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Pagina da Preview Biblioteca Digitale--Pagina de «l'Unità-Unità 2-Nazionale del 1996»--Id 3497582134.

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Il Portogallo, un paese estraneo, [...] ma lontano [...] cameriere porta una caraf-fa di [...] ghiacciata ai tedeschi della tavola accanto. È alto, ma-gro, per [...]. Uno del gruppo gli dice: [...]. Lui gli risponde, secco: «Não [...]. De-vo [...] sentito anche in Italia, alla [...] qualche attrice americana im-branata dire [...] inve-ce di mille grazie, ma [...] ricordo che qualcuno [...] corretta. Penso a quante volte, [...] questo viaggio, ho visto irritarsi un portoghese [...] scam-biato con uno spagnolo. Penso che mi sono [...] Cri-stal, senza che la polvere se ne [...] gola, mentre Anna sta sorseggiando tranquillamente la [...] credo, ultima [...]. ///
[...] ///
A casa avremmo già ce-nato, [...] è ancora [...]. Siamo seduti fuori a [...] centro di [...]. La gente ci passeggia [...] il fresco che arriva [...]. [...] è lì, dietro quelle case, [...] il sole è appena andato a [...] compagnia: final-mente ce [...] fatta. Quando siamo partiti da Lisbona [...] fosse una cosa da niente. Anzi, ci siamo detti, [...] un [...] facciamo [...]. [...] della Hertz scuoteva la [...] «Fate [...] costa, [...] è più trafficata, certo, [...] più veloce, più sicura» (intendeva: più facile [...] prendere, pen-sando probabilmente alle condi-zioni della [...] 205 che ci sta-va [...]. Ma noi, dritti a cuocere [...] ven-tre [...] tra paesi di calce piccoli [...] sputi, distese di erba [...] e bar deserti, col de-serto [...] e [...] Eldo-rado [...] spaval-di, noi, un asciugamano bagnato [...] collo, un altro sul radiatore, poi i tornanti della Sierra de [...] la ventola, il fumo, il [...] del contadino, le bestemmie del contadino. Un posto per la [...] Adesso [...] tratta solo di trovare un posto per [...]. Potremmo chiedere al cameriere. Mi frena un [...] la bacchettata che ha dato [...] tedesco. Ma vedo che Anna [...]. Quindi mi fac-cio forza. Scelgo [...] per limi-tare i danni. Lui, in portoghese -quello [...] che si parla in [...] -ci dice di andare [...] biblioteca, dietro [...]. ///
[...] ///
Io penso di non [...] capi-to. Che [...] la biblioteca? Ma quando Anna [...] che ha detto, le ripeto la traduzione [...] che non ri-da. E lei, ovviamente, con [...] forza che la stanchezza le ha lasciato, [...] gusto. Ci immettiamo nello struscio [...] giovani del posto; alla fine di giu-gno [...] di turisti deve ancora arrivare -giriamo alla [...] il mondo cambia di colpo. Si sentono ancora, alle [...] grida dello strillone per la [...] di questa sera, ma [...] perché adesso siamo entrati nel silenzio [...] delle parallele più vicine [...] gradevole, popolato di vento, sabbia e odori [...]. Cerco la scritta Bibliote-ca [...] che decorano i muri [...]. Un ca-ne razzolante, e Anna [...] se-gue muta, sono le uniche presen-ze vive [...]. Sembra di es-sere in [...] città, separata dal centro da [...] barriera invisibile. Questo è il Portogallo, [...]. È in questa divisione [...] abituato a [...] un paese separato [...] attac-cato alla penisola Iberica [...] geologico, ma nato [...] e a questo legato [...] sempre fuori centro, lontano anni luce dalla Spagna, [...] quando va bene, matrigna quando va ma-le, [...]. Quella con [...] è, per i por-toghesi, una [...] mai ricono-sciuta fino in fondo. E per noi, [...] canto, questa striscia di terra [...] margine al continente rappresen-ta forse [...] per eccellenza. Ogni cosa [...] sembra venire [...] sembra guardare al blu aperto [...] cielo e mare, come se fosse quella la [...] provenienza. Ogni cosa, tutto e [...] persone tengono a mostrare una loro estraneità [...] fami-glia dei dodici. Sottolineano, ogni volta che [...] indiffe-renza per la retorica di Maastricht. Sono estranei perché il [...] un altro occidente: meno affannato e consumistico, [...] occidente quasi mi-stico, quasi orientale. Sono