che [...] sue strutture arcaiche, ma il mito che [...] trasforma la contemporaneità». Roberta Chiti [...] 3. O meglio: il «nuovo [...] un sogno, come quelli [...] ma un sogno che [...] e [...] più che il buio [...]. Il «nuovo paradigma» è [...] alla moda tra investitori, ma-nager e politici [...]. È la con-vinzione che [...] econo-mici non funzionino più, che si sia [...] nuova, a un passo dalla terra promessa [...] delle nuove tecnologie. I re-centi risultati [...] statuni-tense sembrano [...]. Negli ultimi 18 mesi il Prodotto nazionale lordo è cresciuto negli Stati Uniti del [...] la disoccupazione è scesa al [...] (il livello più basso degli ultimi [...] i prezzi continuano a [...]. Sinora, a scuola, ci avevano [...] a un rialzo [...]. Invece no, ci spiegano [...] di [...]. Il boom pro-duttivo reso [...] e globalizzazione permette [...] più virtuosa: crescenti profitti [...] uguale bassa inflazione. Ecco quindi che gli analisti [...] della Merril Lynch possono annunciare che [...] americana è più forte [...]. Il settimanale «Fortune» proclama [...] tempi sono tornati», e per-sino il cupo Alan [...] che reg-ge le sorti [...] si la-scia scappare che [...] odierna sono un fenomeno [...]. Eppure, come in ogni [...] se a un certo punto non entrasse [...] cattivo a mettere a repentaglio la sorte [...]. Il George [...] al nome di An-drew Hacker, [...] un rapace avventuriero di [...] ma un tranquillo scienziato [...] ha appena pubblicato un libro dal titolo [...] ad [...] («Sol-di: chi ha quanto [...]. Hacker, lo avrete capito, [...] paradigma». È un politologo, e [...] che lo interessano non sono soltanto quelle [...] in Borsa. Hacker vuole capire come [...] in cosa spe-rano, quale eredità lasciano ai [...]. I «soldi», per lui, sono [...] lente: al di là, ingranditi, vediamo vizi e virtù [...] una società. Uno dei primi luoghi [...] scorrendo il libro di Hacker è quello [...] della ricchezza. Il Prodotto nazio-nale lordo, [...] studioso, cre-sce quasi sempre, il segno meno [...] periodi di re-cessione. Da notare invece che dal [...] a oggi il Prodotto è cresciuto in media [...] contro una crescita media del [...] tra il 1870 e il 1970. /// [...] /// Altro punto dolente: la [...]. Hacker fa quattro conti [...] oggi circa [...] famiglie americane hanno un [...] un milione di dollari; nel 1979 gli [...] contare su tutti questi soldi (tenu-to conto [...] cinque volte meno nu-merosi. Oggi il più povero [...] 400 Paperoni americani è tre volte più [...] anni fa, e dichiara «soltanto» 400 milio-ni. Ted Turner, patron della Cnn, [...] un milione di dollari [...] lui non sono altro che nove mesi [...]. Alcuni penseranno: se cresce [...] fascia più alta della popolazione anche i [...] a stare meglio. /// [...] /// Oggi il [...] della popolazio-ne vive sotto il [...] di povertà. Il lavoro diventa meno [...] un terzo dei lavori a tem-po pieno [...] o meno [...] dollari è considerata la [...] sopravviven-za). [...] del Tesoro america-no ha calcolato [...] il [...] dei be-nefici derivanti dai previsti [...] al-le tasse andrà [...] più ricco della popolazione. I bambini sono il [...] uno su quat-tro cresce in povertà. Aumenta il numero di [...] godono di assistenza sanitaria (circa il [...] come pure quello degli [...] sbarre e in libertà vigilata: sono il [...] soltanto la Russia tra i paesi [...] ha più gente in [...]. Con cifre di questo [...] che abitudini e stili di vita degli [...]