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Poi è iniziata [...] recupero e, da allora, [...] De Curtis, alias Totò, ne ha fatta di [...]. Adesso, il mito di Totò [...] una ragione in più per esistere: Antonio De Curtis [...] ci ha fatto solo ridere, ma, grazie [...] ci ha insegnato anche la lingua italiana. Il suo [...] oggi, oltrechè comico viene [...] soprattutto quando metteva alla berlina alcune antiquate [...]. È il linguista Enzo Caffarelli [...] questa tesi in un saggio che verrà [...] «Rivista italiana di onomastica». Lo studioso prende in [...] gag del comico e le definisce «un [...] «forme più obsolete», ai modi di dire [...] del tempo erano venuti perdendo significato. Procedendo nella [...] analisi, Caffarelli osserva che «Totò [...] suoi giochi di parole ha accompagnato i [...] processo di appropriazione della lingua italiana, riuscendo [...] difficoltoso rapporto esistente allora fra questa e [...]. Dunque, dovremo ricordarci del [...] di un maestro che aiutò proprio [...] lavoro di creare una [...] unificasse gli italiani, che rendesse possibile la [...] veneto e un siciliano. È proprio negli anni Cinquanta [...] Sessanta che si compie questo miracolo e Totò, [...] contenuti in certe frasi, o sghignazzando su [...] burocratese, ci ha dato una mano a [...] sbagliare. Storpiando ad arte le [...] converso, segnalato la loro versione giusta. E, infine, sempre usando [...] sì che gli italiani capissero che non [...] termini stranieri. In una raccolta di [...] Asor Rosa parte da alcune opere fondamentali per individuare [...] Da Boccaccio alle lezioni di Calvino Ecco [...] spirito [...] In un paese [...] politica recente, dai miti [...] universalistici, [...] alla Chiesa, [...] an-tropologica e culturale non [...] altro [...]. [...] e il condizionamento tra fattori [...] e storici. Ogni grande raccolta di [...] due ordini logici e [...] quello dei singoli articoli [...] (ivi compresa [...] e il conte-sto originario [...] quello del «nuovo» insieme, del Li-bro risultante [...] pezzi che, se organica, dovrebbe compor-tare un [...] e conoscenza ricavabile proprio grazie al nuovo [...]. Così è anche del [...] vo-lume pubblicato da A. Asor Rosa [...] Einaudi Torino [...]. Innanzitutto dunque vediamo co-sa [...] la raccolta [...] dal 1992 al 1995 nelle Opere della «Letteratura italiana» Einaudi, con [...] del saggio su «La fon-dazione [...]. [...] cro-nologico esaminato va dal Duecento [...] Calvino, affrontando [...] ritenuta «classica» per ogni secolo [...] letteratura italiana, con [...] del Quattrocento e del Settecento [...] con progressiva intensi-ficazione di attenzione per il periodo [...] i «Ri-cordi» di Guicciardini, [...] del [...] «Le avventure di Pinoc-chio», «La [...] e la rettorica» di [...] i «Canti orfici» di Campana, [...] «Lezioni americane» di Calvino. Crisi e rifondazione Esaminata [...] la se-rie permette già una prima osserva-zione: [...] da Asor Ro-sa riguardano tutte momenti di Cri-si [...] escludono to-talmente due momenti pur fonda-mentali [...] e [...] per concentrarsi essenzial-mente su [...] lontane: le Origini e [...]. Le due uniche eccezioni, [...] Sarpi e Guicciardini, riguardano appunto due [...] della storia letteraria, culturale [...] (o meglio, «italica», come vedre-mo): la rottura [...] a terra del confronto [...] di potenze straniere, e la rottura, direi, [...] con la Controriforma e la ridu-zione della [...] e de-gli intellettuali «italiani» a variabile dipendente [...] e [...]