→ modalità contenuto
modalità contesto
Record visualizzabile solo in forma di Preview: a seguire i 2 riquadri sottostanti (altra documentazione autorizzata) è visibile la trascrizione o descrizione parziale del record richiesto
ANTEPRIMA MULTIMEDIALI
ALBERO INVENTARIALE
Legenda
Nodo superiore Corpus autorizzato



INVENTARICATALOGHIMULTIMEDIALIANALITICITHESAURIMULTI
guida generale
CERCA

Pagina da Preview Biblioteca Digitale--Pagina de «l'Unità-Unità 2-Nazionale del 1997»--Id 3905617707.

Videoguida per la navigazione in KosmosDOC.org

Il brano seguente è un frammento di trascrizione automatica (OCR) della pagina richiesta. Questo sistema di indicizzazione della Biblioteca digitale non liberamente visualizzabile mostra parzialmente ciascuna Entità Multimediale suddividendola in piccoli segmenti separati da «[...]» (medesimo periodo o primo periodo successivo) e da « /// [...] /// » (periodo successivo non adiacente). Per riscontrare nella pagina i termini ricercati suggeriamo l'uso di ctrl+F o analoghi, ove il proprio browser lo consenta.

La sabbiera [...] per 70) atten-de in una [...] silenziosa, di es-sere animata; nella stanza atten-dono anche molti [...] e picco-lissimi oggetti (animali , figure [...] rappresentati come personaggi di un [...] attivo, ad incarnare il [...]. Nella stanza entrano due [...] metterà di fronte alla sabbia e comincerà [...] gioco (mettendo oggetti scelti, o crean-do piste [...] laghi) rac-contando così senza [...] le [...] plasmare nella sabbia le [...] dolore della esistenza. [...] persona starà accanto, in silen-zio. È la sabbia ad [...] tera-peuta con le sue interpretazioni. È la parola viva [...] che si faccia voce di qualcuno) ad [...] simboli collettivi -la casa, [...] raccontare [...] figurina di donna alla [...] o quel pescatore) un mo-mento di vita, [...] cresci-ta, qualcosa di inesprimibile in pa-role o [...] nella coscienza. La sabbia diventa il luo-go [...] si sta « sognando con le [...] Paolo Aite pubblicato dalla Rivista [...]. Bambini e adulti La [...] play [...] è un me-todo terapeutico inventato [...] junghiana Dora [...] a [...] per affrontare nuclei problemati-ci refrattari [...] altri interventi. Pres-so [...] Pediatrico Bambin Gesù di Roma [...] di psicote-rapeuti (Marinucci, Montecchi, Tortolani tra gli altri) sta [...] anni la-vorando con bambini e adolescenti utilizzando la [...] play [...]. [...] usata da colleghi psichiatri [...] USL per la cura di pazienti psico-tici. Le sabbie raccolgono le [...] chi non ha modo di co-municare se [...] invalidanti. Problemi gravis-simi, anoressia, abusi [...] curati: attraverso il «gioco della sabbia» parla [...] non può essere detta. La sabbiera è [...] protetto» nella definizione di Dora [...] lo «spazio potenziale» nel [...] in cui [...] esistere gli oggetti come [...] di paure antichissime, divoranti, [...] abissale incapsula-ti nella psiche. Le mani si muovono [...] sabbia, e si attiva il [...] immagi-nario al di là del controllo razionale [...]. Questa tecnica [...] usata [...] diagnostico e analitico anche con [...] adulti. Ma dire tecnica o me-todo [...] inadeguato: è piuttosto lo sviluppo di un pensiero, di [...] for-ma di [...] nella terapia analitica «da una [...] di [...] secondo una felice immagine di Marco [...] al Convegno sulle sabbie [...]