→ modalità player
modalità contesto

Pagina da Preview Biblioteca Digitale--Pagina de «l'Unità-Unità 2-Nazionale del 1996»--Id 3757467835.

Videoguida per la navigazione in KosmosDOC.org

Il brano seguente è un frammento di trascrizione automatica (OCR) della pagina richiesta. Questo sistema di indicizzazione della Biblioteca digitale non liberamente visualizzabile mostra parzialmente ciascuna Entità Multimediale suddividendola in piccoli segmenti separati da «[...]» (medesimo periodo o primo periodo successivo) e da « /// [...] /// » (periodo successivo non adiacente). Per riscontrare nella pagina i termini ricercati suggeriamo l'uso di ctrl+F o analoghi, ove il proprio browser lo consenta.

[...] sarebbe stato tri-ste [...] ma in quel mese [...] freddo, quasi di primavera (mentre dovunque sul [...] Mediterraneo il termometro se-gnava lo zero), i [...] po-vere stanze, sembravano, nel loro squallore, nella [...] di memorie, di passi, di sogni, strana-mente [...]. Finivo di vestirmi, quando [...] ragazzo magro, con gli occhi neri e [...] ma-no, della cui necessità, in quel mo-mento, [...] convinta, mi avvertì dolcemente che delle perso-ne [...]. Sentendo [...] il cuore, come quel [...] i suoi giocattoli saltellare lumi-nosi verso di [...] sotto la finestra lo schiocco impaziente e [...] frusta, e il cigolio di una ruota [...] stare fer-ma, e le voci pacate dei [...] bella e giovane di [...] miagolante e confusa del Musi [...] ansiosa, discesi le scale. Ec-co [...] modesto, la porta a [...] dipinta sul vetro, la carrozza antiquata, gialla [...] due capi-tani. Si scusarono di [...] indicato un albergo così [...] sembrava addirittura mortificato: era [...] con un certo impac-cio, come se una [...] di-ventata più corta: seppi così che po-co [...] (sup-pongo in qualche marinaio che ave-va urtato [...] e si era fatto «un [...] male». Fosse questo particolare, o [...] gli attraversasse la mente, una malinco-nia di [...] sente la im-possibilità di esprimersi, fosse quel [...] che illimpidiva e rendeva struggente [...] il [...] per qualche tempo non [...] tranquillo a uno dei lati del-la carrozza, [...] giro con la stessa indifferenza delle bestie [...] nulla di quello che non le riguarda, [...] loro ambiente si mostrano misere e annoiate. Il Mu-si si guardava bene [...] o semplicemente [...] con una parolina. Anche lui zitto, ma [...] scorgere nel [...] una mestizia umana, girava [...] soddisfatto, il raggio dei suoi occhi quasi [...]. Ecco il centro, coi [...] pieni [...] di mosaici azzurri e [...] velate che bisbiglia-no; ecco viali ordinati, bellissimi, [...] da palazzine tra [...] e il colonia-le; ecco [...] di fontane, di fiori, [...] a strisce, a quadri, di un verde [...]. Ec-co chiese col frontale [...] colorate, o chiese bianche, con cupole color [...]. La città che al [...] mi era par-sa modesta, qualunque, pur senza [...] una voce, si era [...] animata. Bellissimi giovani e donne [...] giù, [...] per i marciapiedi, conversando [...] e som-messo, con un languore di cigni. E le campane! E il profumo acuto [...] mandorla, del man-darino! Sì, era forse troppo [...]. Suppongo che non corressero, [...] pensieri [...]. Que-sta sensazione, che un [...] al continente, alle capitali o ai deserti [...] una immaginazione calda e dolo-rosa tenesse, quasi [...] mano, la strana isola, e [...] anzi fermata nel tempo, [...] decrepita insieme, mi attraversò la mente mentre [...] dirigeva verso il mare. Vi sono momenti in [...] si rivela interamente ai nostri oc-chi, senza [...] un gesto, un passo, spostato un ciglio. Vidi quel mare illuminato [...] sole [...] mare azzurro e remoto [...] immobili im-barcazioni; vidi, come se non in [...] mi fosso trovata, ma in un altro [...] quello che era nei loro occhi; ora [...] posava vuota nel por-to, e lontana, quasi [...] di un nuovo viaggio -il rammarico sordo [...] con-sumato quasi tutta [...] svolto il gomitolo fino [...] filo. ANNA MARIA ORTESE Il [...] Parigi [...] Theoria, 1986 Fra convalli [...] sali-scendi continuo e nelle svol-te della [...] strada, corriamo ora il [...] Vomano al Tordino. Bosco e bel cielo [...] cui vadano i sogni con [...] e quasi anche la [...] e delle donne di bianca gola, al [...] e perle sui raziocinanti cavalli, nei sen-tieri [...]