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LUNEDÌ 14 SETTEMBRE [...] PAGINA 15 [...] Le città [...] VALERI A [...] Cammino por chilometri sulla [...] una delle strade che costeggiano [...] canali di Amsterdam. Case oblunghe, con il [...] dal tetto spiovente per traslocare i mobili [...] dalle scale anguste. Facciate settecentesche senza imposte, [...] nemmeno tende che proteggano in qualche modo [...] sguardi curiosi e indiscreti. Si susseguono i negozi, [...] i bar, i locali, [...]. La gente seduta ai [...] birra, piccoli scali a motore che solcano [...] teste bionde, un cane a prua. Le librerie [...] ospitano riviste canoniche, di [...] una lunga serie di pubblicazioni periodiche di [...] ciclostilate, patinate. Le persone parlano a [...] da tennis ai piedi, giubbotti di pelle [...] bizzarre di chi comunque non segue nessuna [...]. Non si vedono mocassini, [...] risvolto, giacche e cravatte. Si ascoltano i tamburi lontani [...] o davanti alla stazione, si [...] un aroma di [...] e marijuana. È Amsterdam nel 1992, [...] citta elle avevo conosciuto dodici anni prima. [...] in dodici anni ha [...] tradizione democratica e libertaria, le strutture e [...] la rendono un paese rispettoso e accessibile, [...]. Amsterdam è ancora una [...] ricca di avvenimenti culturali e musicali, aperta [...] gusti sessuali. I dodici anni vissuti [...] occidentale [...] soltanto arricchita di una [...] ferisce, di un progresso che si palesa [...] e che non svilisce [...] che ogni esistenza [...] ed esprimere. II lungo preambolo non [...]. La città che si deve [...] personale di una nordica che [...] al Sud come me, 0 Roma. Allora [...] rifarsi a un ambito protestante, [...] una città [...] di mercanti e commerci, gotica [...] universitaria, leggera e giovane? Come [...] paragonare a [...] barocca, che possiede la pesantezza [...] ricchezza e di [...] incomparabile. E Roma al presente [...] distante da ciò che vedevo per la [...] abissalmente annegata secondo metodi importati [...] e innestati in un [...] levantino, furbo e Ingegnoso, privo delle ansie [...] carattere ciecamente [...] a chi si deve [...] che non ha per grazia ricevuta. Quale migliore sensazione era, [...] romani per soggiorni di brevi periodi, di [...] con un veloce colpo di spugna quel [...] senso di colpa che sorge spontaneo in [...] e una collocazione certa nel mondo lavorativo [...] seduto sui gradini di una fontana in [...] della propria [...] fontana di allora e [...] inestinguibile che sembrava passasse tra scapola e [...] leggera stoffa di una semplice camicia tirata [...] era quella di piazza Trilussa davanti alla [...] di festanti e nessuno si curava di [...]. Quella scalinata di marmo [...] vedeva un ponte Sisto ancora percorso dalle [...] la grande nicchia con i gradini di [...] stato il mio apprendistato. [...] accanto a persone sconosciute, barboni [...] turisti, potevo contemplare la strada che avrei percorso, tortuosa [...] pari Cultura«Mi chiedo ancora come 12 anni possano [...] abbellire una città, Amsterdam, e [...] Roma è oggi una sirena. Non una sirena ammaliante, non [...]. A destra Valeria [...] Valeria Viganò appartiene alla [...] fra i trenta e i quarant'anni. I suoi libri puntano alla [...] di emozioni, passioni perdute e sconfitte [...] contraddittorio di una generazione «senza [...]. SI è impegnata anche [...] significativi «tipi femminili». Il suo libro [...] 6 II tennis ne! Il suo primo romanzo Prove [...] separate è uscito per Rizzoli nella scorsa [...]. Ha al suo attivo [...] di racconti in alcune antologie e la [...] di Patria, il libro inchiesta sul rapporto [...] narratori e la propria terra, in uscita [...] Theoria. Un magnete mi avrebbe [...] attirata ripetutamente in un quartiere, Trastevere appunto. Le case e gli [...] di soffritto e gatti, [...] sui terrazzi, i cineclub e la grande [...] leggeva ancora la Gerusalemme sulla facciata della [...] dalla perdita dal tetto, era uno dei [...] per occhi che erano abituati alle rotaie [...] terminavano in un velo corpo-so e umido, [...] interni appena visibili dalla serratura ma tenuti [...] a giardini pubblici striminziti e consumati [...] a poche parche parole [...] bassa voce, [...] chiedo ancora come dodici [...] abbellire una città, Am-sterdam appunto, e [...] come è accaduto a Roma. Roma è oggi una sirena. Non una sirena ammaliante [...] bendati per non cedere al fascino della [...]. Non più, oggi. Eppure una sirena era per [...] alla fine degli anni Settanta. Le estati di Massenzio [...] le vacanze al mare perché [...] si perdeva e restando [...]. Il sorriso espansivo e [...] un barista che sancivano la tua presenza [...] nuovo mattino, il tuo stato [...]. La sirena si è [...]