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[...] sempre più solido fondamento [...] teorie [...] e fin dal suo [...] nuovo giornale, rivolgendo il suo reverente saluto [...] Lenin, precisava con estrema chiarezza questa esigenza. [...] venne fondata a Milano, [...] più importante e dove più numerosa era [...]. Le difficoltà per trovare [...] volesse [...] gli uffici per la [...] mesi tra ricerche, promesse e ripulse. Tutti i privati e [...] dai comunisti venivano diffidati e minacciati. Pastore, Li Causi, Platone, Amoretti, Gnocchi, Facchi, Buffoni e Malatesta che formarono il primo [...] da Gramsci e Togliatti e dagli altri [...] collaboratori quasi quotidiani, Grieco, Terracini, Di Vittorio, Ho [...] Serrati e Germanetto, riuscirono finalmente a trovare [...]. Da Via Napo [...] ai due locali di Viale Abruzzi [...] pellegrinaggio della redazione si concluse finalmente in Via Settala. [...] in un primo tempo [...] concordanza con un gruppo repubblicano capeggiato da [...] poi il tentativo fallì [...] « terzini » rappresentati nella redazione da Malatesta [...] Buffoni a unirsi al Partito comunista. Il giornale sorse [...] come quotidiano dei contadini [...] e fin dalle prime sue pagine la [...] collaborazione di questi lavoratori sotto la rubrica [...] Lettere [...] » testimonia [...] e la partecipazione della [...] fattura del giornale e [...] che essa dava al [...] alla proposta di temi e di iniziative [...] del partito. La redazione, fin dai [...] il luogo di convegno degli operai milanesi. In redazione spesse volte [...] piani di resistenza alla violenza fascista, di [...] e la decisione degli scioperi. La diffusione era certo [...] se V [...] aveva già fatto un [...] rispetto ai tre quotidiani soppressi: si aggirava [...] trentamila copie. Il compagno Germanetto ricorda [...] di Gramsci, quando, nei giorni dei famosi [...] i metallurgici italiani del 1925, alla sede [...] Milano potè dichiarare che V [...] aveva [...] copie di tiratura. Ma la repressione, i [...] il bavaglio alY [...] si andavano accentuando [...]. I sequestri si susseguivano [...] evidenti intenti di provocazione e di sopraffazione. Ogni prefetto fascista oltre [...] diretto ordine governativo aveva la facoltà di [...] onde attuare [...] sequestri, provincia per provincia. I redattori erano segnati [...] presi alle spalle, picchiati dagli squadristi fascisti; [...] aggrediti e non rari [...] di operai assassinati. La redazione e la [...] piantonate e tutti i compagni che volevano [...] e arrestati. Ogni attentato a Mussolini, [...] fosse compiuto da chicchessia contro il governo [...] ai locali del giornale e [...] sequestri. In questa atmosfera maturò [...] il [...]. Si alzò allora [...] di collera in tutta Italia [...] diffuse un senso di perplessità anche tra [...]. La posizione dell' [...] Matteotti fu precisa fin dal primo giorno. Si chiamavano gli italiani [...] i sicari fascisti, si chiamavano i lavoratori [...] sbarazzarsi di Mussolini e delle sue bande [...]. Fin da allora, il [...] Livorno, dimostrò il suo spirito nazionale, la [...] alla tirannide non soltanto perchè soffocava la [...] ma anche perchè portava il Paese alla [...]. La cronaca di quei [...] anche nei particolari, è lì a dimostrare [...] invece comportati gli altri partiti che si [...] e col loro attesismo, la loro indecisione [...] paura fecero il giuoco della borghesia permettendo [...] superare la crisi e di continuare sulla [...] violenza. Anche allora [...] fu [...] alta e vibrante non soltanto di coraggio [...] di italianità contro tutta [...] stampa che abbassò le [...] il passo a Mussolini. A ogni sequestro, a [...] a ogni provocazione, per ogni compagno assassinato, [...] maggiore, il partito rispondeva sottoscrivendo per [...]. Dalla terra di Bari [...] Torino, [...] città del nord alle campagne del sud. Sarebbe [...] certamente utile quella di [...] coi nomi di tutti quei lavoratori, in [...] contadini, che sottoscrissero allora per il giornale. Ristampare le grandi fotografie [...] che riportino in visione a tutto il [...] stretto che esisteva tra [...] e i [...] e dirigenti del partito. Nello stesso tempo [...] continua [...] opera di formazione politica. Non si piega alle [...] rinchiude in una azione settaria ma continua [...] per la lotta contro il fascismo. Con questa coerenza, alla [...] marxiste -leniniste e delle esperienze bolsceviche, dalle [...] affrontano e si indicano soluzioni concrete ai [...] nazionali. Ma proprio perchè il [...] si limita più soltanto [...] e alla denuncia del [...] suoi misfatti, ma propone soluzioni che possono [...] masse dei lavoratori italiani, il fascismo ne [...]. Nel 1926 [...] viene [...]. E con la soppressione [...] Italia la libertà di stampa. Ma fu proprio in [...] che il Partito comunista sorto a Livorno [...] un partito rivoluzionario di [...] e perciò [...]. E fu conseguentemente anche [...] circostanze che [...] dimostrò di essere diventata [...] proletaria. Il partito continuò la [...] a essere stampata e diffusa. Furono gli anni, i [...] stampa clandestina. ///
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Furono gli anni, i [...] stampa clandestina.