. Ge-me ivi forse la fontana [...] do-ve bere è perdizione, e [...] salute [...]. Teramo venne, do-po i [...] della valle; [...] a notte, quando già vi [...] gli ufficiali del presidio e della tutela con tutta [...] gente, e dal bar della piazza, sotto il bel [...] in un elisio di luce [...] manopole [...] il garzone a tutto il [...] la cattedrale ni-chelata degli espressi. E non imma-ginate quanto [...] bo-narie dopo ogni giornata del mio vi-vere, [...] rosso coi fiocchi: non la rete metallica [...] il materasso: perché la malvagia [...] voglio il quarantottesco elasti-co [...] con le molle a spirale, di cui [...] la preghiera, il buon sonno. E, alla locanda del Giardino In-cantato, [...] li trovai. [...] della Madonna bleu mi accompagna, [...] in quella nuova sicurezza, verso il per-dono e [...] nel mentre che un ronzio [...] timpani aveva prin-cipiato a fasciarmi [...] pensiero, [...] il viaggio notturno della mia [...]. Sulla mensola del caminetto [...] era un candeliere [...] con copia di zolfanelli, [...]. Il pulsante della pera [...] per errore premetti e continuavo a premere [...] luce, non dava suono: continuava a tacere. E voi, es-senze della [...]. Non suonavano neppur quelli [...]. Nessun campanello suonava, in [...] del Giardino Incantato. Nessuno, al tocco dopo mezzanotte, [...] un tratto sulla pendula pera, [...] alle due del-la tenebra, poteva pretendere «una brocca [...] calda! Dunque era dolce, era sicura [...] notte. [...] calda non sarebbe stata [...] il soli-to: così la squilla non avrebbe [...] nobile imperio. Tutte le mosche erano [...]. Il sonno [...] le teneva appese al soffitto, [...] quelle dieci o dodici [...] potute arrivare [...] pieno di glicine e di [...]. Di bautte, di timpani, [...]. La camera era col-ma [...] batteva quieta la luce sui muri bianchi, [...] la [...] conduttori li per-correva rattenuta [...] di porcellana, che son detti, nei cataloghi, [...] Milano. Due [...] staccati [...] ed era lei a [...] reggere. Il cassettone di noce, così [...] e sanfedistico in sul primo [...] il cappello, si benignava ora [...] via di emanare un suo vecchio e [...] spirito, a mano a mano [...] fra quella suppellettile del dolce [...]. Era un odor buono [...] ispessi panni, lini e fiore di lavanda: [...] briciole tenevano ancora, in profondo, i cassetti, [...]. Le pietose ossa dei [...]. CARLO EMILIO GADDA Le [...] Torino, Einaudi, 1964 Ma il completo ristoro [...] mi venne dato più [...] del Cia-ne, nella pianura accanto a Siracusa. Nelle campa-gne attorno i [...] terra raccoglievano i pomodori ed erano simili [...] la linfa sul rovescio di una foglia. Il sole si avvicinava [...] lontani e il mare mandava le sue [...]. La sorgente non è [...] acque sono limpide e profon-de, rigurgitano lente [...] scorrere verso il mare vicino. Dalle rive per tutto [...] elevano alti i papiri terminanti nei loro [...]. Un contadino era so-praggiunto [...] e vedendo che mi scalzavo, mi av-vertì [...] fare il bagno, credendo mi volessi tuffare. Volevo soltanto immergere le [...] acque sicuro di attrarre a tutto il [...] freschezza. Egli sape-va che quei [...] da-gli antichi per fare carta da scrivere [...] anche il modo. Ne strappò uno di [...] delle acque e con il coltello ne [...] biancheggiante che stava sommersa per [...] per lungo in fette [...] intrecciò le [...] alle altre in modo [...] foglio compatto. Mi disse che [...] a essicare al sole [...] inestricabi-le e bianchissimo. Come per chiede-re un [...] spiegazio-ne volle gli rivelassi il mistero delle [...] sorgente. Così limpi-de, così fresche [...] Avrei forse potuto [...] del mito della ninfa Giane [...] avere pian-to il ratto di Proserpina era [...] quella sorgente, ma di cer-to egli se [...] come di uno scherzo alla [...] intelligenza. In-vece presi a [...] della terra co-me di [...] di cavità sotterranee dove le acque delle [...] nevi disciolte a prima-vera per le lunghe [...] raccol-gono, in lenta filtrazione tra rocce e [...] riemergere altrove, quando quelle cavità ne sono [...]