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Sotto il «Dioniso» presentato [...] Lemming Ecco il racconto in prima persona [...] Lemming visto a Polverigi Emozioni, paure e [...] che sovverte i ruoli [...] e del pubblico IL FESTIVAL «Sei [...] per [...] e il volo di [...] POLVERIGI. [...] una parola guida nella nuova [...] del Lemming Teatro di Rovigo, il Dioniso che ab-biamo [...] visto (e agito, come spieghiamo nel pezzo [...] a fianco) al festival [...] di Polverigi. La parola è con-fusione. Confusione di ruoli, di [...] in un caleidoscopio di specchi che in-terroga [...] intelligen-za le leggi fondanti del teatro. Do-po [...] di Edipo, spettacolo ancor [...] il regista Massimo Munaro aveva concepito per [...] a volta, ecco il gruppo veneto che [...] la tragedia greca per riba-dire una [...] idea di comunicazio-ne teatrale [...] che fare con la sacralità e [...]. Ispirato alle Baccanti di Euripide, [...] Dioniso è una scommessa [...] vinta nella scia di [...] dal colombiano Vargas e il suo Oracoli, [...] i ruoli, a ingannare la coscienza vi-gile [...] in questo secolo hanno imparato a far [...] con il già noto, il tran tran [...]. [...] a ispirare la ri-cerca di Munaro e dei suoi [...] e [...] il teatro greco. Da un lato il [...] rito collet-tivo e catartico, [...] del-la collettività e strumento [...] sacro; [...] il profe-ta della peste, [...] dello spettacolo dove ci si gioca il [...] come alla roulette russa. Così proporre oggi il [...] ovvero il dio [...] e del teatro, contro [...] Tebe che nel culto orgiastico del dio [...] e sovvertimento sociale, significa mettere noi tutti [...] grande rimozione della cultura occidentale, quella tra [...]. Ma Polverigi ha presentato [...] una settimana, conclu-sasi ieri notte, ricchissima di [...]. Per esempio [...] con il [...] are you [...] nato nel-le [...] di [...] o [...] Sacra Frame, il nuovo dissacran-te [...] sul machismo della compagnia belga Victoria La Tri-nité, due [...] i molti titoli della se-zione dedicata dal festival di [...] alla danza contempora-nea. E per esempio Raimund [...] e gli [...] entram-bi in scena con [...] ri-propongono il rapporto assai pro-fondo che lega [...] il teatro [...]. Così i Sei personaggi [...] di Pi-randello della compagnia france-se, stavolta diretta [...] Antonio Viganò, trovano rinno-vata forza e [...] significati quando [...] da handicap psichici a pronunciare battute come [...] Signo-re, [...] si nasce alla vita in tanti modi, [...] albero o sas-so, acqua o farfalla, o [...]. Vo-gliamo vivere, Signore! Così [...] cinquantenne col-laboratore di Pina [...] che osa mettere in scena [...] stesso e la [...] gobba da scoliosi, la [...] infanzia nel dopoguerra vissuta senza [...] il mito di personaggi [...] sognati e irraggiungibili. Una performance cruda, questa Chambre [...] in un palcoscenico nero e quasi vuo-to, [...] cammina, semina sabbia, proietta [...] foto-grafie di famiglia. E infine si spo-glia, mostrando [...] tutti la [...] de-formità, tentando un volo delica-to [...] impossibile che sarà difficile dimenticare. /// [...] /// Monia, Michel, Dona-ta, [...] Antonia. Ci sono zero probabi-lità [...] incontrarci di nuo-vo, non so chi sono, [...] cosa fanno, ma almeno so come si [...] di vista, di tatto, di emozione e [...] mia [...]. Ci siamo incontrati neanche [...] di Chiaravalle. Un bel pomeriggio [...] assolato e caldo. [...] ci [...] di lasciare orologi, gioielli, scar-pe. Ci sospingono verso la tenda [...] velluto, uno alla volta entriamo, con circospezione: il mondo [...] fuori, lì [...]. Cammino lentamente, non ci [...] odore di fiori secchi, for-se incenso. Sul palcoscenico [...] una piramide di corpi umani, [...] attore con una maschera taurina e quattro donne ai [...] piedi che si [...]. Un altro attore mascherato [...] i posti in prima fila. Ci sediamo e solo [...] sinistra una donna nuda e grassa che [...] tirso. Il gruppo [...]. Urla e si batte [...]. /// [...] /// Il semicerchio di Baccanti [...] verso il boccascena, ci fron-teggiano, scendono, piano [...] prima fila. [...] mi sa che [...]. [...] una donna dai capelli arruffati. /// [...] /// Vorrei non [...] guar-dare fissa negli occhi [...] arri-vata ai miei piedi. Mi prende una ma-no, sempre [...] negli occhi. Ora è lei che [...]. /// [...] /// [...] un cenno [...] come tirata dal filo magnetico [...] le-ga i nostri sguardi, saliamo insieme [...]. [...] facendo lo stesso, ma [...] consapevole del gruppo che era-vamo. [...] è ora tutta per questa [...] ego spiritata e magra che [...] di corpi, piccoli [...] abbracci. Che faccio, mi faccio trasci-nare [...] che so, girare [...] parte e [...] Ci inginocchiamo. I suoi ordini so-no [...] chiarissimi nonostante non si [...] verbo. Beve da una ciotola del [...] e me ne offre. È tiepidino e buono. Il latte co-me quando [...] campa-gna. Non [...] tempo per i [...]