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Senti il profumo del [...] la piazza della Basilica. Piano piano, il treno [...] si infila nella strada oltre la piazza, [...] ed un caffè. Ora puoi guardare dentro [...] finestre a pia-no terra. Una signora sta preparan-do [...] con la mano libera saluta i giapponesi [...] flash. Se ci fosse una torta [...] davanzale, basterebbe allungare una mano, per [...] una fetta. Poche decine di metri, [...] Tirano [...] già finita. Un contadino paziente, con [...] verde, si ap-poggia al rastrello e saluta [...] sul trenino rosso, stanno attraversando il suo [...]. Anche la [...] faccia -a destra un [...] a sinistra decine di girasole -viene immortalata [...]. Tra case e orti Inizia [...] un treno che passa fra le case [...] (lo spazio è pre-zioso, ed i binari [...] delle strade) il viag-gio [...] ed i ghiacciai della Svizzera. Noi vi vendiamo molto [...] viaggio: noi offriamo uno spetta-colo». Efficiente, la Ferrovia Retica. Nel conto del bi-glietto [...] del Bernina, il punto più alto a [...]. I giapponesi -ce ne [...] scesi da due pullman con tv ed [...] le istruzioni per il viaggio ed i [...] scritti nella loro lingua. Andranno in treno fino [...] Sant [...] e là troveranno i [...] Parigi. I gruppi arrivano a Roma, [...] Firenze e [...] salgono fino a [...]. Si di-vertono tantissimo, anche perchè [...] possono scattare tante fotogra-fie». Il treno è tutto [...]. Tanti al-ternano la [...] con la [...]. Si passa dal finestrino [...] quello di sinistra, [...] di un laghetto, di [...] girasoli, della prima cima che appare ancora [...]. Sale, il trenino rosso, ed [...] via-dotti e gallerie [...]. Nes-sun treno al mondo [...] così in alto, senza la [...]. Accanto ad un lago, [...] Ber-nina quasi si ferma, ed un pescato-re [...] appena cat-turata. Piano piano, ti sembra [...] un altro mondo. Il treno è solo [...] ti porta a spas-so, che ti fa [...] in luoghi sempre più belli. Il percorso elicoidale ti [...] e ripassare davanti alla stessa casa dove [...] il bagno in pi-scina. Quando ti salutano per [...] ti sembra quasi di [...]. Appena [...] prima, un al-tro treno, da Sondrio a Tirano. Tre-no di pendolari, con [...] tutte le mattine. Vettura aperta, senza scompartimenti. Un [...] prete legge il breviario. Un giovane bion-do, con [...] un al-tro giovane, con la barba. Questio-ne di piedi messi [...]. /// [...] /// Tutti gli altri affondano [...] un giornale o su un libro, o [...] finestrino. Il gio-vane biondo continua [...] ferma soltanto per bere birra. [...] si guarda intorno, cerca [...] se ne va in un altro vagone. Se gli mettevo le [...]. Appena il treno si [...] porte si aprono, tutti scendono in fretta, [...] fuggendo. [...] un altro mondo, sul trenino [...]. Mucche pezzate appena si [...] carrozze passa-no accanto al pascolo. Ora le case appaiono [...] basso. Si in-contrano i primi [...]. Tutti con la testa fuori [...] finestrino, a respi-rare [...] fredda. Stazione di Ospi-zio Bernina, [...] sulle rive del lago Bianco. Si scende con cal-ma, non [...] alcuna fretta. Si potreb-be anche dormire, [...] fra i monti. Un cartello annuncia che [...] 35 franchi, mentre chi si acconten-ta del [...] dieci franchi in meno. Il nonno milanese con moglie [...] due [...] subito fotografa il car-tello, con [...]. Una fetta di torta al [...] una passeg-giata [...]. Sono belle le nostre Dolo-miti, [...] mettere queste mon-tagne?». Restano un [...] in silenzio, ad ammirare le [...]. Si ac-comodano sulle panchine, [...] ascoltare meglio. Tutti con il mal [...]