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Una frase, quella di Demetrio Albertini, [...] del Milan e della Nazionale, che dà [...] libera alla visita al lager nazista in [...] in programma il 2 [...] località a trenta chilometri [...] Auschwitz. [...] parola spetterà al commissario [...] Nazionale, Cesare Maldini, ma non dovrebbero esserci problemi. La Federcalcio italiana -che [...] dopo un iniziale fastidio per un progetto [...] apparteneva -ora non è contraria, i giocatori [...] indietro (è [...] anche Ciro Ferrara, altro [...] in Nazionale), difficile a questo punto per Maldini [...] magnifica. Oggi il presidente federale Nizzola [...] progetto con Maldini e con Campana, presidente [...]. La visita al lager [...] il pomeriggio di martedì 1 aprile. Un gesto di grande [...]. Albertini ha trovato le [...]. Il calcio «è» un [...]. È comprensibile per tutti. È paragonabile a un [...] trasportare molte cose: uomini e idee. /// [...] /// Il primo contenuto della [...] Nazionale ad uno dei simboli [...] è «non dimenticare». Il secondo è «informare»: [...] particolare alle nuove generazioni e, soprattutto, a [...] la viltà di negare lo sterminio di [...] di ebrei. Il terzo, infine, è [...] «noi siamo dalla parte delle vittime [...] e contro ogni forma [...]. È diretto, questo messaggio, [...] frequentatori degli stadi, alcuni dei quali non [...] modo degno. In molte curve sono [...] ancora, orribili striscioni con slogan infami, croci [...]. Albertini ha detto altre [...]. Ha parlato del rischio [...] cosa che accadde in occasione della partita [...] Sarajevo [...] novembre 1996): «Se ci saranno [...] la colpa non è [...] ma di qualcun altro». Ha ragione, Albertini. Ecco perché sarà importante, nel [...] il ruolo della Federazione. La visita [...] pediatrico di Sarajevo fu [...] bellissima, ma divenne un happening [...] nani e ballerine del pallone. Ciò non si deve [...] dei luoghi [...]. La Nazionale italiana dovrà [...] compiere questo viaggio. Avverrà 35 giorni dopo [...] evento significativo, la visita al museo [...] da parte della nazionale [...] disputata con Israele. Il gesto compiuto dai [...] di grandissima importanza per ricordare le responsabilità [...] Germania. Ad Auschwitz [...] un giorno il cancelliere tedesco Willy Brandt. [...] del calcio basterà esserci, per [...] scritto una pagina importante. Stefano Boldrini E gli [...] alle vittime Per fortuna, la memoria [...] non si ferma. Le testimonianze si accumulano, [...] libri e film non accennano a diminuire. La [...] non vuole essere dimenticata. In questa pagina intervistiamo Elisa [...] che ha [...] pubblicato per Marsilio (esce [...] volume «Il silenzio dei vivi». La signora [...] è intervistata anche in «Memoria», [...] documentario sui reduci italiani di Auschwitz, realizzato [...] Ruggero Gabbai e dagli storici Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto [...] il film è passato [...] di Berlino e quanto [...] Rai lo dovrebbe mandare in onda. Domani, in edicola con [...] cassetta del «Diario di Anna Frank» (film [...] George Stevens) e il libro «Dal liceo ad Auschwitz», [...] lettere di Louise Jacobson. I due libri e [...] che abbiamo citato, messi assieme, costituiscono già [...] di memorie. Ma nei cinema italiani [...] anche «La tregua» di Francesco Rosi, che [...] di Primo Levi tenta di ricostruire non [...] campi, ma anche [...] del «dopo», di una [...] rinviata. Perché, come scriveva Levi [...] Elisa [...] non si esce mai, [...] Auschwitz. E raccontare la memoria, [...] silenzio, è forse [...] modo perché chi non [...] sa, possa almeno cominciare a capire. Era la fine, ero giunta [...] capolinea delle [...] speran-ze. Gli ultimi ricordi che [...] mi vedono strisciare per [...] alle latrine del cam-po perché mi ero [...] non avere più forza per reggermi in [...]