. Tre mo-gli su quattro [...] giovani restano in casa ben oltre i [...] a qualche tempo fa era considerata [...] giu-sta per dire addio [...] pa-pà. Vacillano anche i miti [...] anni Cinquanta e Sessanta, primi fra tutti [...] la macchina. La [...] home» è diventata veramente un [...] nel senso che sempre meno americani possono permettersi di [...] se nel 1970 il prezzo di una casa era [...] media due volte il reddito di una giovane coppia, [...] è quattro volte quel reddito. Nel libro crolla anche [...] della società americana con-temporanea: il college. Hacker du-bita che [...] americana prepari per davvero [...] mondo del lavoro. Troppo veloce è il [...] i corsi universitari possano [...] dietro. [...] diventa allora soprattutto un [...] sociale, chi [...] andato potrà esibire referenze, [...] valori che lo distinguono dalla maggioranza che [...] diploma della disastrata scuola superiore. Per alcuni, forse, va [...]. Gli risponde Hacker: «Nella [...] sono rimasti inutiliz-zati perché le società non [...] voluto [...] le po-tenzialità». Chi resta indietro, chi [...] fa. Dietro cifre e statistiche [...] Ha-cker, [...] fondo, ci sono soprattutto loro. È una preoccupazione che [...] più spesso in molti teorici americani della [...] Walzer, [...] Dahl, preoccupati che diseguaglianze [...] patto costitutivo americano, la tanto proclamata eguaglianza [...]. Ed è una preoccupazione [...] più spesso nelle parole di molti intellettuali [...] strisce. La povertà, del resto, [...]. Ricacciare sempre più americani [...] della povertà costa in termini di assistenza [...] pericolosità sociale. Non sviluppa-re i loro [...] alla società potenziali lavoratori e produttori di [...]. Questo Ha-cker cerca di [...] del «nuovo paradigma», a chi conta i [...] in azien-da senza preoccuparsi di come si [...]. Con [...] che stiamo ora lasciando [...] donne e bambini non so-no in grado [...] americani». Coniugare eco-nomia e morale. Si potrebbe dire, parafrasando un [...] di Tom Crui-se: [...]. Roberto Festa Un momento [...] di John [...] Lo scrittore ligure parla [...] «Non buttiamo la nostra civiltà [...] con altri occhi» Grande [...] Conte [...] riesce a immaginare «avventure» limitate al terri-torio [...]. Ma sono scesi». Il ragazzo che parla [...] Giuseppe Conte Longanesi [...] C. Qualche timore, Giusep-pe Conte [...]. [...] sì già stati altri romanzi [...] carriera (fra gli altri, Primavera [...] Equi-nozio [...] e [...] ma con il nuovo libro [...] sente «lanciato» nel mercato do-ve contano anche i grandi [...]. Cosa inconsueta per chi [...] nel mondo poetico (Conte è consulente della [...] della Guanda). Ligure, residente a Nizza («in [...] piccolo appartamento»), cultore di miti, fra lui e la [...] sempre stata una reciproca di-stanza [...] cui oggi [...] si chie-de il motivo. La scommessa da lui [...] in un pano-rama letterario (quello italiano) decisamente [...]. Da che nasce questo [...] alla Cor-novaglia? «La mia [...] sono uno che ha sempre viaggiato. Per me era normale ambientare [...] storia fuo-ri. E poi [...] originaria era proprio un [...] la risco-perta dei miti di [...] attraverso uno sguardo inconsapevole. Il nucleo del libro [...] quella coppia fuggita in India da cui [...]. I due fuggono dal [...] che nel romanzo non viene [...]. Ne condivide-vo il radicalismo [...] posi-zioni politiche. /// [...] /// Volevano cambiare, non ci [...] di loro sono andati alla deriva, molti [...] male. Ma ci hanno provato. Trovo che sia stata una [...] vitale, che è scesa magari nel campo [...]. Anche lei sentiva il [...] «Come tanti pensavo che [...] fosse tutto da distruggere, [...] buttare. Mi sono sentito stretto [...] tipo di cultura to-talmente strutturalista, nello psico-logismo. Mi sono reso conto [...] riuscito a scrivere senza [...] addentrare in uno strato [...] oltre le strettoie. Le ricerche sul mito mi [...] dato [...]