. Parve soddisfatto come se [...] fosse stata inutile nella [...] vita. Il sole declinava e [...] mi sentivo tem-prato e [...] nella città che sapeva di salmastro come [...] una barca. Passando da una strada [...] gaiezza della gente si sco-priva come essa [...] sue pene quella del rigido inverno, giunsi [...] entro un al-to muro, [...] popolata di anitre e di pesci neri. Per uno stretto varco del [...] usciva in ma-re, ma quando [...] si alzava pene-trava nella fonte. La strada proseguiva sul [...] case beate. Un pastore con le [...] ingenuo nella dolcezza dello sguar-do. Dalle finestre attraverso le [...] di donne si al-lungarono per [...]. Una donna dalla porta [...] bicchiere. Si susseguirono bisbigli e [...]. Una bocca rise. Il pastore prese una [...] gonfie e si fermò a [...]. Era una casa di cortigiane [...] cala-bresi e di Turchia. Risero ancora e si [...]. Le anitre facevano un [...] nella fonte [...]. Più [...] una piazza deserta [...] sperone che chiude il porto. Lun-ghe ombre segnavano il [...]. Una cupoletta bianca spuntava [...] brevi. Una grande casa, una caserma [...] un convento allungava la [...] parete rosa fino a un [...] sul mare. Sotto, il mare aperto [...]. Una vela bianca stava [...]. Mi ba-stava godere di [...] dove il silenzio veniva ogni tanto rotto [...] onde. Go-devo delle ombre che [...] più larghe sul pavimento terroso della piazza [...] di quella parete che scemando la luce, [...] del gelato di fra-gola. Impaziente mi mossi e [...] piazza del Duomo con la facciata barocca, [...] con raggi di luce [...] colomba dello Spirito Santo. Svoltai subito e mi [...] parete della chiesa da questo lato era [...] massicce co-lonne interposte alla muratura che le [...] di [...]. Altre colonne doriche, com-poste [...] pareva che di esse ora se ne [...] materiale secondario di so-stegno. Vi stavano sepolte, private [...] di quella luce che un tempo circolavano [...] e in rapporto alle quali erano state [...]. GIOVANNI COMISSO Al sud Vicenza, Neri Pozza, 1996 A Firenze in agosto, per sba-digliare. ///
[...] ///
Per la-sciare che il [...]. Seduti al tavo-lo di [...] di piazza della Repubblica. Piacere per voyeur. Turismo abborracciato e chapliniano quello [...] attorno. Firenze acropoli di vivi [...] nel cono e ciucciano dalle cannucce [...] con zuccheri e anidridi. Affastellamento di dorsi su-dati [...] in relax, in reggi-seno. Brulichio di comitive corredate [...]. [...] dei bertoldi dinoccolati che passano [...] quello di chi -in [...] -si nutre di bibite ghiacciate [...] co-comeri squartati. Anche la cupola del Brunelleschi [...] e secca, ma bastano due gocce di [...] lei è aggrondata di sudore, anche se [...] del Bru-nelleschi la fa restare composta e [...] del cielo, accanto [...] cam-panile che fa ombra [...] la [...] allocchito per colpa del [...] becco [...]. Il calore e la [...] stravaccano. La gente diventa scom-posta. [...] temperatura fa smagare anche [...] al look e alla piega dei calzoni. Gelati, chiacchiere e campari [...] di queste ore. Le giacchette bianche dei [...] attorno che più bianche non si può [...] di gente in short, mini, ciabatte, camicie [...] goffi. Ma la grande [...] di Firenze -e forse del [...] in questo modo di ma-scherarsi, [...] trasformarsi, ma soprat-tutto nella bambocceria che ha in genere [...] -consuma-tore omologato e guardone -di [...] vivere in [...]. Per cui si viag-gia [...] pianeta di una [...] senza frontiere. Ma anche in questo [...] sotto il sole. Ieri non era meglio [...]