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Problemi della [...] agosto [...]. Non solo ma sono [...]. Le scienze vedono, e [...] lati, alcuni aspetti, alcune ragioni di questi [...]. Ma la prassi « [...] fatti reali e delle cose reali deve [...] regioni caratteristiche separate dei fatti e delle [...] loro [...] sulla loro « totalità [...]. Ha bisogno di tutte [...] non si riduce a nessuna di esse, [...] nella pienezza della storia reale che le [...] mentre la storia reale non è deducibile [...] e da nessuna filosofìa. Dialettica e scienze [...] Mi sembra che il [...] oggettiva della contraddizione non sia altro che [...] dialettica. Non è una teoria speculativa [...] dialettica, nè una visione del mondo basata sulla contraddizione. [...] il problema delle situazioni [...] nelle quali operiamo, nelle quali subiamo uno [...] quali lottiamo per liberarci dallo sfruttamento. Le situazioni possono essere [...] in esse [...] isolata e anarchica può [...] in certi casi, di una mancanza di [...]. [...] della prassi, può, a [...] vedere il significato di carattere generale che [...] isolata o una serie di azioni isolate. La dialettica non può [...] formula valida per tutti i casi. Si fa nei casi [...] nel corso degli eventi. Proprio per questo non bisogna [...] la dialettica, « [...] » dalla storia reale, [...] in una definizione per poi [...] di applicare questa definizione alla storia reale. Ora è caratteristico delle [...] isolano e si distaccano dalla storia reale, [...] rifiutano la dialettica intesa nel senso indicato. Così avviene, per esempio, [...] e nella sociologia. E avviene nella misura [...] scienze non si accorgono che le loro [...] sulla storia reale e in essa vengono [...]. Anche [...] si deve dire che [...] di criticare [...] e la sociologia ma [...] isolarsi, il loro oblio della storia reale. Bisogna criticare, per esempio, [...] culturale nella misura in [...] di [...] scientificità, rifiuta la dialettica. In proposito mi sembra [...] Sartre nella [...] de la [...] a rivendicare la dialettica, [...] che abbia torto [...] capitolo del suo ultimo [...] (La [...] sauvage, [...] Parigi, 1962), quando critica [...] nome della cibernetica, della fonologia e della [...] di Morgenstern e [...] e ciò è tanto [...] quanto sono innegabili la souplesse e il [...] analisi di [...]. Un esempio per la [...] Sociologi e centri di potere in Italia (Laterza, Bari, [...] che manca è proprio la consapevolezza del [...] dialettica. L'opera ha per sfondo [...] centri di potere. Ora questa teoria, legata [...] C. Wright Mills, finisce per [...] reale tra classe dominante e classe dominata [...]. Le industrie non ascoltano [...] se li fanno lavorare. Perchè? Perchè vogliono ridurre la [...] alle [...] o alle « relazioni industriali [...]. Perchè il sociologo è [...] rispetto al [...] Perchè il sociologo, se [...] reale, e se non isola il proprio [...] scientificità astratta, si trova di fatto nella [...] riconoscere, oltre [...] operaia, anche la propria [...]. La [...] presa di coscienza diventa, [...] coscienza della realtà oggettiva della contraddizione. Approfondendo il problema si [...] che Bruno Trentin definisce molto bene come [...] del tecnico nella civiltà del capitalismo industriale [...]. Non basta, dunque, dire [...] Italia è necessario studiare la sociologia e [...]. Bisogna vedere come si [...] e non bisogna, in nome di queste [...] scientificità intesa in senso astratto, rifiutare la [...] è una formula ma è dialettica delle [...] del « presente come storia ». Più precisamente: le scienze particolari, [...] prima tra esse [...] politica, non devono essere [...] isolate in una perfezione metodologica [...] e neutra. Le scienze e le [...] loro funzione quando permettono di produrre il [...] minimo di lavoro. La loro « scientificità [...] isolabile e ha il suo vero significato [...] è usata per il massimo saggio di [...]. Quando si difende la [...] stare attenti a non difendere come « [...] inevitabile la tendenza al massimo saggio di [...]. La società socialista che [...] tutti i lavoratori si pone come obiettivo [...] dei loro bisogni. Al qual fine è [...] criterio della massima produttività col minimo impiego [...] quello del massimo profitto, [...]. [...] sovietica, Ed. Riuniti, Roma, 1961, [...]. [...] politica, come ho già [...] dire altrove, è la scienza delle decisioni. E questo punto è [...] più importanti per il marxismo. [...] non è una scienza di [...] ripetibili, perenni ed eterne. [...] tanto più scienza quanto [...] e radicata nella storia reale, dalla quale [...] perchè in essa si fanno e in [...] alla quale le scienze, tutte, secondo [...] che Marx ci ha [...] de-vono essere ricondotte per essere capite e [...] nel loro vero senso, nel loro significato [...]. Le « categorie » [...] scienze, non isolate in una scientificità astratta [...] viste [...] modalità di produzione del [...] loro origine nella storia reale. Il marxismo, come scienza, [...] questa storia reale, è scienza delle forme [...] « [...] » che sono presupposte [...] categorie scientifiche. In questo senso il [...] scientifica della realtà, analisi che va intesa [...] modalità concrete e individuate, dei tipi, non [...] modalità e tipi che caratterizzano le cose [...] pieni nella dialettica storica in corso. Scientificità e storia [...] Marx: « [...] scientifica del modo (1) [...] dimostra che esso. Il capitale, III, 3, Ed. [...] Roma, 1956, [...]