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I precedenti articoli della [...] ITALIA [...] sono usciti nei numeri 14, 15, 16, [...] », 32, del Pioniere [...] la porta di casa [...] che gli mettevano addosso le querimonie della [...] sempre miti e sconsolati della mamma, i [...] fratelli. Imitò la voce piagnucolosa [...] «Figlio bello, come si fa! Vice, i soldi sono [...]. /// [...] /// Chi ha il coraggio [...] al padrone, [...] al tiranno! Questo era il giudizio [...] Pizzuto Gaetano, controllore [...]. Quando poi uno dei [...] dei figli che volevano questo e pretendevano [...] la lambretta, e la chiave di casa, [...] da mille al sabato per le sigarette [...] il controllore prendeva [...] tronfia, insopportabile di quello [...] suo e pontificava:« Vincenzino mio [...] non parliamo delle femmine, [...] "pazziate" nemmeno se le sogna: casa e [...] mio. Come [...] santa di suo nonno [...] e io cosi li cresco, i miei [...]. Vincenzino trasse un pettine [...] dei blue jeans [...] quelli, [...] permessi, perché il padrone [...] passava la tuta [...] disfece la scriminatura che [...] faccia da bambino per bene e tirò [...] riccioli il più possibile sulla fronte. Ecco, così andava meglio: [...] olivastra e la grinta che gli metteva [...] le sopracciglia mostrava più dei suoi quattordici [...]. Per lo meno, non [...] rosea e paffuta del Carlo, che lavava [...] lui al garage e pareva un maialetto [...] i suoi diciotto anni passati. Il Cario lo accolse [...] sabato mattina. E aveva ragione, miseriaccia: [...] i clienti del garage si ricordassero [...] la macchina sudicia soltanto [...] la [...] pronta per la mattina [...]. Vincenzino non ne poteva [...]. /// [...] /// Ti risparmi un po' [...]. Umberto aveva accostato infatti [...] vespa, una bellezza Un abisso di solitudine In [...] non sono solo cambiate città, industrie e [...] vita, ma anche la mentalità della gente. Ne è un esempio [...] questi due ragazzi: uno viziato e travolto [...] della [...] famiglia, [...] coinvolto in un dramma [...]. La vicenda di Vincenzo, [...] a Firenze, mostra infatti [...] difficili i rapporti tra genitori e figli [...] possano derivare dolorose conseguenze. Per Vincenzo significherà sprofondare, [...] in un incolmabile abisso di solitudine. Era sempre cosi: Umberto [...] per quanto, con luì che aveva tre [...] fosse sempre gentile. Anzi, era stato il primo [...] venire a [...] al garage. Umberto infilava ora i [...] Michelangelo a velocità sostenuta ma senza sbruffonerie: [...] era in gamba sul [...] un bambino. Sorpassarono il Piazzale pieno [...] andarono a sedersi su di una panchina. Fumarono una sigaretta, in [...] Umberto disse:« Domani ti vengo a prendere a [...]. Vincenzino scosse il capo, [...]. [...] si voltò a [...]. A quattordici anni, a [...] manteneva una famiglia di set [...] figurati, e aveva un paio di scarpe sole, per [...]. Mi lascia cinquecento lire, [...] bastare per la settimana ». Vincenzino alzò le [...] me va pure bene: [...] Mariuccia. Perché, a te quanto [...]. Umberto sogghignò:« Cinque, il [...]. Ma quando resto a [...] po' il collo a [...] e sono a posto [...]. Con i debitucci del [...] i suoi imbrogli in sartoria, [...] di bellezza e chissà [...] nascondere al gran capo! Così, al momento buono, [...] e. Ma questa volta son [...] ventimila e poi la madre è a Cortina. Vincenzino aveva due occhi [...] la prima [...] che sentiva [...] sui fatti suoi e [...] parlare un po' gli dava fastidio un [...] di ammirazione: ora si accorgeva di tante [...] nuova, il giaccone di maglia e renna. Quanto a questo la Sìlvia [...] gamba, devo [...] e sta ai patti: [...]. Col vecchio, poi. [...] volta fu quando mi [...] fuori dal [...] un mese fa. Che scena! Ma lascia perdere Catone. Piuttosto, domani a sentire [...] ci devi ventre. /// [...] /// Umberto lo guardò fisso [...] poi si alzò. Adesso risalgo il viale, [...] verdolina, la vedi? Tu [...] aspetta un momento, poi metti in moto: [...] alla [...] devi essere a quattro [...] di più. /// [...] /// Anche Vincenzino si era [...]. Lo sguardo del ragazzo [...]. Vincenzino avvampò: perdere [...] amico che aveva, un [...] uno sciocco come Carlo, e poi proprio [...] aveva detto tutte quelle cose di sé, [...]