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Così, gli inglesi che [...] coperto di fiori [...] della casa di lei, [...] Londra, [...] erano poi messi ad innalzare car-telli con [...] terribili pa-role:« [...]. Papa-razzi, in italiano, ovviamente. Era-no, [...] gli stessi che, fi-no al [...] prima, avevano acqui-stato milioni di copie dei tabloid con [...] immagini [...] e al giovane amore egiziano, [...] al suo fianco. Si, probabilmente, qualche atto [...]. Ed è anche vero [...] « infa-mi», come ha scritto qualcuno, hanno [...] ancora mentre Diana stava morendo. Quelle foto ci sono [...] poi, verranno fuori e qualcuno le pub-blicherà. [...] è nato in Italia, in [...] Vene-to, a Roma. Tazio [...] (mor-to appena [...] giorno) e i suoi [...] lo inven-tarono e Fellini lo rese noto [...] mondo, [...] di-ventare uno straordinario fenomeno [...] un periodo famoso della storia della fo-tografia, [...] costume e del giornalismo nostrano. Da quei giorni, tra [...] Cinquanta e [...] stessi fotografi, [...] storici della fotografia, non [...] di [...]. Paparazzi « infami», cinici [...] pronti a sfruttare ogni possibilità pur di [...] O che [...] i fotoreporter avevano cercato [...] dosso il termine di «pa-parazzi», ritenuto offensivo, [...] di una splendida professione. Bisogna dire che subi-to, [...] della fotografia, chi andava in giro con [...] cavalletto, veniva insultato. Già nel 1858, nel [...] causa in tribunale, i fotografi furono descrit-ti [...] frutti secchi della socie-tà». Baudelaire, con una invettiva [...] che «chi non era capace di svolgere [...] non aveva il coraggio di farsi [...] si faceva fotografo». Nel 1861, il mestiere [...] pericoloso da indurre il Car-dinale vicario di Roma [...] un « Editto» che sottoponeva la fo-tografia [...]. Poi vennero gli straordinari [...] di Salomon, i «clic» di [...] di Luca Comerio e [...] di [...] di Bob Capa, dello [...] Cartier [...] o del «magnifico» [...] che in America, negli [...] i poliziotti nelle notti di New York [...] fanno rabbrividire. Tutti sono stati un [...] « paparazzi». /// [...] /// [...] attrezzature fotografiche ritro-viamo apparecchi [...] perfezione nello spirito dei papa-razzi: macchine rotonde [...] camicia, macchine piccolis-sime seppellite tra le pagine [...] Bibbia, [...] il bastone da passeg-gio e così via. I fotografi che le [...] lasciato documen-ti straordinari della vita [...] del suo soffrire, del [...] o morire. I governanti più abili [...] subito la fo-tografia alle loro esigenze , [...] falsi», i fotomontaggi o le messe in [...]. [...] la fotografia, la resero inutile, [...] controllarono e la censurarono, [...] diventare un falso spec-chio della [...]. Così fecero Hitler, Mussolini, Stalin [...] altri. Qual-cuno più colto e preparato, [...] la fotografia [...] nello sterile dibattito per stabilire [...] si «trattava di [...] meno». Nac-que anche la « [...] cessava di essere fotografia (os-sia uno straordinario [...] vita degli uomini) per cercare di assomigliare [...]. Ed eccoci al nostro [...] ritrovata libertà, dopo il fasci-smo e la [...]. La fotografia, con il [...] come [...] e ogni altro mezzo di [...]. La foto-grafia era stata [...]. [...] doveva essere. Poi, esplode subito la [...] traduce quella progressista americana e nascono decine [...]. Non è solo iniziato [...] del Paese, ma anche quella ideale e [...]. Ovunque, [...] la ritrova-ta gioia della libertà. Tante, troppe vecchie abitudini [...]. [...] del cinema neorealista e, [...] come guardarsi allo specchio per la prima [...]. I giovani fotografi, per [...] scoprono le immagini scatta-te dai grandi colleghi [...]. Vedono, insom-ma, le foto [...]. Quelle, cioè, scattate in [...]. Ed è una grande lezione. I no-stri fotografi sono [...]. [...] chi comincia a far scoprire [...] Sud al resto degli italiani e chi segue i [...] movimenti nelle fab-briche e sui campi, durante le lotte [...] delle terre. [...] chi, invece, scopre le genuine [...] i ricchi, gli sciuponi i [...] e gli attori. Sono nati i rotocal-chi [...] di foto è grande. In una Italia ancora bacchettona [...] chiusa, arrivano i «paparazzi», una turba di [...]. [...] proprio come per Tazio [...] è, in genere la borgata [...] il quartiere popolare. Loro «sparano» foto a [...]