. Il viaggio in Italia [...]. Per questo [...] che ho cercato di rendere [...] Roma è [...] da incubo. Per chi arriva da [...] Termini può presentarsi [...]. Il sole di [...] parla come uno psicologo «Il [...] il dialogo con noi stessi. Il ragazzo riesce ad [...] con le forze cosmiche, che perde non [...] diventa più turbolenta. Del resto, i rapporti [...] passano da forze estranee [...]. [...] and [...] by Andrew Hacker [...] 1997 P. Eppure questa incisione di [...] baffi mentre fuma la pipa agli occhi [...] è roba scadente. Ci va pesante: il [...] della pipa e il fornello è assurdo». Poi si appoggia alla [...] Van Gogh e il me-dico è stata [...] nel 1912, dalla vedova del fratello Theo Van Gogh [...] con il figlio del medico, Paul [...]. Che «mentì» asserisce lo [...]. Non è quindi attendibile. [...] in-siste: Van Gogh dipinse [...] del medico, fece sì [...] ma al museo di Amsterdam [...] sognano, quella in loro possesso non è [...]. Non ne esistono al-tre. E poi [...] dichiara che la ri-costruzione [...] Van Gogh e [...] iniziò nel 1912. Non è affatto vero. Di [...] si parla già in una [...] del 1891. Non bastasse ci sono [...] ma chi vuole giudicare venga a vedere [...]. Faceva parte di quel manipolo [...] con migliaia di foto straordinarie, [...] «grande guerra patriottica», la difesa di Mosca, di Stalingrado [...]. [...] che, allora, fece il giro [...] mondo: i soldati [...] rossa che piantano la bandiera [...] nazista con, sullo sfondo, una Berlino devastata. [...] delle sue foto divenne celeberrima [...] è quella [...] a [...] tra Stalin, Roo-sevelt e Churchill, [...] stavano [...]. [...] che veniva da una [...] piccolissimo, in brac-cio alla madre quando la [...] uccisa da un colpo di fucile nel [...] pogrom. Lui non ave-va mai dimenticato [...] tragedia. A [...] cercò di farsi notare [...] da Stalin che era molto esi-gente in [...] redarguito per non ave-re inquadrato il personaggio [...]. [...] fotografò anche Hermann [...] mentre stava mangiando in cella. Il gerarca nazista, infuriato, [...] contro il fotografo. Qualcu-no definì I. [...] il «Robert Capa [...] ma in realtà tutto [...] professionisti che lavoravano per la [...] per le [...] e altri giornali, scattarono [...]. Erano tutti «militarizza-ti», [...] veri e propri e [...] morirono con la macchina foto-grafica a tracolla. Tra questi, [...] Dimitri [...] che scattò [...] dei soldati che sfilavano sulla Piazza Rossa e poi andavano [...] a combattere nei din-torni di Mosca. Altra foto straziante e [...] scattata, sem-pre da [...] a [...] mentre si scopriva una [...] i super-stiti identificavano i propri cari. Altri straordinari fotografi sovietici [...] Selma [...]. Il primo scattò la [...] in tutto il mondo, di una giovanissima [...] nazisti che, al gelo della steppa, era [...] di monumento. [...] documentò [...] dei campi di sterminio. An-che per [...] tra gli addetti ai [...] sempre state polemiche: quella [...] foto della bandiera rossa [...] era vera o «costruita»? Lo [...] dilemma venne [...] il «Miliziano caduto», scattata [...]. [...] foto, quella di Capa, quella [...] e quella [...] Joe [...] (che fotografò i marines che [...] la bandiera Usa a [...] diventate simbolo di un periodo [...]. /// [...] /// Quelle foto hanno «fissato» [...] senso della storia. Hanno dato [...] hanno coinvolto milioni di uomini. Tutto il resto non [...] importanza. /// [...] /// Tutto il resto non [...] importanza. (0)
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