. Il suo canto non [...] melodioso richiamo, un coro evocativo, lo stormire [...] Lungotevere scossi dalle folate e dalle [...] uccelli in volo, delle [...] le scie delle macchine. La sirena ora è [...] ferro che si allarga in fondo come [...] da una base contenente una piccola batteria [...] autonoma e potentissima e che urla una [...]. Nel cattivo rapporto tra [...] è cresciuta la caratteristica di città destabilizzante [...] Roma [...]. Luogo difficilmente definibile, al [...] altre metropoli, nella trasformazione multirazziale che [...] investita, è di per [...] di consolazione. Chi ti saluta una sera [...] disconosce il mattino dopo. Chi ti ha conosciuto [...] dieci anniÈ [...] dei quattordici racconti dedicati [...] Palermo a [...] Con questo racconto si [...] dedicata al rapporto fra i giovani scrittori [...] italiane d'oggi, che [...] ha inaugurato il [...]. Quattordici autori hanno percorso [...] cronaca e invenzione, dodici diverse realtà metropolitane [...] Paese. La Palermo di Fulvio Abbate, [...] Napoli di Erri De Luca, la Modena di Roberto Barbolini, [...] due diverse Milano di Giampiero Comolli e [...] Oreste Pivet-ta, la Firenze di Giorgio Van Straten, la Genova [...] Maurizio [...] la Prato di Sandro Veronesi, [...] Torino di Dario Voltolini, la Roma di Sandro Onofri, [...] Venezia di Enrico Palandri, la Piacenza di di Sandra Petrignani, [...] Spezia di Marco Ferrari, e oggi questa [...] Roma [...] Valeria Viganò. I precedenti racconti della [...] «Le [...] visibili» sono stati pubblicati il 29 luglio, [...] 1-4-8-11-15-18-20-22-25-29 di agosto, [...] e il 5 di [...]. Se Milano è un [...] e accoglienti contenitori, soffocanti nella loro chiusura, [...] alte mura difensive. Roma è [...] breccia aperta. Ma dove porta questa [...] tra fasti antichi e resti polverosi, tra [...] orde di automobili in [...] anni fa camminavo senza [...] e nottate intere. La solitudine è uno [...] alcuni lati piacevoli e altri più oscuri. La solitudine è ciò [...] Roma di allora a quella di questi [...]. Qualsiasi colorazione prenda la [...] passeggiare senza compagnia e senza interlocutori, in [...] periferici o residenziali, tanto più nel centro [...] sente con essa in sintonia. Lo stato [...] provocato [...] soli, non pesa. Se non contiene ricordi, [...] si nutre della stimolazione [...] attraversato. Se mille pensieri si [...] rincorre mentalmente ciò che si è perduto, [...] estranee le strade e i palazzi, é [...] un tiglio dietro Palazzo Spada, per far [...] e tutte le altre volte che gli [...]. La città diventa una presenza [...] si può omettere [...] breve tempo, per un intervallo. Poi toma prepotente, con [...] a reclamare [...] propria che si lega [...] affetto al solitario che la percorre. Ho sempre immaginato, neanche [...] Roma come una persona dai forti sentimenti, piena [...] di invidia, orgogliosa della [...] insuperabile capacità di appagare [...] nel non [...] considerare la civiltà e [...] di città rivali. Accogliente e distratta, profumata [...] e caotica, privilegiata e misera, [...] il prototipo di una [...] dà un tetto e un letto, facendo [...] altro dieci suoi figli con gesto democratico [...] poi se ne dimentica. Roma oggi è la [...] e non solo più contemplare diverse culture, [...] offrendo loro miseria e mestieri dequalificati. È il luogo mediterraneo [...] Occidente [...] Oriente ancora si fondono e si disperdono, [...] identità razziali non basta più [...] o [...] noncuranza. Ma il senso [...] e la razionalità non [...] agglomerato enorme e stratificato che ha edificato [...] per millenni. Roma è troppo disponibile [...] pianificare un futuro di fusione culturale. E i suoi amministratori [...] rozzezza e la [...] che la [...] molteplicità contiene piuttosto che [...] migliori, unici, [...] e la capacità di [...] morale che le restituiscono una parie di [...] la [...] matrice cattolica non concede. Negli anni Settanta la [...] senso politico del vivere e comunque nessuno [...] come ci si presentava, la [...] espansione attirava soprattutto studenti [...] gente che comunque approdava alla grande metropoli [...] alternativi, per confondersi e non essere additati [...] vivere da vicino le contraddizioni che esplodevano [...] paese in movimento. Oggi chi è emarginato [...] continenti. In Roma, nei microcosmi [...] i quartieri, ognuno non appartiene a niente. Ci si sposta alla [...] alla domenica, in fiumane fumose e urlanti, [...] che dalle periferie sprovviste di ogni attrattiva, [...] centro. Per il resto si [...] pochi chilometri quadrati, si cerca il lavoro [...] o viceversa, si affrontano ore di traffico [...] sono queste occasioni fortunate. La vita acquista una abitudine [...] alla stanchezza, [...]