. Perché si tratta di [...] e «occi-dentale». Basti ricordare la signorina Mary Kingsley, [...] del romanzie-re Charles, che, viaggiando [...] fa in Gabon, non [...] alla lunga sottana, alla camicia [...] e al cappellino di [...] vittoriana, fede-le al motto che «non bisogna [...] per [...] con un abbiglia-mento di [...] in pa-tria». La [...] amica May [...] Shel-don (detta «Lady Boss» [...] ca-ratteraccio) andò invece da [...] al [...] in portantina, presentandosi ai [...] dei villaggi che attraversava in abito da [...] bionda. Oggi -ago-sto, afa, fine [...] cor-digliera o in santa Maria Novella, nel-la [...] palazzo Pitti -ci si veste tutti nello [...] giramon-do. E si pensano le [...] fanno gli stessi gesti, si mangiano e [...] stessi sapori, le medesi-me [...] e si indossano le [...] medesima borraccia a tra-colla -quella che adottò [...] Livin-gstone [...] attraversare [...] del Lago Vittoria e [...] Uf-fizi. Perché è in fondo [...] vestire, di camminare, di guarda-re, di fare [...] e pipì, a dare [...] e di-vertito non solo alla grande clowne-rie [...] giro per Firenze ma anche agli altrimenti [...] bomboniere smancerose di marmo, facciate intarsiate, palazzi [...] e assessore al turismo [...] qua e in là per piazze e [...]. E hanno lavorato con [...] allumato al tavolino di un bar, scrutato [...] sembra un luogo per bene. Bisogna forse [...] a fondo per capire [...] Firenze [...] solo un ambu-lacro stretto per gente di [...]. Del resto anche i Savoia [...] ca-pitale e Bengodi [...] anche se poi tutto [...] capatina di po-che ore. Eppure, anche [...] il luogo conserva la [...] stregoneria mista a un sussiego [...]. Di sera diventa un [...] sba-vature e agli eritemi del tramonto sulle [...] e intonaci che, facendo bene agli occhi, [...] al cuore. È di sera che Firenze [...]. Allora smette di essere [...] diventa una cit-tà da trincare a lenti [...]. E se la lasci [...] se non ci si [...] è lei che, alla fi-ne, finisce per [...]. ALFREDO ANTONA ROS Moto [...] Bologna, Edizioni Pendragon, 1994 Vesuvio [...] a Firenze Tedeschi, inglesi, [...]. In grande prevalenza erano [...] che venivano in Italia nel Settecento. Ed erano quasi sempre [...] minor misura borghesi benestanti: per lo più [...] venivano ad arricchire la loro formazione. Gli americani vennero dopo [...] ancora i giapponesi). Vi vennero a industrializzazione [...] distanze cominciarono a ridursi, e sempre più [...] il globo in lungo e in largo. Poche ore bastano per [...] di strada che in altri tempi avrebbero [...]. Per un paio di [...] di visitare luoghi diversi da quelli abituali [...] di pochi. Viaggiare era un privilegio, [...] proprio «status [...] distingueva un gruppo esiguo [...] popolazione. Chi vi apparteneva aveva [...] direttamente luoghi sui quali gli altri avevano [...] mano o che magari ignoravano del tutto. Con lo sviluppo dei [...] miglioramento delle condizioni di vita il numero [...] viaggiano per diletto e per curiosità è [...]. Ed è un fatto [...] un processo generale di democratizzazione che ha [...] civile e il costume. Il viaggio si laicizza, [...] aura: diventa un modo comune di godimento [...] da tutti o quasi i ceti sociali. Gli italiani che al [...] parte delle loro entrate, diventano a loro [...] si impongono a partire dagli anni Settanta [...] principali del turismo internazionale. Le conseguenze della massificazione [...] tutte positive. La fretta, [...] alle mode, la concentrazione [...] negli stessi periodi [...] e negli stessi pochi [...] tanti i motivi che rischiano di svalutare [...] in qualcosa che ha [...] fare con lo stress e il conformismo [...] il piacere e la curiosità. Lo nota con intelligente [...] Alfredo [...] nel suo gustoso, corrosivo «Moto [...]. Intanto, va detto, sono [...] di resoconto diverse dal tradizionale, classico «journal». Quello che si impone [...] reportage giornalistico compiuto alla ricerca dei lati [...] contraddizioni sociali che i turisti distratti e [...] non vedono. Non scompare tuttavia del [...] nota di diario alla quale il viaggiatore [...] non tanto le cose [...] sensazioni provate. Ricompare spesso proprio sulle [...] quotidiani. La scrittura perde però [...] di funzionalità, si fa più varia, avvicinandosi [...] ai modi della prosa [...] le impressioni di viaggio [...] del Novecento ci hanno lasciato sono anzitutto [...] letteratura. E non conta se [...] per utilità propria o su commissione. ///
[...] ///
E non conta se [...] per utilità propria o su commissione.

