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Godard? Mi piace: insiste con [...] a fare film sbagliati» Dal nouveau roman a Resnais [...] alla regia [...] 3. /// [...] /// Come il protagonista de [...] scorso a [...] anche Alain [...] ripercorre i ricordi. E si lascia andare [...] ri-pensando a [...] Sartre e al viaggio [...] di scrittori fece, ai tempi del XX [...] a Leningrado. Do-ve, davanti [...] co-munista, Sartre sentenziò che il [...] roman e il realismo sociali-sta erano la stessa cosa. Le long de [...] i ricordi di Alain [...] tornano a [...]. Non avevo capito che Alain Resnais [...] stava cercando una sceneggiatura e basta ma [...] Delphine Seyrig». E i ricordi si [...] sotto un inaspettato sole [...] tranquillità di un giorno di pausa per [...] giu-ria del Festival del ci-nema africano. Un giorno che Alain [...] ha scelto di dedicare [...] facen-do notare con nonchalance che: «la realtà [...] è passato in quei cinque minuti che [...] un appuntamento dato davan-ti ad un bar [...] nome e che è oggi è anche [...]. Non avevo più certezze». E allora partiamo da una [...] af-fermazione: ciò che fa del cinema [...] è [...] «È la forma che crea [...] reale. Ed è ben diverso [...] reali-smo, che poggia su forme codificate che [...] significato. /// [...] /// E non sono mai quelle [...] sembrano. Il reale è creare [...] sono alla ricerca di un senso. Diverso è il di-scorso [...] dove [...] conosce già il senso [...] esprime. Il [...] vale anche per la [...]. Non posso scrivere un [...] fossi Flaubert. Posso invece scrivere un [...] il senso sembra sfuggire. E la scrittura diventa [...] il senso. La presenza [...] uma-no è caratterizzata dal suo [...] che un senso esista. Il nou-veau roman, invece, [...] il senso che non esiste ancora». Ma come si può dare [...] senso ad una forma senza cadere nel for-malismo? «Basta [...] riprodurre forme che esistono già. È quanto abbiamo fat-to [...] roman. Ognuno di noi ha creato [...] forma. Ab-biamo molto esplorato. E abbia-mo molto distrutto. Formalismo è stato anche [...] sovietico, che ha fatto molto ma-le alla [...]. Era come avere un [...] indicava la strada. Una strada piena di [...] Unione Sovietica non ha portato ad un [...] e prosperità. Per questo penso che [...] abbia senso soltanto [...]. Se arriva al potere, [...] destra o di-venta totalitario». Torniamo per un attimo [...]. Mi sento un ingegnere [...] specie di razionali-smo del senso. Come nella Nausea di Sartre, [...] protagonista di-venta scrittore quando tutto il re-sto [...]. Vengo da una famiglia di [...] per la quale [...] ad ogni costo era tutto. I miei prova-vano ammirazione [...] Mussolini, che pretendeva-no [...] e che dietro questa [...] disordi-ne di una follia totale. Ad un cer-to punto [...] ho sco-perto che i valori nei quali [...] sospetti e privi di valore. E tutto è crollato». Della sceneggiatura di [...] cosa può ancora [...] «Una scena a metà film [...] Re-snais ha tagliato. Era una violenza sessuale che [...] nel grand [...]. Probabilmente [...] fatto per pudore, per la [...] imposta-zione culturale di cattolico rigo-roso. È stata sostituita con una [...] nella quale la macchina da presa carrellava verso una [...]. Scena volutamente sovraesposta, forse per [...] allo spettatore [...] della penetrazione. E [...] che il pubblico ha applaudito [...] schermo acceso. E il gioco con i [...] che ancora adesso in molti non [...] «Per quello non [...] capito nem-meno Resnais. Mi aveva chiesto di [...] che contemplasse il gioco [...]. Ma non voleva riprendere [...]. Così mi ha detto [...] di nuovo. Mi è ve-nuto in [...] antichissi-mo, che avevo imparato durante la guerra [...] in Germania. È basato su delle [...] infinite. [...] alla fine si arriva [...] e a chiudere vincendo [...]