. Nel «gioco» ci si trova [...] vivere [...] che in modo strano, inafferrabile, [...] oltre la nostra com-prensione, proprio perché attiva un processo [...] forse più che altrove [...] e [...] si trovano nel luogo li-bero [...] protetto, ma anche nel cer-chio magico [...] coin-volti a [...] apparire nella sabbia immagini di [...] lontani, deser-to e silenzio, in un «gioco del mon-do» [...] racconta la vita. E appare la visione [...] da [...] lasciavamo di noi il [...] un attimo delle nostre piccole or-me. Lella [...] Una pronuncia secca, una pa-rola [...]. Come un in-sulto che [...] bocche a fior di labbra: [...] ossia Sahara. O meglio, il miti-co [...]. Una spe-cie di enorme tazza [...] ha una circonferenza di otto milioni e mezzo di [...] quadrati, [...] settentrionale. Sab-bia rovente, oasi, rocce, [...]. Una ri-petizione infinita di [...] di chilometri e la in-credibile sensazione di [...] tempo, fermo per [...]. Un mondo a parte [...] il cuore di Borges, di [...] di Thomas Edward Lawrence, [...] William [...] di Moravia, di mi-gliaia [...] tanti fa-mosi registi cinematografici, dei soldatacci della Legione, [...] Alessandro Magno e di [...]. Miraggi e follie, mor-te [...] acqua, il mito di [...] la città [...] ricerca di Atlan-tide, la [...] interi inghiottiti dalla sabbia, i [...] gradi di caldo al [...] più di quaranta [...] il gelo della notte, [...] le trombe [...] le tempeste di sabbia, [...] allucinogena, fuori da [...] sulle rocce, che, me-scolata [...] faceva piombare nel delirio esplorato-ri e militari [...]. E anco-ra, le straordinarie incisioni [...] e nel [...]. Poi la vita leggendaria [...] di padre de [...] sulla vetta [...] e i racconti sulla [...] alle dune, di intere spedizioni sepolte dal [...] «nulla». Nel de-serto, verità e [...] da sempre. Tutto è vero e [...]. Tanto, quando arriva il Kham-sin, [...] del Sud, spazza via tutto e si [...]. Il Sahara, secondo alcuni, [...] il fondo di un mare o una [...] piena di animali magnifici. In una antichissima mappa [...] romano, su quella enorme distesa, [...] la scritta: «Campi deserti inopia [...] (territori disabitati perché privi di [...]. Quando la grande ventata islamica [...] fu il viaggiatore arabo [...] ad inventare quel nome: Sahara. Vuol dire semplice-mente «il [...]. In quel «nul-la» vivevano [...] bedui-ni, i nomadi, i berberi, i tuareg, [...] Mali e del Niger, gli uomini della Nigeria [...] Su-dan, della Libia e [...] della Mauritania, della Tunisia [...]. Ammucchiati lungo le coste [...] tra le dune (erg), [...] (i letti dei tor-renti [...] secchi) i gebel e le catene montagnose. Tutti, in un modo [...] da sempre, segnati dal grande deserto. Cammelli e [...] Niente più [...] ora. Le lunghe carovane di [...] di dro-medari) sono state quasi sop-piantate completamente [...] che percorrono il Sahara, da certi autobus [...] dalle [...] dai piccoli aerei e [...] che tut-to vedono e tutto scoprono. Ma la malia e [...] de-serto è ancora li, intatta, come migliaia [...] anni fa. I simpatici matti che [...] tra [...] e [...] tra [...] e [...] e [...] (nel [...] El [...] e [...] arrivano ancora da ogni [...] per viaggiare, annusare, farsi terrorizzare dal-le tempeste [...] correre, ubriachi di caldo e di stanchez-za, [...] fino allo sfinimento. Sì, nel deserto, i [...] da padroni. Sono buoni o cattivi. Non si vedono, ma [...] lavoro e accan-to al viaggiatore. A volte lo prendono [...]. Altre, lo spingono semplicemente via, [...] una dona o un oasi. Sot-to una palma o [...] quei mucchietti di pietre che segnano i [...]. Sì, nel Sahara, i [...] le sembianze di chiunque, come dice il Cora-no. Una signora di Parigi, [...] a spillo, come se cam-minasse a due [...] Trionfo, e con una vecchia «due cavalli» [...] per traversare il Sahara che al-tro poteva [...] un «ginni»? E Paul, quel ragazzo-ne americano [...] nel cuore del Mali, [...]. Un la-voro inutile e [...]. ///