(0)
(0)


Nota sulla tutela della privacy. e Nota sulla tutela del copyright.

Nonostante i continui tagli che il settore culturale è costretto a subire - biblioteche storico/letterarie ed Archivi storici in particolare -, nell'epoca del Web 2.0 non termovalorizziamoci!La funzione di servizio pubblico sia essa offerta da un Ente pubblico o privato ha un costo; affinché il progetto possa mantenersi e continuare ad essere sviluppato sarebbe necessario un sostanzioso finanziamento pubblico, ma in sua assenza? Sareste disposti ad "adottare" una pagina e renderla fruibile a tutti in una rigorosa logica senza scopo di lucro?
Visualizza: adotta una pagina della Biblioteca digitale KosmosDOC

Consultazione gratuita del cartaceo in sede: .

Biblioteca Digitale


Perché è necessario essere utente di una biblioteca abilitata al sistema KosmosDOC per visualizzare la descrizione catalografica, le istanze materiali nei singoli inventari, la trascrizione completa e l'oggetto digitalizzato?
Il progetto è senza scopo di lucro, ma purtroppo le spese sono ingenti. Da alcuni anni IdMiS - Istituto della Memoria in Scena (ONLUS) -, anche grazie al Comitato promotore Fondazione Giovanni Frediani ed all'Associazione Culturale Controtempo, ha investito molte risorse sia monetarie che umane nella progettazione del sistema, nella traduzione digitale del proprio patrimonio archivistico, bibliografico - specialmente dell'emeroteca -, biblioteconomico, e museale; in assenza di un contributo pubblico minimamente adeguato ci vediamo costretti a chiedere alle biblioteche che vorranno aderirvi ed indirettamente agli utenti la condivisione dei costi e/o la partecipazione attiva all'elaborazione delle unità bibliografiche che ciascun ente vorrà inserire per il prestito digitale interbibliotecario.
Il sistema condivide già oltre settecentomila Entità Multimediali, di cui gran parte afferenti alla Biblioteca digitale.

(238)
(1)



La digitalizzazione/elaborazione dal cartaceo alla Biblioteca Digitale, relativamente all'emeroteca riguarda (in parentesi quadra consistenza detenuta ed altre annotazioni; * ove lavorazione tuttora in corso):

Periodicità non quotidiana


(216)


(119)

Cinema Nuovo [serie quindicinale 1952-1958]

(193)

Città & Regione [1975-1976*]

(191)

Civiltà cattolica [1850-2000*]

(145)


(199)

Interstampa [1981-1984*]

(199)

Marxismo Oggi [1988-1991*]

(198)

Nuovi Argomenti [1953-1965]

(184)

L'Orto [1937]

(162)

Paragone. Arte [le serie dirette da Roberto Longhi, 1950-1970]

(192)


(187)


(205)

Rinascita [1944-1962 mensile, 1962-1989* settimanale, marzo 1989 numero 0 direttore Franco Ottolenghi, 1990-1991* Nuova serie direttore Asor Rosa]

(88)

Teatro in Europa [1987-1997*]

(204)

Vita cecoslovacca [1978-1984*]


(204)

Quotidiani

Avanti! Quotidiano del Partito Socialista Italiano [1943-1990* edizioni di Milano e Roma]

(204)

Brescia Libera [1943-1945]

(160)

Granma. Organo oficial del Comite Central del Partido Comunista de Cuba [1965-1971*, 1966-1992 riduzione del Resumen Semanal]

(193)


(206)

Ordine Nuovo [1919-1925]

(64)

Corriere della Sera [1948* annata completa «Nuovo Corriere della Sera»]

(196)

Umanità Nova [1919-1945]

(170)



(99)


Eventuali segnalazioni dei propri interessi potranno influire sulle priorità di lavorazione. Per un elenco di tipologie differenti (monografie, enciclopedie, materiale discografico e non book material) o delle consistenze minori, oppure per informazioni sul prestito bibliotecario/interbibliotecario: .