. Ma non spiego come [...] perché non avrebbe senso giocare con chi [...] soluzione. /// [...] /// Muoveva meccanicamente i fiammiferi [...] detto di fare. La matematica mi affascina. Era una materia del [...] li-cenza di scuola media superiore. In-sieme al greco e [...] lingue [...] alla struttura del pensiero. A proposito della matematica, [...]. Invece è un sistema [...] di essere superato. E il compito di [...] pro-prio cercare di risolvere il problema superando [...]. È uguale an-che per un [...] deve creare una forma forte [...] poi [...]. Il suo rapporto con il [...] e [...] «In principio ho continuato a [...] libri e fare film. Adesso non ho nessun [...]. Non sono obbligato a [...]. Per il cinema vorrei [...] con [...] di un ufficiale di [...] muto dopo un combatti-mento, si crede sia [...] segreto. Ma in realtà, forse, [...] perché non vuole parlare. È un film a [...]. E nessun produttore ha [...] inve-stire nel cinema [...]. A dire il vero, [...] produttore, neppu-re io investirei del denaro in [...]. Come regista ha mai cambiato [...] «Sempre. È noioso girare quello [...] scritto. Il mio metodo di [...] dirigere contro quello che ho scritto e [...]. [...] ancora qualcosa che la [...] «Pensare come il grande cinema [...] abbia potuto finanziare David Lynch [...] come [...]. In compenso ho amato [...] ho smesso di [...] come [...] che è diventato noio-so. Godard continua a piacermi. Forse per la tenacia [...] insiste a fare dei film sbagliati». Dica la verita, per [...] si è fidato di [...] «Se per questo, è nato [...] in Bretagna, [...] il mio stesso mese e [...] un co-gnome che comincia per [...]. In realtà è stato [...] di mettere in scena un mio decoupage. Ed è il regista meno [...] che abbia mai conosciuto. Ha conser-vato [...] unica». Chiudiamo con il cinema [...]. Crede che possa essere un [...] per aiutare [...] ha bisogno di tempo. Occorre ricordarsi che [...] non è fenomeno natura-le. /// [...] /// Bruno Vecchi Alain [...] è nato nel 1922 [...] in Bretagna. Dopo [...] conseguito una laurea come [...] mio docente era consulente di Castro ma [...] meglio [...] perdere quando Fidel, invece [...] che sfamassero il suo [...] impose di [...] coltivazione della canna da zucchero»), si afferma [...] punta del nouveau roman, una corrente letteraria [...] di rompere con [...] del romanzo ottocentesco annullando [...] psicologia. Nel 1961, scrive per Alain Resnais la sceneggiatura di [...] scorso a [...] Leone [...] alla Mostra di Venezia ex [...] con «La notte» di Michelangelo Antonioni. Nel 1963 esordisce alla regia [...]. Tre anni dopo dirige «Trans [...] con Trintignant, uscito in Italia [...] sottotitolo «A pelle nuda». Un film con sei [...] di sceneggiatura, citato come esempio di decostruzione [...] cinematografica. Seguono [...] che mente», «Oltre [...] «Slittamenti progressivi del piacere», «Giochi [...] fuoco», «La belle captive». Tra i suoi romanzi: «Un [...] nel 1949), «Nel labirinto», «Istantanee», «Progetto per [...] New York», i cine-romanzi [...] scorso a [...] «Slittamenti progressivi del piacere», [...] «Per un nuovo romanzo» e «Le voyeur»: «È [...] tutto il mondo, salvo che in Unione Sovietica. Mi è stato spiegato che [...] capito. Nel romanzo [...] si muove attorno ad un [...] sessuale. E la violenza sessuale [...] Urss [...] della società capitalista. E non esistendo in Urss [...] capitalista. [...] Angelo [...] «Se fossi produttore non investirei [...] un mio film» Domani con [...] la cassetta del [...] di Herzog e lo straordinario [...] di Bram Stoker [...] il vampiro [...] Il Conte della Transilvania che [...] a Londra: il libro dello scrittore irlandese è anche [...] storia di un [...] fra culture. Domani, con [...] troverete la cassetta del film [...] di Wer-ner Herzog. Il film è bello, sensua-le, [...] soprattutto alle prove di Klaus Kinski e di Isabelle Adjani, ma è comunque uno dei tanti vampiri dello schermo: [...] potuto essere il [...] di Bro-wning (quello con Bela [...] del [...] o il [...] muto di [...] (del [...] o [...] recente [...] di Coppola [...] o persino [...] il vampiro di Terence Fisher, [...] Christopher Lee [...]