estra-nei perché la [...] quella che per altri versi potrebbe essere [...] fami-glia) è disseminata lungo le coste meridionali [...] e di là del grande mare Oceano, [...] ricordano comun-que poco, o preferiscono addirit-tura dimenticare. Andando in giro per [...] o interno che sia, si ha [...] che attorno a questa [...] porto-ghesi abbiano costruito la loro identità nazionale. [...] spiccata, spesso sventolata come avvertimento. Ri-cordo la fatica di [...] alla Fondazione [...] di Lisbona, quando per [...] migliori della collezione ab-biamo prima dovuto [...] decine di sale di [...] e Novecento. Ma non è stato [...] la capi-tale, in realtà, è puntellata su [...] orgoglio patrio a tratti quasi maniacale. Che dire, ad esempio, [...] da realismo socialista, in ono-re alle «scoperte»? Eppure [...] João -perché nel frattempo abbiamo trovato la [...] João, il [...] -dicevo, quello di João, [...] sciovinismo. Neanche quando sottolinea che Tabucchi [...] Requiem in portoghese non potendo rendere in [...] che si respira a Lisbona. No, non mi sembra [...] lo dice a [...] di constatazione, senza [...] riven-dicare alcunché, come se [...] quel resto intra-ducibile che lega parola e [...] terra [...] legame mi-sterioso di cui [...] sol-tanto prendere atto. E poi, basta [...] João, con la [...] cami-cia crema anni settanta, inamida-ta [...] e la sigaretta col lungo bocchino in madreperla stretto [...] quel sorriso svagato, ba-sta [...] dentro la [...] picco-la biblioteca sprovvista di internet [...] di computer), per capire che João è lontano dal [...] di qualsiasi mondo si tratti, che la realtà non [...] riguarda, che il suo non è sciovinismo, ma un [...] un dare in prestito libri [...] affittare stanze con [...] assente di Pessoa, il poeta [...] che con una parte del cervello compilava partite doppie [...] con [...] navigava per [...] dei suoi pensieri. Ecco, in onore di [...] questo viaggiare sul posto, che i portoghesi [...] monumento: a questo nomadi-smo mentale piuttosto che [...] Vasco da [...]. Ma come [...] João mi guarda e aspetta, [...]. È come se ve-desse, dentro [...] mia testa, [...] in corso. Non trovo le pa-role. Penso alle tante scene [...] story in cui i [...] comunicano disinvolta-mente in inglese [...] te-desco, e mi confondo di più anco-ra. Anna è distrutta, per [...] scaffali fa finta di in-teressarsi ai libri, [...] João ci dia le chiavi della stan-za [...] per [...]. A questo punto, faccia [...] lo scazzo di Anna, il concetto mi [...] così confuso che ri-nuncio a spiegarmi. Per rimediare storno su di [...] un [...] vigliacca-mente, [...] del [...]. [...] Anna, é [...]. [...] vero quarto?». Patetico o ipocrita: sono [...] pensiero di Anna gira attor-no a una [...] parole. Ma è la stanza [...] quindi ac-cetta la pantomima. Una corsa di parole Il [...] che João, rimasto incastrato sul nome della [...] ha sentito la do-manda. Dona Ana è a mais [...] praia do [...]. Sembra [...] gioio-sa di un bambino [...] e invece è la spiegazione che un [...] bianchi ci sta of-frendo dei posti che [...] domani: João, un uomo coi ca-pelli bianchi [...] madre-perlato, che parla della [...] terra come se sognasse. João, il [...] locatore di [...]. Neppure ora, a casa [...] Mariana, che ci ospiterà per qualche notte, João [...] il suo tributo alle scogliere dorate, alle [...] piena di voci che [...]. Io annuisco, centelli-nando il [...] mi hanno offerto. Anna è già in [...]. Ha salutato, ha ringraziato [...]. Alle volte mi ramma-rico [...] il suo coraggio. Vorrei trovare [...] il modo per arginare [...] questo vec-chio bambino. Ma so che grazie a [...] mi addormenterò con, in testa, [...] e il vento e il [...] di Capo de [...] Vicente, [...] estrema [...] che guarda il tramon-to. ///
[...] ///