. [...] volo i potenti con [...] naso, a riprendere le loro feste sciupone, [...] provinciali e un [...] ridi-coli, in mezzo a [...] che vengono dalla ricca America. [...] tempi della Hollywood sul Tevere, [...] dei primi grandi scandali politici. Tazio [...] lo ha rac-contato mille volte: «Io riprendevo questi che spendevano, in una sera, [...]. Fotogra-favo un mondo che [...] il mio. Io venivo da [...]. Mi sentivo una gran rabbia [...] e scattavo, scattavo scattavo». Dun-que i « [...] fatti conosce-re [...] mondo da Fellini, come [...] Zorro [...] a loro modo, rivoluzionari? Insomma, [...] di classe, co-me [...] di classe degli operai [...] Molti [...] sostengono questa tesi che [...] priva di fondamento. Certo, quelle foto permettevano [...] ma ne [...] ne Cioni, [...] o Spinelli so-no mai [...]. Quelle loro immagini, per [...] tabù, fecero saltare ogni schema precedente di [...] e misero alla go-gna e alla berlina [...]. Ne svelarono vizi e [...]. Fecero in mo-do che [...] sui loro soliti piedistalli. Non era mai avvenuto prima. Furono ripresi ubriachi, mentre picchiavano [...] donna o venivano interrogati dal giudice dopo [...] finita male. Furono coinvolti in ogni [...] sporca. Quelle foto, senza [...] carica eversiva. Furono gli stessi paparazzi [...] pontificio come riprendere [...] dissacratorio e anticonvenziona-le portò, [...] a ri-prendere i corpi di Aldo Moro [...]. Poi, ora, la faccia morente [...]. Tazio [...] diceva:« Noi [...]. Que-sti badano solo ai [...]. Non so se siamo stati [...]. Dunque, anche « sovversivi», i [...] degli anni [...] e [...] Il [...]. /// [...] /// Gli archivi Mur-sia, ospitati [...] Palazzo [...] di Milano, hanno infatti [...] Internet nel quale si può veleggiare accanto [...] Teodor Konrad [...] come si chiamava [...]. Schivato [...] segreto a Lon-dra, [...] veliero prende il lar-go dalle [...] del Tamigi rammen-tando le parole dello scrittore: [...] si apriva davanti a noi, [...] di un interminabile via-le». È il viale del [...] porta in Africa («Cuore di tenebra» e «Un [...] progresso»), che ci fa circumnavigare Capo di Buona Speranza («Il negro del Narcissus» e «Caso»), veleggiare [...] Indiano («Un colpo di [...] coste arabe («Lord Jim») e raggiungere [...] sperando in un nuovo [...] nel più fecondo mare della prosa [...] la Malesia, Singapore, [...] del Siam. [...] un turbine di storie che [...] inseguono [...] delle isole e delle baie: Tifone, Vit-toria, La follia di [...] delle 7 isole e via [...]. Sia-mo in compagnia di Tom [...] di Kaspar [...] di Pe-ter [...] e sempre di Jim [...] limite estremo stia-mo per varcare La linea [...]. Si potrà mai riguadagnare [...] Seguendo La bestiac-cia eccoci sulla [...] giusta. Non senza toccare il Sud America nel tentativo di dare una localizza-zione definitiva alla [...] di Nostromo. Una volta sbarcati a Tolone [...] tirare i remi in barca nella penisola [...] davanti a [...] speran-do di incontrare il [...] il pirata. Ma se vi venisse [...] fare un salto a Geno-va cercate di [...] e di non recarvi dalle parti della Lanterna. Lì, come spiega [...] incompiuto ro-manzo [...] (Incertezza), si può ancora vagheggiare [...] ri-voluzione, agognare la fuga, aizzare un sogno. E allora si potrà capire [...] il tanto sospirato riposo del capi-tano Conrad non è [...] attesa di qualcosa che, [...] annuncia [...] di tutto come una violenta [...] «che gonfiò le vele [...] di maestra, [...] sbatte-re con un rumore soffocato [...] si mescolava il gemito sordo de-gli alberi». Superata [...] eccoci dunque di nuovo [...] contrabbandieri francesi e schiavisti inglesi, tra clandestini [...] e pellegri-ni, incappando in una tempesta [...] o in una calma [...] Mar di Cina, in un oceano di baratro [...] altro di infiniti miraggi. Ma lui, Conrad, dove [...] Starà riposando nel ci-mitero di Canterbury oppure avrà [...] Forse sarà con [...] a raccontare le avventure [...] lo portarono, allora diciassettenne, ad imbarcarsi a Marsiglia [...] attraversare [...] con il Mont Blanc, [...] Indie sul Saint Antoi-ne sino al comando [...] la cui prua si [...] Museo del-la Scienza e della Tecnica di Mi-lano [...] Ugo Mursia che rintracciò il relitto in Tasmania. Con la nave in [...] di Conrad non si ferma, an-che se [...] virtuale. /// [...] /// Con la nave in [...] di Conrad non si ferma, an-che se [...] virtuale. (0)
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