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Dopo il carcere il volontariato [...] 4. Sono contento di soffrire [...] mia fede si consolida e la mia [...]. Inizia così la lettera [...] Pietro Ca-vallero ha scritto il 21 gennaio scor-so al [...] Ernesto Olivero. [...] bandito annuncia di [...] destinare al [...] i proventi della vendita del [...] ultimo libro, dedicato proprio al fondatore [...] della Pace, dove Cavalle-ro svolgeva [...] quasi 5 anni opera di volontariato in favore di [...] e malati di Aids. Sono contento che dopo [...] carcere la mia vita travagliata ab-bia trovato [...] Pace dove ho capito, senza bisogno di tante [...] sbagli». [...] Pietro Cavallero; a fianco, al [...] Sante Notarnicola, [...]. [...] a Milano Ansa TORINO Recentemente [...] avuto [...] di ammettere: «Quante [...] ho detto e fatto. Sono incubi che non [...] mai lascia-to. Non posso seppellire il passato, [...] solo di [...]. E chissà se ieri, [...] gli occhi per sempre, ha sentito dentro [...] il debito che, dopo la galera, dice-va [...] aperto con la [...] coscienza. Pietro Cavallero, il bandito [...] Sessanta terrorizzò Torino e Milano, è morto [...] di Venaria. Aveva 68 anni e [...] che non gli dava tregua. Il carcere di Porto [...] dove aveva scontato 25 anni [...] una carriera criminale costellata da 18 rapine , cinque [...] e 27 feriti [...] di soli quattro anni, doveva [...] un ricordo sbiadito per lui che ormai, [...] aveva fatto della soli-darietà la [...] bandiera assistendo al [...] del volon-tariato cattolico, malati di Aids, [...] ed extracomunitari. Così come doveva essere [...] della condanna [...] che «il bandito che [...] chiamavano per la strafottenza mo-strata al momento [...] sollevando il pugno chiuso e cantando [...]. Figlio di un falegname [...] Torino. [...] trascorsa nei quartieri operai, [...] e il di-ploma di perito chimico. Negli anni del dopoguerra, [...] Milano, [...] fa vede-re nella sezione del Pci del [...] Barriera. Ma la rigida disciplina [...] è roba per Cavallero. Espulso, ben presto [...] dalla politica e, senza avere [...] chia-ra su come impegnare la [...] vita, decide di sposarsi. Trova anche un impiego [...] tram, ma dura poco. Do-po pochi mesi eccolo [...] fumosi di periferia dove bazzica-vano prostitute e [...]. [...] rincontra Sante Notarnicola, un [...] quando frequentava la sezione co-munista e che [...] brac-cio destro in tante imprese [...]. E, in questo stesso [...] Adriano [...] un ladruncolo figlio di [...] in Lombardia in cerca di la-voro. A loro si aggiungono Danilo Cre-paldi, [...] (morirà poi in un [...] Donato Lo-pez, un ragazzino: appena 17 anni [...]. I cinque stringo-no un [...] e decidono per il salto di qualità: [...] in proprio, ma veri e propri colpi. /// [...] /// [...] è fissato per [...] aprile del [...] è la fi-liale del San Paolo, a Mirafiori. Il bot-tino è di [...]. È come la prova [...] banda che è ormai pronta per [...]. Cavallero, capo riconosciuto e [...] e tecniche sconosciute [...] la fuga era sempre [...] e non al contrario; i complici dovevano [...] o in tedesco per indirizzare le indagini [...] ( e infatti sulle prime si pensò [...] da Ambur-go o da Marsiglia); più rapine [...] e a tempi estrema-mente ravvicinati. Ferocia e determi-nazione sono [...]. Invece per non farsi [...] di tutto». Così la banda si [...] delitto: avviene a Ciriè, nel Tori-nese, nel [...]. Viene uc-ciso un medico, Giuseppe [...] colpevole solo di [...] bancario quando entrano i banditi [...] di [...] fatto un gesto sospetto. Ma [...] più sanguinoso accade a Milano, [...] 