. La vera scientificità è [...] reale. Ciò non vuol dire [...] in cui elabora le sue tecniche, lo [...] da passioni o interessi: in questo senso [...]. Ma quanto più una [...] metodo, è disinteressata, tanto più è utile [...]. La storia reale, comunque, [...] è un mondo già da sempre dato [...] nel quale ci troviamo [...] nella « prassi umana cosciente ». Le scienze particolari, colgono, [...] aspetti del mondo sempre presupposto della storia [...]. [...] questo mondo che deve diventare [...] scientifico ». [...] diventare tale significa agire per [...] una società razionale priva di sfruttamento. Questo significato della scientificità [...] implicito in tutte le scienze particolari, non [...] nella sociologia, ma anche nella fìsica. Perciò la scienza della [...] scienza di tutto il reale che si [...]. Enzo [...] e le successive sottolineature sono [...]. Non sorprende dunque che [...] scrittori che si sono abituati ad avere [...] letterario servito sotto forma di guerre calde, [...] ed esperienza sociale collettiva, una tale condizione [...] davvero sconcertante, e possa addirittura risultare in [...] della loro sensibilità ». Di conseguenza [...] prosegue Aldridge [...] « per affrontare con [...] complicazioni e ambiguità del periodo della guerra [...] dire nulla [...] stato amorfo della società [...] dovrebbe avere idealmente le qualità di un Orwell, [...] Kafka, un Camus, un Céline o un [...] »; ma siccome ciò [...] lo scrittore contemporaneo dovrebbe comprendere che « [...] un romanziere, in un tempo come il [...] a una semplice esplorazione [...] e della superficie, ma deve allargarsi e [...] da prendere in considerazione la caotica molteplicità [...] attualmente stanno dinanzi a noi, sia al [...] al di sotto della superficie ». Scrollarsi di dosso i [...] e trovare [...] mezzi espressivi che siano [...] mutata realtà del tempo presente » sono [...] esplicite nel breve saggio di Aldridge; e [...] il suo discorso si innesti, [...] nella discussione in corso [...] Europa e vivacemente portata [...] anche [...] numero del Menabò di Vittorini. Evidentemente non esistono facili [...] che si pone il critico americano, ma [...] soluzione appena accennata ci interessa [...] del rapporto fra la [...] la letteratura da lui impostata con tanto [...]. Letteratura e guerra [...] critico americano John [...]. Aldridge, che dieci anni [...] intelligente e pessimistica analisi della letteratura USA [...] generazione perduta », trova oggi amaro conforto [...] scomparsa dalla scena letteraria di quegli scrittori [...] ribalta dopo la seconda guerra mondiale. Che cosa è accaduto [...] Aldridge [...] numero del New York [...] Book [...] di Norman Mailer, Irwin Shaw, Truman Capote, Frederick [...] Alfred Hayes, Robert [...] Merle Miller, [...] Gore Vidal, Paul [...] Vallee [...] e James Jones, che [...] promettenti romanzieri di dieci anni fa »?« Oggi [...] questi scrittori ci danno [...] di [...] lasciato la loro opera [...] loro spalle e di non [...] più riuscire ad attrarre [...] con opere che siano fresche, sorprendenti o [...] che una stanca ricapitolazione delle idee e [...] le quali avevano iniziato la loro carriera. Come gruppo essi hanno [...] critico conquistato con i primi libri e [...] individualmente, hanno Varia di [...] raggiunto [...] creativa, per un verso [...] ». A eccezione di Norman Mailer, [...] rimane il miglior talento di questo gruppo [...] mente letteraria della generazione della guerra, anche [...] scritti personali e polemici continuano ad apparire [...] suoi romanzi, e i suoi pregiudizi più [...] idee »; tutti gli altri [...] hanno soffermato in confronto [...] in alcuni casi più giovane [...] gruppo di contemporanei le [...] si sono formate sulle facili semplificazioni del [...] che danno [...] di avere una più [...] realtà così sottile e complicata [...] presente ». Secondo John Aldridge, le [...] clamoroso fallimento non vanno ricercate troppo lontano: [...] nella loro incapacità ad « affrontare la [...] » e nella loro eccessiva dipendenza dagli [...] e clamorosi del nostro tempo, come la [...]. Essa è stata in [...] evento sociale su larga scala, offerto dalle [...] questi scrittori avevano accesso, e che in [...] finito per [...] » [...] insensibili a ciò che [...]. Il susseguente e squallido [...] avuto su di loro un terribile effetto [...] luogo di un tangibile e facilmente utilizzabile [...] ci ha dato le indefinite attese e [...] guerra fredda, sulla sfondo di un costante [...] di ansietà e di apatia » con [...] ritirata su tutti i fronti della vecchia [...] socialmente ». Secondo Aldridge, la caratteristica [...] consiste appunto « nel fatto che è [...] definizione uno stato di non azione, di [...] a un ricorrere senza fine di crisi [...] negoziati senza vìa di uscita seguiti da [...] come se [...] flusso dei nostri anni [...] per sempre nel fosso [...] incipiente catastrofe mondiale ». /// [...] /// Secondo Aldridge, la caratteristica [...] consiste appunto « nel fatto che è [...] definizione uno stato di non azione, di [...] a un ricorrere senza fine di crisi [...] negoziati senza vìa di uscita seguiti da [...] come se [...] flusso dei nostri anni [...] per sempre nel fosso [...] incipiente catastrofe mondiale ». (0)
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