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[...] i processi, come metodo [...] tempo perché sono molto meno legati alla [...] psicologico, di tipo perso-nale. Sono dei racconti che [...] disposizione per [...] giudicare il momento [...] condizioni [...] soprattutto [...] che riguardano tutti e non [...] un personaggio. Ti porto un esem-pio, Le [...] città. È un film del [...]. Nel 1963 il film [...] fra la politica, gli affari, e la [...]. Nel 1992, in Italia, [...] collusione è venuta clamorosamente alla luce con [...]. E ha dato luogo [...] sotto il nome di [...]. I miei personaggi, accusati [...] e crimi-nalità, in una [...] alzano le mani e le agitano dicendo: [...] sono pulite. A quel tempo ci [...] vedere quello che molti non volevano vedere [...] voleva anche la volontà politica di denunciare [...] occhi potevano vedere solo se lo vo-levano». Un tema a te [...]. Co-me è cambiata [...] dai tempi di Salvatore Giuliano? [...] stato [...] cambiamen-to. È quello che io [...] film Lucky Luciano. Una [...] di struttura [...] dedicata soprattutto al contrabbando di [...] tra gli anni Sessanta e Settanta [...] delle sigarette al narco-traffico. La Sicilia è diventata [...] narcotraffico nel mondo, il luogo di transito [...] che viaggia per il [...]. Molti sono sicuri che [...] stato organizzato da Lucky Luciano. Per ciò ho fatto un [...] su di lui. Poi la [...] ave-va previsto Leonardo Sciascia, [...] è spostata dalla Sicilia in [...]. Perché a differenza di [...] film, non si vede più, non si [...] «Io [...] che Cadaveri eccellenti dia ancora molto fastidio. Aveva da-to molto fastidio [...]. /// [...] /// [...] anche da parte della sinistra [...] che certamente non fu tenera con me, [...] perché io avevo osato aprire [...] film con questa battuta: [...] verità non è sempre [...]. [...] sul potere che al [...] può superare anche le differenze ideologiche pur [...] po-tere. Nel bellissimo libro di Sciascia, Il Contesto (1971), [...] ho tratto il film, [...] un paese che può anche essere [...]. Ma io non avrei [...] miei film prece-denti e date le [...] esigenze di con-frontarmi con [...]. /// [...] /// Tutti le uc-cisioni dei [...] sono state dal 1974 in poi già [...] libro. Il mio film è [...]. Ora il fatto di [...] ambientato il film in Italia [...] dato molta più aggressività [...] il discorso metaforico di Sciascia. Anni Settanta, paura per [...] al cinema. Il cinema come la [...]. /// [...] /// Qual è, secondo te, [...] fra cinema americano e ci-nema italiano e [...] «Il [...] americano vince per-ché è [...] prima, indu-stria americana. I produttori ameri-cani [...] diffusione del prodotto nel mon-do. Gli americani hanno difeso [...] di avere un mer-cato mondiale, non solo [...] succede per il cinema eu-ropeo. Il cinema americano ha [...] prodotto doppiato nelle diverse lingue dove i [...]. [...] in Italia diventano italiani, in Francia francesi, in Germania [...]. Se un film italiano potesse [...] doppiato in inglese, certamente [...] diversa. E [...] tendenza americana a fare [...] tutti sugli effetti speciali o sulla tecnologia. Malgrado questo, gli americano [...] a farci vedere dei grandi film che [...] del loro paese. Io spero che [...] questi [...] ci sono, che esistono [...] rappresentare il vero cinema americano». Alice [...] esco soste impreviste, campi di [...] in un paese sconosciuto co-me la Russia, poi la Polonia, [...] la Germania. Per raccontare un film [...] bi-sogno di una produzione che mette insieme [...] diversità di stagione, molti at-tori, treni. Ricostruire [...] di 50 anni fa non [...]. È un film che [...] lungo periodo di prepa-razione. Questo film è il risultato [...] una co-produzione fra [...] la Francia, la Germania, la Svizzera e [...]