25 settembre del [...]. Nel Banco di Napoli [...] Zandonai un cassiere schiaccia [...]. Arri-va la polizia, per [...] Ca-vallero e i suoi sparano [...] e fuggendo si lasciano [...] di sangue: quattro morti e 19 fe-riti, [...] che passavano di là per andare al [...] la spesa, innocenti sacrificati alle gesta di [...]. Lo choc fu tale [...] Cavallero [...] per diventa-re un eroe negativo. Pronunciare il suo nome [...] e terrore. Si meritò anche un [...] regista Carlo Lizzani a ricostruire in «Banditi [...] Milano» [...] gesta di quel fe-roce [...] che [...] fatto la fa-ma di [...]. Eppure il destino della [...]. Braccato da polizia e [...] Cavallero [...] catturato qual-che giorno più tardi nel casello [...] Giarole, nei pressi di Valen-za Po. Gli altri ebbero la [...] stessa sorte. Le 18 rapine avevano [...] una fortuna per quei tem-pi, ma in [...] non rimase-ro che pochi spiccioli. Ribelle in libertà, in [...] Caval-lero [...] un detenuto modello: non partecipò mai alle [...]. Co-minciò a scrivere, invece, [...] alla pittura. Gli furono decisivi gli [...] Giovanni, cap-pellano di Porto Azzurro e con Erne-sto Olivero, [...] del servizio missionario giovani che lo accolse [...] Torino [...] appena ottenne la liber-tà provvisoria. E proprio ad Olivero [...] libro di memorie scritte [...] ergastolano. Un testamento coraggioso e [...] dalla «belva», (tanto era diventato [...] collettivo), nelle mani [...] volontario che gli aveva [...] sapore della comunanza e della pietà. I rimorsi del bandito [...] Lo chiamarono «il bandito che ride» per la [...]. Ma ormai per Pietro Cavallero [...] ar-roganza erano ricordi da cancellare. Il bandito che negli [...] Sessanta [...] Torino e Milano è morto ieri, a [...] da un enfisema polmonare. Lo catturarono dopo anni [...] di omicidi. Condannato [...] e uscito dal carcere [...] aveva passato il resto della vita ad [...] Aids e [...]. VALERIA PAR BONI [...] Sante «Morto di galera» [...]. Non vorrebbe parla-re perché ha [...] una specie di promessa. Si è detto che [...] andare al funerale [...] a Torino, allora sì [...] dire tutto quello che pensa di una [...] si trascina da [...]. Allora potrà dire che «Pietro [...] di galera». Ora ha bi-sogno di [...]. Sante Notarnicola parla a fatica [...] che se [...] andato per le complicazioni di [...] enfisema pol-monare. Soffriva da tempo, questo [...] lui. Ci sentivamo spesso. [...] non finisce per la distanza». Sante venne catturato con Cavallero. /// [...] /// Che han-no sparato e [...] non avrebbero voluto [...]. Forse, le lo-ro vite [...]. Pietro è sempre [...] Pietro, un pezzo di vita. Adesso, [...] così, con le lacrime, sa-rebbe [...] tutto». Non ha tanta voglia [...] bandito diventato oste» a Bolo-gna. Sante Notarnicola, questo si può [...] senza banalizzare, [...] ri-fatto una vita, una famiglia. Da or-mai due anni [...] e lavo-ra. Fa [...] mesce vino e continua [...] essere con chi credeva nella rivoluzione. Ha persino fatto un [...] la Resistenza. Non ha nostalgie, pe-rò. Anche il rapporto saltuario, [...] che aveva con Pietro Cavallero, era il [...]. /// [...] /// Si fa convincere, con [...] «superare queste pe-santi pressioni», e ac-cetta di [...] domanda. Alla fine si ha [...] di [...] rubato pezzi di vita, [...] furti-vamente in cose private, di [...] scardinato la storia intima [...]. Come le arrivata la [...] di Pietro Cavallero? Ci hanno chiamato stamane [...] legge, [...]