. Sono andato in far-macia, e [...] signora [...] saputo subito. Mi ha anche sgrida-to. Avevo quasi paura che [...] Gestapo». Ridono, milanesi e mantovani, [...] portare pezzi di pane ai due asini [...] lago. La vera montagna «Questa [...] montagna», ri-pete il nonno. Ho preso la funivia [...] Diavolessa, 36. E lassù, per un [...] fetta di prosciutto cot-to, 15. Io e mia moglie, [...]. Meno male che [...] la fon-tana per bere». Il nonno sta per [...]. Alle sei di sera, [...] è tutto finito. Nessuno in giro, nessu-no [...]. Ci troviamo fra noi [...] tutti italia-ni o portoghesi. E sa di cosa [...] Di Milano che di giorno fa schi-fo ma la [...] numero uno; di Rimini, dove puoi arrivare [...] mattino e trovi discoteche, pizzerie, ragazze e [...]. Io, quando ho il [...] prendo la moto e parto. Altro che svizzeri, [...] e mantovani che allacciano [...] giubbe a vento». Laghi e mucche pezzate Ecco [...] per il ritorno. Si scende piano, e [...] ca-ricano turisti scottati come arago-ste. Laghi, mucche, campi di [...]. In un paesino, nascosti [...] di un grand hotel, un ragazzo ed [...] stanno baciando. Lui ha la giacca [...] farfallino del [...] lei la [...] delle cameriere. Sorridono un [...] im-pacciati, quando il trenino rosso [...]. Si ritorna nella piazza [...] Basi-lica, [...] adesso [...] profumo di caffè che [...]. Il Paese dei baloc-chi finisce [...] della stazione svizzera. Sul marciapiede il pro-prietario [...] cerca di fa-re entrare tutti nel suo [...] mangiare [...] o [...] alla [...]. Alla stazio-ne F. Rivolgersi allo spor-tello a [...]. Dietro il vetro, un [...] i tasti giusti sul suo mega computer. Se scrivesse a mano, [...] sarebbe minore. Alla fine consegna i [...] sbagliati. /// [...] /// Per fortuna non sente [...] chi è in fila, con la paura [...] treno per Sondrio. Un treno che sale [...] monti e supera i ghiacciai. Sembra inventato dalla Walt Disney, [...] rosso del Bernina», che porta giapponesi e [...] visita-re [...] tetto [...]. Si parte [...] si è subito in Sviz-zera. Un panino costa quindicimila [...] ritorno potrai dire: «In vacanza? Sono stato [...]. /// [...] /// Attualmente sono in cura un [...] portoghe-se, un giovane tedesco appartenen-te ad [...] non gover-nativa e, nel settore [...] una crocerossina ed una soldatessa americana. Il settore logistico cura [...] manuten-zione dei mezzi, gli alimenti, la for-nitura [...] il funzionamento degli impianti. Ad ogni militare operativo [...] mi dice [...] Venturoni, capo di stato [...] Dife-sa, due militari e mezzo, addetti ad attività [...] supporto. Il generale comandante del [...] sviluppo [...] nella nostra base. Le pattu-glie sono collegate [...] su uno schermo è possibile seguire, anche [...] Roma, [...] spostamenti dei nuclei che controllano il territo-rio. Una novità creata dai [...] sottufficiali, che garantisce interventi di sostegno in [...] dà maggiore tranquillità agli uomini che operano [...] contingente italiano dipen-dono un reparto portoghese e [...]. I rapporti sembra-no molto [...]. [...] egiziano mi dice che [...] ha un unico problema, il caffè è [...]. Pensavo che il loro [...] il nostro e mi mostro meravi-gliato. Mi spiega che anche [...] liquido nella tazzina, ma la soluzione è [...]. Capi-sco che è un [...] che i rapporti di lavoro vanno be-ne. Subito dopo pranzo si [...] una postazione italiana che da un antico [...] colli-na controlla buona parte di Saraje-vo e [...] Pale. Siamo un piccolo convoglio [...] per quella che era chiama-ta «la via [...]. Costeggia-mo scheletri di case. Su molti locali distrutti [...] la scritta kino, credo si-gnifichi [...]. Le donne hanno un [...] il busto eretto e la testa alta. Leggen-domi nel pensiero, il [...] maggiore [...] gene-rale [...] mi chiede se voglio [...] che è sulla stra-da. Non osavo [...]