[...] ///
[...] volta, dopo un di-luvio [...] viaggiava con il surf dentro [...] pozzanghera. E non era uno [...] vicino a [...] colava la sabbia attraverso [...] solo soletto, sotto un sole spaventoso, come [...] Allah [...] avesse affidato il com-pito di passare al [...] sabbia del Sahara. No, quel-lo era un [...]. Un altro, una mattina presto, [...] lungo il crinale di una duna, ma [...] del sole e [...] del troppo caldo, era misteriosamente [...]. Si era scavato una buca, [...] si era cala-to dentro e poi, con una tavo-letta, [...] chiuso [...]. Al riparo del sole [...] si era appisolato e aveva dormito fino [...] Sole non ave-va di nuovo perso forza. Dunque era un uomo [...] Sì, [...]. O meglio, forse. An-che questo è il Sahara. Mai fer-mo, senza precisi [...] perché il vento muta in continuazione il [...] è un mondo straordi-nario. È [...] posto della ter-ra dove si [...] spengere il mo-tore [...] e ascoltare, per ore, il [...] del silenzio. Un silenzio inquietante che [...]. Poi, piano piano, si [...] di vento e allora si sente il [...] ru-more della sabbia bianca o dol-cemente rosa [...]. Più piccolo della formica Uno [...] misterioso lie-ve sgranocchio che cambia di nuovo, [...] poche ore, il paesaggio che avevi imparato [...]. Tutto, allora, rico-mincia da [...] senti solo come non mai. Nudo e più piccolo e [...] di una formi-ca. Ecco, il deserto, come [...] tanti, è una specie di grande specchio [...] ti devi guardare. Così puoi scoprire quanto [...] che cosa hai paura, se sei razionale, [...] risparmiare [...] o sce-gliere il percorso [...] da dove sei venuto. Se hai capito o [...] quel mondo. Puoi piangere, ignorato [...] universo e circondato dal «nulla». O ride-re come un [...] alle dune. Li, le [...] chiacchiere e i tuoi [...] a nul-la. Ci vuole ben altro. Puoi per-derti comunque e [...]. Non ci sono i [...] anco-raggio. Sei davvero niente e [...]. Puoi seguire, per ore, [...] un fennec, la picco-la volpe del deserto, [...] evoluzioni di uno [...] bianco. Quando arriva la not-te, [...] per due o tre ore sul cammello, [...] le ossa e se ci si deve [...] avere dietro un batuffolo di spine. Allora scendi, togli il [...] leghi le zampe [...] con un laccio corto, [...] vada lontano, e poi di sdrai sul [...] e sulla sabbia. Allora le stelle, nel [...] (non si accet-tano spiegazioni scientifiche) sembrano grandi, [...]. A due passi dal [...]. Nel buio puoi andare [...] bisogno, pochi metri più in là. E se si avvicina qualche [...] di viaggio, batti pure, [...] con-tro [...] due sassi che hai trovato [...]. Così insegnano, perché tutti [...] di-re e girano al largo. Ogni tanto, lontano dal [...] si sentono dei lievi colpi secchi. Come un suono strano. Ancora i «gin-ni»? Se [...] zona sassosa sono soltanto le pietre che, [...] gran cal-do, si spaccano. Quando si tor-na verso [...] o [...] che dire del fondo [...] La-go [...] il [...] La strana acqua di [...] ogni buco scavato, lascia a bocca aperta [...] come non mai, il cam-melliere che, accanto [...] Sole grande e rosso scende [...] si prostra sulle schegge [...] prega in silenzio, con una fede che [...]