. Non volevamo [...] ma eravamo pronti alla notizia. Pietro stava male da tempo. Ma non cre-do [...] ucciso [...] pol-monare. Cosa vuol dire? Senta, ho [...] una decisione. Non volevo nemmeno farmi [...] giornalisti. Ora debbo riflettere. Durante i funerali, se [...] carceraria mi farà andare a Torino, dirò quello che penso di questa storia. La storia di Cavallero [...] Queste pressioni che mi fate com-plicano tutto. A Torino dirò una [...] sta a cuore, che ha trat-teggiato tutta [...]. Lui è mor-to per [...]. Anche se da tem-po [...] si occupava del socia-le ciò che il [...] fatto lo ha portato alla morte. Ma basta, non voglio parlare [...] 41, [...] 90, di come si sta [...] galera. Accidenti, di passi in [...] ne fanno proprio, nemme-no con questo governo. Ma basta, basta davvero. Devo riflettere anco-ra. Per il resto potere [...] volete. Senta, Notarnicola, un suo [...] Cavallero non è necessariamen-te una banalizzazione della vostra [...]. No, ha ragione, però so [...] fun-ziona sui giornali. Ci sarà il raccon-to [...] banditesche riprese anche da Lizzani nel film «Banditi [...] Milano». E poi scriveran-no del suo [...] delle Brigate Rosse e poi [...] sociale. Saranno tutti così i [...]. /// [...] /// Per questo le dico [...] da me lacrime o dolore glieli posso [...] senso ha? È indubbio, però, che se [...] una parte di lei. /// [...] /// E le posso aggiungere [...] ma è ovvio. Eravamo ami-ci, abbiamo condiviso [...] fatto quello che le cronache giudiziarie hanno [...]. Ma [...] idee dentro quei crimini. Oggi siamo uomini diversi, [...] debito con la giusti-zia. Ma lui è morto, [...] quella che voi chiamate giustizia. Provo dolore, ma non [...] è mio, privato, profondo. Non si capirebbe se [...]. Vi sentivate spesso? Ci [...]. Sì, ogni tanto ci [...]. Ma eravamo sempre in [...]. Eppure [...] chi ha detto che fra [...] due [...] stati litigi prima [...] definitiva, riconciliazio-ne. Su alcune cose la [...] diverso. /// [...] /// Ogni uomo ha le [...]. Fra noi ogni tanto [...]. Ma il tempo ha [...]. Sì, può [...] e questa volta sono sincero: [...] andata una parte di me, [...] parte impor-tantissima. Anche mia moglie è [...] condiviso la nostra amicizia. Adesso però, le chiedo, [...] lasciarmi so-lo. Ho bisogno di pensare [...] rendermi conto di ciò che è successo. Sante Notarnicola si mette a [...] per la sera. Apparec-chia i tavoli e torna [...] far [...]. Con un dolore, immenso, [...] i conti. Un massacro terribi-le, atroce, [...]. Non [...] precedenti da noi, allora. Nessuno aveva mai ucciso [...] e tanta rabbia gente che non aveva [...] che si apprestava a vivere una delle [...] la-voro tra la fabbrica, [...] la scuo-la o le [...] e della famiglia. Ma chi erano questi [...] Da [...] angolo della nostra Ita-lia erano usciti? Poi, [...] presi. Bestie, animali in libertà, [...] tarato, senza rispetto per niente e per [...] qualcuno. E invece no! Pietro Ca-vallero, fin da [...] amico e compagno di fede di un [...] non era più riuscito, con la fine [...] recuperare una qualche normalità. Poi, « il Pietro», [...] alle orga-nizzazioni dei giovani comunisti e si [...] leggere a studiare. Ma non aveva retto [...] non era mai riuscito a calmare la [...] dentro. Una condizione, tra gli [...] e [...] condivisa da tanti, tan-tissimi ragazzi. Pietro, dunque, era stato [...] e aveva de-ciso di passare alla «rivoluzione [...]