. Le soste comportano intralcio [...] e noto che tanto gli ufficiali quanto [...] particolarmente attenti a non disturbare. La biblioteca ha la struttura [...] una nostra chiesa cattolica circola-re con due ordini di [...] so-vrapposte ed una cupola. La cupo-la è scomparsa [...] appare un cielo di piombo caldo. Sul pavi-mento cumuli di [...]. Quando entriamo due giovani, [...] una ragazza che guardano in silen-zio le [...]. Rien-treranno quando noi usciremo. Mi sento un intruso [...]. È strano, ma mi [...] quelle rovine ed il pensie-ro di milioni [...] che la vista dei tanti [...] che tappez-zano la città [...] e co-lonnine bianche, a seconda della religione [...]. Sia-mo più abituati agli [...] distruzione delle biblioteche, penso non rassicurato, mentre [...] inerpica nel quartiere turco, pieno di minareti, [...] forte. Ci fermiamo in uno [...] ci attende un pic-colo nucleo di militari. Sono quasi tutti sardi, [...] due to-rinesi, uno di Cremona. Li coman-da un ufficiale [...] pugliese, mi conferma che è origi-nario della [...] Bari. Attra-verso una finestra, passando sotto [...] pericolosa sbarra di ferro ed arrampicandosi su un muretto [...] dai [...] si ar-riva al piazzale che [...] il forte. Una postazione con un [...] strada per Pale, dalla parte opposta un [...] la zona verso Sarajevo. Fi-no a quel momento [...] nei film sul Vietnam le postazio-ni con [...] il mi-tra spianato, il cannocchiale. Tra poche ore io [...] della montagna e loro resteranno con 27 [...] giubbotto an-tiproiettile, casco, anfibi e tutto il [...]. Scendendo verso [...] alcuni bar sono aperti; [...] dove si vende di tutto. Mi fanno notare la [...] dove ci fu una delle ultime stragi. È larga quanto la [...] Montecitorio e [...] di ban-chetti che vendono [...] a Istanbul o alla [...]. [...] molta gente che gira fra [...] banchi. Non so quanti riescono [...] moneta universalmente accet-tata è il marco. Guardo con partico-lare curiosità [...] la gente at-traverso [...] del blindato. Si capi-sce che è [...] cosmopoli-ta; fa venire in mente Berlino o Vienna. Osservo tra me che [...] persone grasse e mi vergogno di nuovo [...] entra-to nella biblioteca disturbando i due ragazzi. Guardo [...] che è davanti a me. Guadagna circa un terzo [...] inglesi, fran-cesi e americani. Contingenti di al-tri paesi [...] sui-cidi. I militari non possono [...] sarebbe troppo pericoloso. Dopo dieci, dodici ore [...] di tensione, se il clima del contin-gente [...] che buono, la soli-tudine e la disperazione [...] scherzi. Se fra gli italiani [...] sinora la stessa co-sa è anche merito [...]. Ma chi lo saprà [...]. E chi saprà mai, [...] occupa di [...] e Merola, del sacrificio, [...] fatica, della solitudine di questi giovani. Siamo quasi arrivati [...]. Ci aspetta anche il [...] colonnel-lo cortese e sorridente che ci augu-ra [...]. Così anche [...] che oggi doveva sti-pulare [...] locazione per la nuova sede [...]. Sul-la pista [...] un aereo civile. Nella giornata del 15 [...] voli ci-vili. Lentamente, grazie al sacrificio [...] giovani uomini di molti paesi del mondo, [...] a vivere. Un cartello ammoniva su [...] inglese: la guerra è finita ma la [...] arrivata. Forse sta ar-rivando. Lo si capirà dopo [...] giorno delle elezioni politi-che e amministrative. In quel perio-do ci [...] sforzo del contingente italiano per garantire la [...] in un paese che ha rotto [...] nazionale ed è precipitato [...] e nelle esecuzioni di massa. [...] da noi, sul Po, qual-cuno [...] la parola [...] della rottura [...] nazionale. Bisognerebbe pacatamente spiega-re che [...] a Sarajevo. /// [...] /// Bisognerebbe pacatamente spiega-re che [...] a Sarajevo. (0)
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