. Umberto parti calmo, le mani [...] tasca. /// [...] /// La vespa si mosse, Vincenzino [...] le mani sudate. [...] era girato dietro al [...] parte del marciapiede. Due, tre, cinque persone [...] semaforo vicino arrivò il vigile: dette [...] intorno« [...] tua la vespa? » [...] Vincenzino. Ma uno dei ficcanaso aveva [...] qualcosa:« Guardi [...] che roba [...] questi ragazzi! E porse [...] vigile la splendida cinepresa. [...] vigile rivoltò [...] di cinghiale: attaccata di lato, [...] bustina di plastica lasciava vedere un cartoncino con il [...]. /// [...] /// E dietro: Hotel [...]. /// [...] /// E vigile portò alla [...] e chiamò il collega. Al Commissariato ce li portarono [...] che il dottore del pronto soccorso ebbe [...] ben bene Vincenzino e dichiarato [...] Umberto aveva preso soltanto una brutta botta, ma non [...] fratture. II commissario aveva gli [...] ed impaziente e li guardò appena. Confabulò col piantone, seduto [...] scrivere. Nome, cognome, data di [...]. La vespa fece quasi [...] cominciò a correre per la leggera discesa. [...] adocchiato, che era qualcosa [...] un pezzo cosi non me [...] ». Vincenzino stringeva le manopole, [...] tutto il gas. La vespa curvò rapida [...] imboccare la diritta di Porta Romana. Fu in quel momento [...] saltò in mezzo alla strada. Vincenzino frenò, istintivamente, ma [...] forte: La piccola mota slittò sulla curva [...] ragazzi si trovarono in terra. Non aveva nulla, solo [...] attraverso i [...] jeans strappati, ma [...] si metteva seduto a [...] tutte e due, benone! [...] grande, dove lavora tuo padre? [...]. Vincenzino senti come un [...] dello stomaco: suo padre! Umberto parlò tranquillo, con la [...] aria [...]. /// [...] /// Può [...] là, a [...] ce certamente. Con la Mercedes sarà [...] in due minuti e non [...] preoccupi: ve ne può pagare dieci, di queste cineprese! Il commissario lo guardò [...] si volse a [...] tu? Tuo padre, suppongo, [...] lui e pronto a pagare [...] gli scherzetti del suo [...]. Sarai convinto anche tu, [...] no? ». Ma se mi vede [...] di sicuro », fini, con tranquilla disperazione. Li fecero aspettare su [...] in anticamera, mentre di là, nello studio, [...] cercando di rintracciare i padri. Umberto alzò le spalle [...] bianco [...] andò a guardare dalla [...]. [...] tratto la molla della [...] Vincenzino vide entrare suo padre: ma dapprima [...] la faccia [...] e gli occhi increduli, [...] mani strette [...] al berretto della divisa. Le mani tremavano. [...] commissario in persona apri la [...] e i due non si erano detti neppure una [...]. /// [...] /// Ma pareva gentile. [...] controllore si mosse, passò [...] dello studio incespicando un po'. A [...] ricadde sulla panca, lo [...] sulle mattonelle nere e rosse [...]. Non seppe quanto tempo [...] la porta si riapri e suo padre [...] Vice, andiamo ». Il ragazzo lo guardò, [...]. Ma il commissario accennava [...]. Umberto si alzò, sbadigliando: «Ah. E commissario non pareva [...] ma quasi compassionevole. Tuo padre non può [...] fra una ora per un congresso, mi [...] clinica, e non ha tempo, assolutamente. E fino a domattina [...] non torna, è fuori città-. Per la prima volta [...] conosceva, Vincenzino vide [...] smarrirsi: il sorriso spavaldo [...] in una smorfia e per un atti/no [...] ragazzo stesse per scoppiare in lacrime. Ma si riprese subito. Una lezioncina per la [...]. Fece un cenno di [...] Vincenzino. Vincenzino provava troppa pena per [...] guardare. Mormorò: «Ciao! Ma per le scale, [...] sapevano di gatto e di umidità, dimenticò [...] il pensiero che [...] « Che mi farà, [...]. Ma prima di arrivare a [...] la piazza: le [...] panchine [...] deserte. Il controllore Pizzuto si [...] più vicina, si levò di nuovo il [...] fra le mani. /// [...] /// Ma la voce di [...] bassa, come desolata:« Almeno sapessi perché [...] fatto, eh, Vice? A [...] tutto; non ti mancava niente, no? ». Non avevo una lira per [...] biglietto [...] Suo padre gli alzò in [...] uno sguardo incredulo. Vincenzino senti ronzare in [...] di pensieri confusi, che cercavano di [...] fuori, di ordinarsi in [...]. Voleva spiegare a suo [...] lui e Umberto, quei « capelloni » [...] per le canzoni e le chitarre e [...] schiena. Vincenzino parlava italiano, o [...] quelli inglese; mentre con suo padre non [...] parlare, nemmeno ora che avrebbe tanto voluto, [...] papà era venuto Giuliana [...] a [...]. /// [...] /// Vincenzino parlava italiano, o [...] quelli inglese; mentre con suo padre non [...] parlare, nemmeno ora che avrebbe tanto voluto, [...] papà era venuto Giuliana [...] a [...]. (0)
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