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È dopo [...] Matteotti che avviene la stretta [...] ed è a caval-lo tra il [...] e il [...] che la sop-pressione della libertà [...] stampa può [...] totale. Nel complesso, a partire [...] Roma del [...] e nei tre anni [...] a un doppio fenomeno: la di-struzione e [...] leg-ge di molte testate e la fasci-stizzazione [...] più importanti. [...] ad esempio, era stato [...] più volte fin dal 1919 e le [...] nel 20 e nel 21. Inutili erano stati i richiami [...] au-torità, tardivo [...] della magistratura. Anche il [...] «Il Paese», come molti [...] stato costantemente boicot-tato. I metodi usati erano [...] redattori e i diret-tori dei giornali, sequestri [...] giornali alle stazio-ni e nelle edicole, incendi. [...] della marcia su [...] tutti i quotidiani di [...] salto di quali-tà. [...] fu costretto a so-spendere le [...] per due settimane, dopo che era-no state devastate [...] macchine da scrivere. [...] dei militanti socialisti per-mise [...] nuovamen-te il giornale ma a quel punto [...] ve-ra e propria: nel 1924, dal pri-mo [...] il giornale socialista fu [...] volte. A Torino subì devastazioni [...] nuovo» di Gramsci e «Il [...]. Fascistizzazione dei quotidiani moderati La [...] molti giornali storici [...] Stampa» al «Corriere della Se-ra», [...] i più famosi, fu la [...] di un proces-so che [...] le proprietà dei giornali. Nono-stante ciò alcuni di questi [...] continuarono a dare fastidio al regime, tanto che [...] «Epoca», «Il Paese», «La voce [...] «il controllo e [...] del manganello», venne chiesto a [...] voce dai fascisti anche nei confronti del «Corriere della Sera». [...] sussulto di libertà dei [...] avvenne dopo il delitto Mat-teotti, (giugno [...] quando sembrò che [...] del paese espresso e [...] molte testate, dovesse travolgere la credibilità di Mussolini [...] fascisti. [...] tuttavia, reagì dando cor-so a [...] legge [...] precedente che limitava dra-sticamente la [...] dei gior-nali, dando la possibilità ai prefetti, [...] a disposizioni molto vaghe di [...] il sequestro. Nel [...] dopo [...] di Farinacci alla segreteria del [...] fascista, [...] di an-nullamento della libertà di [...] fu completata. [...] e nonostante la tira-tura rimanesse [...] e il contri-buto dei militanti fosse gene-roso, le difficoltà [...] si moltiplicarono. Men-tre nel paese si assisteva [...] una nuova ondata di sovversivi-smo fascista, il 31 ottobre [...] per [...] come per [...] giunse [...] pre-fettizia di soppressione del giornale. /// [...] /// Di per sè rappresenta [...] andata quasi perduta nel tempo. Lo scritto di Sergio Solmi, [...] accanto e che a [...] nella rivista [...] è sfuggito alla sterminata [...] nel 1989 dalla Fondazione Gramsci. [...] «Una sera in redazione» e [...] oggi entra a buon diritto fra i ritratti più [...] e intelligenti [...] comunista. [...] è il 1925 e [...] è oppressa dalla cappa di [...] della dittatura. Solmi, in quel periodo, collabora [...] come critico teatrale e una sera, a Milano, [...] a conversare con il «direttore». Ne esce un profilo [...] di Gramsci Solmi riesce a cogliere con [...] le qualità umane anche la spregiudicata libertà [...]. Gli occhiali di Antonio Gramsci In [...] lo scrittore e poeta Sergio Solmi in [...] 1962 In redazione con Mario Dondero Avevo [...] Gramsci a Torino al tempo [...] nuovo» e [...] del-le fabbriche. Ma fu soltanto molto [...] ebbi occa-sione di trascorrere alcune ore da [...] con lui, in un col-loquio che mi [...] memoria. Volgeva [...] del 1925, e la [...] in Italia gli ultimi guizzi. Dal 3 gennaio, praticamente, [...] era più libera, neppure nei limi-ti che [...] la cen-sura nel periodo precedente. I giornali [...] conti-nuavano a vivacchiare, sul [...] era loro rimasto, ma già si sentiva [...] cappa di piombo stava definitivamente assestan-dosi, e [...] più permesso alcuno spiraglio. So-stituivo a [...] il critico teatrale de [...] fi-nito lo spettacolo, mi recavo al-la redazione [...] sotto la porta due po-liziotti che accuratamente [...]