Tuttavia in esso è [...] versante autocritico, autoironico, segnalato [...] a [...] di alcuni tratti personali [...] Camus: [...] alla vita, al sole, al mare, alle [...] Grecia, [...] la tendenza al cinismo, [...] il teatro e per il gioco del [...]. [...] fra [...] denuncia il « [...] » di certi umanisti e [...] loro tendenza a riconoscere in ogni uomo la presenza [...] germe del male, e ironizza su quel Don Giovanni [...] nel [...] de [...] figurava come un eroe [...]. Egli è [...] che cerca la verità nella [...] il « [...] vide [...] » che utilizza la simbologia [...] per [...] e annunciare il nulla. Fin [...] accosta la geometria dei canali [...] Amsterdam [...] dantesco e, collocandosi [...] cerchio, quello dei traditori, mostra [...] aspirare al ruolo di angelo decaduto in un inferno [...]. Ma il suo machiavellismo [...] e il suo straordinario monologo, se è [...] signore della chiacchiera, un « [...] », un avvocato appunto [...] deteriore), tradisce [...] bisogno di un interlocutore, [...] ascoltatore, rivela la solitudine e [...] tentazione di parlarsi a [...] sembrerebbe (e vorrebbe) tendere agli altri. Emerge in tal modo [...] situazione di esilio, di estraneità, [...] di un paradiso perduto e [...] una segreta ansia di espiazione, nella quale una coscienza [...] sdoppia dialetticamente e si riconosce [...]. La [...] è forse [...] più complessa e perfetta di Camus, un autentico piccolo gioiello che esalta le sue doti [...] psicologo e moralista, erede della grande tradizione del romanzo [...]. Ancora una volta egli [...] una forma e ad uno stile che [...] abituali: un monologo drammatico con dialogo implicito [...] eloquente, elegante, estremamente duttile, che suscita la [...] deplorazione di [...] Nathalie Sarraute e degli [...] Nouveau Roman. Una forma che imita [...] un genere letterario proprio della [...] russa, lo [...] utilizzato fra [...] nelle Memorie dal sottosuo-lo, nel Diario di uno scrittore, nei Fratelli [...] il che conferma [...] della frequentazione [...] di Dostoevskij per Camus [...] ma che soprattutto è perfettamente [...] dello scrittore di esprimere «la [...] ovvero [...] [che] si fa coscienza», come [...] Del Vecchio (278). ///
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Una forma che imita [...] un genere letterario proprio della [...] russa, lo [...] utilizzato fra [...] nelle Memorie dal sottosuo-lo, nel Diario di uno scrittore, nei Fratelli [...] il che conferma [...] della frequentazione [...] di Dostoevskij per Camus [...] ma che soprattutto è perfettamente [...] dello scrittore di esprimere «la [...] ovvero [...] [che] si fa coscienza», come [...] Del Vecchio (278).