. /// [...] /// Riprendiamo a [...] nello spazio, sotto i [...] rove-sciato e appiccicaticcio, ogni tanto qualcuno che [...] la [...] bocca alla mia guancia. Mi lascia, la mia Baccante [...] va, ora è un uo-mo a torso [...] prende in consegna. Altra energia, altri movi-menti: [...] in una frazione di [...] mi guidi verso il centro della scena [...] mi siedo. Riec-coci: uno di fronte [...]. Sbaglio o negli occhi di [...] qualcosa di luciferino, di impren-dibile [...] dannato? Che training hanno fatto [...] toccare mani, braccia e corpi di non [...] ogni giorno? Qual è la mia [...] la sorpresa, il solle-tico languoroso? Eccolo là, il senso [...] spettinata, scomposta. E loro, dove diavolo [...] Loro, i diavoli tentatori, sono improvvisamente laggiù, seduti [...] un tempo infinito fa ero [...]. Ci applaudono, bef-fardi e [...] Aga-ve dilania le carni nude di suo [...]. E [...] siamo noi, gli spettatori [...] del tea-tro. Chiudono il sipario, qualcuno [...]. Fuori -la luce, la [...] un [...] sotto-sopra -ritroviamo le nostre [...]. In silenzio le infiliamo. Che stan-no pensando gli [...] provato? Vorrei sapere almeno co-me si chiamano. Stefania [...] in scena Nove spettatori [...] dal dio «Dioniso» [...] Le suggestioni del grande [...] curata da Giorgio [...] Così finisce [...] la «massa» secondo Canetti Da «La [...] della vanità» ad «Auto da fè» passando [...] di testi [...]. Un vero laboratorio in [...]. /// [...] /// Forse nessun scrittore, come Elias Canetti, può entrare, [...] della cultura mitteleuropea che è [...] e nel tema di [...] «transizioni». Il senso di un [...] che si avvol-ge nelle [...] diffici-le da affermare. Per Canetti, morto nel [...] premio [...] la lingua (era ebreo, [...] Bulgaria, di famiglia proveniente dalla Spagna, vissuto in Austria [...] della spersonalizzazione [...] la grande lotta del [...] della massa, [...] per la dittatura nazista. Questo te-ma che ispira [...] più noto, Massa e potere del 1960, [...] in tutti i suoi testi per il [...] celebre, unico romanzo Auto da fè, pubblicato [...] conosciuto a partire dagli anni Sessanta. Giorgio [...] ha dato vo-ce a [...] un «progetto Canetti» diviso in tre momenti: [...] La comme-dia della vanità, composta nel 1933 [...] potere di Hitler, ma pubblicata nel 1950 [...] en [...] di Auto da fè, [...] Canetti, pub-blicato nel 1935 ma diventato ce-lebre [...] Sessanta; let-ture di suoi testi fatte da Ottavia Piccolo [...] da Giorgio Lanza. [...] lo ha fatto «transitando», a [...] volta, attraverso diversi lin-guaggi. Il risultato è un [...] un gioco degli occhi venato [...] tragicità di questo grande [...]. La com-media della vanità [...] Ci-vidale, si snoda su due piani: [...] estrema del testo «messo [...] stesso [...] (con la partecipazio-ne, fra [...] Omero Anto-nutti, Paolo Bonacelli, Anna [...] Marina Confalone, Ennio Fantastichini, Alessandro Haber, Luciano Virgilio) [...] del progetto di teatro [...] diretto da Luca Ronconi, [...] realizza-zione scenica con circa quaranta giovani attori [...] teatrali europee dalla «Paolo Grassi» di Milano, [...] Udine, alla Facoltà [...] drammatica di Skopje, firmata [...] Sabrina Morena che si avvale del-le coreografie di Marta Ferri [...] la partecipazione dal vivo di En-nio Fantastichini. Una babelica rappresentazione, un [...] teatro totale, un brulicante, stupido universo in [...] simili a passanti per dare voce [...] principa-le di Canetti: come [...] rinunciare alla libertà del suo pensiero e [...] il potere se ne serva per rendere [...]. Perchè in questo smemorato [...] di personaggi in cerca di non si [...] del ri-specchiamento e del [...] con sè specchi e fotogra-fie, memorie di [...] e so-no stati, per [...] a un im-bonitore che [...] da circo, a una follia collettiva che [...] gettare tutto nel fuoco, Canetti racconta i [...] dei libri, la distruzione della cultura borghe-se, [...] operata dal regime. Una sinfonia di essere impazziti, [...] rappresen-tazione [...]. La «mise en [...] di Auto da fè, invece, [...] pensata con tutta la severità [...] di uno spet-tacolo da fare. Al leggio alcuni at-tori [...] i bravi Paolo Bona-celli e Anna [...] guidati dal regista, che [...] loro e che dipana per gli spettatori [...] romanzo (uno studio per il quale [...] ha avuto la col-laborazione [...] Claudio Magris), pochi elementi scenici che rap-presentano la biblioteca [...] del sinologo Peter [...] ce lo raccontano. Ancora una volta la [...] fa da sfondo alla parabola di un [...] ragione, ma «impotente» nella cose della vita, [...] quelle del sesso, costretto a confrontarsi con [...] Therese. Due esseri diversissimi fra [...] diventeranno marito e mo-glie e i cui [...] in un crescendo grottesco da girone sadomasochistico. Fra amanti, botte, rifiuto [...] ossessiva della mede-sima, Canetti mette in campo [...] del degrado e della [...] il suo incontro con [...] sembrano rubati a Frank Wedekind fino a [...] fuoco a tutti i suoi libri e [...]. Un grande falò che [...] di fumo il protago-nista, [...] dichiarazio-ne di impotenza, di [...]. /// [...] /// Un grande falò che [...] di fumo il protago-nista, [...] dichiarazio-ne di impotenza, di [...]. (0)
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