. Eppure si sperava ancora. Quante mai insulse speranze [...] quegli anni, gli intellettuali an-tifascisti! Gli al-tri spiavano il [...] in politica estera, o il tracollo finanziario, [...] le loro menti educate a tempi più [...] mancato di rovesciare il «gabinetto» Mussolini e [...] fascismo. Fu in questa atmosfera quasi [...] che mi ritrovai con Gramsci una sera, in una [...] sopra la redazione de [...] in via Settala. Quando en-trai lo sorpresi [...] di ab-bracciare due bambinelli che [...] congedandosi da lui e [...] la buona notte. Mi sedetti davanti a [...] ancora, con la forte testa incassata nel [...] agile, gli occhi vivaci dal profondo lampo [...] fronte bellissima. Si in-cominciò a parlare [...] era la mia «partita» al gior-nale. Prendendo lo spunto da [...] esperienza di filodrammatiche rionali, accen-nai alla mancanza [...] popolare in Italia, al languire delle tradizioni [...] carattere attardato e «piccolo borghese» della produzione [...] al [...]. Egli mi interruppe a [...] osservare le forti sopravvivenze della «com-media [...] in grandi co-mici come Musco [...] Petrolini. Ma concordò, in sostanza [...] tradiziona-le, peraltro, in Italia di un tea-tro [...] immune dai [...] del cosid-detto teatro borghese [...] Ottocento. Dopo un accenno a [...] -proprio in quel tempo Missiroli stava scivolan-do [...] di benevola attenzione per [...] fascista -il discor-so cadde [...] par-tito popolare in Italia, sul curio-so paradosso [...] di vi-ta democratica nascente dal se-no stesso [...] e gerarchico. Gramsci inseguiva i suoi pensieri [...] di gustoso divertimento intellettuale. Ipotizzava, ad esempio, una vittoria [...] sinistra del P. I, ricamava su recenti [...] che riportavano le sommosse di contadini in [...] meridionale in occasione del trasferimento del loro [...] sede. Non erano, forse, germi [...] di autogoverno spirituale, quasi indizi di una [...] rustico primitivo, di «democrazia cristiana», effetti-va? Poi [...] si avvici-nò alla finestra che dava sulla [...]. [...] più imperiosa realtà era presente [...] noi, sottaciuta. Le ultime spettrali cittadelle [...] ad una ad una cedendo, gli arresti [...] ogni dove, la spontaneità popolare, che ave-vamo [...] creazione di spettacoli di tea-tro, nei suoi [...] disordinati tentativi nelle lon-tane province meridionali, sa-rebbe [...] a lungo tradita, compressa, ammutolita sotto la [...] ti-rannide. Poi, sarebbe inevitabil-mente [...] più impetuosa e prepotente [...] co-strizione. Ma quando? Già avevo [...] Gramsci, [...] del suo sguardo di [...] po-litiche, il suo senso profondo della storia [...] morale e sociale, e particolarmente -per me [...] forse ec-cessivamente sensibile, da prin-cipiante qual ero, [...] -le sue doti di stilista, [...] vigorosamente classi-co e pur [...] dei suoi editoriali [...] nuovo». Ma ancora non ne [...] come mi fu possibile in quella lunga [...] qualità [...]. Gram-sci rimase da allora, [...] degli esempio più alti [...] fra la più larga, [...] con la più medi-tata [...] e fermez-za [...]