. Persi conoscenza e rimasi [...] per circa un mese. Al risveglio mi ritrovai [...] e con addosso una coperta. Quanto tempo era passato? Incrociai [...] di due medici della Croce Rossa Inter-nazionale. /// [...] /// Si può rimuovere la [...] Si può cancellare [...] che ti ha rubato [...] perfino il pudore? Elisa [...] ebrea austriaca (e, successivamente, [...] nelle sofferenze di Anna [...] non ha dimenticato. Ma per [...] non ha permesso a [...] nel pozzo oscuro del suo dolore. Lo ha fatto per [...] difesa, contro un mondo considerato «incurante», se [...] Sterminio. E, anche, per salvaguardare suo [...] da una verità «insopportabile». Così, pro-prio mentre si squarciava [...] velo sulla [...] custodito nel più assoluto silenzio [...] storia. Lei stessa ha [...] celare, con un cerotto [...] sinistro sopra il marchio [...] impressa ad Auschwitz. In soli-tudine è rimasta [...] interrogatori, di viaggi in carri be-stiame, di [...] hanno portata in luoghi tristemente famosi, ad [...] co-me il dottor [...] o come il «co-mandante» Joseph [...] sopran-nominato «la belva». A Bergen [...] ha [...] della terza baracca, la [...] ospitato Anna Frank, di cui con-serva un [...] «Una ragazzina che piangeva perché non le davano [...] per scrivere. Figuria-moci, ci mancava pure [...]. /// [...] /// Stava sempre con [...] giovane, una coetanea. Par-lava [...] però conosceva per-fettamente anche il [...]. Non sa-pevo da dove [...] i suoi genitori, come fosse arrivata in [...]. Fui trasferita dal lager [...] Anna morì nel marzo [...]. /// [...] /// Avrebbe potuto farsi [...] avrebbe potuto aggiungere al [...] andava ricomponen-do quanto aveva visto. No, lei ha continuato [...]. Così insiste nel silenzio. Finchè un giorno di [...] il figlio Silvio, ignaro di tutto, prende [...] di quel cerotto. Lei comprende che non [...] trattenere il se-greto e comincia il racconto. Prima incerto, poi prorompente, [...] parole, [...] avessero trovato la stra-da [...]. La [...] testi-monianza entra in Me-moria, [...] italiana realizzato dal [...] (il centro di documenta-zione [...] Mila-no). Ma si tramuta an-che [...] in que-sti giorni in libreria: Il silenzio [...] la [...] ha scritto proprio con [...] terapeutica, perché scrivere ha [...] stessa, e anche lui». Ne esce una cronaca fredda, [...] concessioni alla commozione. E dura, per chi [...] quello strazio, come un pugno allo stomaco. Vi si racconta, [...] della se-rena quotidianità di una [...] viennese nata da benestanti com-mercianti [...] ungherese. Ma, dopo poche pagine, [...]. /// [...] /// Il suo diciottesimo compleanno [...] per il «ballo delle de-buttanti» vengono inghiottiti [...] densa di presa-gi per quanto sta per [...] Europa. [...] alla Germania e [...] ascesa di Hitler segnano per [...] il destino della famiglia [...]. Il padre sarà ucciso, [...] disperderanno per paesi stranieri nel tentativo di [...]. Elisa resta a fianco [...] quando non le si pro-spetta [...] possibilità di scam-po: un [...] stra-niero. Sposa un ebreo italiano [...] mettere al riparo la madre: [...] in Ungheria nella speranza [...]. Non servirà, ma allora [...]. La la-scia per iniziare [...] prima in Bulgaria, poi in Ita-lia. /// [...] /// Ed è [...] che, il 23 giugno del [...] le SS bus-sano alla [...] porta. Ha solo venti-sei anni. Passa per il carcere [...] San Vittore, poi al San Domenico di Como e [...] convoglio, viene deportata ad Auschwitz. Scriverà poi: «Non è [...] nascere di religione ebraica, cat-tolica o protestante; [...] bianca o nera. Siamo tutti figli di Dio, [...] unico Dio, quel Dio che a me [...] e che, no-nostante tutto, ho sempre cerca-to». Nel più grande campo [...] è destinata alla camera a gas, ma [...] di un kapò la strappa alla morte. È viva, anche se [...] le sembianze di una larva umana. Of-fesa dalla fame, dalle [...] delle SS, viene traspor-tata a Bergen [...] e infine di [...] ultima tappa del calvario. La fine della guerra [...] di lì. Ma in condizioni di [...] della sopravvivenza. La met-tono in quarantena. Ed è proprio mentre [...] che un tarlo inesorabile co-mincia a farsi [...] pen-sieri. Da quella vo-ragine riaffioravano [...] papà e mamma, dei mei affetti perduti. Tremai di dolore, nel [...] per tanto tempo, ave-vo pensato solo a [...]