. La solita scel-ta, insomma, [...] a nulla. Anzi porta solo al [...] tra-gedia. E dunque erano arrivate [...] e il primo omicidio in una banca. Quando, dopo il massacro [...] di Milano, Cavallero era stato preso, in [...] sorrideva con strafottenza. Era par-so, a tutti, un [...] della [...] perso-nale follia. Invece, ad un certo [...] a pugno chiu-so raggelando il cuore e [...] milioni di persone che in quel sa-luto [...] segno di lotta legittima, di libertà, uguaglianza, [...] fratellanza. Lui, in-vece, aveva sparato [...] strada, a Milano, senza alcun ri-spetto per [...]. Nel 1967, al proces-so, [...] condanna [...] e lui, ancora, aveva [...] verso chi stava in aula. Forse, proprio quel suo [...] era stata la prima vaccinazione degli ita-liani [...] lavoratori, contro coloro che, negli anni successivi, [...] strada sempre in nome di una «giustizia [...] una battaglia antiborghe-se che ,invece, non conoscevano [...] mai davvero capito. Po-tevano gli operai della Fiat [...] emi-granti meridionali delle periferie ur-bane di Milano [...] Torino, credere davvero che il pugno chiuso di Ca-vallero [...] stesso significato che loro davano a quel [...] in corteo davanti alla Fiat di Valletta [...] della Con-findustria? Sapevano e capivano la differenza, [...]. Poi, negli «anni di [...] speranze e le tante giuste battaglie dei [...] mo-do di incontrare personalmente Ca-vallero. Ero in giro nelle [...] del giornale. Erano tempi di odio [...] di stragi impunite e di assassinii agli [...]. A Porto Azzurro, ovviamente, [...] il permesso del ministe-ro. Camminavo in un lungo [...]. Era tutto un chiudersi [...] cancelletti, un rumoreggiare di chiavi grandi e [...]. I detenuti, quasi tutti [...] celle. Altri stavano preparan-dosi da [...]. Gli agenti di cu-stodia [...] di mantenere sempre la calma, qua-lunque cosa [...]. Ad un certo momento, [...] proprio Cavallero. Mi aveva guardato con [...]. Poi, dopo una spe-cie [...] era avvicinato a due centimetri dalla mia [...] gridato: «Traditore della classe operaia. Tu sei [...] e sei venuto [...] con il permesso del ministero. Fai schifo». Io non avevo aperto [...]. Mi sentivo addosso un [...] un macigno. /// [...] /// Poi Cavallero mi aveva [...] continuando ad insultare. Altra frase e altro [...]. A quel punto , [...] Assassino, Assassi-no». [...] di [...] però, mi aveva ferito e [...] davvero. Ca-vallero aveva sputato ancora. Allora, in un attimo, ci [...] avvinghiati [...] ed eravamo caduti per terra [...] due ragazzini, [...] pugni, insulti, graffi e calci. Gli agenti di custodia [...] separati e portati via di peso. Ancora oggi ricordo [...] di Cavallero. Mi ha aiutato a [...] il terrorismo brigatista e lo stragismo nero Con [...] ho seguito [...] evolu-zione del personaggio. I primi artico-li sul [...] Porto Azzurro «La grande promessa», il suo discutere [...] e i terroristi in carce-re. Poi, dopo 25 anni, [...] il suo appassionarsi alla pittura, alle letture, [...] a vivere con una donna e la [...] di Torino. Negli stanzoni [...] arsenale di Torino, Cavallero [...] «matto», la «bestia»( come venne descritto), si [...] assistere i vecchi, gli emarginati, i drogati, [...]. Lo ha fatto per [...]. Ogni tanto raccon-tava delle [...] tutti quei morti e riviveva quei momenti [...] straziante. Parlava di «ri-spetto» per la [...] di rispetto per [...] di rispetto per le sue [...]. Si, Cavallero era cambiato. È mor-to in pace, [...]. È stato il carcere [...] Forse, più semplicemen-te, aveva trovato la strada giusta, [...] e insieme agli altri, nelle tante battaglie [...] giorni. /// [...] /// È stato il carcere [...] Forse, più semplicemen-te, aveva trovato la strada giusta, [...] e insieme agli altri, nelle tante battaglie [...] giorni. (0)
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