. Né che una tale [...] lui, come per al-tri spiriti dotati, motivo [...] e dolorosa contraddizione. Ché anzi mi parve [...] lar-ghezza e finezza di cultura, quei suoi [...] fra lo-ro, la stessa [...] il gioco delle tesi paradossalmen-te contrastanti, tutto [...] allo scopo unico della co-noscenza e [...] nella ri-cerca di una [...] viva (. Poche settimane più tardi [...] Gramsci, mentre stava recandosi alla Camera per la [...] par-lamentare, era stato arrestato. Sergio Solmi Gramsci Il [...] una sera [...] del [...] Il percorso culturale (quasi [...] Sergio Solmi autore di scritti su Leopardi e [...] Da redattore letterario a [...] La coraggiosa stroncatura del Papini di «Pane e [...] annotazioni critiche sullo stile degli «Indifferenti» di Moravia. Benché la «cappa di [...] libertà [...] il Gramsci che ci [...] questo lontano ricordo di Sergio Solmi non [...] stigmate di quel destino carcerario che pure [...] delle più libere ed energetiche avventure intellettua-li [...]. Gramsci, con quel suo [...] tutta meridionale, ha [...] di uno che ragiona [...] e curiosità divertita, ed ha infatti an-cora [...] mentre si prepara il suo arresto, di Musco [...] Petrolini, non [...] che per mettere a [...] giovanotto che, in quei giorni, assente il [...] Leoni-da Rèpaci, compilava, di tanto in tanto, [...]. Chi volesse [...] di più, potrà leggere, [...] di [...] che ospita [...] di Solmi, lo scritto [...] Sergio [...] e intitolato, appunto, Gramsci [...] Sergio Solmi. [...] mette conto soltanto ri-cordare [...] un saggista elegante e [...] ma quasi dimenticato, nonostante [...] Adelphi [...] stia stampando le Opere, per la cura [...] di Giovanni Pac-chiano, di cui bisognerà segna-lare, [...] al caso nostro, il saggio che chiude [...] del terzo volume, Giovinezza fervida ed indecisa. Quel Solmi, aggiungo, che [...] e per nulla disdicevole, suggesti-vamente in bilico [...] Leopardi [...] i contemporanei -Montale su tutti -se è [...] Giovanni Raboni ne ha valorizzato la «malinconia della [...] Pier Vincenzo [...] nel suo Poeti italiani [...] Novecento [...] ha voluto [...] le traduzioni poetiche tra [...] del nostro Novecento». Quando il futuro autore [...] su Leopardi e [...] incontra Gramsci nella redazione [...] ventisei anni -era nato a Rieti nel [...] è già il [...] fondatore e direttore della [...] «Primo Tempo» insieme a Giacomo De-benedetti e Mario Gromo [...] chi si ricorda più del ro-manzo di Gromo I Bugiardi, in cui si respira ancora un [...] del capolavoro [...]. Di lì a poco avreb-be [...] il [...] Mon-tale 1925, [...] che apre la prima sezione [...] un libro mai troppo lodato come Scrittori ne-gli anni [...] quella che ac-campa il meglio che Solmi scris-se sui [...] contemporanei tra il 1926 e il 1932. Basta [...] per ac-corgersi che nessuno, o [...] manca [...] tra coloro che saranno protagonisti [...] no-stra storia letteraria: Montale, appunto, ma anche Saba, Stupa-rich, Comisso, Loria, [...] alla finestra, Vittorini e, naturalmente, Moravia. Co-raggiosa e sacrosanta, la [...] Papini di Pane e vino (1926), salvato appena [...]. Per capire di quale [...] intelli-genza critica, può far [...] sullo stile degli Indifferenti, mentre taluni ne [...] e la po-vertà. [...] che im-plica un giudizio [...] romanzo italiano che ha del va-ticinante: «Resterebbe [...] come non è improbabile, i [...] tentativi [...] ro-manzo italiano non debbano per forza costare, [...] il sacrificio di quel tanto di musi-ca [...] a cui la nostra tradizione antica e [...] ci ha abituati». Ma tutti questi saggi [...] come la prova ir-refutabile di un talento [...]. Letti uno dietro [...] sono qualcosa di più. E Solmi, [...] ne sotto-lineava la forza di [...] quello che attesta [...] tra «la condanna di noi [...] coinvolta in quella globale [...] e la salvazione stoica, individuale, [...] della [...] in ogni [...]. In tale ottica è [...] nelle nostre lettere un libro che, come [...] di un significato generazio-nale, senza rinunciare al [...] responsabilità che fu sempre individuale. Massimo Onofri [...] 2. /// [...] /// Massimo Onofri [...] 2. (0)
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