. Ciò che Roma ha [...] scampato a un male politico e culturale [...] e offre lo spettacolo di un parco [...] un incendio. Nel mio quartiere, le [...] occupate da lamiere colorate piene di anidride [...] coda lo percorrono come un serpentino altrettanto [...] sono quelle liberate per garantire la sicurezza [...] che vi abita. Non un vaso di [...] o piante le abbelliscono perché potrebbero contenere [...]. Solo una camionetta o una [...] normale con le antenne verso [...] e le portiere aperte su [...] pistola impugnata abitano 11. Alla fine si finisce [...] canne dei mitra che ricordano in che [...] Roma diventa accettabile solo nelle quattro chiacchiere [...] agenti in servizio. Delle loro vite fa [...] di più. Scherzo [...] bocciata dagli editori Marguerite Duras Gallimard, Poi, Editions de [...] respingono un romanzo già edito [...] autrice che un [...] beffa presentava come proprio una [...] dai molti precedenti NICOLA [...] Fate attenzione perché la firma [...] sopra è falsa, lo, in realtà, sono Osvaldo Soriano [...] sto cercando di vendere un articolo a [...]. Lo (accio in incognito [...] vedere se se ne accorgono. Di che cosa parlerò [...] Semplice: la storia di un giovanotto francese [...] un romanzo di Marguerite [...] ha trascritto su dei [...] bianchi, gli ha [...] titolo e il nome [...] ha cercato di [...] pubblicare. Lo ha spedito agli [...] Duras. Anzi, hanno risposto che-la [...] poteva anche funzionare, ma lo stile -la [...] da rivedere. È una bella notizia, anche [...] propriamente originale. La raccontano i giornalisti [...] travestiti da cronisti?) di «Le Figaro [...] culturale francese. Le cose sono andate [...]. Un tipo (che dice [...] Guillaume P. Jacquet mà anche questo dev'essere [...] ha ricopiato a mano un [...] testo del 1962 della [...] de [...]. [...] giovanile di Marguerite [...] e prima di [...] in giro gli ha [...] in Margot e [...] ha cambiato anche i [...] e ha messo sulla prima pagina una [...] «A Marguerite che non sa». SI, proprio a lei, [...] Duras. Non solo, ma la [...] Margot: sempre lei, la Duras, perché Margot [...] II [...] soprannome. Se foste stati gli [...] francese, se aveste conosciuto la [...] passione per gli apocrifi [...] non vi sareste insospettiti? I responsabili della Gallimard, [...] Poi e delta benemerita [...] de [...] no. Alla Gallimard -che. [...] de [...] invece, più drammaticamente ha risposto [...] «il manoscritto [...] non può entrare nel quadro [...] nostre pub-blicazioni». Parole di rito, insomma. E il nostro Guillaume P. Jacquet che cosa ha [...] Prima [...] urlato di giubilo e poi ha spifferato [...] di «Le Figaro [...]. Già, perché [...] è stata ordita tutta [...]. Però, se le cose [...] se uno degli editori avesse riconosciuto il [...] accettato di pubblicare il manoscritto per incastrare [...] Jerome [...] o Antoine Gallimard non [...] spifferare tutto ai destrorsi di «Figaro [...] semmai si sarebbero rivolti [...] «Le Monde des [...]. E la brutta figura [...] il Guillaume P. Jacquet dal nome alla Apollinaire. Capita la morale? [...] c'è sotto una piccola guerra [...] bande editoriali. II fatto é che, [...] finire scherzi del genere, [...] questioni di coma o [...] alto livello. E trasversali, ovviamente: roba [...] applicato alle cose della letteratura. E siccome la prerogativa [...] quella di inventare, ecco che [...] ci si inventa falsi Duras. Perché le storie vere, [...] malmenati dagli editori, lasciati fuori dalle porte [...] -in [...] meno divertenti, meno frizzanti. E comunque, alla fine, [...] una brutta figura è sempre [...] scrittore, quello che con [...] sotto braccio se ne torna a casa [...] sogni di gloria e di rivalsa. È successo non una, [...] volte che qualcuno si togliesse lo sfizio [...] romanzo famoso per «incastrare gli. I risultati, addirittura, sono [...] altri libri. Perché il mondo editoriale [...] mangia se stesso e produce mostri che [...] libri. Un serpente che si [...]. E, appunto, che cosa [...] scherzo del nostro Guillaume? Far vendere di [...] «Le Figaro [...] ovviamente. E non serve a [...] casi famosi di scrittori bocciati dagli editori [...] queste storie sono state riunite in un [...] qualche mese fa. Quello di Guillaume P. Jacquet, al contrario, ò [...]. Una burla ben riuscita [...] momento ha fatto segnare un punto a [...] «Le Figaro [...] nella battaglia contro gli [...] come Gallimard o [...]. Ma la guerra non [...] che ve lo dica io, che quando [...] Triste, solitario [...] final ho conosciuto Philippe Marlo-we, [...] di queste cose se ne intendeva. /// [...] /// Ma la guerra non [...] che ve lo dica io, che quando [...] Triste, solitario [...] final ho conosciuto Philippe Marlo-we, [...] di queste cose se ne intendeva. (0)
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