Ceti medi e burocrazia [...] di Nino Palumbo Vite da [...] piccoli, piccoli MARCO FERRARI [...] anche il fattorino in una [...] di sputacchiere. Fu durante la [...] prima esistenza, nella Puglia de-gli [...]. Poi nel 1938 cominciò [...] a Milano, vita da «terrone», da impiegato [...] alle serali e quindi da uni-versitario e [...]. La [...] terza vita doveva essere [...] conseguenza della precedente sofferenza. Forse lo è stata, [...]. Quella la passò in [...] in quello splendido gioiello architetto-nico che è San Michele [...] Pagana, tra Rapallo a Santa Margherita. Nino Palumbo (1921-1983) negli [...] scrisse disegnò a perfe-zione il ceto medio [...] ascendente [...] del boom economico e [...] burocratica, ma soprattutto ne rivelò gli arcani [...]. Dimenticato lo divenne quasi [...] professori, impiega-ti e dirigenti statali e parastatali [...] disturbati nella loro resistibile ascesa sociale. Palumbo si prese la [...] piccola grande rivincita [...] milanese che lo aveva emarginato [...] allontanato: i suoi indi-vidui appaiono spesso narcotizzati, vittime del [...] oppressi da una cappa di piombo e immersi in [...] grigia atmosfera. Si illudeva, forse, lo [...] Trani di giocare un tiro mancino a quella [...] la città della classe dirigente. ///
[...] ///
Le case editrici mila-nesi, [...] ben presto. Era salito alla ribalta [...] Impiegato [...] uscito da Mondadori, e [...] dopo con Il giornale, [...] editrice . Già nel [...] era «retrocesso» da Parenti [...] Pane [...] nel [...] Rizzoli lo rilanciò con [...] Le giornate lunghe e nel [...] approdò da Canesi con [...] racconti Oggi è saba-to e domani è [...]. Intuì in gran fretta [...] sorpassato, ma cercò di reagire mettendosi nei [...] come lui, faticava a pubblicare le proprie [...]. Così diede vita alla [...] Prove [...] lette-ratura ed arte, accompagnata nel [...] dal premio [...]. Le sue ultime opere apparirono [...] Adda di Bari e quindi ebbe un sussulto con Il serpente malioso pubblicato nel [...] da Edi-tori Riuniti. Campò con un [...] di giornalismo (inventando una [...] originale sul Corriere Mercantile di Genova), con [...] per la Rai, racimolando atte-stati, inventando premi [...] e collaborando con Mursia. Era un uomo malinconico, [...] serioso, quasi preoccupato, un [...] di provincia», secondo lo scrittore Raffaele Nigro. Quando cominciò a scrivere [...] era ormai spento e il suo reali-smo [...] poco alla prova dei fatti. In quello stesso pe-riodo Calvino [...] prese con il suo Barone, Gadda con [...] Pa-sticciaccio, Pasolini pubblicava Le cenere di Gramsci, la Morante [...] di Arturo, Arbasino [...] lombardo. Ancorato ad una scrittura [...] degli scrittori russi e francesi e ad [...] parte degli umili, Palumbo si avventurò senza [...] terreno esistenziale trascinandosi dietro ora [...] regionalistica (come in Pane [...] ora ottocentesca e persino surreale (Il giornale [...] Le [...] giornate). Un mixer che, invece [...] rese vulnerabile alla critica e ai lettori [...]. Eppure i suoi eroi [...] oggi sintomatici di una so-cietà di transizione, [...] arcaiche strutture sociali e voglie di modernità. Il dipendente degli uffici comunali [...] tasse, prota-gonista del romanzo Impiegato [...] e soprattutto [...] de Il giornale sono prototipi [...] uo-mini schiacciati dai [...] mecca-nismi della società, sino a [...] oggetti [...] oppressi-va. Personaggi dei quali molto [...] Ferreri a Scola, si è servito. Palumbo cercò di risolvere [...] emergente negli an-ni Sessanta, con uno scatto [...]. Il breve viaggio del [...] Le giornate lunghe as-somiglia ad un ciclo quotidiano [...] di doppi giochi ti-pico di Calvino. Anticipando i tem-pi, [...] scoprì che la società in-dustriale («Basso impero» la defi-nì) conteneva i germi [...] e della estraneazione che, sommati [...] quello dello sradica-mento, potevano diventare una miscela esplosiva. Non trovò pur-troppo una chiave [...] scrittura ido-nea ed adeguata. Individuò invece [...] la ricerca di un altro [...]. Lui [...] già trovato, nel mar [...] Liguria, [...] pescatori e pensio-nati, acciughe fritte e vino [...]. ///
[...] ///
Lui [...] già trovato, nel mar [...] Liguria, [...] pescatori e pensio-nati, acciughe fritte e vino [...].