. Forse la [...] contatto [...] già basterebbe a delineare il [...] nuovo che [...] conferi-sce ai singoli pezzi: ma Asor Rosa ag-giunge altri tre tasselli che contri-buiscono fortemente alla [...] una introduzio-ne scritta per [...] («La nuo-va critica»), il saggio [...] dedicato in [...] al concetto di «classico» («Il [...] delle opere») e un titolo, [...] di grande impegno e bruciante [...] anche «antropologica» oltre che culturale e politica. I tre tasselli sembrano fortemente [...] anche se [...] non fa nulla per [...] anzi sembra quasi che si [...] a sfidare il lettore a svelare il senso di [...] titolo spiegato soltanto per sommi capi nella pagina finale [...] nuova introduzione: «Sono [...] gli storici della [...] discorrendo [...] della loro specializzazione e professionalità, [...] si siano mai posti il que-sito intorno al senso [...] poteva assumere [...] «italiana» aggiunto al sostantivo «letteratura»: [...] presupposto per loro era infatti che [...] sarebbe riuscita a unificare a [...] una serie di [...]. I saggi riuniti in [...] alla curiosità di «capire in che senso [...] si po-tessero dire [...] e quale signi-ficato si [...] una connotazione italiana» o meglio, «italica», come Asor Rosa [...] «dire e scrivere in un caso del [...]. [...] di [...] «è quello che si forma [...] si manifesta piuttosto al livello di [...] che di [...] in senso proprio», pur se [...] «interferenze» che esistono fra i due livelli «con-sentono [...] parte di avere una visione [...] ideologica e più con-creta della stessa [...] nel tempo». Si stabilisce dunque un [...] fra crisi italiana, sue [...] della critica lette-raria umanistica, [...] possibile riqualifica-zione (anche metodo-logica), [...] opere per tornare alle opere» non solo [...] segni ma anche quali do-cumenti e «monumenti [...] esteticamente alto, voluto e coscientemente, [...]. Ma «antropologici» anche in [...] «situazio-ni originarie» (a cominciare magari -sottolinea [...] -dalla differen-za di genere, [...] «ci sono -o posso-no esserci -in ogni [...] occidentale», quando in un artista «sia maturata [...] che intorno non ci sia nulla che [...] (. È [...] che Crisi della cultura [...] direi) della critica letteraria tradizionale (volta alla [...] oggi, alla deprecazione e [...] del bel tempo che fu), crisi della [...] si scoprono interrelati, elementi [...] di un sistema complesso da scomporre [...] comprensiva anche del sostrato [...] quel [...]. È [...] di nuovo, che «italiano», [...] scopre fortemente connotato in senso «italico», vista [...] non canonicità del sistema «italiano» delle opere [...] più grandi, i «classi-ci». Pur essendo [...] il primo pae-se europeo in [...] si elabori un cano-ne dei classici (a cavallo addirittura [...] Due e Trecento), è anche [...] un rigido e gerarchizzato sistema [...]. Si costituiscono invece in un [...] «aperto», che permette [...] di proporre su un piano [...] (non solo italiano) [...] «originaria», e originale) del «classico» [...] specialista di «si-tuazioni originarie» [...] vicine alle radici antropologiche [...] umano e dello scrittore, esperto [...] che della regolarità e della sistemazione, del «caos» e [...] «disordine», [...] ad un «sistema Italia» attraversato [...] (. Un sistema appunto in cui [...] di essere «italiani» si è stati, e tuttora si [...] «italici», nativi di un paese [...] politica recente, dai miti e [...] poteri [...] universalistici (Impero e Chiesa), eppure [...] antropologica e culturale non infondata, se [...]. Asor Rosa può dunque [...] lingua, dalle opere, dai «classici», ad un [...] preciso e definito»: «Per «gène nazionale» intendo [...]. Il risultato di que-sto [...] è un patri-monio di concetti, di atteggiamen-ti, [...] di caratteri che danno un tono inconfondibile [...] a ciascuno dei [...]. Il volume si presenta dunque [...] una sorta di nuovo «Iter [...] (per citare un capolavoro [...] archivistica e culturale del Novecento, [...] di un grande amico [...] P. [...] pre-cedente forse non inconscio del [...] condotto per sondaggi esemplari: un «Iter» però appunto non dei manoscritti ma del sistema dei [...] valori, comportamenti, concetti che costi-tuiscono [...]. Critici e politici È [...] vediamo ancora [...] autobiografiche e [...] di Asor Rosa, così [...] resto così esplicitamente esposte (a volte con [...] con disperazione), ma anche nei ca-ratteri storicamente [...] di questa Crisi ormai italiana (eppure ancora [...]