La mia compagnia era [...] uomini, 4 donne e 6 bambini [...] di otto anni, e [...] per fare servizio di organizzazione e informazione, [...] da crocerossine e cucivano e due èrano [...] staffetta. Gli uomini erano bravi [...]. Come armi ce [...] abbastanza, armi russe, armi [...] cattivo. Il mio settore era [...] Bosnia, cioè a nord del Montenegro. Il primo attacco che [...] il 28 ottobre 1943, in un piccolo [...] il combattimento fu duro, [...] di una altra compagnia, abbiamo conquistato il [...] e un po' di viveri. A me, come comandante [...] fu affidato il comando dì presidio, e [...] squadre di guastatori. I bambini furono fatti [...] presidi tedeschi per avere informazioni dei trasporti, [...] si preparò le mine e altre cose [...]. I bambini erano partiti [...] quando mi giunse una staffetta, con una [...] Prendo [...] lettera, [...] e vedo che ci [...] parole, firmata da due ragazzi di sette [...] Compagno Comandante, dopodomani, giorno 4 novembre 1943, parte [...] diretto a Sarajevo, carico [...] munizioni e 4 vagoni di prigionieri partigiani, [...] vostro compito. Il nostro è già [...]. Firma, compagni Mirko e [...] si trovava a 40 [...] nemico. Io dissi ai miei [...] venire con me si parte stasera alle [...]. Siamo partiti in diciotto. Tutta la notte attraverso [...] giunta [...] già [...] la ferrovia, [...] cercare un punto dove [...] burrone. Ed allora io e [...] siamo recati, vestiti da contadini, per andare [...] punto giusto come ci occorreva, Lungo la [...] varie pat-tuglie di sentinella. Senza farci sorprendere abbiamo [...] punto e siamo ritornati dai nostri compagni. Alla sera alle otto [...]. A mezzanotte la ferrovia [...]. Al mattino alle ore [...] treno e saltò in aria rovesciandosi nel [...]. Si salvarono due vagoni [...] quattro che [...] e così 150 compagni [...] noi catturammo un buon bottino di armi [...]. [...] novembre 1943 fui assegnato a [...] Brigata, cioè sono passato alla II Brigata [...] al [...] Battaglione, destinato al [...] rumeno. Nel trasporto per recarsi [...] pi furono vari combattimenti e subii alcune [...] anche due [...] gazzi. Arrivati in un piccolo [...] chiamava [...] ci fu una conferenza [...] di Brigata, che spiegò cosa aveva fatto [...] passando sulla linea di [...] con treni di vagoni [...] prigionieri italiani, trasportati peggio delle bestie. Poi disse che in [...] sono due legioni di camicie nere : [...] il nostro presidio e prendendo 150 prigionieri. Dopo tre giorni, rioccupato [...] nostri compagni furono ritrovati con tagliate le [...] piedi, levati gli occhi, ed i sassi [...]. A fare questo erano [...] nere di Mussolini. Allora abbiamo sferrato in [...] catturando più di mille camicie nere e [...] i loro presidi che erano tutti bruciati, [...] con le mani mozze, uomini impiccati, cose [...] e dal fascismo, cose viste proprio con [...]. Finita [...] si incominciò ancora il [...] guastatori. Il 25 dicembre 1943, [...] dei nostri informatori, abbiamo saputo che i [...] rumeni fascisti ripiegavano nella zona di Bucarest, [...] Jugoslavia, perchè erano costretti a [...] Rossa. Tutti i giorni si [...] minavano ponti stradali, materiale che si bruciava, [...] il nemico non aveva più [...] di tregua. Dal gennaio [...] al 14 marzo [...] minai tre gallerie e due [...] ferroviari, distruggendo parecchio materiale nemico. Cinque bravi compagni si [...] prende tutto il nostro occorrente e si [...] giorni e dopo incontriamo un soldato russo [...] che non possiamo andare a fare quel [...] ferrovia è tutta scortata da pattuglie dì [...]. Ma noi si tentò [...] riuscimmo a minare la ferrovia, ma appena [...] arrivare il treno. Noi così rimanemmo bloccati, [...]. Ma le nostre munizioni [...] costretti a fuggire, correndo lungo il fosso [...]. A cento metri ci [...] ci spara addosso a bruciapelo, [...]. Quattro morti, uno con [...] dalle pallottole ed io ferito con tre [...]. Ma non bastava essere [...] ci hanno spogliati e buttati nel burrone. Rimanemmo nel burrone tre [...] soldati russi che avanzavano, ci trovarono. Solo io ero vivo, [...] erano morti. Mi riconobbero subito come [...] e mi portarono [...] si avvicinò al mio [...] russo e mi strinse la mano e [...] « Bravo compagno italiano, ti farò proposta [...] ». Dopo la conquista di Bucarest, [...] trasferirono [...] centrale. Lì venni insignito della [...] jugoslava. Rimasi fino alla fine del [...] sono passato [...]. Pure a Belgrado stavo [...]. Al loro Natale, che [...] 7 gennaio, è venuto [...] il compagno Tito. [...] eravamo 5 italiani, circa, ad [...] ad uno ci ha interrogato. Venendo al mio letto, [...] Tito mi strìnge la mano, e mi dice [...] Non è la prima volta che ci incontriamo, [...]. Io gli risposi che [...] incontrati, il 15 agosto 1943 sul monte [...] e uria altra volta [...] quando mi hai affidato il Comando di [...] e la terza volta [...]. Lui ha voluto sapere [...] vita e che cosa avevo fatto in Romania. Così gli risposi e [...] con lui. Rimasi [...] di Belgrado fino al [...] finalmente la mia ferita incominciava a guarire. Allora passai [...] di [...] per visite di controllo [...] inviato in Italia. E il 7 giugno [...] dopo quattro anni che [...]. ///
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E il 7 giugno [...] dopo quattro anni che [...].