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Il progetto è senza scopo di lucro, ma purtroppo le spese sono ingenti. Da alcuni anni IdMiS - Istituto della Memoria in Scena (ONLUS) -, anche grazie al Comitato promotore Fondazione Giovanni Frediani ed all'Associazione Culturale Controtempo, ha investito molte risorse sia monetarie che umane nella progettazione del sistema, nella traduzione digitale del proprio patrimonio archivistico, bibliografico - specialmente dell'emeroteca -, biblioteconomico, e museale; in assenza di un contributo pubblico minimamente adeguato ci vediamo costretti a chiedere alle biblioteche che vorranno aderirvi ed indirettamente agli utenti la condivisione dei costi e/o la partecipazione attiva all'elaborazione delle unità bibliografiche che ciascun ente vorrà inserire per il prestito digitale interbibliotecario.
Il sistema condivide già oltre settecentomila Entità Multimediali, di cui gran parte afferenti alla Biblioteca digitale.

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La digitalizzazione/elaborazione dal cartaceo alla Biblioteca Digitale, relativamente all'emeroteca riguarda (in parentesi quadra consistenza detenuta ed altre annotazioni; * ove lavorazione tuttora in corso):

Periodicità non quotidiana


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(119)

Cinema Nuovo [serie quindicinale 1952-1958]

(193)

Città & Regione [1975-1976*]

(191)

Civiltà cattolica [1850-2000*]

(145)


(199)

Interstampa [1981-1984*]

(199)

Marxismo Oggi [1988-1991*]

(198)

Nuovi Argomenti [1953-1965]

(184)

L'Orto [1937]

(162)

Paragone. Arte [le serie dirette da Roberto Longhi, 1950-1970]

(192)


(187)


(205)

Rinascita [1944-1962 mensile, 1962-1989* settimanale, marzo 1989 numero 0 direttore Franco Ottolenghi, 1990-1991* Nuova serie direttore Asor Rosa]

(88)

Teatro in Europa [1987-1997*]

(204)

Vita cecoslovacca [1978-1984*]


(204)

Quotidiani

Avanti! Quotidiano del Partito Socialista Italiano [1943-1990* edizioni di Milano e Roma]

(204)

Brescia Libera [1943-1945]

(160)

Granma. Organo oficial del Comite Central del Partido Comunista de Cuba [1965-1971*, 1966-1992 riduzione del Resumen Semanal]

(193)


(206)

Ordine Nuovo [1919-1925]

(64)

Corriere della Sera [1948* annata completa «Nuovo Corriere della Sera»]

(196)

Umanità Nova [1919-1945]

(170)



(99)


Eventuali segnalazioni dei propri interessi potranno influire sulle priorità di lavorazione. Per un elenco di tipologie differenti (monografie, enciclopedie, materiale discografico e non book material) o delle consistenze minori, oppure per informazioni sul prestito bibliotecario/interbibliotecario: .





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