. La storia non cambia [...] moltissimo, nel [...] di [...] che è di [...] categoria). La cosa che conta, [...] con il film troverete un li-bro: [...] di Bram Stoker, scrit-to [...]. Quasi tutti i film [...] storia del conte [...] si rifanno a questo [...]. Ma, spesso, [...]. Al punto che Coppola [...] film [...] di Bram Stoker: per [...]. [...] di Coppola era ri-vendicare una [...] che, però, è [...]. Fare un film «fedele» [...] Stoker è impossibile, pro-prio come è impossibile [...] Pamela di Richardson o alle Relazioni pericolose [...] Laclos. Per-ché è in quella [...] Stoker si inserisce: il ro-manzo epistolare, o [...]. La struttura del suo [...] è labirin-tica e modernissima. Non [...] mai narrazione diretta. Il libro inizia come [...] Jonathan [...] (il giovane che viene [...] Transilvania da una società immo-biliare: nel film di Herzog, [...] Bruno Ganz) e prosegue intercalando i diari di Mina [...] fidanzata) e del dottor [...] usando anche lettere e [...] giornale. Ora, [...] una sublime ambiguità che la [...] non può -non deve! Questo vale anche per [...] che su carta rimane [...] affresco sul Mostro in cui il Mostro [...] che non ha diritto di parola! [...] fatto anche per ribadire [...] sul voivoda (conte) [...] III, che era chiamato [...] la [...] simpatica abitudine di impala-re [...] era anche un nobi-le di grande cultura [...] il suo dovere per difendere la Transilvania [...] Papato, che era suo alleato) dai turchi. Ma in questa sede, [...] vero [...] può essere interessante rac-contare [...] vita del vero Bram Stoker. Tanto per cominciare, Stoker [...] Dublino nel 1847. Quindi era irlandese, gente [...] el-fi, le fate -e i vampiri -ha [...]. Superò una grave malattia infantile [...] divenne un bravo stu-dente in matematica, ma nel 1867 [...] troviamo [...] cioè im-piegato, in qualche catasto [...]. /// [...] /// Appassionato di teatro e [...] perso, conobbe [...] Henry Irving e di-venne [...] manager. Ir-ving era un teatrante [...] ma in gioventù era sta-to anche lui [...] City. Ora, facciamo attenzione: un [...] un travet inglese e si mette al [...]. Mettete insieme il rapporto [...] e quello [...] e [...] voi se questa non [...] di gente che si succhia il sangue [...]. Una storia di vampiri. Non [...] da meravigliarsi se, una ventina [...] dopo [...] con Irving, Stoker scrive [...]. Che, [...] è la storia di [...] con quel difet-tuccio che sapete (è immortale, [...] beve solo san-gue) il quale, un bel [...] comprarsi una casa a Londra e di [...]. Ma [...] Albione si difende, e uccide [...] Mostro. [...] è la storia più inglese [...] esista, se vogliamo è una grande metafora del rapporto [...] e [...] (un bel [...] nazista, però, non [...] mai fatto: strano), e con [...] il rispetto per il bravo Herzog toc-cherebbe sempre agli [...]. E quando [...] come Anne Rice riprende [...] (Intervista con il vampiro, libro e film), fa [...] vampiri dan-dy [...] alla Transilvania e poi [...] Parigi, [...] ricerca delle radi-ci. E il raffinato [...] rimane assai deluso quando, [...] Transilvania, [...] solo vampiri rozzi, pelosi e burini. Ma, anche [...] attenzione: [...] viene dalla Louisiana e [...] Anne Rice è di New Orleans. Lì sono un [...] creoli, un [...] spagno-li, un [...] francesi, vale a dire euro-pei. /// [...] /// Alberto Crespi Domani libro [...] Libro e film: dopo «Tom Jones» e «I [...] tocca a [...] -romanzo [...] Bram Stoker -e a [...] il principe della notte», [...] Werner Herzog. Il film, del 1979, [...] importante della collaborazione fra Herzog e Klaus Kinski: [...] anche [...] furore di Dio» (forse [...] e [...]. Fra gli altri interpreti, Isabelle Adjani [...] Bruno Ganz. /// [...] /// Fra gli altri interpreti, Isabelle Adjani [...] Bruno Ganz. (0)
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