. Per essere grandi critici letterari, [...] dei tempi», oggi più che mai, occorre davvero essere [...] e politici (come L. [...] ebbe a scri-vere di [...]. La serie «critica let-teraria / [...] / intelligenza [...] caratteristica della personali-tà [...] si compone in questa raccolta [...] una proposta critica, e metodologica, nuova e unitaria, con [...] quale, ancora una volta, [...]. Roberto Antonelli [...] 4. La rapida diffusione in Occidente. Nei caffè non vi [...] idee, alle utopie e [...] legge ammessa era quella dello scambio e [...] ottomano li chiamavano le «scuole del sapere», [...] Lon-dra, Praga, Parigi e Venezia delle ve-re [...] a volte par-lamenti improvvisati, circoli poeti-ci, uffici [...]. [...] ruolo essenziale nella storia [...] si sono elaborate le dottrine più audaci, [...] pre-meditate le rivoluzioni, per prima [...]. A «vita, morte e miracoli» [...] caf-fè, come annuncia il sottotitolo è dedicato [...] volume, fresco di stampa, dello [...] e giornalista francese [...] (Les [...] Ed. Esso -avverte [...] -non in-tende essere [...] né una guida completa, «ma [...] un viaggio nel [...] nello spazio, la storia della [...] per il caffè che ha favorito [...] di altre passioni destinate a [...] nel profondo la nostra civiltà». [...] guida perciò, in questo che [...] un «diario di bordo immagina-rio» -facendo ampio uso [...] in primo luogo i diari [...] viaggiatori -nei caffè di tutto il mondo, in quelli [...] hanno lascia-to tracce profonde nella memoria dei [...] una parte non indifferente della [...]. La definizione di «letterari» [...] comodo, spiega. E prende quindi in [...] luoghi che sono stati crogioli del sapere [...] della riflessione e [...]. Intende il caffè lettera-rio [...] ha possedu-to, la virtù di un campo [...] attratto a sé pittori e poeti, musicisti [...] e atto-ri, ballerini e cantanti, [...] e architetti, uomini di [...] pensatori politici e [...]. Anche se in questa [...] parte del leone spetta alla Francia e, [...] Parigi, [...] ci conduce anche al Cairo, [...] -dove, racconta lo scrittore [...] i poli-ziotti di Nasser [...] e sussultavano quando si no-minavano [...] -al San Marco di Trieste, [...] Pra-ga, al [...] di Ma-drid, al Caffè [...] Vienna o a quello dei Poeti a Mosca, [...] Brasileira [...] Lisbona o al New York di Buda-pest, [...] di Buenos Aires dove [...] romanziere esule [...]. [...] di ritrovarsi in una [...] caffè -la preziosa be-vanda giunse nel Bosforo [...] Cinquecento -nacque su iniziativa di due siriani [...] di Soli-mano il Magnifico. Pochi anni do-po si [...] Costantinopoli circa seicento [...] in cui «i cittadini [...] a giocare a [...] scacchi, discorrendo [...] di scienza e di [...] nonostante gli anatemi lanciati dai religiosi, preoccupati [...] che la «divinità nera» ve-nuta dal lontano Ye-men, [...] cui si fa risali-re [...] al re Salo-mone, potevano [...]. [...] dopo il «cacao levantino» [...] aprile 1647 il Senato della [...] di ricavare il maggior profitto [...] dalle imposte sulla vendita del caffè «che si fa [...] la soddisfazione [...]. [...] Venezia, porta [...] si aprì in-torno al 1680 [...] prima bottega di caffè, sotto le arcate delle [...] Nuove. Andarono rapidamente moltiplicandosi, e nel [...] un edit-to stabilì che in città non vi [...] nelle «sestriere» di San Marco [...] di San Polo. Provvedi-mento inutile: le botteghe [...] ormai indispensabili a ogni [...]. Ora il caffè letterario [...]. Al mitico [...] de Flore -che fu sede [...] e monarchi-co con [...] poetico con Apolli-naire, esistenzialista con Sartre e la Beauvoir, dove André Malraux leg-geva la corrispondenza [...] con un [...] ghiacciato, [...] saliva sui tavoli per declamare [...] erotici, editori come Bernard [...] e Robert [...] attendeva-no la prima copia di [...] loro «crea-tura» davanti a un [...] -non si discute più fino [...] né si fon-dano riviste o nascono movimenti: gli intellettuali [...] vedono ormai [...]. Anna Tito Les [...] di G. /// [...] /// Anna Tito Les [...] di G. (0)
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