. Come avevo potuto? Forse, [...] tutta colpa mia: io amavo i miei [...]. Dovevo tro-vare un alibi [...] colpa. E ne trovai tanti: [...] fame, le restrizioni, le punizioni, la paura [...] la forza di re-sistere, di provare a [...] là [...]. Ma era sufficiente tutto [...] Sarei [...] stata assolta dal tribunale dei miei ricordi [...] della mia solitudine?». [...] Elisa [...] non sa ancora rispondere. Né si pente del [...] «ob-bligato», spiega, dalle circostanze in cui sì [...] la libera-zione. È vissuta sempre a Mandu-ria, [...] di Taranto, in un ambiente cattolico che [...]. Adesso sono contenta di [...]. Sento di essere tornata [...]. E se [...] qualcuno tra gli ebrei che [...] tiene ancora [...] lo invito ad uscire allo [...] per i giovani, devono [...]. Quando il primo novembre [...] il film Memoria, è dovuta tornare ad Auschwitz, [...] al-le costruzioni di mattoni rossi non ha [...]. Vede, io non ho mai [...] di [...] ad Auschwitz, [...] avu-to sempre davanti agli occhi. Non ho neppure pianto. Con me [...] tante altre persone, le vedevo [...]. Capisco che sentivano riaprirsi una [...]. [...] una spiega-zione alla differenza tra [...] loro comportamento e il mio: io so di non [...] mai stata compresa. Lo-ro invece sì, si sono [...] una vita, hanno trovato solidarietà. Per que-sto rivedere i [...] cercato di [...] dalla co-scienza, ha avuto [...] choc». [...] ultima domanda. Ha saputo che ad Auschwitz [...] impiantare un centro commer-ciale? «Sì, ho saputo. /// [...] /// Sa-rebbe come aprire un [...] Lourdes». Valeria [...] Domani con [...] il film su Anna Frank [...] dopo la fine [...] Elisa [...] sopravvissuta al lager, racconta la [...] storia «Ho taciuto con tutti, anche con mio figlio Ma ora è tempo di parlare» Continua [...] «film più libro». Domani, con [...] troverete in cassetta «Il [...] Anna Frank», mentre il volume sarà «Dal liceo [...] Auschwitz», [...] contiene le lettere di Louise Jacobson. Il film è del [...] diretto da George Stevens, un bravissimo regista [...] pellicole celeberrime come «Il gigante» e «Il [...] solitaria». Per raccontare la storia [...] Anna Frank, Stevens non si ispirò direttamente al diario, [...] testo teatrale di Frances [...] e Albert Hackett: ne [...] molto «da camera», tutto girato [...] eppure assai intenso, grazie [...] della giovane Millie Perkins nei panni di Anna [...] di Shelley Winters nel ruolo della signora Van [...] (vinse [...] come migliore attrice non [...] tre statuette conquistate dal film: le altre [...] di William [...] e alla scenografia). Un dettaglio importante: come [...] Usa, Stevens aveva girato un documentario sulla liberazione [...]. Le trecce delle donne [...] 79 anni, austriaca, poi italiana Elisa [...] ha oggi 79 anni. Figlia unica, è nata [...] Vienna il 12 febbraio del 1918 da una [...] commercianti ebrei con nobili origini ungheresi. Alla fine della guerra ha [...] di lasciare definitivamente [...] e la [...] città natale. Nel [...] è tornata in Italia, [...] a Manduria (in provincia di Taranto) dove vive [...] con il figlio Silvio. Per circa [...] anni la [...] principale occupazione è stata [...] privato. Il silenzio dei vivi [...] Elisa [...] Marsilio Collana «Gli specchi» [...]. /// [...] /// Il silenzio dei vivi [...] Elisa [...] Marsilio Collana «Gli specchi» [...]. (0)
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