. Nel deserto [...] tempo per pensare, tanto tempo. E [...] tempo per cono-scere se stessi. O meglio, per ri-trovarsi. A volte si può [...] qualche giorno in attesa che passi la [...]. In pieno giorno, diven-ta [...] si vede più che a qualche centimetro. La sabbia ti sommerge [...] pelle scoperta come milioni di spilli. Bisogna chiudere gli occhi [...] terra. Quando tut-to è finito, [...] chilo-metri di distanza, le piccole trombe [...] che corrono via e [...] in alto, in alto, in alto. E i miraggi? Di [...] accettano spiega-zioni scientifiche. Sono un so-gno, un [...]. Un qualcosa che si [...] ma che non [...]. Che fluttua e «balla» [...]. Il deserto è davvero una [...] metafora della vita e una incredibile seduta di auto-coscienza. Un libro aperto di [...] ed eterno romanzo senza finale. O, meglio ancora, un [...] ti misura tutte le febbri: quelle dentro [...]. Bisogna andarci almeno una volta [...] vita. Come alla Mecca. Wladimiro Settimelli Enrica [...] sabbia Riverberi di sabbia Il [...] Principe, le stelle e i fiori invisibili del [...] Eravamo [...] giorno della mia «panne» nel deserto, e [...] storia del mercante bevendo [...] goccia della mia provvista [...]. Non capì il mio [...] rispose: -Fa bene [...] avuto un amico, anche [...] muore. Io, io sono molto contento [...] avuto un amico volpe. Non misura il pericolo, [...]. Non ha mai né fame, [...] sete. Gli basta un [...] di sole. Ma mi guardò e rispose [...] mio pensiero: [...] ho sete. Ebbi un gesto di [...] cercare un pozzo, a caso, [...] del deserto. Tuttavia ci mettemmo in [...]. Dopo [...] camminato per ore in silenzio, [...] la notte, e le stelle cominciarono ad accendersi. Le vedevo come in [...] febbre che mi era venuta per la [...]. Le parole del piccolo [...] mia memoria. Ma non rispose alla [...]. Mi disse semplicemente: -Un [...] può far bene anche la [...]. Non compresi la [...] risposta, ma stetti zitto. ///
[...] ///
Mi sedetti accanto a [...]. E dopo un silenzio [...] -Le stelle sono belle per un fiore che [...]. Risposi: -Già -e guardai, [...] pieghe della sabbia sotto la luna. Ed era vero. Mi è sempre piaciuto [...]. Ci si siede su una [...] di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa [...]. Fui sorpreso di capire [...] tratto quella misteriosa irradiazione della [...]. Quando ero piccolo abitavo in [...] casa antica, e la leggenda raccontava che [...] un tesoro nascosto. Naturalmente nessuno ha mai potuto [...] né forse [...] mai cercato. Eppure incantava tutta la [...]. La mia casa nascondeva [...] fondo del cuore. Incominciava ad addormentarsi, io [...] le braccia e mi rimisi in cammino. ///
[...] ///
Mi sembrava di portare [...]. Mi sembrava pure che [...] niente di più fragile sulla Terra. Guardavo, alla luce della [...] pallida, quegli occhi chiusi, quelle ciocche di [...] al vento, e mi dicevo: «Questo che [...] è che la scorza, il più importante [...]. E siccome le sue labbra [...] abbozzavano un mezzo sorriso mi dissi ancora: «Ecco ciò [...] mi commuove di più in questo piccolo principe addormentato: [...] la [...] fedeltà a un fiore, è [...] di una rosa che risplende in lui come la [...] di una lampada, anche quando dorme. E lo pensavo ancora [...]. Bisogna ben proteggere le [...] di vento le può spegnere. E così, camminando, scoprii il [...] al [...] del sole. ///
[...] ///
E così, camminando, scoprii il [...] al [...] del sole.