. [...] fatti italiani contemporanei. Dunque diverso dal resto [...]. [...] «È diverso fino [...] certo punto. Io riconosco nella Tregua [...] civile che mi ha guidato [...]. [...] della Tregua è la necessità [...] non di-menticare quello che è stato, [...]. [...] i giovani che non [...] prima persona quegli avvenimenti. Primo Levi ne era [...] me ne sono preoccupato [...] moltissimo durante il film. Con il risultato di [...] giovane molto numeroso e molto interessato. [...] è stata, dunque, quella [...] grande libro di Primo Le-vi che significa [...] vita. Come tutti sanno Primo Levi [...] Se questo è un uomo, che è [...]. [...] rinchiuso nella esperienza [...] del campo di sterminio. Pri-mo Levi, quattordici anni [...]. Levi ha scritto di [...] divertirsi e per divertire i suoi futuri [...]. E, io aggiungo, [...] non [...]. A me è sembrato [...] un uomo [...] del campo di sterminio, [...] bisogno di raccontare il ritor-no alla vita. Io ho voluto cercare di [...] le due cose. Levi stesso parla [...] allegria. Io non so se [...] proprio di allegria, se ci [...] nel [...]. Certamente [...] il sorriso, [...] il ritor-no [...]. Ti leggo [...] brano di Philip Roth che [...] me è fondamentale, [...] fatta a Primo Levi nel [...] alcuni mesi prima che Levi morisse: [...] che sorprende [...] potuto, e [...] esse-re stato improntato al lutto, [...] una inconsolabile disperazione, è [...]. La tua riconciliazione con [...] compie in un mondo che a tratti [...] caos primor-diale. Eppure tu vi appari [...] interessato a tutto. Pronto a ricavare da [...] cultura. [...] domandato se nonostante la [...] i ricordi davvero tu abbia [...] vissuto mesi migliori di quelli che definisci [...] di [...] irripetibile regalo del [...]. Se-condo me, questa è [...] e la più giusta sintesi e interpretazione [...] stata fatta della Tregua. Io mi sono mosso [...]. Dun-que un percorso arrischiato. Già il libro veniva [...]. /// [...] /// Io sono convinto di [...] prova. Certo, ho corso un [...]. Ma [...] voluto correre per-ché, secondo me, [...] film dimostra la [...] vitalità quando apre il dibattito, [...] provoca discussioni. Que-sto è un film [...] che ha commosso, che ha anche [...] il pubblico. Mi basta una lettera pubblicata [...] giugno di una ex partigiana [...] è stata ad Auschwitz con Primo Levi. Si chia-ma Bice Teresa [...]. Ha scritto del mio [...] magnifico, com-movente, stupendo, umano, tecni-camente perfetto. Sarà stata pre-sa [...] ma la signora [...] è stata con Levi, ad Au-schwitz, [...] conosciuto. È una per-sona che ha [...] in prima perso-na quegli avvenimenti. [...] de-cine e decine di [...] di persone che hanno vissuto quei giorni [...] si sono rico-nosciuti nel film. Vedi, un film è il [...] grande [...]. [...] il libro e [...] un film che andasse in [...] il mondo era per me la ragione vera [...] alla quale io mi sono [...]. Qualcuno ha detto che [...] tono festoso, e la tua è una [...]. /// [...] /// [...] vita e non [...] ritorno alla vita senza la [...] senza il sorriso, senza un minimo turbamento dei sentimen-ti. Il ritorno alla vita [...]. E Levi voleva il [...]. Chi pensa [...] più lieve del mio film, [...] perché questo aspetto vitalistico viene interrotto continuamente nel film [...] scansione che ripropone la memoria [...] del passato, che io ho [...] alle parole stesse di Levi». Film come «Il caso Mattei» [...] ripresentati come se fossero usciti adesso. [...] «Vedi, secondo me, proprio [...] film che riguardano i fatti di tutti, [...] fatti personali. /// [...] /// [...] «Vedi, secondo me, proprio [...] film che riguardano i fatti di tutti, [...] fatti personali. (0)
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