Pagina da Preview Biblioteca Digitale--Pagina de «Rinascita-mensile ('44/'62)-ed. unica - numero di periodico»--Id 3402629218.

Qualità che si rivelavano [...] situazioni e problemi comuni e quotidiani; poiché [...] mia madre, parlava di grosse questioni ideologiche. Mi rendo conto ora del [...] fascino che [...] insignificante esercitava su di me [...] allora. E mio malgrado. Tutta la mia educazione, [...] tutti i discorsi sentiti tanto spesso in [...] categoricamente, anche se in modo più superficiale [...] allora mi sembrasse [...] allo schematismo rigido del [...] della "dittatura del proletariato". Ero propenso infatti [...] e ora sto già [...] storici e non più preistorici, gli anni [...] dello scoppio della guerra mondiale, quando un [...] poteva incominciare a leggere filosofi e politici [...] io trovavo in quegli alti scaffali polverosi [...] e quasi inesauribile, addirittura imbarazzante nella [...] vastità) [...] a considerare il comunismo [...] di sviluppo politico necessario, ma inferiore a [...] essere, che so io, lo stadio politico [...] Giustizia [...] Libertà. Insomma, portando agli estremi la [...] di Lenin [...] che peraltro non conoscevo neppure [...] e ancora poco provveduto per la scarsa [...] testi, mi pareva di dover [...] il comunismo come "malattia [...]. Perciò mi pareva anche di [...] resistere [...] esercitata su di me dalla [...]. E avrei considerato uno snobismo [...] e forse per me lo sarebbe stato [...] anche solo accarezzare [...] a lavorare per qualche tempo, [...] durante le vacanze estive, da Capriolo. Ricordo ancora abbastanza bene la [...] volta che andai a [...] nella [...] piccola officina. Non ero mai entrato in [...] fabbrica, sia pure piccola. Negozi e retrobottega, case [...] di avvocati o di dottori o di [...] molti. [...] di Capriolo era invece [...] su tutto un mondo, [...] che sentivo tanto vicino e che però [...] poche occasioni per conoscere. In quel piccolo stabile [...] di un capannone [...] in via Perosa, Capriolo [...] e i fratelli attorno al tornio e [...] per me piuttosto misteriose. Mi fece vedere alcuni [...] fabbricavano e mi mostrò anche una serie [...] veniva preparando. Questo mi sorprese un [...] perchè Capriolo me li mostrò come se [...] importante, ima dimostrazione della [...] capacità e possibilità, mentre [...] pareva una cosa inutile, che mal accomunavo [...] colpiva tanto proprio perchè vi si fabbricavano [...] e quotidiane, ma importanti, grosse e soprattutto [...]. Diffidenza dunque [...] per il comunista, [...] con la [...] tendenza a far cose di [...] gusto, la [...] mancanza di raffinatezza, e [...] parte ammirazione e simpatia spontanea [...] comunista, per [...] che sa lavorare con le [...] mani, per il militante onesto, modesto e coraggioso. Ogni tanto però Capriolo [...] invece della [...] visita quasi mensilmente periodica, [...] ritorniamo [...] ai tempi della preistoria [...] poi con le memorie degli altri, ma [...] ho ricordi diretti) senza che lo si [...]. Erano gli anni di [...] confino, anni da lui, come da tanti [...] la nostra causa, anni che possono distruggere [...] uomo, ma possono anche [...] più bella e preziosa. Quegli anni costarono a Capriolo, [...] matrimonio, ma ne fecero un militante ancora [...] temprato; e senza far nascere in lui [...] accenno d'odio meschino, gli diedero mia maggior [...] la vita e gli avvenimenti, una maggior [...] la lotta. Fu forse in quegli anni [...] il militante prese coscienza delle sue forze e delle [...] debolezze per diventare un dirigente. Ricordo che in quegli [...] maggio e giugno 1940, quando il fascismo [...] gettarci nel disastro della guerra, mia madre [...] bruciando dal desiderio di [...] quelle manifestazioni di volontà bellica, contro quel [...] criminale in cui pareva scomparire la dignità [...]