(0)
(0)


Nota sulla tutela della privacy. e Nota sulla tutela del copyright.

Nonostante i continui tagli che il settore culturale è costretto a subire - biblioteche storico/letterarie ed Archivi storici in particolare -, nell'epoca del Web 2.0 non termovalorizziamoci!La funzione di servizio pubblico sia essa offerta da un Ente pubblico o privato ha un costo; affinché il progetto possa mantenersi e continuare ad essere sviluppato sarebbe necessario un sostanzioso finanziamento pubblico, ma in sua assenza? Sareste disposti ad "adottare" una pagina e renderla fruibile a tutti in una rigorosa logica senza scopo di lucro?
Visualizza: adotta una pagina della Biblioteca digitale KosmosDOC

Consultazione gratuita del cartaceo in sede: .

Biblioteca Digitale


Perché è necessario essere utente di una biblioteca abilitata al sistema KosmosDOC per visualizzare la descrizione catalografica, le istanze materiali nei singoli inventari, la trascrizione completa e l'oggetto digitalizzato?
Il progetto è senza scopo di lucro, ma purtroppo le spese sono ingenti. Da alcuni anni IdMiS - Istituto della Memoria in Scena (ONLUS) -, anche grazie al Comitato promotore Fondazione Giovanni Frediani ed all'Associazione Culturale Controtempo, ha investito molte risorse sia monetarie che umane nella progettazione del sistema, nella traduzione digitale del proprio patrimonio archivistico, bibliografico - specialmente dell'emeroteca -, biblioteconomico, e museale; in assenza di un contributo pubblico minimamente adeguato ci vediamo costretti a chiedere alle biblioteche che vorranno aderirvi ed indirettamente agli utenti la condivisione dei costi e/o la partecipazione attiva all'elaborazione delle unità bibliografiche che ciascun ente vorrà inserire per il prestito digitale interbibliotecario.
Il sistema condivide già oltre settecentomila Entità Multimediali, di cui gran parte afferenti alla Biblioteca digitale.

(237)
(1)



La digitalizzazione/elaborazione dal cartaceo alla Biblioteca Digitale, relativamente all'emeroteca riguarda (in parentesi quadra consistenza detenuta ed altre annotazioni; * ove lavorazione tuttora in corso):

Periodicità non quotidiana


(214)


(118)

Cinema Nuovo [serie quindicinale 1952-1958]

(192)

Città & Regione [1975-1976*]

(190)

Civiltà cattolica [1850-2000*]

(144)


(198)

Interstampa [1981-1984*]

(198)

Marxismo Oggi [1988-1991*]

(197)

Nuovi Argomenti [1953-1965]

(183)

L'Orto [1937]

(161)

Paragone. Arte [le serie dirette da Roberto Longhi, 1950-1970]

(190)


(185)


(203)

Rinascita [1944-1962 mensile, 1962-1989* settimanale, marzo 1989 numero 0 direttore Franco Ottolenghi, 1990-1991* Nuova serie direttore Asor Rosa]

(86)

Teatro in Europa [1987-1997*]

(203)

Vita cecoslovacca [1978-1984*]


(203)

Quotidiani

Avanti! Quotidiano del Partito Socialista Italiano [1943-1990* edizioni di Milano e Roma]

(203)

Brescia Libera [1943-1945]

(159)

Granma. Organo oficial del Comite Central del Partido Comunista de Cuba [1965-1971*, 1966-1992 riduzione del Resumen Semanal]

(192)


(205)

Ordine Nuovo [1919-1925]

(63)

Corriere della Sera [1948* annata completa «Nuovo Corriere della Sera»]

(195)

Umanità Nova [1919-1945]

(169)



(98)


Eventuali segnalazioni dei propri interessi potranno influire sulle priorità di lavorazione. Per un elenco di tipologie differenti (monografie, enciclopedie, materiale discografico e non book material) o delle consistenze minori, oppure per informazioni sul prestito bibliotecario/interbibliotecario: .





Filtro S.M.O.G+ disabilitato. Indici dal corpus autorizzato

visualizza mappa Entità, Analitici e Records di catalogo del corpus selezionato/autorizzato (+MAP)




Interfaccia kSQL

passa a modalità Interfaccia kSQL