. [...] significativo, mi pare, che, con [...] amici, mia madre si rivolgesse proprio in quel momento [...] in cui le pareva fosse il momento di "fare [...] qualcosa, a Capriolo, ai comunisti. E forse lo fece [...] dalla troppo olimpica saggezza e sicurezza degli [...] superiorità di altri, o ancora dal disperato [...] O forse perchè sentiva che il comunismo [...] organizzata, capace [...] in qualche modo, praticamente, [...] alla guerra. Lo ricordo poi ancora [...] la guerra era oramai [...] ma sempre [...] noi [...] che venne a casa [...] un gran temporale e per guardare fuori [...] luce. E soprattutto lo ricordo [...] 21 giugno 1941 quando ci trovammo, dopo [...] Hitler [...] sovietica; e, pur col [...] pensiero delle nuove innumerevoli vittime, [...] con un sospiro di [...] la guerra era vinta e che contro [...] Hitler si sarebbe rotta la testa. E Ca priolo ce [...] la spiegazione, dicendo che oramai la guerra [...] guerra imperialistica in guerra di popoli per [...] la dittatura nazifascista,, e che quindi la [...] di tutto il mondo avrebbe trionfato sul [...]. [...] volta che vidi Capriolo [...] VII [...]. [...] era stato annunciato [...]. Il 9, ricordo [...] uscito di casa e di [...] trovato sulla base del monumento a Pietro Micca, proprio [...] al maschio della Cittadella, Capriolo che teneva un comizio [...] forse il primo comizio veramente libero [...] a una gran folla [...] e di cittadini che si [...] ansiosamente che cosa fare. E per la prima [...] che ascoltava vidi alzarsi una selva di [...] la forza e [...] dei comunisti e degli [...]. Il giorno dopo fu [...] quel grande e meraviglioso comizio alla Camera [...] pomeriggio la spaventosa delusione, il dramma del [...] Adami Rossi. Il mattino seguente incontrai Capriolo [...] abbattuto per [...] dei tedeschi, non aveva [...] suo entusiasmo e il senso di quel [...]. Aveva ben chiara [...] ch'era in quei giorni [...] torinesi, e anche mia: armarsi per combattere [...]. E, dopo [...] chiacchierato un momento a [...] madre, ce ne andammo, lui e io, [...] il [...] San Paolo [...] il suo Borgo San Paolo [...] rosse e rivoluzionarie [...] per vedere se in [...] non fosse possibile recuperare del materiale utile. Purtroppo era tardi. Girammo a lungo, ma [...] solo un paio di borsette militari di [...] si capiva bene a che cosa potessero [...]. ///
[...] ///
Non lo vidi [...] notizia della [...] morte, appresa in modo incerto [...] senza particolari, non mi colpi in tutta la [...] spaventosa realtà: credevo non fosse [...]. [...] per la perdita [...] così bravo compagno e [...] molto più tardi, anni dopo, nel 1949, [...] a militare nel suo partito, nel nostro [...] in Borgo San Paolo alla Quarta Sezione [...]. E là in una sala, [...] grande fotografia appesa ad un [...] mi fece sentire con insospettata immediatezza e strazio la [...] scomparsa. Ci eravamo detto arrivederci [...] mattino di settembre e ora mi ritrovavo [...] alla [...] fotografia alla parete. Erano già passati anni [...] e óra ne sono passati ancóra di [...] dieci, quasi dodici da quando lo vidi [...]. Eppure, con la stessa [...] dinanzi a me, col suo sorriso aperto [...] la semplicità del coraggio che lo ha [...] ogni pericolo, come [...]. ///
[...] ///
Eppure, con la stessa [...] dinanzi a me, col suo sorriso aperto [...] la semplicità del coraggio che lo ha [...] ogni pericolo, come [...].